di Luca Patrassi
Finito il lockdown, il tavolo del centrodestra potrebbe tornare ad essere frequentato da quanti si occupano di formare una coalizione per le elezioni comunali a Macerata. Eravamo rimasti al pre Covid e ad una riunione nella sede della Lega in cui era stata annunciata, dall’allora commissario regionale Paolo Arrigoni, la candidatura a sindaco dell’avvocato Andrea Marchiori. Da allora buio totale, la Lega ha cambiato commissario: secondo alcuni Arrigoni potrebbe essere caduto vittima sì del “fuoco amico” (Pazzaglini, Paolini e Latini tra gli altri) ma soprattutto della presa di posizione contraria all’astronave Covid di Bertolaso a Civitanova.
Incassato il pass dalla Lega, Marchiori non ha però fatto un solo passo in avanti nel tentativo di allargare il consenso sulla sua candidatura con le elezioni – per sua fortuna – slittate da maggio a settembre. Peraltro aveva avuto dalla sua il fatto che l’imprenditore Sandro Parcaroli, inizialmente indicato da molti partiti ed anche all’interno della Lega come il candidato ideale, avesse fatto un passo indietro a sostegno di Marchiori per orientarsi verso le regionali. Era il tempo del pre Covid, ora la situazione potrebbe essere cambiata. In ogni caso verso Marchiori non si è mosso nessuno nel centrodestra e nemmeno Marchiori si è mosso verso il centrodestra, nel tentativo di aggregare altre forze oltre alla sua Lega. Forza Italia spera in un vantaggio dalla sponda regionale (candidato di Fdi, della Lega o di tutti e due se separati) che possa beneficiare il suo coordinatore provinciale Riccardo Sacchi. Sacchi spera, l’ex sindaco Anna Menghi, da venti anni capace di dar vita a un movimento civico di varia consistenza, pure ha le sue carte da giocare. Poi ci sono vari esponenti di Fratelli d’Italia e i centristi che forse si schierano di qua, o forse andranno di là in base alle candidature. C’è anche chi ha fatto il nome del presidente della Provincia Antonio Pettinari come candidato sindaco del centrodestra. Pettinari di solito decide il giorno prima della scadenza, stavolta è possibile che attenda l’inviato in tribunale per vedere chi c’è nelle liste e decidere di andare dalla parte opposta per evitare cordate non gradite. Lo stesso Sandro Parcaroli, patron di Medstore, continua a essere corteggiato. Ultimo, ma non ultimo si parla infine ancora di Raffaele Delle Fave: l’avvocato ed ex assessore ai lavori pubblici dell’era Meschini, ora in quota civica, è ancora in ballo come candidato sindaco.
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Nulla di nuovo al fronte occidentale.
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Situazione di stallo, nonostante che a gennaio/febbraio (almeno a parole) tutti sottolineavano la ferma volontà di trovare accordo su nome e programma.
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Il Gran Cerimoniere Momo Mosca convocava riunioni e incontri, tavoli e scambi telefonici (nel tentativo erculeo di superare l’impasse) ripetendo a tutti che lui NON sarebbe stato della partita, ma che avrebbe cercato la quadra sul nome.
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Lo ha detto così tante volte, lo ha ripetuto così spesso (che lui non sarebbe stato il candidato della destra centro) che qualcuno ha anche finito per crederci.
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Adesso il none del Gran Visir è del tutto scomparso dai radar, ma questo non significa che sottotraccia non si stia muovendo qualcosa attorno al nome di Mosca.
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Anzi il none di Momo, con lo stallo più completo della destra centro, (oggi, più di ieri) è il nome che potrebbe essere la pietra filosofale, la quadratura del cerchio, il percorso illuminato obbligato per mettere tutte le anime d’accordo.
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Credo poco nel none di Delle Fave (oramai da tanto, troppo, tempo fuori dall’agone politico) ed anche in quello di Riccardo “Che” Sacchi.
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Anzi il compagno Sacchi lo vedrei meglio come vice di Mosca, nell’assalto al Palazzo d’Inverno, per poi diventare semmai Primo Cittadino tra 5 anni…