Terremoto, Morgoni boccia il Governo:
«Nel decreto Genova il nulla»

POLEMICA - Il deputato dem critico per l'assenza di misure risolutive per il Centro Italia: «Hanno piegato il sisma a ragioni di convenienza politica»

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Mario Morgoni

di Federica Nardi

«Nel decreto Genova sul sisma del Centro Italia, oltre a un titolo, non c’è praticamente niente. Anche la norma che rende le università soggetti attuatori per importi sotto la soglia di rilevanza europea, a detta delle università stesse, non risolve i problemi perché la maggior parte degli interventi strategici la superano». E’ una critica a 360 gradi quella di Mario Morgoni, deputato dem, nei confronti del decreto i cui emendamenti stanno passando al vaglio della commissione. Quelli del Pd, tranne uno che inserisce i rappresentanti dei sindaci nella cabina di regia, sono stati tutti bocciati. 

«E’ preoccupante – dice Morgoni – che dopo gli annunci fatti in campagna elettorale si dimostrino incapaci almeno di dare continuità alle misure impostate. Parlo in primis della struttura commissariale e della proroga per i 700 tecnici assunti nei Comuni del cratere. Tutto rimandato alla legge di bilancio a fine anno, cioè quando arrivano le scadenze. In otto mesi di governo non ci sono stati passi avanti per le aree terremotate». Altro punto l’emendamento che ha fatto arrabbiare i presidenti di Regione, dando loro solo un ruolo consultivo nella stesura delle ordinanze del neo commissario alla Ricostruzione Piero Farabollini. «Checché ne dica il neo commissario – prosegue Morgoni -, la Regioni sono state espropriate dalla possibilità di far parte di decisioni strategiche per il territorio. Il commissario deciderà anche la priorità delle opere pubbliche. Questo allontanamento delle Regioni da parte del governo mi viene da pensare che sia stato fatto solo perché i governatori sono del Pd. Hanno piegato il terremoto a ragioni di convenienza politica. Se si vuole dare voce alle autonomie locali questo è un passo indietro». Terzo punto le misure economiche. «Avevamo proposto tra le altre cose anche la proroga dell’una tantum e della Zona franca urbana. Tutto bocciato. Anche la proposta per aumentare a 120 le rate della busta paga pesante. Visto che la Lega può restituire i 49 milioni di euro in 80 anni ci sembrava il minimo. Ma niente. Nell’entroterra colpito dal sisma siamo in alto mare. Senza fare classifiche però è evidente che bisogna pensare ad interventi più forti per un territorio più circoscritto. E soprattutto a misure economiche che siano di lungo periodo, come hanno chiesto anche i sindaci a Castelsantangelo. Aiutiamo chi vive là. Per ricostruire serve accelerare e semplificare».

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