«Al processo per l’omicidio di Pamela ci costituiremo parte civile, ma lo avevamo già deciso in un atto pubblico mesi fa. Sull’intitolazione del parco se ne discuterà in Consiglio». Così il sindaco di Macerata, Romano Carancini, in risposta alle richieste della famiglia di Pamela Mastropietro. Ieri lo zio, Marco Valerio Verni, la mamma, Alessandra Verni, e il papà della 18enne, Stefano Mastropietro, sono stati a Macerata a distanza di 9 mesi dall’omicidio. In tribunale hanno fatto la copia degli atti in vista dell’udienza preliminare, fissata il 26 novembre (si costituiranno parte civile), e poi sono stati in via Spalato nel giardino di fronte alla casa in cui la 18enne è stata uccisa lo scorso 30 gennaio. Da lì si sono spostati al monumento dedicato a Pamela a Pollenza.
Lo zio ha detto che si domandava se il Comune si sarebbe costituito parte civile, così come aveva fatto per il processo per Luca Traini. «Avevamo già approvato un atto amministrativo nel quale avevamo stabilito che ci sarebbero state le costituzioni sia per il processo di Traini che per chi sarebbe stato imputato nel caso della morte di Pamela. E’ una scelta decisa molti mesi fa in un atto pubblico. Quindi ci costituiremo parte civile, l’incarico lo abbiamo affidato all’avvocato Carlo Buongarzone» spiega il sindaco Carancini. Al processo è imputato Innocent Oseghale, nigeriano di 29 anni, accusato di aver ucciso Pamela dopo averla costretta a subire una violenza sessuale. La difesa sostiene invece che Oseghale non abbia ucciso la ragazza. Sulla questione dell’intitolazione del giardino di fronte alla casa di via Spalato, dove tanti da mesi portano fiori e lasciano ricordi e candele, il sindaco spiega che «c’è una discussione in corso in Consiglio comunale e questo aspetto lo vedremo in quella sede. Esprimeremo ognuno le proprie opinioni su questo».
(Gian. Gin.)
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