di Gianluca Ginella (foto di Federico De Marco e Fabio Falcioni)
Omicidio di Pamela Mastropietro, niente rito abbreviato per Innocent Oseghale: il processo si svolgerà davanti alla Corte d’assise del tribunale di Macerata. Il giudice Claudio Bonifazi ha respinto la richiesta della difesa (che condizionava il rito all’ascolto di tre testimoni) al quale l’accusa, sostenuta dal procuratore Giovanni Giorgio, aveva risposto chiedendo che fossero sentiti anche tre suoi testimoni. Il processo in Corte d’assise è stato fissato il 13 febbraio. I famigliari: «Va bene così. Ma non accettiamo le scuse di Oseghale».
L’udienza è durata 5 ore e si è conclusa verso le 14,30 di oggi. Decine le persone che si sono trovate di fronte al tribunale e hanno esposto striscioni e cantato cori per Pamela «Pamela chiede giustizia, noi siamo la sua voce», ma ha anche accolto l’arrivo di Oseghale in tribunale con grida «Mostro, assassino». Contestato anche il sindaco di Macerata, Romano Carancini, qualcuno lo ha chiamato «comunista», mentre uno dei manifestanti, che si è presentato brandendo un crocefisso, gli ha urlato «pentiti». «Non abbiamo bisogno di ultrà» ha commentato Carancini. Insulti ma anche sputi verso gli avvocati di Oseghale, i legali Simone Matraxia e Umberto Gramenzi (che hanno poi lasciato il tribunale passando per una uscita secondaria). Mentre fuori il clima era rovente, dentro l’udienza si è svolta invece in un clima sereno.
L’avvocato Marco Valerio Verni, Alessandra Verni e Stefano Mastropietro, zio, madre e padre di Pamela
«Oseghale ha abbassato gli occhi incrociando il mio sguardo. Mi sono trattenuta dal dirgli qualcosa» ha detto Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro. Nel corso dell’udienza Innocent Oseghale ha letto in inglese una dichiarazione di scuse «Mi scuso con la famiglia e con gli italiani. Non ho ucciso Pamela. Spero mi verrà data una seconda opportunità» le frasi del 29enne nigeriano. «Noi non accettiamo le scuse. È una presa in giro» ha detto la mamma di Pamela. Concetto ribadito dallo zio di Pamela: «E’ una presa in giro. Chiedere scusa dopo quello che le è stato fatto non lo accettiamo. Le rimandiamo al mittente le scuse. Siamo soddisfatti per l’udienza, Oseghale è stato rinviato a giudizio per tutte le accuse, anche la violenza sessuale» ha detto l’avvocato Marco Valerio Verni che assisterà la mamma di Pamela e il papà che si sono costituiti parte civile questa mattina. Parti civili anche il comune di Macerata (tutelato dall’avvocato Carlo Buongarzone) e il proprietario della casa dove viveva Oseghale e dove la ragazza è stata uccisa (è assistito dall’avvocato Andrea Marchiori). Una udienza durata diverse ore di fronte al Gup Claudio Bonifazi del tribunale di Macerata. Il giudice si è ritirato più volte per sciogliere le questioni che via via sono state sollevate nel corso dell’udienza.
Ammesse le tre parti civili, lo zio di Pamela ha presentato alcune perizie di parte. «Quella di Roberta Bruzzone, che sostiene che Pamela era in uno stato di minorata difesa già prima che assumesse droga. Uno stato che era visibile e che era legato sia alla patologia che alle medicine che prendeva» spiega Marco Valerio Verni. Altra perizia è quella del medico legale Luisa Reggimenti, che conferma che le ferite al fegato (ritenute causa della morte dall’accusa) sono state inferte quando la ragazza era viva. Altra perizia quella del tossicologo Carmelo Furnari che dice che la 18enne non ha avuto una overdose. «Inoltre dall’analisi del capello che già aveva fatto la procura, risulta che Pamela aveva assunto oppiacei nei due mesi precedenti la morte, quando già si trovava in comunità. Lascio a voi le conclusioni» ha detto lo zio. Quarta consulenza è quella di Marina Baldi «Dà un contributo alle indagini da fare, non è stato comparato un profilo genetico che era stato riscontrato su entrambi i trolley in cui era stato messo il corpo fatto a pezzi di Pamela» ha detto ancora l’avvocato Verni. C’è stata poi la richiesta di abbreviato della difesa, condizionato all’ascolto del proprio medico legale e tossicologo e di un detenuto che sostiene che il pentito che aveva detto che Oseghale gli confessò di aver ucciso Pamela, con il nigeriano non aveva mai parlato ma l’aveva soltanto incrociato in carcere. Non solo, secondo il detenuto l’uomo avrebbe anche sputato a Oseghale.
La procura, sentite le richieste della difesa, ha chiesto che, nel rito abbreviato venissero sentiti i propri consulenti (il medico legale Mariano Cingolani e il tossicologo Rino Froldi) e il pentito che accusa Oseghale. Il giudice Claudio Bonifazi ha respinto la richiesta di rito abbreviato ritenendola inammissibile e disposto il rinvio a giudizio per Oseghale. I tempi per la sentenza si allungheranno «in dibattimento dovranno essere sentiti almeno 50 testimoni – ha commentato il procuratore Giovanni Giorgio all’uscita dall’aula –. L’udienza si è svolta in un clima di serenità, tant’è che avevamo alla fine concordato anche una soluzione più veloce. Andremo a processo. Tenteremo il cosiddetto patteggiamento sulla prova con i difensori in modo da ridurre per quanto possibile il contraddittorio». Oseghale dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato, violenza sessuale, vilipendio, occultamento e distruzione di cadavere. La difesa aveva anche sollevato una eccezione di nullità su accertamenti irripetibili svolti dal medico legale Mariano Cingolani e dal tossicologo Rino Froldi dopo l’autopsia. «Non era stato avvisato l’indagato in carcere. E’ una eccezione che riproporremo al processo ha detto l’avvocato Gramenzi. «Per noi i testimoni che avevamo chiesto di sentire sono essenziali per dimostrare quello che è accaduto. Vorrà dire che li sentiremo durante la Corte d’assise» ha detto l’avvocato Simone Matraxia. I consulenti che la difesa vuole sentite sono Paola Melai (tossicologo) e il medico legale Mauro Bacci. Per i legali di Oseghale la morte di Pamela sarebbe legata ad una overdose.
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Che il Signore dia alla mamma al papà allo zio la forza di andare avanti per ottenere giustizia per Pamela
scuse per avere sconto di pena
Che il grande dolore della mamma di Pamela diventi per tutti noi la ricerca e la condanna di chi considera la violenza l'unica arma di vita , non solo per noi ma sopratutto per i nostri figli e nipoti cerchiamo e lottiamo per un mondo migliore.
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La mamma non l’ha perdonato (e ci mancherebbe!!) e niente rito abbreviato; finalmente qualche buona notizia..avanti così. gv
Non mi piace urlare in mezzo alla folla…
ma sentire uno che chiede scusa e nella migliore delle ipotesi ha fatto a pezzi( oooohh,capiamo bene!!! ) una ragazza perche’non sapeva dove metterla,per poi lavarla con la candeggina e chiuderla in una valigia …
mi viene freddo solo a pensarlo…
quanti trilioni di anni di carcere duro bisognerebbe dargli??
Piacerebbe leggere i commenti di quei responsabili politici che hanno riempito di criminali l’Italia senza alcun controllo, con la presunzione che l’immigrazione forzata e organizzata sia un atto politico positivo per noi, per i nostri figli e i nostri nipoti.
Giorgio rapanelli ..sono pienamente d accordo con lei.