L’avvocato Riccardo Sacchi, coordinatore provinciale di FI e consigliere comunale da diversi anni
Riccardo Sacchi in corsa e il candidato sindaco da scegliere con le primarie di centrodestra. Questa la ricetta sfornata dal coordinamento provinciale di Forza Italia Macerata, che rompe così gli indugi rispetto alla candidatura calata dalla Lega che ha lanciato Andrea Marchiori. Senza però, a oggi, raccogliere adesioni dagli alleati di centrodestra.
Ora Forza Italia, dopo che Sacchi già aveva lanciato l’idea agli inizi di novembre, avanza di nuovo la proposta delle primarie. La nota recita: «Per ciò che riguarda le elezioni comunali di Macerata, nel registrare le candidature offerte dagli alleati, il Coordinamento ha chiesto al capogruppo Riccardo Sacchi, di offrire la propria disponibilità alla candidatura a sindaco, nel rispetto dell’imprescindibile unità della coalizione ma anche della pari dignità degli alleati che mai possono essere ridotti a sudditi, preservando e valorizzando la forza e la compattezza della coalizione eventualmente anche attraverso il ricorso allo strumento delle cosiddette “primarie”, da celebrare entro il corrente mese di marzo».
Andrea Marchiori e Riccardo Sacchi fino allo scorso anno insieme come consiglieri di Forza Italia, prima del passaggio di Marchiori alla Lega
Una corsa contro il tempo in pratica, dato che marzo è appena iniziato e anche le urne di primavera si avvicinano sempre di più (ma la data del voto potrebbe essere posticipata per il Coronavirus). All’incontro erano presenti, oltre a Sacchi che è coordinatore provinciale, i vice Alessia Pupo e Corrado Perugini, Luigino Bartocci, sindaco di Esanatoglia, Gianluca Pasqui ex sindaco di Camerino, il capogruppo di Civitanova Giuseppe Baioni e altri comitati dei comuni vicini. «In ogni caso, Forza Italia ritiene improrogabile un immediato confronto, anche tra tutti coloro che hanno offerto la propria disponibilità per tentare di addivenire alla sintesi più alta, sostenibile e condivisa – prosegue la nota -. Il Coordinamento ha poi confidato che tali proposte, volte esclusivamente al bene di Macerata, vengano prese in seria e serena considerazione da parte degli alleati e che non prevalgano interessi di bottega o la difesa di miopi rendite di posizione, potenziale intralcio a un aperto, onesto e franco confronto tra alleati, lasciando da parte i rituali della vecchia politica, il manuale Cencelli e perniciose partite a risiko che renderebbero assai probabile, queste sì, la replica delle memorabili sconfitte patite dal centrodestra in tanti, troppi comuni della nostra provincia nel 2019». Una parentesi anche per le regionali, per cui «nel più assoluto rispetto delle scelte del tavolo nazionale, si è poi auspicata una celere e condivisa scelta del candidato presidente della Regione». Infine gli aspetti programmatici: «i temi della sanità, della viabilità, della ricostruzione che non c’è, del riequilibrio tra costa ed entroterra, del sostegno al lavoro e ai giovani, delle prospettive per le imprese e l’agricoltura collegate a bandi europei che offrono interessanti opportunità da sfruttare meglio. Tutti spunti che, una volta elaborati, il Coordinamento provinciale chiederà alla coalizione di centrodestra di porre al centro del programma per le elezioni regionali».
Primarie di centrodestra? «Perché no Se non si dovesse trovare la sintesi…»
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Unico problema è che se Fratelli d’Italia porta a casa, per la Regione, la candidatura del suo uomo (molto vicino alla Meloni) poi a Mc sarà (più o meno) costretta a pagare il ticket alla lega spingendo per Marchiori.
Chiaramente le primarie – buona cosa in sè – potevano avere un senso qualche mese fa.
Proporle adesso, per di più sapendo in partenza che la Lega prevarrebbe per il forte consenso che aggrega, significa mettersi di traverso rispetto all’unica proposta che, sia pure faticosamente e con gravissimo ritardo, è uscita dal famoso “tavolo” o dai dintorni dello stesso. Significa non certo far aumentare le possibilità di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni comunali, ma ulteriormente ridurle.
Per una volta non sono d’accordo con Giuseppe Bommarito. E’ vero che tra poco si vota e (come sempre, verrebbe da aggiungere) il centrodestra è ancora lì che deve capire cosa fare da grande. Però, contemporaneamente, trovo molto significativa la proposta di Riccardo Sacchi: perché è vero che in teoria i rapporti di forza sono quelli che indica Bommarito, ma è anche vero che sarebbe la prima volta – finalmente – che anche nel centrodestra si prenderebbe in considerazione il parere degli elettori su chi candidare.
Dunque, significativa e coraggiosa, l’iniziativa verso cui spinge Sacchi. Coraggiosa non in sé (il centrosinistra adotta le primarie da tempo – magari, per dirla tutta, solo per le comunali; perché per le regionali – chissà perché… – il popolo, ritenuto degno nei comuni, improvvisamente rimbambisce!?!), ma per l’assoluta novità che rappresenterebbe nel centrodestra.
Quindi, in definitiva, mi auguro che la cosa vada in porto.
Condivido quanto argomenta Bommarito. Voglio aggiungere una mia considerazione e un ragionamento, premettendo che senza ragione e razionalità non esiste Politica meno che non via sia inganno.Parto dall’inizio di questa Opera Buffa da far invidia a Dario Fo. Per la verità, ai soli fini dei lettori, citerò Pirandello di “Uno nessuno e centomila”, ma più in particolare “Così è se vi pare”. Sarei curioso di sapere, anzitutto, dove è scritto, in quale documento “regio” è siglato l’accordo cittadino. Più precisamente: a Fratelli d’Italia, spetta la Regione, vero, incontrovertibile. Alcuni hanno dedotto impropriamente, che, dunque, Macerata spetti alla Lega. Ammesso e non concesso, poiché sarei curiosissimo di leggere tale documento. Infatti, la Chiesa, prima che Lorenzo Valla scopris se la “falsa” donazione di Costantino, tutti, dico tutti, ritenevano che la donazione fosse certa e verosimile. Ma Valla scoprì l’inganno. Mi pare fantascientifico e da romanzo spaziale che Roma, oltre che decidere, giustamente, l’attribuzione delle Regioni, sia così “irrazionale” da decidere, ab urbe condita,partiti e nomi di sindaci periferici. Qualcosa non torna, non porta, non coincide. Tanto più che, per semplice “ragionamento”, qualora il tavolo maceratese avesse deciso, concordemente, di lasciare alla Lega il Sindaco, indubbiamente, la Lega non avrebbe, credo razionalmente, ipotizzato un solo nome. Qui siamo a Pirandello di “Uno nessuno e centomila”. Proseguo, poichè mi sembra di trovarmi davanti ad un genere “giallo” che prima non ho menzionato. Io credo che siamo davanti ad un”delitto perfetto”. Infatti se la Lega avesse detto, leopardianamente parlando, in tempi non sospetti, “pria che l’erba inaridisse il verno” che aveva un solo, unico, potentissimo e magnetico candidato e che tale candidato era un grandissimo autore, come Dante Alighieri, io sono certo che il tavolo, cioè gli alleati della Lega,. davanti a tanta Araldica, si sarebbero, e giustamente, tirati indietro.Ma a qualcuno serviva tiare avanti, perdere tempo, prendere tempo, consumare il tempo, affinchè gli alleati o si stancassero e, meglio ancora non approntassero le liste dei candidati consiglieri. Diciamo, attraverso lo stress e il logoramento, anemizzare gli alleati. Io mi chiedo se Salvini sappia, nel dettaglio, tutto questo o, se questo, al contrario non appartenga ad un gioco intermedio e ,limitrofo, dico di Macerata e sua Provincia, senza scomodare la Lombardia.Io ritengo, invece, che il gioco sia tutto locale. Si dica, infatti, esattamente, “chi” ( intendo nome e cognome) si cela dentro e dietro questo gioco. E’ facile, dalla periferia, dire, è il Partito. Ma qui ancora Pirandello. Una cosa è dire Partito, una cosa è dichiarare chi, “nel” Partito sta allestendo questa tela. Bene ha fatto, dunque, Sacchi, che, dice, in due parole, “scopriamo le carte”. Non si può giocare a rubamazzo o poker sempre. Anche se questo, a bene vedere, è accaduto di recente in provincia.Non è dunque da ricercare, con eccesso di dietrologia, in questa dinamica “gialla” un accordo con la sinistra. No. Nasce tutto all’interno e a favore di registi e proconsoli in Bitinia.Voglio dire che i Greci, nella guerra di Troia misero un cavallo all’interno per espugnarla. Un inganno. Ma molti, i più, a Macerata, l’hanno compreso e hanno letto di documenti di Valla.
A Macerata avete scoperto il petrolio, ma non lo volete dire.
Caro Filippo, anche io ho definito lo strumento delle primarie iniziativa buona e giusta , e ancora di più lo sarebbe – come tu scrivi – per il centrodestra, da sempre alieno a queste forme di partecipazione dei cittadini elettori.
Il problema, nel caso specifico, sta nei tempi, perchè una cosa sarebbe stato organizzare le primarie a ottobre 2019, una cosa è organizzarle adesso, a ridosso delle elezioni, dopo oltre un anno buttato via a favore dell’avversario, e con il candidato del centrosinistra che, zitto zitto, sta correndo da mesi e mesi come una lepre e si augura che il centrodestra continui a dilaniarsi e a perdere tempo.
Penso che FI non abbia gradito lo sgarro di Marchiori(che se fosse rimasto sarebbe stato il candidato unico senza problemi)di passare alla Lega(amici nemici).Se dovesse passare la candidatura di Marchiori attraverso le primarie sarebbe una scelta popolare e non di manovre di palazzo che confermerebbero la forza attuale della Lega che deve guardarsi solo dalla Meloni.Comunque vada FI è un partito che senza la forza del suo leader oramai fuori da tutto è in via di estinzione e sta cercando gli ultimi colpi di coda,ma la storia a destra oramai è scritta:si torna verso AN.
L’esercizio democratico del voto fa sempre bene; se ci sono i tempi è giusto votare.
E’ vero caro Silvano. Condivido: l’esercizio del voto è sempre, in democrazia, auspicabile. Mi piace quando affermi “se ci sono i tempi”. Nel mio precedente commento ho voluto mostrare, e dimostrare, che vi è stata da tempo una “costrizione”, nata nel laboratorio maceratese e periferico, una sorta di trappola, prima ombrosa e non decifrabile, poi sempre più chiara e incontrovertibile. Ritengo,che artatamente si sia voluto far perdere tempo agli “alleati”, anche perchè non xcostruissero le liste…
Caro Micucci, magari a Macerata hanno scoperto il petrolio, ma noi abbiamo scoperto che il centrodestra è formato da una massa di c….ni, talmente idioti da fare vincere sempre un centrosinistra alle corde. Nessuno mi leva datta testa che alcuni del centrodestra siano in combutta con il “grande Vecchio” democristiano, perchè con costui si possono sempre fare i cavoli propri. Lo hanno già fatto e lo farebbero in futuro… E’ possibile che Forza Italia, dopo mesi di masturbazioni mentali, oggi venga a proporre ciò che propone? Ossia, dopo che la Lega ha calato l’asso pigliatutto – il “dato stabile” su cui indirizzare tutti i vari vettori che andavano di qua e di là? Già avevamo avuto le provocazioni delle proposte di vecchi arnesi della politica di centrosinistra, come se nel centrodestra nulla di valido esistesse. Bene, ormai il dado è tratto. Il candidato sindaco è Marchiori con tutta la forza della Lega. Mentre gli altri non sono un mazzo. Salvo la eventuale candidata di FdI, persona degnissina, che appresso per il suo impegno morale, alla quale consiglierei di non cadere nella trappola di questi datati e falliti manovratori di una politica già naufragata.
Caro Rapanelli, mentre a Civitanova, ho l’impressione che tutto sia abbastanza chiaro e che quando ci sono le elezioni se si giudica che chi amministrava non era all’altezza di soddisfare le più semplici richieste dei cittadini (Corvatta ) e che adesso stiamo assistendo ad una prova di regime da dittatura che nemmeno l’immaginazione di un Woody Allen riuscirebbe a descrivere, grazie ad un sindaco ambiguo cresciuto in Alleanza Nazionale che sta cercando di passare alla Lega per sperare di fare il nuovo governatore e un vice sindaco fascista all’estremo con tatuaggi da decima mas che si rinnega dopo aver insultato di tutto e di più per sottrarsi alle pene pecuniarie che gli arriveranno e non solo quelle. L’indefinibile che si sta comportando come novello dittatore sprofondato nel ridicolo già da tempo e che continua con decreti di regime come quello fatto ultimamente contro bambini che giocano nei parchi, panni stesi con cui vuole distrarre dal suo grande sogno di svendere Civitanova per 35 anni agli abruzzesi con evidenti ricavi economici ma per chi: Civitanova, gli abruzzesi o figure facilmente immaginabili ? Alle prossime elezioni sia per l’ambiguità, sia perché gli elettoti avranno avuto il tempo di aprire gli occhi sarà spazzato via e si continuerà alla ricerca di qualcuno che sia veramente capace e che comunque abbia una certa esperienza nel capire che non sono i quattro soldi dello stipendio e non dovrebbero essere neanche tutti quelli che ti vengono da strane e discutibili scelte consiliari a guidarti. Operazioni che non avrebbero assolutamente motivo di essere fatte se non per portare soldi e benessere a chi accennavo prima e che non compaiono certo scritte da qualche parte, perché in genere sono contratti tra “ gentiluomini “, al di fuori di logiche, leggi e appetibili occasioni per Procure attente. È comunque tutto meno fumoso anche perché i civitanovesi sono molto concreti, non si fanno portare in giro più di tanto, poco inclini a tatticismi e alquanto pragmatici. Per fare un esempio: se a qualcuno viene in mente di fare un qualcosa che va chiaramente a danneggiare la marineria, vanno direttamente a protestare durante i consigli comunali e lì, i vari consiglieri i diventano subito più comprensibili e fanno quello che non volevano fare: ascoltare ed amministrare i cittadini. L’auto amministrazione anche senza evidenti opacità, (così si chiamano operazioni poco chiare e di cui si ha sentore di movimenti, transazioni, spostamenti e non certo di idee) se non mantengono quello che hanno promesso (almeno una parte ) vengono miseramente rimandati a casa come succederà a questa sgangherata amministrazione di stampo ridicolo che sposta un campetto di pallacanestro per non disturbare un amico durante il riposino pomeridiano. Comunque questa è Civitanova. Sorniona apparentemente ma subito pronta a fartici stare, cosa questa ancora poco chiara ai nuovi amministratori che non sai nemmeno a che partito fanno riferimento ma sempre di bassissimo livello come quello che aleggia e che oramai come loro, sta già in picchiata per assoluta mancanza di serietà, proposte e motivazioni insussistenti. Macerata è completamente diversa. Come dice Garufi, il gioco è tutto locale e lo sapete tutti a Macerata. Quello che non si capisce bene è se effettivamente ci sono squadre contrapposte. Rapanelli parli di grande vecchio democristiano, c’è di sicuro, io parlo di sagrestie dove hanno già deciso da tempo che governerà Macerata. L’uomo del nord, sta perdendo ancora tempo oltre a tutto quello che ha già perso, figuriamoci se a Macerata chiusa nel suo piccolo mondo da conservare sta ad ascoltare un forestiero che mette bocca dappertutto e quasi sempre e mi tengo basso, fuori luogo. Il centro destra, ammesso che voglia andare ad occupare il comune non potrà mai accettare un padano che viene a trattavi come un branco di scolaretti anche un po’ deficienti a dirvi che cosa dovete fare. Ed è proprio nel centrodestra e a tutte le anime che lo compongono (parlo di Macerata), i tre partiti non hanno nessun peso. Sono le persone che vogliono decidere ed è anche giusto, devono essere di Macerata, per Macerata ed un eventuale scelta deve essere gradita ai Maceratesi e non deve avere niente a che fare con un celtico che non ha ancora capito lo spirito Maceratese, molto forte e secolarizzato. Ricotta già da un pezzo in campagna elettorale sta già facendo il sindaco asfaltando, piantumando se piantuma comunque decidendo quello che magari una volta sindaco non farà più e magari si dedicherà a qualcosa di più “ importante”: ospedale unico, vie nuove di collegamento, sfruttamento di Valleverde per farci magari le piscine o un nuovo centro commerciale più grande come hanno fatto a Civitanova in nome dell’innovazione e di che, a volte è meglio non chiederselo. Comunque vado a chiudere, non sono di Macerata, do ragione a Poloni che comunque si va verso AN grazie anche agli errori madornali di Salvini che forse doveva blaterare di meno, passare meno tempo tra vinelli, coppe e prosciutti, chiedersi che cosa avrebbe fatto se veramente avesse ottenuto pieni poteri. Probabilmente si sarebbe ritornati prima del tempo a nuovi gruppi stavolta anche di destra e non solo di estrema sinistra a tagliargli il salame di Milano in fette difficilmente masticabili da dentature normali ma con le sue fauci il salame lo taglia in due, lo mette in un panino e se lo sbrana, Ma fra poco se lo sbranerà la Meloni, per adesso con qualche sorriso ma fra poco quando comincerà a perdere anche la testa e ad essere abbandonato da quei signori che una settimana prima non sai chi sono e poi te li ritrovi a cena con Salvini, manco fossero i nuovi ministri ma subito pronti a spostarsi appena subodorata l’aria che tira. A Macerata, si conoscono tutti, e se adesso è diventata quel poco che è, mentre leggo che Civitanova per qualcuno sia meglio forse perché con l’auto puoi posteggiare anche sulle scale del comune e che qualcun altro più educato e tranquillo preferisce evitare come la peste, la colpa non può essere solo di Carancini, gli ultimi dieci anni, ma bisogna andare più indietro e forse allora così come oggi c’è chi dice che vuole governare ma fa di tutto per non farlo sapendo che oramai c’è ben poco da fare almeno che non si dia ascolto a persone come Silvano Iommi che sanno quel che dicono e che lo farebbero se fosse nelle loro possibilità. Rapanelli, mi fermo con una semplice chiusura: nessuno riesce a spiegare al cittadino comune maceratese perché dovrebbe preferire l’uno all’altro e per tanto continuerà a fare quello che esce dalla sagrestie dove anche per quest’anno le decisioni saranno state prese e con il grande vecchio democristiano a dirigere le varie orchestre.