Giammario Poeta: “Giù le mani
dal centro storico e dai giovani”

PORTO RECANATI - Il candidato del Movimento 5 Stelle presenta i suoi obiettivi e gli strumenti per raggiungerli. "Voglio una città che difenda deboli e anziani". Questa sera in piazza Bracondi ha fatto il suo discorso alla cittadinanza

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Giammario Poeta nel suo studio di architetto a Porto Recanati

Giammario Poeta nel suo studio di architetto a Porto Recanati


di Alessandro Trevisani

L’abbiamo visto vestito di bianco con gli altri attivisti, in prima fila nel pubblico, al consiglio comunale che ha votato la variante del resort al Burchio. Ma anche camminare sul “colle della discordia”, formulando preoccupazioni per il dissesto idrogeologico e l’erosione della costa che possono derivare dall’ennesima cementificazione. Giammario Poeta, 48 anni, architetto, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle alle Comunali di domenica 25 a Porto Recanati, è anche quello della battaglia contro il centro commerciale a Potentia, e delle trovate-happening di una campagna elettorale un po’ vintage e un po’ hippie: lo speaker’s corner in Piazza Brancondi, la pedalata ecologica, la passeggiata in centro con le magliette del Movimento, le poesie deposte sugli alberi abbattuti al Burchio. Il jeans sdrucito, le scarpe un po’ country-style, il borsello, gli occhiali da sole, giacca, foulard e pizzo “d’ordinanza”: in questa semplice stravaganza Poeta riassume la cifra stilistica del Movimento, ma il suo tratto distintivo non è la foga abborracciata di Beppe Grillo. Al contrario, l’uomo è composto, la voce è bassa e pastosa insieme. Poeta parla adagio, medita, spiega, snocciola dati, estremi di legge, dati catastali. Poi l’occhio vaga in alto, immagina, sogna, disegna il futuro del suo paese, e nella figura del politico si fondono insieme il tecnico e il cittadino che vuole un altro modello per Porto Recanati. Da circa un mese Poeta ha proposto un confronto a tre con le altre due candidate, Montali e Ubaldi, ma il suo invito, recepito sulla parola, nei fatti è caduto nel vuoto. E nelle ultime ore di campagna elettorale.

Poeta, che fine ha fatto quest’idea del confronto a tre?
“Non ho ricevuto una risposta alla mia mail di invito, e ne sono molto addolorato a nome della volontà di partecipazione attiva della cittadinanza. Mi pareva onesto fare un confronto-festa in cui i cittadini prendessero coscienza dei contenuti, del modo di esprimersi, della preparazione dei candidati ad affrontare i temi della città…”.

Se venisse eletto, qual è la prima cosa che farà da sindaco?
“Convocherò una grande assemblea pubblica per parlare delle esigenze reali del paese”.

Passiamo al vostro programma, dove si parla di vietare l’accumulo delle cariche: come si fa praticamente?
“Il consigliere M5S non potrà avere cariche nelle partecipate, come ad esempio Astea e Cosmari. Non possiamo ‘vietarlo’ al di là della legge che lo consente, ovviamente: semplicemente, se governeremo, ci impegniamo a non investire di altre cariche i consiglieri comunali. Non solo, abbiamo firmato un accordo tra noi Cinque Stelle, per cui se uno di noi a metà legislatura si dimette da assessore si impegna a non passare in un altro gruppo”.

Parliamo di emolumenti, cioè di soldi. Come funziona il politometro?
“Funziona che sfidiamo gli attuali componenti dell’amministrazione a pubblicare il patrimonio di beni mobili e immobili dal 2010 a oggi, così da accorgersi se e quando i nostri amministratori stanno incrementando in modo anomalo le proprie ricchezze”.

Volete anche promuovere dei referendum deliberativi senza quorum: che cosa sono e a che servono?
“Sono consultazioni dove, a prescindere da quanta gente voti, ci impegniamo a ratificare con delibere comunali quello che decide la gente che vota.. Ma non è la sola novità: tutta la macchina amministrativa, se avremo la giunta comunale, sarà rivoluzionata…”.

Parlate di coinvolgere di più i comitati di quartiere. E i progetti più votati nelle loro future assemblee entreranno, se leggiamo bene il programma, nel piano comunale delle opere pubbliche: ci spiega come funziona?
“I presidenti dei comitati prendono atto delle proposte fatte dai quartieri, le portano in assemblee aperte a tutti i cittadini e le fanno votare. A quel punto l’amministrazione può far partire le relative delibere da far votare in consiglio comunale. Così siamo sicuri che le proposte arrivano in consiglio comunale sono quelle volute dai cittadini, invece che essere ‘contratti’ a beneficio di pochi personaggi. Siamo certi che sulla base di questa volontà di ascolto i cittadini parteciperanno più volentieri ai comitati di quartiere”.

Giammario Poeta durante la passeggiata sul Burchio

Giammario Poeta durante la passeggiata sul Burchio

Siete praticamente gli unici a parlare di ‘abolizione del centro storico’, a partire dalla delibera di giunta che il 30 dicembre scorso, dopo la prima ‘battaglia del Burchio’ in consiglio comunale, approvava in via definitiva il piano particolareggiato del nucleo urbano. Ci spiega che volete dire?
“Semplice: non abbiamo più un centro storico tutelato in quanto tale, in base alla normativa che impone certi volumi di edificabilità, 5 metri cubi al m2 per ogni isolato, e la conseguente conservazione delle caratteristiche peculiari degli edifici. Oggi abbiamo un nucleo urbano esteso, perché l’amministrazione Ubaldi ha spalmato i criteri di edificabilità della vecchia zona A nelle zone B e C, alzando anche qui il limite di edifcabilità fino a 5 metri cubi”.

Perché secondo voi?
“Intanto per fare cassa con gli oneri urbani, e cercare, nel contempo, di generare lavoro a livello edile. Ma la cosa è stata giustificata anche con il fenomeno dello ‘sprawl’ urbano, cioè come tentativo di ‘chiudere’ le spaccature tra un quartiere e l’altro alzando i volumi edilizi. Ma questo è davvero incredibile, perché cose così le fanno in città come Los Angeles, che ha 4 milioni di abitanti su 1300 metri quadri! Ma c’è dell’altro”.

Cioè?
“Questa ‘spalmatura’ dei volumi comporta che, in caso di demolizione, edifici come il grattacielo Bianchi, o i palazzi in Galleria Bitocchi e sopra la BNL, potranno essere riedificati solo fino al quinto-sesto piano. In pratica, per riuscire a costruire altrove, gli amministratori hanno spolpato il centro storico, e nessuno se n’è accorto. A livello legale questo non è un esproprio vero e proprio, ma è comunque un esproprio ‘bonario’, perché vengono meno i volumi delle case dagli 11 metri di altezza in su. Da oggi, tra l’altro, un’agenzia immobiliare, per correttezza, dovrebbe dire, a chi volesse acquistare/affittare, che sui piani sopra quella quota incombe, in caso di abbattimento, una perdita di volume”.

Ma questo, in pratica, che conseguenze avrebbe sui proprietari di case sopra gli 11 metri, e quando scatterebbero?
“Non c’è nulla di automatico, perché come dice la giunta Ubaldi tutto dipende dagli accordi tra privati. Ma quando chi vuole sopraelevare chiederà i volumi ai condomini che ‘svettano’ sopra gli 11 metri, nasceranno discordie e cause civili, con enormi difficoltà pratiche di trasferimento dei volumi: per esempio, se io voglio sopraelevare di un piano casa mia, come faccio a calcolare il ‘pezzo’ di palazzo Bitocchi che mi occorre, in maniera da addivenire a un accordo che non sia ‘sanguinoso’ sul piano economico? Questa è stata davvero una bomba di inefficienza amministrativa, il punto più alto della cattiva amministrazione della giunta passata”.

Il candidato Poeta questa sera in piazza Bracondi

Il candidato Poeta questa sera in piazza Bracondi

Cambiamo argomento. Nel programma parlate di ‘anziani crea-ttivi’: ci spiega che vuol dire?
“Vogliamo ridare dignità agli anziani di Porto Recanati. In centri come Anni d’argento passano il tempo a giocare a carte: e invece no, gli anziani hanno valore superiore. Ad esempio in pineta vogliamo creare percorsi per loro, nell’ottica di una città a passo d’uomo, che comprende anche passeggiate per gli anziani. Ma c’è dell’altro. Vogliamo creare dei bus navetta, vogliamo ‘sgonfiare’ di traffico la città e renderla più sicura. Vogliamo istituire il ‘pedobus’, con gli anziani prendono in carico 5-10 bambini ciascuno e li accompagnano a scuola. Vogliamo anche metterci a disposizione per studiare piccole e necessarie modifiche da fare in casa, per rendere più agevole proprio la vita degli anziani, coinvolgendo l’ufficio tecnico a lavorare sul sociale, e non solo più a rilasciare permessi a costruire. Il fatto è che oggi gli anziani di Porto Recanati sono scoraggiati. Stiamo facendo un marciapiedi di 1 chilometro sul Burchio, che rimane ‘impiccato’, interrotto sul ponte dell’autostrada, quando invece dovremmo lavorare sui marciapiedi del centro, evitando avvallamenti e cedimenti. Via San Giovanni Bosco è quasi impraticabile coi suoi marciapiedi di diversa altezza, e questo fatto l’anziano lo vive con grandissimo disagio: un problema che nessuno ha mai affrontato!”.

Parliamo di coperture: chi finanzia gli scavi che vi proponete di fare a livello archeologico?
“Intanto un primo step sarà creare un percorso ciclo-pedonale a Potentia, collegando monumenti funebri, strade consolari, la strada storica dell’abbadia. Poi ci vorranno servizi igienici per i visitatori, un punto di didattica per spiegare la storia delle civiltà delle Marche, le centurie romane, le guerre puniche. Dove prendiamo i fondi? Ad esempio dalla Lottomatica, che può dare contributi alla cultura, con le quote del Lotto imposte per legge a scopo sociale”.

E qui veniamo a un baluardo del vostro programma. Molti fondi si ottengono con la certificazione EMAS: che cos’è, come si ottiene?
“Prendendo i dovuti punteggi a livello di informazione ambientale, educazione ai consumi dei suoli e dei rifiuti. Quando hai gli indicatori giusti puoi far partire il sistema SGA (la rete Emas Sga esiste dal 1999, ndr), e innescare la richiesta di fondi. La certificazione EMAS, in pratica, è un apriscatole per avere fondi europei, che non costa nulla, perché la paga la Comunità Europea. Ci potremo finanziare il parco archeologico, e l’Ufficio Tecnico, alla bisogna, verrà istruito dai membri della Giunta esperti in materia, permettendo di risparmiare un patrimonio in consulenze esterne: secondo fonti di stampa dal 2012 al 2013 siamo passati da 160 mila euro di consulenze a 240 mila”.

Alla palestra Diaz immaginate di creare spazi per danza, musica, recitazione e lettura, nonché sistemare gli ascensori e il pavimento: siete i soli a non volerci trasferire la biblioteca, come si propone di fare da alcuni anni da diverse parti politiche…
“Vogliamo anche introdurvi il museo della civiltà contadina e il museo archeologico. La sede del Castello, utilizzata finora, non va bene per niente. L’esposizione dei reperti deve permettere di vedere diverse prospettive dello stesso oggetto: una cosa che in uno spazio piccolo come l’attuale Pinacoteca è impossibile, specie se c’è grande affluenza di pubblico”.

Come finanziate tutto questo?
“Non siamo riusciti ad ottenere gli atti dei fabbricati: dovremo prendere atto di come sono fatti, per poi fare le nostre previsioni di spesa”.

Il candidato ha criticato

Il candidato ha criticato il mancato confronto a tre

Parlate di creare una pista per skate e bici acrobatiche: dove la fareste?
“Riqualificando piazza Kronberg: la pista che già c’è è ridotta a una pista di giardinaggio, in più il Comune vorrebbe acquisire i campi da tennis per farne altro, ma per noi non se ne parla: noi vogliamo incrementare lo sport. Per esempio per via dei rumori, sempre in quell’area, hanno tolto il basket. Non è una cosa possibile, bisogna rimettere il basket, consentendo di giocare e riposare in orari diversi”.

Parliamo di housing sociale: che vuol dire e come si fa?
“Si tratta di edificare pensando non solo ai poveri, ma a tutte le fasce più deboli, tutelate con un affitto calmierato. In questi caseggiati sono previsti anche gli spazi sociali, dove si portano i bimbi a giocare. Anche l’investitore ci guadagna, perché le costruzioni sono subito messe a reddito con prezzi accessibili per affitto e vendita. Insomma, basta con i quartieroni fatti di case vuote e invendute”.

E veniamo alla Cittadella della salute: che cos’è, dove la fareste?
“Pensiamo di farla in piazza del Borgo, dove sono i medici condotti: lì possiamo riunire la Croce Azzurra con un centro di Pronto Soccorso immediato, più lo spazio di sosta per le ambulanze, che creeremo sfruttando i garage dove sono le auto della polizia municipale, ancora generosi di spazio inutilizzato. E poi vogliamo potenziare il servizio del medico sportivo: al momento è aperto solo al sabato per 35 società sportive, con liste di attesa ovviamente lunghissime…”.

Veniamo all’ecologia: proponete incentivi a chi ricicla, esenzioni al commerciante che vende alla spina… Vogliamo spiegare come funziona?
“Il nostro è un gesto politico: acquistare merce sfusa nelle botteghe del centro comporta meno sprechi. Invece il contenitore lo stocco, lo trasporto e lo smaltisco: in tutti questi passaggi faccio un danno all’ambiente. Non solo: ridurremo le tasse per chi è più virtuoso nella differenziata, un progetto che è già decollato a Gioia del Colle, dove la gente porta in discarica il differenziato, lo pesa e a fine anno, in base al raccolto, riceve uno sconto sulla tassa sui rifiuti urbani. Noi non ci siamo inventati niente: vogliamo copiare le cose belle in Italia e nel mondo. Abbiamo le casette di latte e acqua all’ex Nazario Sauro, tra il cavalcavia e la statale. Un posto incredibile: vanno spostate in un luogo più agevole. E poi si potrebbero fidelizzare i clienti delle casette dando un bonus a ogni tot acquisti”.

Volete creare un asilo nido comunale alla Diaz o alla Gramsci: come si finanzia?
“Come progetto è il più oneroso, e l’abbiamo programmato in 5 anni per avere il tempo di ricavare finanziamenti dal piano scuola del governo”.

La volete la scuola superiore?
“Non si tratta di non volerla, anzi. Ma è una competenza della Provincia, quindi non è corretto proporla in quanto amministrazione”.

Sicurezza: come mai quasi non contemplate questo aspetto?
“Per onestà intellettuale: Renzi prevede parecchie eliminazioni di caserme, sarebbe stato utopistico parlare di aggiungere posti di polizia: è lo stesso discorso del palazzetto dello sport, un’impresa difficoltosissima, a livello di costruzione e manutenzione”.

Canile e gattile: dove li fate e chi li finanzia?
“Non è nostra intenzione farli a spese del Comune, ma vogliamo assegnare un’area gratuita al primo imprenditore che si renda disponibile: un canile-gattile risolve problemi di gestione degli animali a chi parte e chi viene, creando un indotto turistico maggiore. Non abbiamo alberghi che accettano cani e gatti, e i turisti vanno tutti altrove. Io dico: creiamo turismo per chi ha gli animali”.

Per la costa pensate alle barriere soffolte: chi le paga?
“Basta copiare chi ha trovato le soluzioni giuste: nel Maine hanno risolto mettendo per 300 km container in disuso. Sapremo studiare la soluzione migliore per Porto Recanati, partecipando ai tavoli tecnici regionali: da noi la zona sud e nord soffrono per pennelli e moli, noi vogliamo coinvolgere studenti e professori del Politecnico di Ancona: loro sì che darebbero un contributo indispensabile per lo studio del piano di costa”.

All’Hotel House che pensate di fare, dati gli immani problemi di sicurezza e convivenza?
“Noi proponiamo un presidio di polizia urbana all’uscita. Per il resto siamo contro la proposta di abbattimento/riqualificazione della Ubaldi, con la creazione di contenitori in orizzontale. Per rientrare della spesa il privato che dovesse incaricarsi dell’opera avrebbe bisogno di costruire ben di più dei 480 appartementi attuali: non vorrei che qualcuno pensasse all’area intorno ai laghetti Volpini”.

Quindi, escluso l’abbattimento, che si fa?
“Si fa che la finiamo con la ghettizzazione: l’inserimento in parte già avviene, e l’Hotel House è già destinatario di fondi sociali europei. Per l’integrazione dobbiamo e possiamo fare passi da gigante: nel volley femminile abbiamo 4 squadre e 120 giocatrici, e tra di loro gioca una sola ragazza di colore. Intanto, a ogni livello e sport, Tolentino, Camerino e Fabriano hanno dentro 5-6 ragazzi a squadra. E non è, questo, soltanto uno spreco sul piano sportivo: questi ragazzi sanno tutti almeno due lingue, noi dobbiamo arricchirci con queste persone! Non dimentichiamo che saranno loro i nuovi italiani, i loro genitori già votano, che aspettiamo a coinvolgere giovanissimi che in Italia sono nati e cresciuti?”.

Va bene per l’integrazione, ma ci sono problemi di agibilità importanti, all’Hotel House.
“Vero. E qui vorremmo vedere la perizia che hanno fatto i Vigili del Fuoco dopo il terremoto dell’agosto 2013. La struttura è agibile o no? Chi può dirlo? Qui ci vuole la volontà delle amministrazioni per verificare lo stato di salute degli edifici. Noi questa volontà l’abbiamo. E sull’abbattimento c’è altro da dire: la demolizione non va mai bene per un punto di riferimento quale è ormai da decenni l’Hotel House. Demolire vuol dire espellere la relazione storica e sociale che si è creata in un posto. Vuol dire dolore. Chi se la sente di affrontare questo dolore?”.

Commercio abusivo: come lo affrontereste?
“Con le giuste sinergie tra le forze di polizia. L’anno scorso abbiamo dato le armi alla Municipale, abbiamo piazzato delle telecamere: ma c’è qualcuno che guarda quello che trasmettono, e quando, e per quanto tempo? A Montarice la situazione dei furti, tra l’altro, è notevolmente peggiorata”.

Ok, ma restiamo in tema: commercio abusivo, che si fa?
“Rispondo così: perché non creiamo un mercatino etnico, così tanti abusivi si fanno un reddito regolare, e invece di maledirli li utilizziamo come risorsa? Per chi ci sta sarebbero entrate in più, tra Iva, tasse di occupazione del suolo, addizionali comunali. E i nuovi ambulanti avrebbero il vantaggio sociale di inserirsi nel tessuto della città, di fare guadagni onesti e più continui”.

I giovani chiedono più musica e più spazi per la notte: che farete per questo?
“In città ci sono fabbricati in attesa di rigenerazione. Il M5S vuole reimpiegarli nell’accoglienza dei giovani, nella musica, nel teatro, nello sport. Vogliamo creare una sala per la band musicali, per registrare e suonare, e il posto giusto ci pare lo spogliatoio dell’ex campo sportivo, dove i rumori non darebbero fastidio a nessuno”.

Veniamo al personale, che comunque è sempre ‘politico’. Che bambino era Giammario Poeta?
“Negli anni 70 i miei genitori mi hanno impartito educazione rigorosa: sono figlio di un dipendente statale in ferrovia, mentre mia mamma seguiva l’attività commerciale di suo papà (la pasticceria chiamata ‘da Gino’, oggi Bartoli, in via San Giovanni Bosco, ndr). Come bimbo ero attento ai pericoli, molto ordinato, tanto che ricevevo i complimenti delle mamme degli altri bambini. E poi giravo in bici, andavo a pesca sulla sponda nord del lago Volpini, dove ora hanno costruito. Ricordo che mi piaceva osservare i pescatori come Nicò del Cane – lo chiamavano così – che pescava le anguille con le canne in spiaggia da Nenetta, ma andavo anche dal falegname che aveva la bottega dietro alla pasticceria. Ho avuto una ‘formazione di strada’, ma sono comunque cresciuto educato e rispettoso”.

Perché Giammario Poeta entra in politica?
“Mi metto a disposizione della città, perché mi accorgo che sono sempre stato un cittadino un po’ troppo distratto. Vorrei portare conoscenza sulle scelte fondamentali, intraprendere azioni concrete per il bene della città. Ma a prescindere ruolo che mi daranno i cittadini il 25 maggio, la mia storia con la politica non finirà lì: il mio obiettivo è usare le mie conoscenze per ‘aprire’ le porte della democrazia”.

Perché bisogna votare M5S?
“Perché ci siamo messi tutti insieme a studiare i problemi della città, formando un gruppo la cui età media è di 42 anni: abbiamo sfornato 20 progetti che sono frutto di un lavoro impegnativo, sacrificando noi stessi. M5S ha sviluppato un’immagine creativa anche a livello di campagna elettorale. Siamo un gruppo molto unito, e ci tengo a dirlo: noi non ci raccogliamo intorno alla figura di un sindaco, ma intorno a ideali che mettono al centro l’essere umano e i suoi valori, il cittadino e i suoi diritti”.

Intorno alle 19 di questa sera in piazza Brancondi Porto Recanati una trentina di cittadini si sono radunati ad ascoltare discorso di Gianmario poeta alla cittadinanza. Il candidato sindaco 5 stelle ha deplorato il fatto che le candidate Rosalba Ubaldi e Sabrina Montali non abbiano accettato l’idea di un confronto a tre. “Le idee della Ubaldi sono fuori scala per una cittadina come Porto Recanati prima di pianificare nuove avventure urbanistiche dobbiamo consolidare e gestire ciò che abbiamo –  ha detto Poeta – abbiamo il problema di sistemare le scuole, i marciapiedi, problemi fondamentali che vengono ben prima di nuove cementificazioni”

L’intervista a Sabrina Montali

L’intervista a Rosalba Ubaldi

 

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