Stefania Monteverde
di Federica Nardi
Alle “Piccole idee” lanciate da Narciso Ricotta, Stefania Monteverde contrappone quelle che definisce le Grandi idee della sua “Macerata femminile plurale”. Otto parole chiave declinate in altrettanti tavoli di lavoro che in questi giorni, a una settimana dalle primarie del centrosinistra del 16 febbraio, vanno a comporre una traccia di programma per la vicesindaca uscente. L’ultimo appuntamento per Monteverde sarà venerdì sera all’ex circolo garibaldino, il Giardinetto.
Monteverde, ci parli di queste “Grandi idee”.
«Sono otto grandi linee di sviluppo: comunità, attiva, ospitale, verde, rigenerata, giovane, sicura, orgogliosa. Non c’è cultura, sembra strano vero? (Monteverde è assessora alla cultura, ndr). Non c’è perché penso che sia dentro ogni categoria. Ognuna di queste otto idee l’abbiamo diffusa e presentata con una serie di progetti fattibili per la città e ne abbiamo parlato con tanti cittadini. Due appuntamenti pubblici, una cena con gli elettori, tavoli di lavoro. Abbiamo riempito queste idee con dei progetti, anche ascoltando i cittadini stessi».
La presentazione della candidatura
Fin dall’inizio ha detto che, rispetto alla partecipazione dei cittadini, voleva cambiare passo rispetto all’attuale sindaco.
«Per questo abbiamo portato avanti tavoli di confronto su queste grandi linee di sviluppo. Ora abbiamo i risultati di questi tavoli, che portano già idee e progetti concreti. Ad esempio ristabilire i consigli di quartiere è una richiesta che ci è stata fatta tutte le volte. Sul tema “Orgogliosa” è emersa una visione di una Macerata che guarda alle sfide, l’idea di continuare a lavorare alle relazioni con altri territori, anche a livello internazionale e l’idea di città capoluogo».
Tra le richieste ascoltate quali l’hanno colpita e quali erano le più frequenti?
«Molti hanno parlato del welfare e dei servizi e della questione intergenerazionale. Cioè progetti e luoghi che facciano crescere questo tipo di relazione in una logica più integrata dei servizi stessi. Un tema molto forte è anche il lavoro dei giovani. Dicono che non è competenza del Comune…»
Chi lo dice?
«Si dice solitamente. Io invece penso che lo sia. Non è questione di competenza ma di responsabilità nell’investire attraverso cantieri culturali (non cantieri per consumare territorio). Io penso che il nuovo lavoro è quello dei giovani fortemente specializzati, (soprattutto qui con l’Università e l’Accademia) e che hanno competenze nel settore culturale e hanno bisogno di continui “cantieri” come quelli che facciamo. E questo crea un indotto importante, che abbraccia anche altri settori come artigianato, edilizia fino al commercio. Il rapporto della Cna di Macerata mostra che l’unico settore che ha un segno più nel 2018 sono le imprese del settore culturale e turistico. Sarà un segnale no? Vuol dire che è la nostra vocazione. Non è una fede la mia, l’ho visto con i miei occhi in questi anni».
Avete raccolto lamentele?
«Più che lamentele, un grande amore per il centro storico e la volontà di rilanciarlo con una residenzialità delle famiglie. Un altro tema la cura del verde e il tema dei cammini. Attenzione a chi cammina e chi va a piedi. Le famiglie e gli anziani soprattutto chiedono attraversamenti pedonali sicuri».
Come vuole implementare la partecipazione?
«La partecipazione è un metodo ed è l’inizio di questo percorso. Il programma dà linee di sviluppo per costruire poi una coprogettazione. Consigli di quartiere, dei giovani, dei bambini. In ogni situazione si può passare in un percorso di partecipazione. In caso di vittoria alle primarie vogliamo continuare a costruire il programma nei prossimi mesi con lo stesso metodo. Un metodo già vissuto nelle Mense verdi bio, dove le istanze delle famiglie hanno aiutato a costruire un percorso di qualità. L’impegno è per una politica diversa che non è urlata ma passa attraverso incontro, confronti, ascolto e progettazione. Faccio un altro esempio: la rigenerazione dei giardini delle scuole con Quissicresce».
Uno dei punti emersi è anche quello di aumentare la presenza femminile nella governance. Come si fa?
«Spero che molte donne facciano un passo avanti nell’impegno politico, si candidino nelle liste, diano la disponibilità. Significa poter avere una lettura più plurale delle cose. Io l’ho fatto un passo avanti, ora vediamo. Tante donne mi hanno dato un grande sostegno. Però devo dire che c’è un’attesa anche di una maggiore partecipazione senza dubbio. Non a caso il nostro motto è “Macerata femminile plurale”, sottolineando la pluralità come visione della città e quindi anche la partecipazione delle donne in un ruolo più attivo e propositivo».
Qual è il suo cavallo di battaglia nel programma?
«Ne ho tanti, se proprio devo sceglierne uno i servizi di qualità per i giovani, le famiglie e i bambini. Questo fa stare in una città bene e la fa crescere».
Un appello agli elettori…
«Andate a votare. Abbiamo a che fare con il centrodestra che aspetta le decisioni dall’alto. Le primarie, non del Pd, ma del centrosinistra in cui il Pd ha un suo candidato sindaco, sono invece un confronto leale e democratico tra persone che sono diverse per storia e personalità. Noi diamo alla città una proposta davvero partecipativa per cui si può veramente scegliere una persone che può guidare il centrosinistra e le liste che verranno a candidarsi alla guida della città. A me sembra un’esperienza democratica altissima. E anche questo fatto che si può votare dai 16 anni, riconoscendo una cittadinanza attiva ai giovani. Un passaggio molto bello in un’epoca di disillusione dalla politica: ti puoi accorgere che quello che dici ha un peso».
Dal “demone della cultura” alla pace Botta e risposta Pantanetti-Monteverde
Stefania Monteverde, la “garibaldina” «Non ho un partito alle spalle ma mi candido per vincere»
Datemi una leva , e vi solleverò il mondo , cit
Mamma mia.....
Ma guarda che sfortuna le ideone a lei e a Ricotta vengono solo adesso.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Interessanti spunti. Tuttavia ci sono dei problemi che con l’amministrazione attuale sono emersi e vanno affrontati.
1. Macerata forma giovani professionalizzati, come fare per trattenerli nel territorio?
L’aspetto demografico mostra tendenze chiare e bisogna portare giovani a investire, rimanere in città. La città deve essere attrattiva.
Questo un’amministrazione comunale deve farlo essere un punto programmatico prioritario.
2. L’aspetto dell’attuale rapporto con il mondo imprenditoriale, di chi vuole investire in città verrà messo in discussione? Perché al momento appare disastroso, si vuole invertire la rotta? E se sì, come? Nel programma si vogliono portare investimenti, lavoro e quindi vita in città con un progetto chiaro?
3. Ci si occuperà di una stretta comunicazione tra comuni limitrofi e un’aggregazione, più in generale, con quelli dell’entroterra? Bisogna iniziare a ragionare non nell’ottica di Macerata non come quartiere “Macerata”, ma come città ben più estesa che è anche Corridonia, Pollenza, Tolentino, Treia, San Severino, Montecassiano… e le altre realtà che insistono nella vicinanza.
5. Si è pronti a lottare politicamente per una modernizzazione infrastrutturale? Treni (l’elettrificazione non basta); strade (la superstrada va potenziata negli snodi attorno al capoluogo)
6. Che atteggiamento verso chi metterà ogni paletto possibile verso la realizzazione dell’ospedale che non va chiamato unico ma PROVINCIALE (iniziamo a prendere coscienza che quello attuale lo stanno smembrando)?
7. Come riportare le persone a vivere un quartiere strategico come il centro storico? residenzialità? accessibilità? offerta di servizi (non c’è più nulla)?
8. Come gestire gli spazi vuoti in centro e nelle periferie in maniera continuativa e non “a evento”?
Persona inaffidabile, per esperienza personale.
Ovviamente la cultura sta in ogni categoria, ma sta anche, e soprattutto, fuori. Un’idea al riguardo è quella di istituire in vari punti della città biblioteche che prevedano il prestito oltre che la consultazione interna, biblioteche che abbiano un adeguato settore di pubblicazioni di carattere tecnico e scientifico.
Queste fantastiche idee non poteva tirarle fuori prima?? È il vice sindaco.
Vero Sig. Tombesi, chissà dove erano in questi anni??
Aumentare la presenza femminile?
La cosa importante non è che il candidato sia uomo/donna/altro ma che abbia idee valide e che sia una persona capace di ricoprire quel ruolo.
Si fa lo stesso errore di chi polemizza agli oscar perché hanno escluso candidate donna senza tenere conto delle vere motivazioni oggettive: secondo il regolamento dell’Academy, non esiste ragione per la quale si debba arrotondare a cifra tonda il numero dei candidati, in più possono finire in lizza tra i Migliori film soltanto le produzioni che sono state indicate come prima scelta da almeno il 5% dei membri dell’associazione.
Non sta scritto da nessuna parte che uomini e donne debbano partecipare in egual numero; conta la meritocrazia.
A me importa che le cose funzionino bene, non che ci sia una società ideale dove non funziona niente.
Avanti c’è posto per le PROMESSE ELETTORALI !
Aria fritta.