Macerata 2020, le proposte di Menichelli:
«Riportare le famiglie a vivere in centro
e investire sul brand Sferisterio»

INTERVISTA - Il segretario di Confartigianato analizza la situazione del capoluogo, soprattutto dal punto di vista aziendale e delle infrastrutture. «La città è blindata, le imprese si aspettano un collegamento alla superstrada e uno tra le due vallate della provincia». Sull'ospedale unico: «C'è un'economia che si sposta dalla città alla campagna, bisogna pensarci adesso»

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Giorgio Menichelli

 

di Alessandra Pierini

Una paziente da operare al cuore e con seri problemi di circolazione. Così Giorgio Menichelli, segretario provinciale di Confartigianato, vede la città di Macerata. Un check up a pochi mesi dal voto dal quale parte per dare spunti di riflessione ai candidati sindaci.
«Macerata è una città blindata – inizia Menichelli – la situazione dei pendolari, e sono tanti, me compreso, è imbarazzante. E’ una città chiusa infrastrutturalmente su se stessa. Penso che sia necessario cogliere quanto prima l’opportunità offerta dalla Quadrilatero e intercettare il flusso dall’Umbria. E poi è così complicato fare un sottopasso?». Menichelli dalla finestra del suo ufficio a ridosso di via Mattei vede il punto in cui dovrebbe sorgere la Mattei Pieve. E lo guarda con speranza. «Le due vallate su cui sorge questa provincia sono scollegate – spiega –  vanno unite, è una bella sfida  che permetterà a Macerata di riaffacciarsi al mondo e quella strada aiuterà molto. Le imprese la aspettano».

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Il centro storico di Macerata

E se la viabilità è un punto fondamentale per Menichelli, l’altro è il centro storico: «Quello che serve è un progetto di nuova residenzialità. Bisogna chiedersi di cosa ha bisogno una famiglia che vive in centro. Di sicuro di scuole, di un supermercato e di garage visto che ogni famiglia ha due auto. Il centro ha grandi chance ma ci vuole un piano strategico e capire quali potrebbero essere i punti di attrazione. Poi, se ci sono i residenti, le attività tonano». Spesso, quando si parla di rilancio del centro storico, si propone di portare in centro le attività artigianali e l’artigianato artistico: «Oggi un artigiano che dovesse aprire un’attività in centro storico non avrebbe futuro. Prima di aprire bisogna fare un’analisi dei flussi e al momento non sarebbe certo vantaggiosa. Come associazione, noi crediamo nel centro anche se per esigenze di spazio abbiamo dovuto scegliere di trasferirci nella prima periferia. Ci servivano 3mila metri quadri, impossibili da trovare dentro le mura». E a proposito di opportunità per il centro, prosegue «è in vigore il bonus facciate con detrazioni al 90%, ma è un volano puramente estetico. Molti ne approfittano, i palazzi sono più belli ma magari le persiane continuano a rimanere chiuse».

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Lo Sferisterio illuminato di verde

Menichelli promuove a pieni voti  l’attività fatta sullo Sferisterio e sulla stagione lirica: «Oggi è l’unico brand della città su cui bisogna investire. E’ stato fatto molto ma si può fare ancora per farlo diventare caratterizzante dell’intera città».
Sull’ospedale unico che sorgerà alla Pieve, invece, il segretario di Confartigianato invita a riflettere: «Con la sua realizzazione si sposterà una porzione di economia e la si porterà in campagna. L’area in cui ruotava tutta la sanità andrà riconvertita, bisogna pensarci ora però».
La domanda delle domande poi, secondo Menichelli, è “Qual è oggi il capoluogo della provincia?”. «Civitanova attrae economia – spiega – lo fa egoisticamente e questo provoca depotenziamento di tutto il resto della provincia, senza un soggetto che coordina lo sviluppo». Comunque Macerata ha un’attività aziendale importante: «Secondo il nostro centro studi nel 2019 erano 4.758 le imprese attive, di queste il 22,4% artigiane. Quindi Macerata non ha una particolare vocazione all’artigianato ma imprenditorialmente ha rilevanza e tiene»

Altro nodo è la distanza tra l’impegno attivo in politica e l’attività imprenditoriale: «E’ abissale – sottolinea – Purtroppo gli imprenditori non si possono permettere di fare politica, non è compatibile con l’attività. Gli eletti spesso si trovano a rappresentare le aziende e i loro problemi pur sapendo ben poco del cuneo fiscale, della difficoltà ad ottenere finanziamenti e del 60% di tasse che si pagano sugli utili. Lo scollamento è pesante».
Infine un appello ai maceratesi. «Il Comune va aiutato, lamentarsi e basta non va bene. Proviamo anche ad essere di impulso. Ogni soggetto si deve chiedere se sta facendo abbastanza o se può fare qualcosa in più».

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