di Alessandra Pierini
Era un giorno di mercato del febbraio dell’anno duemila. Mancavano pochi mesi alle elezioni che avrebbero visto l’elezione di Giorgio Meschini come nuovo sindaco di Macerata. Quel mercoledì furono distribuiti tra la gente in piazza della Libertà e dintorni dei volantini. Il titolo suonava quasi come una chiamata alle armi: “Facciamo rinascere Macerata!”. Il documento era firmato da un gruppo di amici: Loris Taruferi che ne era stato il promotore, Ugo Bellesi, Goffredo Binni, Cesare Brutti, Aldo Canovari, Lucio Del Gobbo, Adriano Fermani, Rodolfo Francalancia, Ugo Maresi, Maria Vittoria Menichelli, Umberto Migliorelli, Stefano Palmucci e Carlo Valentini. In ultima pagina una necessaria postilla: “Nessuno dei sottoscritti nutre ambizioni per candidature a cariche di qualsiasi genere”.
«In un pericoloso clima di marcato disinteresse e quasi di rassegnazione – attacca il volantino – è evidente come la nostra Città viva ormai da lungo tempo una grave fase di declino quale capoluogo di provincia». Parole che potrebbero essere state scritte tranquillamente oggi. Loris Tartuferi, alla guida dell’omonimo studio commerciale e presidente della Banca Macerata, stringe il volantino tra le mani e lo rilegge, amareggiato: «Rispetto a 20 anni fa i problemi sono esattamente gli stessi, anzi in parte aggravati». Nelle quattro paginette per “far rinascere Macerata” una sorta di programma in sei punti molti dei quali ancora oggi attualissimi.
Qual è secondo lei la prima cosa da fare?
«Bisogna dare una missione alla città. Come qualsiasi azienda che si rispetti, Macerata deve concentrarsi su una mission e concentrare tutti gli sforzi per conseguirla. Attualmente è capoluogo di provincia ma solo sulla carta. Io mi ricordo quando le vie erano piene di allievi dell’Aeronautica che dalle casermette andavano in centro e portavano le loro famiglie. Poi se ne è andata anche la direzione dell’Enel e tanti altri presidi che hanno depauperato la città. Serve un progetto su misura che fissi tempi e obiettivi da rispettare. A questo naturalmente vanno affiancati gli interventi ordinari, ma mi sembra superfluo anche parlarne».
Quale potrebbe essere secondo lei questa missione?
«Credo che la missione sia già delineata. Non a caso Macerata era nota come l’Atene delle Marche. Le basi sono lo Sferisterio, Unimc e l’Accademia di Belle Arti. Poi è chiaro che va riportata la vivibilità in centro».
Nel 2000 proponevate la copertura dello Sferisterio. Pensa ancora che sia necessaria?
«Assolutamente sì, se la mission scelta è quella culturale».
Ha parlato di vivibilità del centro storico, cosa propone?
«Innanzitutto rimpinguare il numero di abitanti con incentivi e agevolazioni di vario genere. Da capire la situazione degli affitti, serve una valutazione realistica della situazione. E non sarebbe male realizzare finalmente la risalita meccanizzata. Sarebbe un elemento importante, sempre se coerente rispetto alla mission scelta».
Invece cosa propone per Valleverde?
«Io credo che ci voglia solo un colpo di fortuna altrimenti non vedo soluzione. E’ vero che il colpo di fortuna può essere anche cercato».
In passato le hanno proposto più volte di candidarsi come primo cittadino ma poi per una ragione o per l’altra non è andata in porto. Qual è l’identikit ideale del futuro sindaco ideale secondo lei?
«Per realizzare una missione ci vuole un sindaco che sia regista e non un centroavanti. Serve una persona con carisma, amore per il territorio, correttezza e trasparenza nei comportamenti. L’importante è che, per il bene di Macerata, vengano messi da parte personalismi e conflittualità».
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Io sono anziana e di politica capisco ma tutti escono a criticare ma nessuno si prende responsabilità!specialmente chi con il potere ha avuto sempre a che fare
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Me lo ricordo quel volantino, preciso allora e valido ancora oggi.
Così come mi ricordo le lettere aperte che Loris Tartuferi scrisse per diversi anni sulla situazione della Banca delle Marche, pronosticandone – ma del tutto inutilmente – le grosse difficoltà alle quali sarebbe andata incontro (nessuno all’epoca credo infatti che potesse prevedere il fallimento di una banca di medie dimensioni come la Banca delle Marche).
Loris, parole sante.
Per chi vorrebbe “FARE” ascoltatele.
Il cvontenuto di questo datato volantino può solo raccogliero il Centrodestra, se smettesse di fare giochetti da sagrestia. Il Centrosinistra, guidato dal “Grande Vecchio” non lo ha ascoltato in passato e non ,lo ascolterà in futuro.
Caro Loris,
anche io ricordo quel volantino e anche altre speranze legate ad una tua possibile candidatura a sindaco.
Saresti ancora la persona giusta, per farlo. E se proprio non vuoi, ci vorrebbe uno come te: autorevole e mite, intelligente e sobrio, concreto e disinteressato.
Sì, lo ripeto: ci vorrebb proprio uno come te.
@ Giorgio Rapanelli: se proprio sta a cuore Macerata squarciate il velo di ipocrisia che ammanta come una nebbia la città: fuori i nomi chi è il “Grande Vecchio”??? Solo con l’estrema trasparenza di affrontare le svariate situazioni poste in essere nel volantino si possono risolvere le varie problematiche (forse) altrimenti sono solo “chiacchiere e distintivo”.
L’unica ad aver capito e sintetizzato in due parole il vero significato di articoli del genere è Renza.
Ecco chi sarebbe veramente un ottimo Sindaco.
Visto che già è Re, per lei sarebbe addirittura un declassamento.
Persona da valorizzare nell’amministrazione di Macerata. Chi sarà capace di coinvolgerlo? Potrebbe essere l’ago della bilancia delle prossime elezioni comunali.