Pamela, 9 mesi dopo l’omicidio:
«Il Comune si costituirà parte civile?
Speriamo le indagini continuino»

LA MADRE, IL PADRE E LO ZIO della 18enne uccisa il 30 gennaio oggi sono stati a Macerata per ritirare gli atti in vista dell'udienza preliminare, poi hanno visitato il monumento alla memoria della ragazza uccisa e sono stati nel giardino davanti alla casa dove è avvenuto il delitto. «Abbiamo anche scritto al sindaco per sapere dell'intitolazione di quell'area verde, senza ottenere risposta»

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Da sinistra: Marco Valerio Verni, Alessandra Verni, Stefano Mastropietro oggi davanti al monumento dedicato alla memoria di Pamela a Pollenza

 

di Gianluca Ginella

Nove mesi dopo la morte di Pamela Mastropietro, la mamma Alessandra Verni, il papà Stefano Mastropietro e lo zio, Marco Valerio Verni, hanno ripercorso i luoghi divenuti simbolo del dramma della 18enne e sono stati in tribunale a Macerata per ritirare la copia degli atti in vista dell’udienza preliminare che si svolgerà il 26 novembre. La famiglia si costituirà parte civile, «ma più che altro è una cosa formale, non certo perché ci aspettiamo un risarcimento» dice lo zio, Marco Valerio Verni.

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Alessandra Verni

La mamma e il papà di Pamela Mastropietro prima di ripartire per Roma sono stati a Casette Verdini di Pollenza dove è stata realizzato un monumento in memoria della 18enne nel punto in cui il 30 gennaio scorso vennero lasciati i due trolley con i resti della 18enne. La mamma preferisce non parlare oggi. A fare il punto è lo zio che spiega che la famiglia spera che anche Macerata e il Comune dedichino un luogo a Pamela. Il luogo è il giardino di fronte alla palazzina di via Spalato 124 dove viveva Innocent Oseghale, il nigeriano 29enne accusato di avere ucciso Pamela nella sua casa. La richiesta è di intitolare quel parco a Pamela. «È stata fatta una richiesta in Comune che doveva essere discussa in consiglio comunale, mia sorella ha anche inviato un messaggio su Whatsapp al sindaco Romano Carancini per sapere se c’erano novità sull’intitolazione del parco a Pamela, ma non ha ricevuto nessuna risposta» dice l’avvocato Verni. Per la prossima udienza preliminare «siamo curiosi di sapere le determinazioni del Comune e se si costituirà parte civile come ha fatto al processo di Luca Traini (condannato a 12 anni per strage per aver ferito 6 persone nel suo raid per Macerata, ndr)». A Pollenza, sul monumento, ci sono dei fiori inviati proprio da Traini.

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Pamela Mastropietro

Oggi la famiglia ha incontrato il procuratore Giovanni Giorgio, «riteniamo improbabile che Oseghale abbia potuto fare tutto da solo – dice l’avvocato Verni –. Confidiamo che le indagini proseguano. Confidiamo che le altre piste restino aperte e si continui a indagare anche su coloro che all’inizio erano stati ritenuti corresponsabili». Sugli arresti e le operazioni contro lo spaccio di droga che si stanno susseguendo a Macerata, lo zio si domanda «ma quelli che c’erano prima, cosa hanno fatto. Inoltre mi chiedo se si stia indagando sull’effettiva presenza della mafia nigeriana. Come famiglia vorremmo che da quello che è successo a Pamela venisse fuori il massimo per la collettività e che se ci sono altre situazioni vengano fuori. Penso anche ai casi di Desirèe e di Amalia Volcan, è vergognoso che ci siano queste sacche di criminalità».

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I genitori di Pamela oggi in via Spalato

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I ricordi in via Spalato

 



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