Luciano Pantanetti al Sasso d’Italia
di Federica Nardi
«Si può fare», è il mantra di Luciano Pantanetti, candidato alle primarie di centrosinistra del 16 febbraio con la civica “La città di tutti”. Il suo è un programma dove la parola più ricorrente è “buonsenso” così come “fattibilità”. «Un’operazione semplice, fattibile e che dobbiamo necessariamente fare», dice ad esempio sul recupero del Sasso d’Italia, area verde ai confini della città dopo viale Indipendenza. Pantanetti parla in un video pubblicato su Facebook, in piedi di fronte all’ex baretto da anni completamente all’abbandono. La sua campagna di ascolto all’insegna dello “Yes, we can” (“Se po fà” dalle nostre parti) si è svolta principalmente nei locali/bar della città per tastare il polso dei diversi quartieri. Mercoledì l’appuntamento è al Caffettone alle 21 mentre la chiusura sarà venerdì all’Asilo Ricci. La chiave per Pantanetti è «un’amministrazione amica che faccia dell’ascolto la sua peculiarità».
Qual è la ricetta per il Sasso d’Italia?
«Non è un’operazione così complicata o difficile – dice Pantanetti a CM -. Rendiamo questa città più a misura d’uomo, meno difficile da utilizzare. Ci vuole una frazione di secondo a farlo, c’è solo bisogno che qualcuno ci lavori. C’è da mettere a posto la struttura, si fa un bando e si affida la gestione. Sono quasi delle ovvietà. Questa amministrazione lascerà in eredità milioni di euro, vanno utilizzati. Come nel caso del Convitto o di palazzo Rossini».
Parliamo un po’ del suo programma…
«Chiariamo una cosa: il programma lo fanno le forze politiche, ci sono sensibilità differenti sull’approccio ma fare il programma adesso è come mettere il carro davanti ai buoi. Se io presento un programma e vinco le primarie e poi a un altro non piace o si cambia il programma o verrebbe a mancare la sintesi. Il programma spetta alla coalizione. In via generale possiamo però dire quello che pensiamo».
Anche perché di proposte lei ne sta facendo, quali sono quindi i punti chiave?
«La prima cosa da fare è potenziare la macchina amministrativa che non è in grado di dare delle risposte in termini accettabili per il ritmo della società. Fatto questo, intervenire sulla competenza specifica del Comune che sono i servizi. Il Comune dà una serie di servizi. Ho proposto alcune cose semplici: la gratuità del trasporto pubblico agli studenti. E stessa cosa per chi ha un reddito che non supera un certo livello. Dato che il costo è supportabilissimo per il Comune».
Come va questa fase di ascolto? Quali sono i temi che vi vengono portati più spesso dai cittadini?
«La questione centro storico è un tema a cui sono tutti sensibili. Per il centro storico, qualsiasi intervento al momento è un palliativo se non c’è un’idea di fondo che lo rivitalizzi. Per rivitalizzarlo bisogna portarci la residenzialità. Non è più un quartiere al momento. Bisogna farlo ridiventare un quartiere. Nel momento in cui c’è una domanda automaticamente puoi dare l’offerta: attività, negozi e quant’altro. Poi le persone hanno bisogno di avere da parte dell’amministrazione delle risposte. Non è possibile che devo aspettare mesi per avere un certificato di destinazione urbanistica. Le persone vogliono vivere in modo dignitoso e non pensare all’amministrazione come un problema. Macerata non vuole tanto altro rispetto a questo. Serve buonsenso».
Quali sensazioni ci sono in città? C’è interesse a questa fase politica da parte dei giovani?
«Le sensazioni sono buone, c’è voglia di condividere e di partecipare. L’ho toccato con mano. L’esito non lo so, ognuno di noi auspica il meglio. Il dato fondamentale che ci unisce è che abbiamo il dovere di portare a votare le persone. Oggi i maceratesi possono decidere chi deve guidare la coalizione di centrosinistra. Ho toccato tutte le parti sociali di questa città e dando la possibilità anche ai 16enni di partecipare, mi sono accorto che spesso fanno delle proposte e rispondono in modo così ovvio che non averci pensato prima fa quasi sorridere. Dobbiamo fare in modo che i nostri giovani restino a Macerata ed evitare anche la migrazione nel weekend».
(Qui sotto il video di Pantanetti al Sasso d’Italia)
Luciano Pantanetti per il recupero di spazi pubblici ed aree verdi
Quando una passeggiata al Sasso d'Italia si trasforma nell'occasione giusta per parlare di interventi immediatamente attuabili per il recupero di spazi pubblici ed aree verdi. Questa la proposta di Luciano Pantanetti:
Pubblicato da La città di tutti su Sabato 8 febbraio 2020
Primarie: sfida a colpi di fioretto Il centrosinistra brinda ai 4 moschettieri
Macerata città dormitorio....é ora che fate più che chiacchierá....
Il chiosco è di proprietà della Provincia ed è chiuso da quando è scaduta la convenzione con il comune. Il comune è da anni, per quello che so, che chiede di riaverne la disponibilità e poterlo sistemare e ridare in gestione. Tra la sistemazione avvenuta del parco di Villa Lauri ,la sistemazione iniziata e quella prossima del Sasso, una riapertura di un punto ristoro al Sasso sarebbe importante e mi auguro che la Provincia lo comprenda.
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Vedo le primarie solo per prenotare un posto al sole. Narciso Ricotta è vincitore scontato. Quante chiacchiere se la sostanza è evidente a tutti.
https://www.google.com/search?q=frankenstein+junior&client=firefox-b-m&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwi60b7q_cnnAhWkk4sKHViGARcQ_AUIBygC&biw=360&bih=647#imgrc=3zrtEBUoRNpi2M%3A
Si può fare!!!!!