Sit in davanti al tribunale, l’organizzatrice: «nessuno sputo, gli avvocati fatti scendere dove stavamo noi per la manifestazione. Perché è stato concesso?». Il segretario del Pd di Macerata «davanti al tribunale uno spettacolo indegno e allucinante. Un gruppo di oltranzisti venuti da varie parti d’Italia per oltraggiare gli avvocati e che ha offeso il sindaco».
Continuano le prese di posizione e gli interventi dopo la manifestazione che si è svolta davanti al palazzo di giustizia di Macerata lunedì in occasione dell’udienza preliminare in cui Innocent Oseghale era imputato per l’omicidio di Pamela Mastropietro. Interviene l’organizzatrice, Maricetta Tirrito, presidente della onlus Una donna per i diritti delle donne. «Occorre chiarire la dinamica degli eventi premettendo doverosamente che nessuno sputo è stato mai rivolto a chicchessia». Secondo Tirrito occorre «contestualizzare alcuni toni accesi su cui pure si è scritto, richiamando addirittura delle paventate minacce al diritto di difesa del signor Oseghale.
Questi i fatti: mentre alcuni dei partecipanti già erano nel piazzale antistante al Tribunale – dice Tirrito –, reggendo degli striscioni inneggianti alla giustizia per Pamela, è sopraggiunta all’improvviso una macchina bianca che, invadendo lo spazio a noi regolarmente concesso, incalzava i suddetti, costringendoli a spostarsi ed a richiudere per qualche momento anche lo striscione che sostenevano. Dopodiché, si fermava nel parcheggio destinato alle persone invalide. Successivamente, scendeva dalla macchina un signore che solo dopo si apprendeva essere uno dei due legali di Oseghale. Chiaro che, a quel punto, qualcuno possa aver pensato ad un atto provocatorio – dice Tirrito –, visto che poi, tra l’altro, seguiva subito un’altra auto che si parcheggiava subito accanto quella di cui sopra. Ne scendeva una persona che, affiancatasi al signor Matraxia, si allontanava con lui sorridendo ed entrando nel tribunale. Perché sono arrivati fin lì? E perché gli è stato permesso? Una provocazione?
Ad ogni modo è stato quasi naturale che qualcuno si possa esser sentito schernito ed umiliato da questo loro comportamento e di conseguenza aver alzato i toni ma semplicemente chiedendo loro chi li pagasse (sulla questione ricordo che c’è anche una interrogazione parlamentare) e perché lo facessero visto che da avvocati di fiducia hanno coscientemente deciso di assistere una persona accusata di aver violentato e ucciso una ragazzina di 18 anni e aver confessato di aver fatto poi tutto il resto (ossia averla depezzata chirurgicamente, scuoiata, scarnificata, lavata con la varechina messa in due trolley è lasciata su una strada). Giusto il diritto di difesa, ma altrettanto giusto quello di manifestare il proprio pensiero esprimendo le relative perplessità».
Tirrito conclude: «Rinnoviamo la nostra vicinanza alla famiglia di Pamela, che è da ritenersi estranea, naturalmente a qualsivoglia coinvolgimento diretto o indiretto. Dell’accaduto abbiamo i filmati che mettiamo sin da ora a disposizione delle autorità competenti. Per quanto invece concerne il comportamento dei due legali invieremo un esposto all’Ordine degli avvocati perché valuti eventuali provvedimenti». Sulla questione comunque la procura ha avviato una indagine. Solidarietà ai legali è stata espressa sia dall’Ordine degli avvocati di Macerata che dalla Camera penale di Macerata oltre che dal procuratore Giovanni Giorgio.
Il segretario comunale del Pd, Stefano Di Pietro, sull’accaduto dice che «si è avuto uno spettacolo indegno e allucinante. Un gruppo di oltranzisti venuti da varie parti d’Italia ha oltraggiato gli avvocati difensori del nigeriano arrivando a sputargli addosso e ha offeso il sindaco di Macerata Carancini con toni violenti e inneggianti al fascismo. Nella ferma convinzione che la giustizia debba arrivare ad una severa condanna per chi si è macchiato di un orribile crimine, non possiamo far altro che esprimere solidarietà agli avvocati difensori e al sindaco di Macerata per gli insulti ricevuti e condannare senza mezzi termini chi, ancora una volta strumentalizzando cinicamente la morte della povera Pamela Mastropietro, inneggia a metodi antidemocratici e manifesta la propria assoluta mancanza di senso civico, peraltro nuocendo gravemente all’immagine della città di Macerata e dei suoi cittadini, che hanno antiche e ferme tradizioni democratiche e di coesione sociale».
Carancini avrebbe fatto più bella figura se fosse entrato dalla porta di "servizio" e sopratutto standosene zitto, visto come ha dato lustro alla nostra città . Neanche una lapide per quella povera ragazza , una vergogna assoluta di questa amministrazione.
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Quando sono state insultate le vittime delle foibe con i famosi cori durante una manifestazione svolta a Macerata non mi sembra che la forza politica a cui appartiene il Sig. Di Pietro lo abbia definito “uno spettacolo indegno e allucinante”.
Sig. Di Pietro dove era in quella occasione???
Se non c’era non ne ha sentito parlare???
Si è mai dissociato???
Il Vice Sindaco Sig.ra Monteverde di sicuro c’era.
Egregio signor Franceschetti, comprendo appieno il suo commento ed il suo “sfogo”, credo, che condivido pienamente; tuttavia non mi sentirei di associare nemmeno per un secondo le vere vittime delle foibe (non le vendette, che in tempo di guerra ci son sempre state, ma la pulizia etnica delle uccisioni nelle foibe) con certi personaggi di Macerata o con certi criminali che stanno invadendo la nostra patria. Quegli insulti alle vittime delle foibe erano veramente stomachevoli e vergognosi, oltre che indegni, questi altri, contro dei criminali e contro chi ha contribuito al loro ingresso, sono più che giustificabili, se non doverosi. Ossequi. gv
Trovo schifoso che la politica debbabimpadronirsi e cavalcare ogni evento per proprio bieco tornaconto. Una vittima smembrata non è né di destra né di sinistra. Un feroce assassinio selvaggio non è né di destra né di sinistra. Guai se lo fosse: Pensateci…
Sig. Paolo (complimenti per il nome), il problema è proprio quel pensateci…
La povera Pamela, Traini, le Foibe, i Campi di Concentramento, Calciopoli, le Olgettine ecc. ecc. per molti sono la stessa cosa.
E’ tutta una rincorsa al peggio.
Il vecchio adagio “chi ha più giudizio più ne usi” non è più di moda.
Come direbbe Panelli (altro grande Paolo) “dovete andà a protestà, dovete andà a manifestà, dovete andà a insurtà, dovete tutti andà a sputà.”
Il prossimo non esiste più, come direbbe un mio caro amico adesso è diventato “quissi”.
Allora quissi do stava quella vorta, allora quissi che ha riempito l’Italia de quissi che ruba, de quissi che ammazza de quissi che spaccia…
Pensateci, caro Paolo, è pleonastico, non serve più pensare, basta cercare di fare peggio dell’altro e ultimamente ci stiamo riuscendo alla grande.
Aggiungo che ora stanno facendo le pulci al padre di Di Maio e alla compagna di Salvini come qualche tempo fa facevano le pulci al padre di Renzi. Come se ci fosse ancora il nepotismo.
A Macerata neanche la soddisfazione di dare un voto per dimostrare contrarietà a chi comandava. Tanto il prossimo anche se non sarà Carancini perché non più presentabile ( non mi pare che si possa fare tre volte di seguito il sindaco e voi magari chissà che cosa sarete andati a pensare, brutti cattivoni, maligni e sfacciati), sarà il sindaco scelto da chi aveva scelto Carancini. Una volta avevo scritto un bel commento sul bigottismo dei maceratesi, certo non tutti ma però abbastanza numerosi per stabilire chi sarà per i prossimi cinque anni che seguiranno a permettere al prossimo sindaco di fare tutto e di più di tutto quello che gli è venuto in mente di fare a Carancini che sempre fregandosene pure dei suoi, ha fatto tutto quello che ha voluto. Poi se sia stata sincera questa qualche volta discontinuità con i vicini di banco e chi te lo dice. Maceratesi,mia, sia ( sempre per la rima che ci poteva stare anche con un bel via )se morirete democratici, cattocomunisti. gesuiti o francescani, sarà sempre perché qualcuno ha deciso per voi e bonariamente consigliato a chi di politica sa che non è mascarpone ma nemmeno sa a che serve o meglio dovrebbe servire. Naturalmente ” dovrebbe servire ” non ha niente a che fare con tutto quello su scritto.
Egregio Sig. Vallesi,
lei ha perfettamente ragione e le chiedo scusa.
Potevo scegliere tra le innumerevole PDioatate per esprimere il mio concetto.
Ho scelto, di getto senza troppo pensare, quella che mi fa venire il voltastomaco ogni volta che ci penso.
Egregio signor Franceschetti, non si deve scusare, dato che in certe situazioni la rabbia prende, giustamente, il sopravvento ed uno riflette dopo aver scritto e pubblicato, magari, anche se essa (la rabbia) è più che ampiamente giustificata e, torno a ribadire, doverosa. Condivido comunque pienamente anche il suo altro commento. Ossequi. gv