di Marco Ricci
“Massimo Bianconi, direttore generale di Banca Marche dal 2004 al 2012 di “figli di” ne ha assunti parecchi.” Inizia così una lungo articolo sul Fatto Quotidiano di oggi che ripercorre alcune delle vicende e delle operazioni più controverse che ruotano intorno all’istituto di credito. Nel ripercorrere quanto ha scritto oggi il quotidiano nazionale, partiamo dall’assunto garantista che essere figlio di qualcuno non necessariamente è sinonimo di raccomandazione. O di loschi affari intercorsi oppure di essere un cattivo dipendente. Perchè il rischio è sempre quello di incorrere in coincidenze – Banca Marche ha 3000 dipendenti – e di rovinare la reputazione di qualche ragazza o ragazzo che con il dissesto dell’istituto probabilmente non ha nulla a che fare.
Siano questi i figli – come riporta oggi il Fatto – di due alti magistrati che hanno prestato o prestano ancora servizio in Ancona – Vincenzo Luzi, già procuratore capo e Mario Vincenzo d’Aprile, presidente del tribunale della città dorica – o di un ex prefetto di Ancona, Paolo Orrei. Tra i cinque padri famosi – scrive sempre il quotidiano – c’è anche un alto ufficiale dell’arma dei Carabinieri, il generale Agostino Capanna e Antonio Di Matteo, ex direttore della Tercas, l’istituto di credito commissariato da Banca d’Italia dove vennero cambiati assegni in favore di Massimo Bianconi. Del figlio di Di Matteo, ad esempio, è stato riportato come sia un ragazzo che ha prestato servizio come cassiere in sedi anche scomode. E ambienti sindacali, sempre in merito a questo nome e ad altri di cui si conoscono le carriere, hanno commentato ironicamente che “se questo vuol dire essere raccomandati, allora forse meglio non esserlo”. Sarebbe magari più interessante sapere, se mai fossero esistiti, quali potrebbero essere stati i rapporti intercorsi tra Massimo Bianconi e i padri famosi, a parte quelli già noti con Antonio Di Matteo.
L’articolo a firma Sandra Amurri e Giorgio Meletti prosegue affermando come sia stato “il presidente della Fondazione di Macerata, Franco Gazzani il primo a denunciare lo sconquasso”, arrivando poi a ripercorrere nelle due pagine dedicate a Banca Marche le vicende ampiamente note che hanno portato alla presidenza di Rainer Masera. Vicende di cui ci ha parlato nella lunga intervista proprio Gazzani (leggi qui). Il Fatto quotidiano aggiunge però un particolare. Che fu Francesco Merloni, davanti al Governatore Visco, ad incontrare Masera parlando “di una cordata di imprenditori pronta a investire subito 200 milioni.” Masera, come noto, se ne andò poi stizzito dalle Marche. Amareggiato, secondo quando ha riportato il presidente di Fondazione Carima, “nel vedere che chi gli aveva garantito certe cose non le aveva poi mantenute”.
Nel ripercorrere e nell’aggiungere qualche dettaglio alle operazioni intercorse tra Banca Marche e i gruppi legati a Mazzaro Canio e a un altro imprenditore napoletano, arrestato nel 2012 dalla squadra anti crimine organizzato della mobile di Perugia (leggi qui), più interessanti sono le rivelazioni del quotidiano in merito ai rapporti con Vittorio Casale. “Un giorno, racconta l’immobiliarista”, scrive il quotidiano, “Bianconi lo invita nella sede di Banca Marche a Jesi dove viene ricevuto dal presidente del collegio sindacale Piero Valentini e dal vicedirettore generale Stefano Vallesi che gli chiedono di salvare l’imprenditore calzaturiero marchigiano Giovanni Marocchi (esposto con la banca per 26 milioni). […] Bianconi chiede a Casale di nominare nel collegio di una delle società Ludovico Valentini, figlio di Piero, presidente del collegio sindacale di Banca Marche che gli aveva chiesto il favore.” Accuse durissimo che – dopo aver affermato di aver preso un bel pacco da Bianconi, Valentini e Vallesi – Casale si dice pronto a dimostrare in tribunale. Ricordiamo che le operazioni con il gruppo Casale rientrano in uno dei due esposti presentati da Luciano Goffi alla Procura della Repubblica di Ancona.
Altra circostanza degna di nota e riportata nell’articolo riguarda il presidente della Fondazione di Fano, Fabio Tombari e l’esposizione di circa 25 milioni con l’Immobiliare Bologna Uno. Il dieci per cento di questa società, riporta il quotidiano, è di proprietà dell’Immobiliare Uffreducci, “riconducibile all’ingegner Fabio Tombari”. Dalle notizie che abbiamo raccolto questa mattina, l’operazione al momento non sarebbe tra quelle più critiche, sebbene necessiti da parte di Banca Marche di particolare attenzione nello stato di avanzamento dei lavori.
Dall’articolo del Fatto Quotidiano emergono non solo con chiarezza i primi possibili conflitti di interesse e i retroscena, spesso già noti, che si sono nascosti dietro ad alcune operazioni. Ma anche l’impressione che la diga stia ormai cedendo se è vero che anche Casale sia disposto a testimoniare in Procura. E’ difficile al momento capire dove l’acqua tracimerà, anche se i sommersi rischiano di essere molti più dei salvati.
P. S. Ci sia permessa un po’ di ironia sulle parole di Stefano Feltri nella presentazione on line della versione cartacea di oggi di come Il Fatto Quotidiano sia stato il primo giornale a scrivere di Banca marche. Questo ci sembra una mancanza di rispetto nei confronti di Cronache Maceratesi che da molto tempo si occupa della vicenda.
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Chissà, andando avanti, quali altri novità usciranno fuori…
Auguriamoci che, se si accerteranno che vi sono colpevoli, possa finire come negli USA dove, per questo genere di reati, finisci in cella e buttano via la chiave
A me quello che fa incazzare e’ che se un poveretto richiede un prestito di 5.000 euro perché ha bisogno gli chiedono 100 firme, poi per dare 26.000.000 basta una stretta di mano. No la galera ma la pena di morte Perché gente come loro ha rovinato l’Italia .
Che schifo!
Non sono un lettore del fatto Quotidiano, però mi viene da pensare che Feltri si riferisse alla carta stampata e non ai giornali on-line. Sbaglio ?
Non sempre i ” figli di” sono come i padri. Comunque ce ne saranno diversi altri che ‘ il fatto’ non ha scovato. Non tanto loro, spesso ignari oggetti di scambio di favori, quanto i loro ‘commercianti andranno perseguiti per le porcate che hanno fatto.
Questa situazione l’abbiamo creata noi, votando la Casta, Grillini compresi, diventati anche essi casta, con affermazioni idiote come quella ultima riguradante il “martire” musulmano che ha ammazzato i nostri soldati in Iraq.
Cosa succederà ai responsabili dello sfascio Banca Marche? Nulla. Un buffetto e a casa a godersi i quattrini onestamente guadagnati.
Questo Paese,addolora constatarlo,dimostra sempre più spesso di essere marcio fino al midollo e temo che peggio sarà dal momento che con un accanimento senza limiti tanti si impegnano a sostenere le ragioni di chi ha commesso illeciti lampanti ed accertati. Giovanni Bonfili.
Il mondo delle favole continua: i figli di …ignari ed assunti in bmarche,Gazzani eroe che denuncia per primo il sentore…che qualcosa nn andava…affidamenti dati a societa’ riconducibili alla fondazione di Fano( e qualcuno ancora si chiede perche’ hanno votato contro per l’azione di responsabilita’).Poi arriviamo a Masera,il fantasma ,il quale per darci l’onore di restare voleva 200 milioni di ricapitalizzazione immediati e senza condizioni da parte degli imprenditori marchigiani,i quali,cattivoni,non gleli hanno dati.Lo ripeto,quelli che cercava Masera e direi anche Spacca,non erano imprenditori,ma beoti al pari dei dirigenti bmarche che non si capisce in che veste,con quali vantaggi,con che garanzie avrebbero dovuto versare i loro soldi ( a.c.,a fondo perduto,altro?)Be,forse qualcuno obiettera’ che 200 milioni sono poca cosa per tutelare la territorialita’,l’autonomia e non ultima l’occupazione,senza distinzioni tra raccomandati e non.Ci sara’ qualcuno che un giorno prossimo spero si preoccupera’ di tutelare il valore del titolo e della banca.Oggi vale 0,290 centesimi di euro,a questi valori l’a.c. prossimo a quanto verra’ fatto a 0,10 centesimi?E quante azioni serviranno per racimolare a questi valori 400/500 milioni di euro?Gli imprenditori cattivi che hanno deluso Masera con gli stessi 200 milioni si comprano la banca,altro che ricapitalizzazione!Visto che oggi con 7000 euro si condiziona il valore del titolo di un piu’ o meno 10%( vedi ultime settimane di contrattazione) non e’ il caso di prendere provvedimenti?Banca pop di Spoleto non appena commissariata e’ stata sospesa dalle contrattazioni,bmarche con il suo sistema al pari di chi l’ha gestita fino ad oggi,ovvero demenziale come loro) che fa,la facciamo spegnere lentamente come un cerino portando il suo valore A ZERO SPACCATO?Cosi’ finalmente andiamo su tutti i guinnes dei primati,titolo da 3 euro a zero,fenomenale vero?
…bravo giuliano che hai specificato che gli impenditori per cacciare il grano ,vogliono qualche garanzia, chi gli e’ le da ste garanzie ,gazzani? che legge le vicende di bm sui giornali, sabbatini che oramai e’ sempre dal parucchiere?o jesi che ogni tanto fa melina per nascondersi uno dietro l’altro cambiando spesso presidente….e masera che pensava di fare?? che pensava che sarebbe bastato il suo nome??? ci vuole gente giovane che pensi a bdm non ultrasettantenni!!!
Per tanti anni la Cassa di Risparmio è stata, contemporaneamente, la botte piena e la moglie ubriaca per il territorio maceratese…
Ricordo che a squola si vociferava (prima delle fusioni e della costituzione dei grandi gruppi bancari) che la Cassa, per correntisti/liquidità, era l’ottava o la nona banca in Italia..
In Italia, mica nel Burkina Faso!!!
Ma anche fosse stata una esagerazione e fosse stata solo la tredicesima, essendo una Cassa poco più che Provinciale, era comunque un bel risultato.
In questo piccolo stagno ci hanno sguazzato in tanti, anche perchè la Cassa aveva sempre un attento occhio al territorio e comunque, spesso, investiva/incoraggiava gli imprenditori locali (talvolta amici con poche idee, talvolta sconosciuti con brillanti idee).
Con a trasformazione in BdM (e l’allargamento dello stagno fino a farlo diventare un discreto maretto) i nostri eroi non si sono accorti che potevano suscitare altri appetiti (piatto ricco mi ci ficco).
In sostanza non si sono resi conto che un conto era essere i pesci più grossi dello stagno, altro era dover fare i conti con gli squali.
Quindi probabilmente i pesci, dello stgnetto dietro, casa erano culturalmente, politicamente, finanziariamente impreparati ad affrontare i pesci, veramente grossi, che sarebbero sicuramente arrivati.
Quindi hanno gestito la cosa alla vecchia maniera (contadino: scarpe grosse e cervello fino) non rendendosi conto che la realtà stava cambiando e che, chi stava calando, aveva forse le scarpe un pò meno grosse, ma un cervello finissimo.
Cari giornalisti di Cronache Marceratesi, fate luce pure sui ragazzi precari che stanno lavorando in Banca Marche. A parte i raccomandati di cui menziona l’articolo, ce ne sono molti di più che subiscono in prima persona la condizione della Banca, non vengono confermati ma lasciati a casa!
Il quadro che sta emergendo è davvero desolate!!
E ciò che crea più rabbia ed indignazione è la consapevolezza di essere ormai ad un punto in cui il limite della decenza è stato abbondantemente valicato.
Dispiace dirlo ma questa classe dirigente è espressione tipica della mentalità italiana.
E’ come il principio dei vasi comunicanti: l’esempio negativo degli uni si trasmette agli altri vicendevolmente; le forme negative sono esaltate e subito fatte proprie ed imitate; la regola è: far il meglio per sè e peggio per tutti gli altri.
Sono ascoltati ed imitati quelli che possono rappresentare un esempio di arrivismo in ricchezza, spregiudicatezza; arrivare subito, avere tutto e facilmente senza sacrificio alcuno con qualunque mezzo. Esiste solo il piacere ed il modo più facile per procurarselo. Badiamo alla maggioranza incosciente, egoista, corrotta, irresponsabile e priva di etica, ma che si presenta ricca e spregiudicata, più che a qualunque altro richiamo.
Se non c’è uno scossone, un terremoto nella coscienza collettiva che ci faccia rinsavire, occorreranno generazioni di vittime innocenti prima di prendere coscienza del degrado in cui siamo caduti e quotidianamente viviamo.
Non ci resta che sperare in Papa Francesco che recentemente ha lanciato un lungo appello contro la “dea tangente” prendendo spunto dalla parabola dell’amministratore disonesto:
“Chi pratica le tangenti ha perso la dignità e dà ai figli “pane sporco. […] Si incomincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga, eh! Dunque l’abitudine alle tangenti diventa una dipendenza”.
Prosegue il Pontefice: “Forse oggi ci farà bene a tutti noi pregare per tanti bambini e ragazzi che ricevono dai loro genitori pane sporco: anche questi sono affamati, sono affamati di dignità! Pregare perché il Signore cambi il cuore di questi devoti della dea tangente e se ne accorgano che la dignità viene dal lavoro degno, dal lavoro onesto, dal lavoro di ogni giorno e non da queste strade più facili che alla fine ti tolgono tutto”.
Parole valide per tutti, cattolici e non, e che dovrebbero risvegliare le coscienze (la lotta comincia cambiando la propria mentalità poi quella del Paese) e invitare la classe dirigente, non solo politica ma a tutti i livelli…, affinché riprenda il giusto percorso.
Il fatto che nessuno commenti le mie considerazioni sul valore attuale della banca,del metodo beota di contrattazione,che continua ad essere adottato anche dopo il commissariamento,e che nessuno si preoccupi che oggi una azione bmarche vale 0,290 centesimi di euro mi fa nascere il dubbio che tra coloro che si appassionano al tema non ci siano azionisti ma fans della correttezza,di come vanno le cose in Italia,di come dovrebbero andare ecc.Ogni tanto mi piacerebbe parlare e confrontarmi anche su cose concrete e che ci riguardano personalmente,lasciando egoisticamente per un momento da parte i grandi macrosistemi ed i principi della vita e del mondo.Ripeto la domanda:quello che sta accadendo all’azione bmarche e’ al di la’ del valore normale o rappresenta l’ennesima anomalia demenziale,beota,sporca di questa stramaledetta banca del territorio???
ps non trovo riscontri anche sulla funzione ed il ruolo delle associazioni azionisti privati,le quali evidentemente ancora stremate dall’ultimo accalorato interventa all’ultima assemblea,ora dormono sonni tranquilli in attesa del posticino in consiglio che qualcuno gli aveva promesso.Considerazioni in merito anche su questo argomento sono gradite,penso che cominciare a tutelare anche i ns umili interessi,se pur venali, non sia inopportuno ne’ prematuro
grazie Enossam…….ha proprio ragione “Papa Francesco”; c’è tanto pane sporco in giro e,di contro,c’è tanta gente al mondo che ancora continua,a milioni, a morire di fame,soprattutto bambini. E’ una vergogna e un’onta nostra e di questa pazza umanità. E intanto poteri forti, e massonerie varie,anche in conflitto tra di loro(come parrebbe,secondo alcuni, stia accadendo ora e sia già successo anche in passato ) devastano bancamarche e il suo territorio di riferimento. Alcuni di costoro(la fazione ora vincente ) forse starà già pregustando la possibilità di introitare eventuali ingenti somme rivenienti dalla coattiva dismissione(a prezzi stracciati e loro conseguente acquisto) di cantieri edilizi e operazioni similari, finanziate in passato da bancamarche e ora in default. Quanto precede,si dice,potrebbe verificarsi anche in relazione alla mancanza di una idonea politica specifica,della banca, per il settore ,in questo frangente, che le possa consentire di recuperare( anche con l’aiuto,si spera, di una futura ripresa di questo mercato)il più possibile di quanto elargito(ultimazione cantieri ,mutui agevolati a privati,condizioni di favore nelle vendite etc).Altrimenti ,fra qualche anno, ci sarà sicuramente qualcuno che avrà fatto un lauto e abbondante pasto(comunque sempre i soliti noti e innominati) ai danni della banca,dei suoi azionisti,dei suoi dipendenti e della collettività marchigiana. Forse i media,anche su questo, dovrebbero dare una più puntuale informazione alla pubblica opinione. Da ultimo, la gestione,da parte della banca,della quotazione delle sue azioni in quel modo,appare,in questo momento, davvero demenziale. Per il resto,stendiamo un velo pietoso!
@Nardino: forse ha sbagliato sito; se vuole bloggare sul tema delle azioni banca marche sa che può registrarsi su finanzaonline…Qui si parla ‘popolare’.
Nell’ipotesi che su quanto sta emergendo nella vicenda di BdM,che è l’ennesima manifestazione del morbo pestifero che sta distruggendo l’Italia,si dovesse toccare quasi di sfuggita,o quantomeno non metterli in prima fila al posto di specifici interessi individuali,aspetti di fondo relativi ad un sistema generale di valori,come mi fanno credere certi commenti,io dico che siamo alla frutta e che tutto quello che sta accadendo ha radici profonde in un contesto sociale profondamente deteriorato.E ciò è davvero preoccupante. Giovanni Bonfili.
Radio Kabul grazie del suggerimento.Poi pero’ ne riparliamo quando ci sara’ l’aumento di capitale e quando i commissari inizieranno a dismettere filiali e mandare a casa dipendenti( o neanche questi sono temi popolari?)