di Gianluca Ginella
(Foto di Fabio Falcioni)
«Un gesto organizzato compiuto da una persona capace di intendere e di volere. Legato ad uno stato emotivo e passionale». Questo in sintesi quanto ha detto lo psichiatra Massimo Picozzi nel corso dell’udienza del processo di Corte d’assise in cui è imputato, al tribunale di Macerata, Luca Traini. Il perito nominato dai giudici è stato sentito per circa due ore. Il difensore di Traini, l’avvocato Giancarlo Giulianelli, ha incalzato il consulente con una serie di domande volte a capire se si potesse o meno parlare di una persona borderline.
Secondo Picozzi no, perché tutti gli elementi che caratterizzano la vita del 29enne maceratese, dalle relazioni, al lavoro, pur se contengono elementi di difficoltà questi non sono tali da provocare una rottura a livello psicologico tale da portarlo a compiere un gesto come quello del raid dello scorso 3 febbraio quando sparò a sei persone, senza essere capace di intendere e di volere.
Per Picozzi il gesto era stato organizzato e anche questo non si lega con una incapacità. La difesa ha discusso molto sul fatto che Traini sia o meno una personalità borderline. «Secondo Picozzi non lo è, ma secondo noi invece lo è, in base anche a quanto scrive il carcere di Piacenza al termine del periodo in cui era stato in osservazione» ha detto Giulianelli al termine dell’udienza. Secondo Picozzi, Traini ha compiuto il gesto per uno stato emotivo e passionale. Il difensore ha fatto notare come nella relazione svolta dal carcere di Piacenza, dove Traini era stato per 30 giorni in osservazione dopo aver dato in escandescenze mentre era in cella a Montacuto (aveva dato delle testate ad un muro), si legge nelle conclusioni «Disturbo di personalità emotivamente instabile».
«Non si può dire che il carcere non parli di disturbo borderline quando conclude con quelle parole la relazione» dice Giulianelli. «Pur a fronte di un esame molto stringente come quello dell’avvocato Giulianelli, le risposte del perito sono sempre state lucide, motivate, segno di una grande esperienza professionale – dice l’avvocato Gianfranco Borgani, che assiste alcune delle parti civili –. Quello di Traini è un gesto posto in essere da una persona pienamente capace di intendere e volere e con un preciso disegno». Il processo è stato poi rinviato al 3 ottobre per l’inizio della discussione e, se si starà nei tempi, per la sentenza.
(Servizio aggiornato alle 15,30)
Massimo Picozzi
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
..certo, lui si, mentre il povero Innocent (un nome una garanzia..) no, è stato preso dalla paura ed ha combinato tutte quelle ‘marachellate’, ma non voleva, no, lui voleva bene alla povera ragazza, molto bene, lui non è razzista, no, è qualcosa di molto ma molto di più. gv
Il ‘preciso disegno’ di cui parla l’avvocato Borgani dovrebbe essere, per profani come noi, un ‘disegno delirante’, da ricovero psichiatrico immediato.
La perizia di Picozzi ha certo il suo peso (e d’altronde i giudici conoscono anche quella di Camerini) ma poiché la Corte compie le sue scelte alla luce del diritto, dentro una valutazione e un confronto di tutti gli elementi emersi nel processo, inutile attendersi una sorta di giudizio di conformità o, al contrario, di distanza rispetto ai pareri tecnici e scientifici; più ragionevole, forse, auspicare che di essi si faccia il migliore uso possibile per raggiungere un convincimento libero e solido.
Per sapere se uno è matto, basta chiederglielo. Se risponde no, è matto, se risponde sì è sano.
Per me, a ‘sto punto, andrebbe fatta – anche- una bbella perizia psichiatrica, e al perito in causa, e agli avvocati di Oseghale. Senza nulla a pretendere.
Per Tamara Moroni. Onestamente, che cosa ci si può aspettare da un mondo in cui il Papa tollera le gravissime deviazioni dei preti? E dove sta il Cristo che caccia i mercanti dal Tempio?
Macerata,un clima
Perché quando un africano commette un crimine contro un italiano, non c’è mai l’aggravante del razzismo, mentre se io anche solo respiro vicino un africano sono fascista, nazista, razzista, populista etc?
Per Valerio Banci, perché noi siamo bianchi, diversi.
Per Banci. Per me parlare di razzismo è una chiarissima forma di depistaggio. Mi vengono in mente le organizzazioni malavitose che convincono giovani ragazze dell’Est a venire in Italia con il miraggio di un lavoro normale e poi le ‘buttano’ sulla strada. Ora se al posto dell’Est mettiamo il Sud, al posto di ragazze mettiamo migranti e al posto di strada mettiamo spaccio il discorso fila lo stesso.
Le perizie, leggendo l’articolo non fanno riferimento al razzismo,dicono che il ragazzo era lucido e che il raid era organizzato e non frutto di alterazione.Se proprio vogliamo essere pignoli,viste le sue passioni,non e’ razzista,ma appartiene alla Razza Superiore.
Nonostante l’ottimo impegno professionale dell’amico Giancarlo Giulianelli, il destino processuale di Traini, ritenuto dal perito della Corte di Assise capace di intendere e volere al momento dei fatti, è ormai segnato. Lo attende una pesante condanna (anche perchè il reato di strage, di cui è imputato, non richiede necessariamente la morte delle vittime).
D’altra parte, non c’era e non c’è giustificazione alcuna per il suo gesto stragista e razzista. Ha ferito sei persone, ha sparato a circa 10-11 persone, ha rischiato di colpire a morte bambini, donne, uomini solo perchè di pelle nera, benchè innocenti e del tutto estranei alla vicenda di Pamela.
Adesso che dice di aver compreso la gravità del suo gesto (almeno così si è letto, dandosi conto sui giornali anche di un’amicizia che sarebbe nata in carcere tra Traini e un detenuto di colore), Traini dovrebbe, a mio avviso, oltre a mandare fiori ai familiari di Pamela, inviare le proprie scuse a tutte le vittime della sua sparatoria ed anche agli stessi familiari di Pamela.
Questi ultimi – ne sono convinto – non possono aver certo apprezzato il fatto che la tragica morte di Pamela, ragazza buona e sensibile, abbia innescato una reazione così violenta e truculenta. Loro hanno sempre e solo chiesto giustizia, non certo vendette assurde e insensate.
Avvocato, può spiegare le conseguenze per Traini nei due scenari, quello (stabilito) di capacità e quello di incapacità? Grazie.
Già, a lui lo attende una dura condanna per una strage che non so per quale machiavellico cavillo non è nemmeno ” tentata ” benché non ci sia stata. Ma, questi sono argomenti da giuristi. Se Traini era perfettamente in grado di intendere e di volere, perché dovrebbe chiedere scusa. Lo dovrebbe fare, semmai, come dice l’altra perizia se ricordo bene, che sapeva quello che faceva ma prima di parlare di vera e propria lucidità sarà forse il caso di aspettare e di approfondire meglio. Mi sembra di ricordare, potrei andare a controllare ma mi pare che il perito diceva che Traini quei momenti li viveva come se si trovasse in una specie di film. Se parliamo di lucidità, anche quando, per fare un esempio banale, dopo un tamponamento o comunque un incidente di poco conto, i due automobilisti coinvolti, dopo una parola tira l’altra arrivano al momento dell’uso delle mani, cercandosi di sbranarsi l’un con l’altro, non so quanta ne sia rimasta. Noto che mentre per Traini, tutto sembra filare liscio avvicinandosi a passi lesti verso la sentenza, per Oseghale siamo ancora in alto mare. Se cade l’accusa di omicidio volontario, tutto il resto per la legge non è fatto gravissimo seppure orribile e per farlo altro che criminali bisogna essere. Io ad Oseghale appiopperei anche quella strage non fatta per cui Traini quasi sicuramente dovrà pagare. In questa storia, credo che la giustizia dei tribunali, non sia la cosa più rilevante.
Gesto folle di un folle o gesto folle di un lucido? La scienza è divisa, Mattarella afferma con la sua abituale potente energia che bisogna credere, obbedire e combattere nella scienza, alla scienza, per la scienza ma purtroppo la scienza è per sua natura complessa e contraddittoria come la realtà che analizza.
Traini non ha precedenti penali, non ha agito per un utile concreto, era in cura da uno psichiatra, viveva con la nonna, continuamente licenziato da lavoretti precari, retroterra culturale assai sgarrupato, una vita disgraziata senza futuro, senza identità, una vita da negro che vede continuamente i neri veri protetti, coccolati, mantenuti, privilegiati, consolati nelle difficoltà. Finché un giorno sente che un nero con una bella ragazza in casa anziché piangere di commozione, la uccide e la fa a pezzi. Come poteva non impazzire Traini? cosa doveva sembrare giusto a Traini? Il dire che Traini non è un folle, non implica pensare che il suo gesto ha una logica?
..vedete, io credo che per certa “politica”, per così dire, “magistra-le”, fa ancora comodo parlare di razzismo, di poveri nexri, di razzismo, xenofobia ed “affini”, cosicché anche la cosiddetta giustizia, sempre “magitra-le”, si adegua e..congrega!! gv
Per Iacobini
Nel caso di riconosciuta incapacità di intendere e di volere l’imputato non viene condannato, ma viene spedito in quelli che una volta si chiamavano manicomi criminali, ed ora hanno invece assunto il nome di REMS (residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza) e vi rimane sino a quando, a seguito di perizia psichiatrica, non si certifica la guarigione dalla patologia.
Se viene invece riconosciuta una parziale infermità di mente l’imputato ha diritto ad uno sconto di pena.
Nel caso di Traini il perito Picozzi ha però escluso entrambe queste ipotesi (sia la totale che la parziale infermità di mente).
Per Sauro Micucci
E’ vero che il processo a Oshegale parte con molte incognite sul problema di fatto e di diritto principale: è stato un omicidio volontario o la morte della povera Pamela è imputabile ad una overdose? La differenza in termini di pena è rilevantissima e tutto il processo si giocherà nella nuova perizia medico-legale che di certo sarà disposta durante il dibattimento (quella fatta nei mesi scorsi dai periti Froldi e Cingolani è infatti solamente la perizia del Pubblico Ministero, cioè di una parte processuale, che l’altra parte – la difesa degli imputati – ha il pieno diritto di contestare).
Per Micucci. Lei ha ragione. Infatti:
“Non è pacificamente condivisa l’opinione per cui si considera configurabile la disposizione in esame qualora siano posti in essere atti tali da porre in pericolo l’incolumità di una pluralità di persone ma che, in concreto, determinino la morte di una sola persona oppure semplici lesioni a una o più persone. La dottrina maggioritaria propende per risolvere questa questione nel senso che la morte di una o più persone rappresenterebbe circostanza aggravante del reato base.” (dal sito brocardi.it)