Desmond Lucky e Lucky Awelima
Spaccio di droga: condanne quasi dimezzate per Lucky Awelina e Desmond Lucky. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’appello a cui i legali dei due nigeriani si erano rivolti dopo la condanna in primo grado in rito abbreviato, il primo a otto anni, il secondo a sei. La sentenza è arrivata ieri e ora la pena per entrambi è diventata di quattro anni e otto mesi, dopo che gli avvocati hanno chiesto venissero riconosciute le attenuanti per due persone incensurate e l’applicazione di una sentenza delle Corte costituzionale che ha ridotto i minimi della pena per spaccio da otto a sei anni. I giudici hanno rigettato la richiesta di scarcerazione, Awelima e Lucky quindi al momento rimarranno in cella. I due nigeriani erano finiti sotto inchiesta con l’accusa di omicidio per la morte della 18enne romana Pamela Mastropietro, dopo l’arresto Innocent Oseghale, unico imputato in Corte d’assise. E così, mentre col prosieguo delle indagini è caduta l’accusa di omicidio, i carabinieri hanno ricostruito l’attività di spaccio dei due. A Desmond Lucky, difeso dall’avvocato Gianfranco Borgani, viene contestata anche la cessione della dose di eroina a Pamela in concorso con Oseghale il 30 gennaio 2018, in cambio di 30 euro. Oltre a quell’episodio, gli viene contestato di aver spacciato eroina a Macerata tra il novembre del 2017 e il febbraio del 2018. L’accusa parla di non meno di 20 cessioni da 0,4 grammi ad un cliente (gli incontri avvenivano in via Morbiducci), e non meno di 20 cessioni da 0,5 grammi ad un altro consumatore. Inoltre gli viene contestato di aver ingoiato 6 dosi di droga che aveva ingerito per evitare un controllo dei carabinieri e successivamente ha recuperato andando in bagno. Una circostanza emersa grazie alle intercettazioni. Per Awelima l’accusa parla di oltre 80 cessioni di eroina, alcune avvenute vicino all’hotel Recina di Montecassiano, dove era ospite come richiedente asilo. Inoltre a lui e a Oseghale viene contestato lo spaccio di 99,6 grammi di eroina in base ad una fotografia scattata con il cellulare di Awelima e in cui si vedeva la droga.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Ius doli.
IUS SOLA
In Italia non esiste l’istituto della ‘reformatio in pejus’ (https://it.wikipedia.org/wiki/Reformatio_in_peius). Se esistesse forse le cose sarebbero andate diversamente, intanto gli imputati ci avrebbero pensato un po’ prima di ricorrere in appello (oltretutto costa).
Invece no, perché è vero che chiunque compri qualcosa in un negozio ha la garanzia legale di 24 mesi, ma in molti casi c’è pure l’estensione di garanzia, che fa da contraltare alla garanzia per i cittadini onesti in tema di legalità, che se la vedono simmetricamente ridurre!
4 anni e 6 mesi da scontare nelle carceri nigeriane. Non mi risulta siano profughi, e anche qualora lo fossero, soggiornano qui immeritatamente vista la loro attività illecita, perciò via da qui e al più presto!
Quelli che sono sulla barchetta al largo di Malta che cercano un porto “sicuro” so altri nigeriani…
chissà cosa intendono x sicuro…
un posto dive de “sicuro ” possono fa come gli pare?
Sai com’è..la voce si sparge..
E anche questa condanna finisce in un pugno di mosche, pena dimezzata, tra qualche mese questi sono di nuovo in giro a fare i comodi loro e a spacciare, con le poste pay gonfie di migliaia di euro (come Oseghale) che noi italiani “ospitanti” e fessi non abbiamo.
Mentre altre navi cercheranno il “porto sicuro” per far sbarcare altra manovalanza.
È avvilente vedere come giudici e avvocati vanifichino lo sbattimento delle forze dell’ordine!!!!
Eppure in Italia ci vivono anche loro, i figli che uscendo da scuola si ritrovano questi pronti a vendere roba ce li avranno anche loro, grazie per lasciare che l’italia continui ad essere il paese della cuccagna.
mi convinco sempre di più della necessità per certi crimini a tempo di rimettere la pena capitale… O almeno il campo di concentramento con i lavori forzati per il proprio mantenimento. E’ un sistema per non fare perdere la fiducia nella democrazia, che in Italia è diventata una barzelletta.