“La nostra città” raccoglie le forze
e si prepara a formare una lista

MACERATA 2020 - Il laboratorio di idee nato l'anno scorso si è riunito online, condividendo un documento sull'attuale emergenza. Il portavoce Romeo Renis: «C’è bisogno di uscire da questa situazione con la nuova consapevolezza di aver “imparato” tante cose»

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Romeo Renis

 

Il laboratorio di idee “La nostra città”, guidata da Romeo Renis, «ha analizzato l’opportunità di dare gambe politiche al nostro impegno creando  una lista civica» e renderà pubblico il programma «non appena le condizioni lo renderanno possibile». La decisione presa durante due riunioni online, l’ultima proprio ieri. Quella di Renis sarebbe così la settima lista a sostegno del candidato sindaco Narciso Ricotta. Oltre al Pd e alle tre civiche che hanno partecipato alle primarie (‘La città di tutti’ con Pantanetti, ‘Macerata Bene Comune’ con Monteverde e ‘Macerata Insieme’ con Miliozzi) sono pronte a partecipare Italia Viva e la civica ‘Macerata Rinnova’ già presentata dal dermatologo Marco Sigona con cui domani pomeriggio Ricotta parlerà durante una diretta su Facebook. Un percorso, quello elettorale, che ha subito inevitabilmente uno stop per l’emergenza coronavirus che porterà a n rinvio del voto, probabilmente in autunno. 

«La pandemia, che ha colpito il mondo in questo periodo e che ha visto l’Italia, la nostra regione e la nostra città pienamente coinvolta, ci ha costretto a fare i conti con una terribile minaccia, cambiando le nostre abitudini, costringendoci a riorganizzare le giornate, mutare l’organizzazione del lavoro, le relazioni e il modo di studiare – dice Renis -.  Abbiamo dovuto soffocare sentimenti, contenere tradizioni e culture, attenuare, se non in certi casi annullare, i nostri diritti fondamentale dettati dalla Costituzione. Lo stiamo facendo con forza e convinzione per il bene nostro ma soprattutto della nostra comunità. Lo stiamo facendo con speranza che quanto prima si possa superare questo terribile periodo che ci ha stravolto la nostra vita portandoci via anche tante persone care».

“La nostra città”, nata l’anno scorso, esprime «preoccupazione per la situazione generale in cui versa la nostra comunità; manifesta vicinanza e solidarietà a tutte le famiglie ed i malati da Covid 19 in particolare alla dottoressa Marina Lombardello, membro importante del nostro laboratori di idee colpita dal Covid 19. Ci auguriamo che quanto prima possa guarire e ritornare punto di riferimento per noi tutti». E poi «vicinanza e gratitudine a tutte quelle persone impegnate in prima linea a combattere questa terribile pandemia» e «auspica che l’attuale momento porti tutti, in particolare la politica, al senso di responsabilità tralasciando polemiche e strumentalizzazioni di ogni genere e si lavori all’unisono per il bene di tutti i cittadini».

Per Renis e gli altri «c’è l’assoluto bisogno di uscire da questa situazione, non solo con l’occhio critico verso le cose che non funzionano, ma con la nuova consapevolezza di aver “imparato” tante cose. Imparato che la sanità, insieme alla scuola e la sicurezza, è uno dei pilastri fondamentali di una società democratica e che lo stato non può delegarla a nessuno; imparato che la sanità regionale ha bisogno di un serio tagliando rivedendo tutte le articolazioni periferiche e la loro funzionalità; imparato che nella nostra realtà c’è assoluto bisogno di un ospedale di eccellenza già individuato in zona Pieve di Macerata, nei confronti del quale c’è necessità di profondere il massimo impegno, con la consapevolezza che un ospedale è solo un anello della catena sanità e non è fatto solo di edificio ma di contenuti, professionisti, attrezzature, percorsi rieducativi, studi e ricerca; imparato che il potenziamento della medicina territoriale, deve essere il punto di partenza di un serio impegno sulla salute dei cittadini; che i medici di famiglia devono ritornare ad essere il pilastro fondamentale di un sistema funzionante, dotati dei necessari strumenti di diagnostica di base; imparato che i nostri anziani sono un patrimonio e una risorsa per la nostra società bisognosi di ricevere attenzione e sviluppo dei servizi a loro indirizzati, specialmente in quelli affetti da patologie croniche; che le farmacie comunali devono essere inserite nella catena funzionale della sanità; imparato che, anche se la mortalità è maggiore per il sesso maschile, sono le donne a soffrire di più per sopperire alle attività di cura. Sono loro che maggiormente si prendono carico della gestione degli ammalati, sia nei luoghi preposti che all’interno delle famiglie, pensiamo a tutta la popolazione in isolamento a domicilio. Questa epidemia può accentuare la disparità di genere e non possiamo permettere che ciò avvenga. Ragioniamo quindi ad un futuro utilizzo di strumenti efficaci di policy come il “Gender responsive budgeting”». E infine «imparato che “nessuno può vincere da solo” come egoisticamente e strumentalmente vuol far credere qualcuno».

https://www.cronachemaceratesi.it/2020/04/05/dottoressa-di-cure-intermedie-positiva-al-coronavirus-restiamo-uniti-e-razionali/1385248/

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