Strada Comune scopre le carte sul bus:
Alberto Cicarè candidato sindaco

MACERATA 2020 - Il 49enne impiegato di Unimc è l'uomo scelto dalla civica per le prossime amministrative: «Non ci ritroviamo né in chi ha governato fino a ora né nell’opposizione. Siamo liberi». Sei i punti del programma. Tra le priorità la questione ambientale e quella abitativa

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Alberto Cicarè è il candidato sindaco di Strada comune

 

di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)

E’ Alberto Cicarè il quarto candidato sindaco per Macerata 2020.  Dopo Roberto Cherubini del M5S, Narciso Ricotta per il centrosinistra, Andrea Marchiori della Lega, il 49enne impiegato di Unimc è il nome proposto dalla civica Strada Comune.

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Alberto Cicarè

Cicarè, sposato con un’insegnante di matematica, laureato in Scienze politiche è tra i fondatori dell’associazione Ciclostile, che si occupa da più di 10 anni di mobilità sostenibile. Non a caso oggi pomeriggio si è presentato a bordo di un bus. «La tutela dell’ambiente è il campo che mi sta più a cuore – ha dichiarato – Da poco meno di un anno insieme agli altri abbiamo iniziato questo percorso, Strada Comune, di cui io sono semplicemente rappresentante. Il mio ruolo è rappresentare queste persone che si stanno impegnando per sostenere questo progetto. Un’impresa complicata, ma per tanti aspetti coinvolgente. Non abbiamo un partito politico dietro, né fondi. Ma è sicuramente una bella impresa perché c’è un gruppo che ha tanta voglia di esprimere la volontà di partecipare e dare il meglio alla città. Persone libere che non hanno mai guadagnato niente dalla politica ma sono impegnate nei vari campi dell’attività sociale».

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A destra Stefano Casulli e Matteo Sciapeconi

La scelta di presentare la candidatura su un bus ha anche un altro significato. La linea infatti è la numero 11, quella che arriva nella frazione di Villa Potenza. Nel tragitto non sale praticamente nessuno. «Questo autobus rappresenta il modo di governare la città che ci rende insoddisfatti – spiega Cicarè -. Una città che ha tutte le caratteristiche per avere una spinta positiva ed essere solidale, aperta e moderna ma che negli ultimi anni si vede depressa e incapace di reagire alle novità. L’autobus è usato in maniera residuale a Macerata, non è competitivo né per il costo né per l’organizzazione del servizio. Il comune spende due milioni di euro che è molto ma non giustifica il livello del servizio che viene erogato». Altra nota dolente per lui il Piano urbano di mobilità sostenibile che «non prevede la riduzione dell’automobile in città». Altro punto «il ruolo di Macerata che negli ultimi anni ha perso notevolmente il suo essere capoluogo. I servizi sono scivolati verso la costa – dice Cicarè – e la classe politica non ha saputo interpretare questo cambiamento. Noi – specifica – non ci ritroviamo né in chi ha governato fino a ora né nell’opposizione. Siamo liberi» .

StradaComune_FF-10-325x217Cicarè non è solo in questa avventura. Con lui oggi a bordo, in tutti i sensi, anche Rebecca Marconi, Stefano Casulli (già candidato con Potere al popolo alle politiche del 2018), Matteo Sciapeconi, Irene Giacchetta, Giovanni Cartechini e Marco Moretti. La lista è in via di definizione e aperta alle idee in modo trasversale. «Hanno detto di noi che siamo le sardine di Macerata – dice Casulli -, ma non è così. Più che sinistra e destra pensiamo all’alto e al basso. Noi parliamo di relazione. Non so se è di sinistra o di destra. La gente ci racconta di solitudini».

Il racconto delle persone arriva da svariate assemblee condotte nelle ultime settimane nei quartieri e nelle frazioni. Il programma nasce anche da questo faccia a faccia on the road, e si riassume in sei punti: avviare la riconversione ecologica, ripartire dalle periferie, garantire il diritto all’abitare, creare le condizioni per una democrazia municipale, recuperare gli spazi abbandonati, ripensare la mobilità urbana.

Sulla questione abitativa, che sta diventando sempre più impellente anche nel nostro territorio, Casulli ricorda che «a Macerata non esiste un piano abitativo di case popolari. Quello che c’è è assolutamente inadeguato. A novembre abbiamo fatto un’azione di denuncia con manifesti rispetto all’abbandono dei grandi spazi della città e che riguarda centinaia di persone che fanno domanda per la casa popolare, ne hanno i requisiti ma non ci sono gli spazi. C’è bisogno di parlare anche di chi casa non ce l’ha. Per capire la causa di questo fenomeno basta pensare che Macerata come comune non ha strutture di prima accoglienza. L’unica è la Caritas ed è satura. Bisogna predisporre luoghi di prima accoglienza affinché nessuno stia per strada».

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Rebecca Marconi e Giovanni Cartechini

Marconi approfondisce il concetto di democrazia municipale: «Per noi al centro della politica cittadina deve esserci la democrazia partecipativa, così che ognuno possa sentirsi responsabile della propria città e del bene comune. Pensiamo che si possa partire proprio dai quartieri, dove vorremmo organizzare con cadenza trimestrale delle assemblee. La giunta così potrebbe anche essere itinerante, composta da persone riconoscibili per la città». Altro aspetto della partecipazione «fornire strumenti digitali alla portata di tutti. Così come vorremmo ripristinare un tavolo del centro storico, così che la porta della città possa presentarsi al meglio». Altre idee: creare una consulta giovani, ripristinare il Consiglio comunale dei bambini e della bambine, l’apertura di un ostello della gioventù. Sciapeconi parla invece di «riconversione ecologica. Accompagnando ad esempio la transizione dell’agricoltura da industriale a biologica con la creazione di un biodistretto. E poi mettere in rete i parchi cittadini, implementare i Patti di collaborazione, tornare a fare monitoraggio della qualità dell’aria chiedendo con forza una mappatura reale delle zone critiche».

(Ultimo aggiornamento alle 18,20)

 



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