di Gabriele Censi
Dopo il sequestro da parte della procura di Macerata delle centrali biogas di Sarrocciano e di Loro Piceno (leggi l’articolo) il principio di precauzione applicato dal procuratore Giovanni Giorgio si è manifestato con analogo provvedimento la scorsa settimana per l’impianto di Matelica (leggi l’articolo). Il “Comitato salute e conservazione del territorio” di Corridonia, che ha già espresso la soddisfazione per le misure prese, pone ora l’attenzione sull’impianto di Morrovalle. «Speriamo che i controlli – dicono in una nota- si estendano ad altri impianti a biogas e soprattutto a quello di Fontemurata, già oggetto di numerose indagini. L’area di questa centrale infatti, che ricade nel comune di Morrovalle è attualmente oggetto di bonifica. L’esistenza del piano di caratterizzazione, concordato lo scorso giugno con l’Arpam, proprietà ed amministrazione comunale, tuttavia non è servito a fermare gli sversamenti visto che lo scorso luglio sono stati ancora denunciati altri episodi, riconducibili alla cattiva gestione dell’impianto, proprio quando invece si doveva dare corso al programma di bonifica. I risultati dei controlli effettuati in quella occasione non sono stati resi noti, così come, nulla si sa ancora, circa le emissioni di Cot. Pare che l’impianto sfugga come non mai ai sopralluoghi dell’Arpam, visto che è risultato più volte all’esito dei controlli, non funzionante. Eppure i cittadini che abitano nei paraggi continuano a sentire ripetutamente cattivi odori e a denunciare una cosiddetta “fertirrigazione”, eseguita con materiali provenienti dalla centrale che, sparsi tramite un tubo arancione, su un circoscritto lembo di terra, formano uno stagno, che rimane visibile e maleodorante per giorni e giorni.»
Il comitato si scaglia apertamente contro la politica energetica della Regione: «Scelte fallimentari e sempre più anacronistiche alla luce di quanto emerso al summit Onu svoltosi a New York lo scorso 23 settembre, dove 200 paesi si sono accordati per salvare il pianeta dalle emissioni con un taglio del 40% delle di Co2, causa principale dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici, ci chiediamo, come possano conciliarsi le posizioni di politici ed amministratori che hanno promosso, spalleggiato e difeso contro ogni ragione lo “scandalo biogas”, autorizzando impianti che con le loro emissioni in atmosfera, superano di gran lunga i parametri di legge». Forti perplessità vengono espresse anche sulla nomina, a direttore generale dell’Arpam, dell’ingegner Mario Pompei . Il funzionario regionale è anche ad interim dirigente del Servizio infrastrutture, trasporti ed energia: «In sostanza colui che dovrà rispondere circa la richiesta di rinnovo dell’autorizzazione della Vbio1 s.r.l per la centrale di Corridonia è lo stesso che risponderà dei controlli che competeranno all’Arpam. Come possono conciliarsi questi due ruoli: autorizzativo delle centrali a biogas (Ufficio infrastrutture trasporti ed energie), con quello di prevenzione e controllo in capo all’Arpam, ma che in effetti ora dipendono dallo stesso dirigente»
Il Comitato conclude ricordando l’indagine penale ancora in corso denominata “green profit”, con circa 20 indagati, tra questi tre funzionari regionali che hanno partecipato al processo autorizzativo di molte centrali, tra cui quelle sequestrate: «Alla magistratura quindi va ancora una volta il nostro appoggio incondizionato, affinché si accertino le reali responsabilità di chi ha posto in essere ed architettato un processo speculativo a danno della collettività, in nome della “green economy”.»
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Tutta questa vicenda, sin dall’inizio, è stata caratterizzata da una clamorosa commisione di ruoli, con gli “imprenditori” del biogas speculativo che si sono preparati a tavolino, preventivamente, la legge regionale che più conveniva loro, con la complicità dei vertici politici ed istituzionali della nostra Regione.
La Regione ha messo a decidere sulle autorizzazioni in sede di conferenza dei servizi dei funzionari regionali ai quali era stata promessa la stabilizzazione come dirigenti a tempo indeterminato e che erano collegati agli stessi imprenditori del biogas speculativo in una ragnatela di società.
Quando il TAR ed il Consiglio di Stato hanno annullato le autorizzazioni, la Regione, la Provincia e gli organismi di controllo si sono inventati gli spegnimenti “lenti” degli impianti e la VIA postuma, nell’intento delle istituzioni, impegnate in una lotta all’ultimo sangue contro i cittadini ed i loro diritti più elementari, di appoggiare il tentativo dei biospeculatori di ottenere, grazie ad un Ministero dell’Ambiente del tutto compiacente, una modifica della situazione legislativa, che attualmente, grazie agli interventi della sola magistratura (Corte Costituzionale, giudici amministrativi, procure della repubblica), li vede all’angolo.
Oggi, in sede di procedimento per le VIA postume, i biospeculatori si presentano ancora in maniera arrogante, lamentando presunte “discriminazioni” nei loro riguardi (???) e anticipando quali saranno le modifiche normative che il Ministero si accinge ad apprestare in loro favore. Siamo al delirio!
Dott. Bommarito, non è delirio.. è dittatura!
All’affare facile ci si sono messi di mezzo intralci agli ingranaggi, tipo comitati, sindaci, istituzioni, organi di controllo e leggi. Si potrebbe dire “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammece ‘o passato, e co’ chi te la voi pijà”. Invece, gli imprenditori si sono incazzati di brutto: hanno speso tempo, sganciato denaro, fatto calcoli che con le precedenti attività non si guadagnava, trovando l’alternativa del biogas, connivente la Regione. Adesso, i primi sono incazzati, mentre la seconda non sa che pesci pigliare e dovrà pagare il conto. Quindi si arrampicano sugli specchi, sperando nella buona sorte tutta italiana: che ci si metta una pietra sopra e a pagare dovranno essere sempre i cittadini.
E’ la buccia di banana su cui è scivolato Spacca e tutta l’amministrazione regionale. La botta l’hanno fatta grossa. Vedremo come andrà a finire. I Comitati di lotta non mollano e magari risolveranno con metodi dittatoriali. E i cittadini? I cittadini “se ne faranno una ragione”, come dice Renzi. Che magari interverrà sistemando le cose a modo suo: a brutto muso.
un grandissimo ringraziamento al Comitato per l’ impagabile lavoro che sta svolgendo per la difesa della salute.
Incredibile. Ma sarà lo stesso pompei che ricopre un ruolo dirigenziale anche presso la agenzia sanitaria regionale?
Non saranno troppi tre incarichi?