di Donatella Donati
Cinque anni fa arriva a Montefano una nobildonna senese. Ha lasciato Roma, la cattedra al liceo, l’attività di traduttrice per seguire il marito, un informatico figlio di un illustre professore universitario sul cui testo, il Lenzi appunto, hanno studiato generazioni di aspiranti medici di tutte le facoltà di medicina. Il trasferimento a Montefano non è casuale: una ricca zia ha lasciato al nipote un’azienda agraria con annessa abitazione e la coppia, figli ormai grandi e sistemati, ha deciso una nuova vita. Lei, Anna Benocci, dopo una veloce ristrutturazione dell’abitazione si dedica con passione e idee innovative all’azienda, coinvolgendo anche altri agricoltori del luogo sull’idea di una agricoltura da definirsi sommariamente biologica, ma in realtà basata su quella cultura del lavoro della terra fatto di esperienza e di innovazione che è la cifra della migliore qualità dell’agricoltura delle Marche. Accanto a questo, l’impegno sociale a favore dei più deboli, dei nuovi poveri, degli extra comunitari che tra albanesi e marocchini a Montefano sono quasi un terzo della popolazione residente. A loro si rivolge per primi “la signora Anna”: voi siete lavoratori al pari degli italiani, pagate le tasse come loro, rispettate le leggi e i regolamenti comunali, quindi avete tutti gli stessi loro diritti, la casa, la scuola, lo sport e quanto altro il Comune e la città offrono. Quanto alle opere pubbliche, basta con l’edilizia di facciata come la costruzione di una nuova scuola mentre la prima, che pure era in buono stato e funzionava, è ora un fabbricato dismesso che nessuno vuole acquistare e lei destinerebbe invece a centro culturale. Una donna così il partito democratico che attualmente è all’opposizione, non se l’è lasciata sfuggire e l’ha candidata alle primarie insieme con altri esponenti della sinistra storica; ma, il diavolo insegna a far le pentole e non i coperchi, la nobildonna senese con le sue idee semplici e chiare sulla salute, l’istruzione, il lavoro e la solidarietà le primarie del PD le ha vinte lei e oggi è la candidata sindaco, contro l’uscente Carlo Carnevali della parte avversa. La “signora Anna”, come la chiamano gli albanesi e i marocchini montefanesi, non si è lasciata prevaricare nella scelta delle persone da mettere in lista e vi ha inserito la tabaccaia, nota figura di destra passata tendenzialmente da qualche tempo a sinistra, e ha rivendicato la logica della qualità e non dell’ideologia.
Né trascura di ricordare che la generosa zia, la marchesa Olivi Accorretti nata Carradori , lo è stata altrettanto con Montefano al quale ha lasciato in eredità il suo palazzo, uno dei più belli del centro, dove il Comune ha ora la sua sede. Farvi apporre una targa che segnali il nome della donatrice sarà uno dei suoi primi atti di sindaco e il doveroso e finora trascurato omaggio alla civiltà femminile sarà compiuto.
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Ottimo esempio di integrazione, la tabaccaia Berlusconiana che si presenta con il Centro Sinistra. Sembra diventata un moda anche nei paesi limitrofi. Chissà se l’unione fa la forza, oppure se l’unione è forzata…….
Adoro la genuina capacità del PD di saper perdere nei modi più pittoreschi le elezioni.
Che dolce!
Nobildonna, marchesa????? Ricordo al giornalista che ha scritto l’articolo che dal 2 giugno del 1946 l’Italia è una repubblica e che dal 1948 la Costituzione Italiana abolisce tutti i titoli nobiliari. Perciò nobildonna o marchesa non hanno nessun senso che piaccia oppure no.