di Gianluca Ginella
Criminalità nigeriana, nel rapporto della Dia, uscito di recente, si parla di Macerata, del delitto di Pamela Mastropietro e della droga gestita dai nigeriani. Si tratta del rapporto che il ministero dell’Interno ha inviato al parlamento sull’attività della Direzione investigativa antimafia e che comprende la situazione italiana che va dal gennaio al giugno del 2018. Il nostro capoluogo viene citato in due punti: quando si parla di criminalità organizzata in generale, e quando si tratta della mafia nigeriana. Nel rapporto si legge che la criminalità nigeriana, al pari di quella albanese, si conferma fra le più attive nel traffico di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione (in Italia).
Nel rapporto viene spiegato che comunità nigeriane sono comparse in Italia dagli anni Ottanta a cominciare dal Piemonte, specialmente a Torino, e poi Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Nel dossier si legge che «Nel corso degli anni, le organizzazioni criminali nigeriane si sono sempre più integrate nel tessuto criminale del territorio di insediamento, specializzandosi in vari settori criminali ed assumendo, talvolta, modalità operative tipicamente mafiose. Nel nostro Paese, infatti, emergono, per il numero dei componenti, le cellule italiane delle strutture nigeriane denominate The Black Axe Confraternity e The Supreme Eiye Confraternity (Sec), ramificate a livello internazionale e caratterizzate da una forte componente esoterica. Vengono, infatti, utilizzati riti di iniziazione chiamati ju-ju, molto simili al voodoo e alla macumba, propri della cultura yoruba, immancabilmente presenti in Nigeria – si legge nel documento della Dia –, nella fase del reclutamento delle vittime. Tali riti diventano, poi, funzionali alla “fidelizzazione” delle connazionali, che una volta giunte in Italia vengono destinate alla prostituzione. Tra le citate strutture quella dei The Black Axe, nata negli anni ’70, si è sviluppata nel tempo fino ad occuparsi, anche nel nostro Paese, del traffico di droga e della gestione del meretricio. Una importante conferma della pericolosità delle compagini criminali nigeriane – caratterizzate da una radicale struttura verticistica – è stata data con la nota operazione della Polizia di Palermo del 2016, denominata appunto “Black Axe”».
Nel rapporto viene citata un’altra operazione “Trafficking”, della polizia, con l’esecuzione a Palermo, nel mese di marzo, di un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 4 cittadini nigeriani, tra cui 2 maman. «Le indagini hanno consentito di far luce su un sistema di sfruttamento di giovani donne straniere giunte nel nostro Paese, schiavizzate in case di prostituzione ubicate nel quartiere Ballarò di Palermo ed a Trapani». Altra operazione a Napoli, detta “Mommy”, che si è conclusa nel mese di maggio a Napoli con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un’organizzazione composta da 5 cittadini nigeriani ed un napoletano, accusati di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, anche minorile, al favoreggiamento all’ingresso clandestino di cittadini stranieri, nonché alla riduzione in schiavitù, con l’aggravante della transnazionalità. Dalla prostituzione alla droga ed è a questo punto che nel rapporto si parla dell’omicidio di Pamela. «Con riferimento al traffico di stupefacenti diverse attività investigative hanno, nel tempo, dimostrato la capacità operativa conseguita da gruppi criminali nigeriani nella gestione del trasferimento di droga dai Paesi di produzione, o di transito, verso l’Europa. Un flusso realizzato secondo direttrici consolidate, che percorrono la via marittima, terrestre o aerea. In quest’ultimo caso, viene adottato il collaudato metodo dei corrieri “ovulatori”, anche di altre nazionalità, diversificando di volta in volta le rotte di ingresso. All’arrivo della droga si registrano, poi, sinergie con altri gruppi etnici, per lo sviluppo delle ulteriori fasi del traffico».
Il colonnello Michele Roberti durante la conferenza stampa sulle 27 misure cautelari spiccate per spaccio di droga
Il rapporto prosegue citando Macerata «Di rilievo – si legge -, a titolo esemplificativo, la sistematica attività di spaccio di eroina e marijuana effettuata, nella provincia di Macerata, da tre nigeriani, ritenuti anche esecutori materiali dell’efferato delitto di una diciottenne romana, il cui cadavere fu ritrovato, dissezionato, in due valigie abbandonate». Il riferimento del rapporto della Dia è a Innocent Oseghale (imputato per l’omicidio di Pamela Mastropietro), Desmond Lucky e Lucky Awelima, per entrambi è stata chiesta l’archiviazione della procura. Mentre per Oseghale è in corso il processo per spaccio di droga, gli altri due nigeriani erano stati condannati, in abbreviato per spaccio, a sei anni (Desmond Lucky) e a 8 anni (Awelima). Macerata compare in quest’ultimo rapporto mentre era assente in quelli precedenti (leggi l’articolo).
Allo spaccio dei tre nigeriani, pur se non è contenuto nel rapporto, va aggiunto che a Macerata successivamente c’è stata una indagine condotta dai carabinieri e dalla polizia che ha portato all’emissione di 27 misure cautelari soprattutto verso nigeriani, ritenuti coinvolti nello spaccio di droga a Macerata. Tra gli indagati compaiono proprio Oseghale, Awelima e Desmond Lucky. Due le reti di spacciatori, al cui vertice c’erano stando alle indagini, il 19enne Happiness Uwagbale, nigeriano, catturato dai carabinieri a Ferrara, e il 35enne Osas Nelson Adoghe, arrestato a Macerata. L’indagine parla di oltre 4mila cessioni di eroina in provincia.
Macerata, scacco allo spaccio di droga: 27 arresti, oltre 4mila cessioni di eroina (I VIDEO)
la macerata accogliente e multiculturale
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
È possibile fare una guerra civile e militare contro? Non si prendano prigionieri. Nel caso la Nigeria non li volesse indietro, un paracadute e via.
Per la prostituzione… la Merlin ne ha fatti di guai!
Non prendetemi per razzista, non lo sono.
Non tollero mafia di importazione, bastano ed avanzano le nostre.
Finalmente il rapporto della D.I.A. che include Macerata e provincia fra le numerose aree in Italia dove la criminalità nigeriana imperversa da anni e che ha cambiato molto in peggio la vivibilità e la sicurezza dei maceratesi, è un fatto nuovo ed importante perche’ smaschera tutti gli ambienti politici collegati alla sinistra che non hanno fatto altro che sminuire sottacendo tale pericolo, e dell’immigrazione in generale, cercando di deviare l’attenzione con manifestazioni “antirazziste ed antifasciste” alle quali i cittadini non abboccano più…!!!
Ma questo rapporto o meglio riassuntino lo poteva scrivere chiunque legga i giornali e neanche tutte le mattine. Anzi è più completo quest’articolo di CM con le ultime nove righe.
Il ministro della Giustizia, Bonafede, leggerà attentamente il dossier? Darà ad esso un adeguato seguito oppure lo archivierà?
Poi Carancini viene a dichiarare che Macerata ha ritrovato la sua dignitá, la sua forza, che si é rialzata…. eccotela la forza, la racconta chiaro questo rapporto la forza.
Forse il pincipio “sempre negare” é il vangelo secondo PD, ma i cittadini ne hanno le scatole strapiene, sono consapevoli, e il continuare a raccontare che va tutto bene, che siamo tutti amici e ci vogliamo tanto bene é talmente folle che solo un masochista autodistruttivo potrebbe ancora continuare a farlo.
Per Angelelli. Il sindaco non ha detto mica che è merito suo, anzi lascia intendere che il merito sia tutto dei cittadini.
Ma la cosa ancora piu’ sconvolgente sono i pollici rossi nei vari commenti…a tal signor pagherei di tasca mia un bel biglietto solo andata per la nigeria…magari insieme alla nostra cara sinista (Martina passato da Macerata scorsa settimana docet) al nostro sindaco ed alla cara maggioranza.Continuate tutti a nascondervi dietro agli specchietti delle allodole dell’accoglieza…del fascismo…del razzismo..del…non c’e’ droga..delinquenza etc…continuate fino a quando non ci sbatterete per bene il muso.