Il PdF lancia Lauretta Gianfelici:
«Nella sagra del pesce maceratese
la gentilezza di una donna»

MACERATA 2020 - Il presidente nazionale Mario Adinolfi ha presentato la candidata a sindaco del Popolo della Famiglia: «La città è come fosse nel buio, riporteremo energia e vigore»

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Lauretta Gianfelici durante la presentazione di oggi

 

«Ho scelto di candidarmi perché la mia città ha bisogno, Macerata è come se fosse nel buio, non ha più un’anima, una meta, non dà più onore nemmeno alla sua storia».  Così Lauretta Gianfelici oggi ha presentato la sua candidatura a sindaco di Macerata per il Popolo della Famiglia. Ex insegnante, imprenditrice, di sé ha detto «ho la politica nel sangue, l’ho respirata fin da piccola. Sono stata sempre in mezzo alla gente – ha aggiunto – dentro le problematiche, dentro i pregi e i difetti di ogni tessuto sociale».  Con lei, unica donna in corsa, i pretendenti per le amministrative arrivano così a cinque. Gli altri: Roberto Cherubini (M5S), Narciso Ricotta (Pd, vincitore delle primarie del centrosinistra), Andrea Marchiori (Lega) e Alberto Cicarè (Strada Comune).

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Mario Adinolfi

Ed è proprio l’essere donna, secondo il presidente nazionale del PdF Mario Adinolfi, uno dei significati politici della sua candidatura. «Inseriamo – ha spiegato Adinolfi – in quella che chiamo la “sagra del pesce maceratese” la presenza gentile di una donna, gentile e combattiva. Per noi la figura femminile è centrale nella mobilitazione politica. E poi l’altro significato di questa candidatura è quello di veder tornare i bianchi nella scacchiera, partendo da una regina. Ho visto che ci sono i rossi, i verdi, ma manca quella matrice che il PdF intende rappresentare: la matrice cristiana, per tornare a rendere protagonisti i cattolici in maniera autonoma nella città di Macerata. Il PdF non viene a fare presenza testimoniale, viene nell’agone maceratese per vincere. Noi vediamo Gianfelici al ballottaggio, sarà una battaglia casa per casa, con l’obiettivo di essere una forza determinante».  E determinata lo è Giangelici. «Il PdF  – ha aggiunto il candidato sindaco – rompe lo stagno innanzitutto, potrebbe riportare energia e vigore, amore nella cittadinanza. Non c’è ubriacatura di potere, di giochi di protagonismo, prima di tutto c’è l’amore per la famiglia e per i valori della vita. Il PdF oggi è l’unica voce che riporta l’attenzione sul campo antropologico da cui deve rinascere la politica, soprattutto dopo l’esperienza del Covid. Da venti anni Macerata è governata da quello che oggi è il Pd e da troppi anni non c’è un’opposizione, quindi non possiamo partire sempre e solo dalle parole, ma dai fatti, e dobbiamo scegliere chi è nei fatti, tra la gente. Abbracciamo le diversità per qualcosa di superiore che ci deve legare tutti, il bene comune».

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Fabio Sebastianelli

Secondo Gianfelici dunque «la città deve ritornare nel lustro. E’ stata fatta morire e soprattutto – ha aggiunto – è nella rassegnazione. Il centro non può essere aperto solo per i bellissimi palazzi che abbiamo restaurato, non c’è stata una proposta multilaterale per ripopolarlo, i commercianti non sono stati ascoltati ed è diventato una specie di suq orientale. Sono stati mandati via i giovani eccellenti, che non torneranno. Il turismo è diventato solo di giornata, e questo perché è mancato un progetto corale con tutti gli attori, le associazioni del territorio». Il coordinatore nazionale del PdF Nicola Di Matteo ci ha tenuto a sottolineare che «Lauretta non sarà la sindaca di Macerata, ma il sindaco e la madre di Macerata che aprirà le porte a tutti». Perché come ha rimarcato il coordinatore regionale del partito Fabio Sebastianelli «il PdF è libero da interessi e giochi potere e forte dei valori che rappresenta, quindi – ha concluso – non deve rendere conto a nessuno se non alla sua coscienza e ai cittadini».

(Redazione Cm)

 

Macerata 2020, quinta candidatura: è Lauretta Gianfelici (Popolo della Famiglia)

 



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