Con una lettera i deputati e i senatori del Pd marchigiani Silvana Amati, Luciano Agostini, Piergiorgio Carrescia, Camilla Fabbri, Alessia Morani, Marco Marchetti, Emanuele Lodolini, Mario Morgoni e Francesco Verducci rispondono all’intervento del presidente della Regione Gian Mario Spacca nel Consiglio regionale sul biogas del 9 settembre scorso.
«La ricostruzione in Consiglio regionale sulla situazione delle energie rinnovabili è parziale, lacunosa e, in diversi punti, non rispondente al vero. In particolare, il voler addebitare la soppressione dell’art. 15 c. 4, ad una “superficiale valutazione” dei parlamentari del Pd, in particolare di quelli delle Marche, contrasta con atti e fatti».
«Com’è noto, il Dl 91/2014 aveva previsto l’ “assoggettabilità postuma” (la c.d. “Via postuma”) – sostengono senatori e parlamentari nella lettera a Spacca – nell’iter al Senato sono stati presentati ben tre emendamenti completamente soppressivi del comma 4 ed uno interamente sostitutivo del predetto articolo. I tre emendamenti soppressivi presentavano le firme di 14 senatori appartenenti al M5S, al Gruppo delle Autonomie e al GAL; quello sostitutivo recava le firme di 17 senatori del PD. Nella seduta del 23 luglio il Relatore, sen. Marinello (Ncd), ha espresso parere favorevole all’emendamento sostitutivo al quale, oltre agli originari presentatori, avevano aggiunto le firme i senatori del M5S. Il Rappresentante del Governo, Sottosegretaria Degani (Ncd), sull’emendamento sostitutivo ha espresso parere favorevole “a condizione che fosse soppresso contestualmente il comma 4”.
Quindi la soppressione della Via Postuma e la riscrittura dell’intero articolo sono derivati da una richiesta congiunta e condivisa non solo di diverse forze politiche (Pd, M5S, Ncd, Gal, Gruppo delle Autonomie- Svp e altri) ma anche del Governo stesso tant’è che, come risulta dagli atti, è stata la sottosegretaria Degani ad appoggiare il parere favorevole all’emendamento sostitutivo e la soppressione della “Via postuma”. La logica deduzione che si ricava da tutto ciò è che, anche a livello di Governo, era maturata la consapevolezza delle criticità di quella procedura rispetto alle direttive comunitarie ed alla capacità di dare soluzione alla procedura d’infrazione in essere.
Nella lettera seguono una serie di considerazioni su affermazioni riportate da Spacca in consiglio regionale e ritenute errate o non vere. In particolare le precisazioni assumono carattere saliente in merito alla discrepanza fra direttiva comunitaria e legislazione nazionale ritenuta la causa delle criticità normative che si sono verificate nelle Marche. «In più riprese nella sua relazione – continua la nota rivolgendosi al governatore Spacca – il legislatore nazionale viene accusato di non avere rispettato la direttiva comunitaria e di essere responsabile della situazione determinatasi nelle Marche. La Corte Costituzionale, nella Sentenza 93 del 2013, ci permettiamo di ricordare, ha però espressamente evidenziato che “…dalla citata direttiva Ue discende un preciso obbligo gravante su tutti gli Stati membri di assoggettare a Via non solo i progetti indicati nell’allegato I, ma anche i progetti descritti nell’allegato II (non solo tipologie di impianto classificate in base alle dimensione ma anche rispetto ad altri fattori come la vicinanza rispetto ai corsi d’acqua per esempio), qualora si rivelino idonei a generare un impatto ambientale importante, all’esito della procedura di screening».
Nel finale del documento i parlamentari e i senatori auspicano una più proficua collaborazione con gli organi regionali per raggiungere quel punto di equilibrio tra legislazione nazionale e regionale, necessario per dirimere la questione regolata dalla normativa europea. «Tranquillizziamo anche il Presidente – si legge nel documento – assicurando che dopo aver fatto una verifica rispetto ai contenuti che sono espressi nella sua relazione, siamo sempre più convinti della bontà delle scelte effettuate e che esse sono state e sono supportate da una comprensione approfondita della questione. Siamo altresì convinti di non dover “superare valutazioni di carattere superficiale” perché nessuna valutazione è mai stata assunta con superficialità. Vi è l’esigenza di trovare un punto di equilibrio nell’ambito della legislazione nazionale e regionale e riteniamo, in conclusione, che sia opportuno un approfondimento tecnico-giuridico della questione e delle possibili soluzioni normative per arrivare ad una composizione equilibrata della questione, rispettosa della salute e dell’ambiente e conforme alle direttive comunitarie. Ci auguriamo infine che più intense, proficue e costruttive relazioni fra la Regione e i parlamentari eletti nelle Marche possano consentire di dare risposte più efficaci ai problemi esistenti, nell’interesse dei cittadini e del bene comune».
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Spacca ha diverse questioni aperte, che deve in qualche modo sistemare, ed è per questo che, contro ogni logica e senza il minimo pudore, sta brigando per ottenere la terza candidatura, lui che siede in Consiglio Regionale ormai da 25 anni (giustamente su queste colonne è stato definito come il Breznev in salsa marchigiana).
Tra le questioni aperte da sistemare per il nostro Breznev, il biogas è forse quella principale, sia perché lo espone direttamente a pesantissime richieste risarcitorie sia perché lo evidenzia come l’anello di congiunzione di una squallida (la più squallida mai vista nelle Marche) storia di collusioni fra politica e affari, tutta giocata sulle pelle dei cittadini marchigiani, con i soldi pubblici (anche dei marchigiani, quindi) e ai danni dei marchigiani. Un marchio di infamia che Spacca a tutti i costi vuole allontanare da sé o quanto meno tenere sotto controllo.
Invito i parlamentari del PD a vigilare presso il competente Ministero, perché i tentativi di dare una “aggiustata” alla vicenda non sono finiti ed in questo momento passano attraverso l’UDC regionale e l’UDC che esprime il Ministro per l’Ambiente.
Che spacca-mento di zebedei…
“Piogas” – visto il continuo richiamo alle sue radici cattoliche (ovviamente sto parlando del nostro Breznev) – e “Banda delle Marche”: due scandali di portata nazionale derubricati quasi a malcostume. Mah!