Tre uomini e una donna
Ultimi “botti” per le primarie

MACERATA 2020 - Stefania Monteverde punta tutto sulla candidatura al femminile e polemizza sull'assenza di declinazioni nel manifesto, Luciano Pantanetti si ritrova con i suoi all'Asilo Ricci, "roccaforte" di Ricotta. David Miliozzi lancia l'ultimo appello da piazza Pizzarello

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Il confronto dei candidati alle primarie di centrosinistra da Venanzetti

 

di Federica Nardi

Campagna elettorale agli sgoccioli per i quattro contendenti delle primarie del centrosinistra di Macerata. Dopo il confronto organizzato ieri al caffè Venanzetti da Cronache Maceratesi (riaperto solo per l’occasione) tra Narciso Ricotta, David Miliozzi, Stefania Monteverde e Luciano Pantanetti, i temi sollevati dal dibattito continuano a imperversare sui social. Uno su tutti, le proposte per rivitalizzare la città. Non a tutti i candidati sono andate giù le critiche arrivate nei confronti della poca vitalità del centro. Critiche sollevate sia dal premio Oscar Dante Ferretti (che ha constatato un certo abbandono in occasione della sua visita al candidato David Miliozzi) sia dai commercianti riuniti lunedì scorso in assemblea perché il poco passaggio in centro storico mette a rischio decine di attività.

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Luciano Pantanetti ha chiuso questa sera la campagna all’Asilo Ricci

Tanto che oggi si è sentito chiamato in causa Gabriele Micarelli del Verde caffè (era stato lui a convocare la riunione). «A seguito di alcune dichiarazioni di candidati alle primarie, anche se forse non rivolte direttamente al sottoscritto – dice Micarelli -, mi corre l’obbligo di precisare che, insieme agli altri commercianti del centro storico che hanno partecipato alla riunione nel mio locale, ho sempre fatto ricorso alla definizione un po’ forte di “città morta” per indicare come nel tempo Macerata abbia perduto e continui a perdere appetibilità sotto il profilo degli investimenti e del commercio. La nostra intenzione è proprio quella di proporre a chi verrà eletto un nostro documento di fattibilità perché questo meccanismo perverso possa essere invertito. Siamo i primi, infatti, ad amare Macerata, avendo scelto non solo di viverci ma anche di lavorarci e di investire aprendo esercizi commerciali e offrendo lavoro. Proprio questo amore totale per Macerata chiede che, a fronte di sintomi infausti, si corra dal medico per affrontarli nella maniera più efficace e risolutiva. Speriamo che queste dichiarazioni non siano rivolte al sottoscritto e tantomeno ai commercianti maceratesi con i quali non intendiamo essere strumentalizzati».

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Il post di Stefania Monteverde

Stasera Luciano Pantanetti e Stefania Monteverde hanno chiuso la campagna elettorale rispettivamente all’Asilo Ricci (proprio dove Narciso Ricotta aveva dato prova di ampio consenso e coesione del Pd riempiendo la sala fino al limite) e all’ex Giardinetto dove invece Monteverde aveva aperto le danze della candidatura. La candidata sindaca oggi dai social ha anche polemizzato per l’uso dei termini al maschile “candidati” e “cittadini” sul manifesto che invita al voto alle primarie di domenica, ricordando che «il mondo è plurale e le parole hanno un senso». Anche l’avvocata Paola Medori, tra le prime sostenitrici di Monteverde, ha rilanciato il tema delle donne in politica che per la candidata è stato un vero letimotiv in queste settimane. Pantanetti invece questa sera ha rivendicato il suo amore per Macerata. David Miliozzi stamattina invece ha scelto l’incompiuta di piazza Pizzarello come ultima location prima delle urne per sottolineare uno dei punti del suo programma che è il recupero delle aree abbandonate della città. Oggi pomeriggio è stato in giro per il centro storico per poi andare a teatro con la moglie e chiudere così sia San Valentino che la campagna elettorale.

(foto Falcioni)

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Stefania Monteverde questa sera al Giardinetto

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David Miliozzi indica l’incompiuta di piazza Pizzarello

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Narciso Ricotta aveva “radunato le truppe” già venerdì scorso all’Asilo Ricci

Poker sul tavolo del centrosinistra, gli assi nella manica dei candidati (Il video del confronto)

«La città è morta: vogliamo soluzioni concrete», 90 commercianti alla riunione

 

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