Antonio Pettinari è l’ultimo presidente della Provincia di Macerata eletto dai cittadini, perché da oggi le Province non esistono più. Con l’approvazione definitiva da parte della Camera dei Deputati del disegno di legge proposto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, prende piede una riforma che ridisegnax la geografia amministrativa dell’Italia e che interessa anche i Comuni. Le competenze delle Province – che diventano aree vaste – passano alle unioni di Comuni, ad eccezioni delle città metropolitane, istituite per legge e che nasceranno dal 1° gennaio 2015. Sono previste 9 città metropolitane (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Torino, Venezia) oltre alla decima, Roma Capitale, che ha uno status a parte. Anche per tre regioni a statuto speciale (Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia) sono previste città metropolitane: queste sono Trieste, Cagliari, Catania, Messina e Palermo. L’approvazione definitiva è arrivata con 260 voti a favore, 158 contrari e 7 astenuti. I sì sono arrivati da Partito Democratico, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Popolari per l’Italia; contrari, invece, Forza Italia, M5S, Lega Nord, Sel e Fratelli d’Italia. Nelle nuove province il presidente è un sindaco, eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali della provincia. Si riduce la durata degli anni in carica (da 5 a 4) e scompare la Giunta provinciale. Il Consiglio provinciale è sostituito dall’Assemblea dei sindaci, ed i suoi componenti non percepiranno alcuna indennità. Oltre alle competenze su strade, scuole, ambiente ed urbanistica, ai nuovi Enti spetterà il coordinamento tecnico ed amministrativo delle funzioni dei Comuni. Ma la legge approvata oggi dovrà, necessariamente, essere completata dalla modifica del Titolo V della Costituzione.
Pettinari è stato eletto al ballottaggio del 29 e 30 maggio 2011 con 71.365 voti (pari al 54.55% delle preferenze) contro i 59.451 voti raccolti dal presidente uscente, Franco Capponi (45.55%). Al primo turno Pettinari aveva ottenuto un margine più risicato, di 62.114 voti contro i 61.610 di Capponi. L’attuale presidente della Provincia (salvo improbabili scossoni politico-amministrativi) arriverà alla naturale scadenza del mandato, prevista nel 2016: da allora anche Macerata potrà sperimentare la nuova provincia.
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speriamo che non vengano abolite soltanto di nome…
Hanno abolito una istituzione che era a contatto con i cittadini più di un governo regionale, di cui non sappiamo nulla.
Più che le Province sono state abolite le elezioni provinciali, ma il popolo non deve temere poiché esse verranno sostituite con molto più democratiche primarie aperte del PD, un po’ come quando si faceva il caffè con la cicoria.
Ma cosa significa che tutti i dipendenti delle provincie saranno licenziati? Chi può darmi una spiegazione?
È solo un riordino
Così com’è questa riforma non rappresenta un gran che in termini di risultati concreti; tuttavia mi rendo conto che ci vuole un po’ di tempo per fare riforme profonde ed incisive e le resistenze, visibili e invisibili, sono gigantesche ( in tutti i campi).
Se è il vero che il risparmio non deriverà dalle prebende ( oramai scarse) che percepiscono gli Amministratori eletti, però è già tanto che quanto meno verranno eliminati “posti” dai quali la politica gestisce direttamente denari e poteri.
Il mio auspicio ( e speranza) è che questa “mini-riforma” rappresenti soltanto il primo passo verso una semplificazione più drastica delle strutture territoriali amministrative che sono tutte, più o meno, centri di costo incontrollabili ( non sempre ma spessissimo usati male) che si aggiungono inesorabilmente a tutti gli altri centri di costo che alimentano la politica non solo dei partiti ( CCIAA, Regioni, moltissimi Enti inutili ecc. ecc.) e spesso terreno di scorribande della politica e dei poteri locali. Fiumi di denaro pubblico che solo in parte vanno a beneficio della collettività.
A mio avviso il passaggio successivo ( urgente ) dovrebbe essere quello della “obbligatorietà” ( mentre oggi è un invito “incentivato”) dell’accorpamento dei comuni più piccoli e alla costituzione di amministrazioni “neutrali” territoriali ( sul modello dei Dipartimenti francesi che di fatto gestiscono tutto il personale dipendente locale e con esso tutte le attività gestionali e burocratiche”). Le province e almeno 5-6.000 comuni dovrebbero essere completamente superate come “Enti Autonomi elettivi” . Il personale dipendente dovrebbe essere riutilizzato/ricollocato ( anche mobilità territoriale se serve) per gestire in modo razionale ed efficace i settori delle attività pubbliche “intercomunali/territoriali”.
Le Assemblee elettive locali rimarrebbero in essere ( solo dopo accorpamenti e semplificazioni territoriali-chi è in ritardo dovrà essere commissariato) per occuparsi esclusivamente degli “indirizzi” politico-amministrativi e la programmazione pluriennale dei servizi mentre la gestione di quest’ultimi, nonché la disponibilità di budget finanziari, dovrebbero essere completamente sottratti al controllo diretto della politica.
Poi ( o prima di tutto ?), occorre rivedere urgentemente il ruolo delle Regioni a partire da una precisa ridefinizione dei ruoli e dei poteri ( a mio avviso da ridurre sensibilmente sul piano della gestione diretta di budget finanziari) tra Stato centrale e Regioni stesse, superando definitivamente la “legislazione concorrente” che ha determinato disastri, sovrapposizioni, confusioni inimmaginabili e conflitti di attribuzione che si protraggono per decenni. Ammetto che quando la riforma delle Regioni fu varata la sostenni con convinzione ed oggi mi pare di poter dire che fu un errore.
Insomma, fare chiarezza. O si fa veramente uno stato federale ( che personalmente non condivido affatto) o si ricentralizzano alcune funzioni ( sanità ad esempio ma è solo un esempio); le cose a “mezza metà” tanto per accontentare un po’ tutti non possono funzionare e spessissimo nascondono spazi discrezionali incontrollati nei quali prebende e “piaceri all’amico” ( per non parlare di tangenti) la fanno da padroni, e non mi riferisco solo ai politici.
Ma oggi hanno ancora senso, oltre che essere dei pozzi senza fine di soldi pubblici, avere (ex) Province o Regioni “a statuto speciale”??
La legge è una emerita fesseria. Oltre ad essere solo l’inizio di un percorso che vedrà (forse) la vera abolizione delle Province, va a cancellare un Ente che rispetto alla Regione, nella quale girano i VERI soldi e dove gli sprechi sono INCREDIBILI, è sicuramente più vicino alle necessità dei cittadini (strade, scuole superiori in primis).
Toccare la Regione è impossibile per il potere che gli eletti hanno in mano. Pertanto l’unico anello debole della struttura istituzionale è stato individuato e dato in pasto ai cittadini: la provincia. Tanto la gente se la interroghi non sa nemmeno quali siano le funzioni della Provincia. Non per ignoranza ma per il semplice fatto che la Provincia non ha contatto con i cittadini svolgendo le sue funzioni.
La nuova legge sarà un disastro. Pensiamo al fatto che il presidente ed il consiglio verranno nominati tra tutti i sindaci ed i consiglieri comunali dell’ex provincia. Immaginate quali sindaci potranno ambire ad essere presidente….. e quali consiglieri comunali potranno diventare consiglieri dell’area vasta. Tutto sarà in mano ai comuni più grandi ed i piccoli verranno lasciati soli. Se l’area vasta dovrà decidere quale strada sistemare….. il Presidente è stato eletto dai suoi concittadini ed a loro dovrà rispondere….. sistemerà prima le sue strade….. In bocca al lupo.
Le province non sono state abolite, sono state abolite le elezioni per eleggere il consiglio provinciale e il suo presidente. Il nuovo consiglio verrà nominato da un assemblea di amministratori locali nella quale si voterà per abitanti. Ne consegue che i partiti nomineranno i propri rappresentanti e i comuni grandi toglieranno rappresentanza a quelli piccoli.
Scusate ma non e meglio chiudere le province ??? Non solo ,io accorperei i piccoli comuni , da esempio Urbisaglia e colmurano , Loropiceno e Santangelo, petriolo e Mogliano , massafermana …. Quante amministrazioni in meno e soldi risparmiati !!!???
praticamente non cambia nulla
A me sembra che abbiano solo ridotto la democrazia. Vengono istituite le “aree vaste” che sono di nomina politica… complimentoni !
Il PD – se messo alle strette – produce delle amenità quasi insuperabili.
No dipendenti delle province non verranno licenziati ,li fanno restare a cosa con lo stipendio all ‘ 80 % cosi possono andarsene a spasso e hanno anche i soldi da spendere
Abolizione delle provincie…bla bla bla. Aumenteranno i costi, con più consigliere almeno per 26 mila unità. Si stanno creando il modo (il PD) di governare indisturbati. PIENA DITTATURA. Aprite gli occhi…creduloni.
Ieri, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva ,il cosidetto ddl Delrio che prevede secondo la maggioranza di Governo, l’abolizione delle Provincie per diminuire i costi della Politica. Si precisa che gli attuali 60.ooo dipendenti rimangono a svolgere le funzioni indispensabili ai territori di riferimento, per la manutenzione delle strade, delle scuole, ecc. mantenedo l’attuale spesa per le loro retribuzioni di circa 3,5 Ml/a. Verranno però ridotti 3.700 posti alla politica , tra Presidenti, Assessori e Consiglieri Provinciali non più eletti dal popolo. Ma al loro posto il ddl Delrio prevede un aumento dei Consiglieri Comunali ,specie nei piccoli Comuni per circa 24.000 unità in più.L’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni, presieduta dal Sindaco di Torino, Fassino, renziano , ha festeggiato la vittoria per il risultato raggiunto a danno delle Provincie. Ma allora cosa ci raccontano di aver risparmiato? Nulla!Da quello che si è capito, il costo della Politica delle Provincie esistenti, è stato “Spostato” sul costo della politica negli altri Enti Locali, in particolare dei Comuni che potranno avere più Consiglieri da eleggere nei propri scranni, con circa 20.000 unità in più, che andranno ad infoltire lo già stracolmo carrozzone partitocratico esistente, con un ulteriore costo a carico dei Cittadini contribuenti. Oltre al danno la beffa! Quando ancora pensano di ingannare il popolo fino ad offenderne la dignità ?
Invece Berlusconi aveva promesso la riduzione delle province e ne ha costituite 5 nuove. Vogliamo vedere a conti fatti invece di discorrere sempre per di più?! Qualcuno ha fatto qualcosa di meglio o di vero negli ultimi 20 anni? Di che CAZZO parlate!!!!!!???
Per di più abbiamo: un popolo contento per l’abolizione delle province, un parlamento fatto di nominati dai partiti, il senato di nominati, province di nominati ……
Che bella democrazia !!! Grazie Renzi, Grazie PD (e pensare che li ho sempre votati….)
Che popolo di “beccaccioni”….. Basta che uno si alza e dice “aboliamo le province” e tutti dietro ad annuire ed urlare, senza approfondire dato che riguarda il NOSTRO territorio. Intanto la loro legge non prevede l’espressione di preferenze (Bravo ancora Renzi per questa splendida legge elettorale che fa la felicità di Berlusca), addirittura offre la possibilità di presentarsi in 8 (OTTO !!!!) collegi (beh, poverini….) e di fronte all’emendamento che limitava a due mandati….. indovinate un po’….. BOCCIATO !!!!
Gli italiani sono beccaccioni……
Renzi dice che finalmente ha tolto l’indennità a 3.000 politici delle province, la stessa indennità che lui stesso ha percepito fino a 5 anni fa senza scandalizzarsi MAI !!!!
Che vada a lavorare……… ma Renzi che lavoro fa ????
@Orfeo Negro, questa e’ la solita riforma da PD, ovvero , noi non abbiamo una professione, non sappiamo far niente, allora bene aboliamo le Province facciamo contenti i militanti che ci votano, poi ci autoproclamiamo consiglieri provinciali, visto che l’elezione da quanto ho capito e’ diretta, la fanno i sindaci stessi e i consiglieri comunali. Andante a lavorare almeno una volta nella vita, perché c’è chi ruba ma almeno da lavoro, voi rubate e basta!