La casa è da demolire,
ma continuano ad arrivare le bollette:
«Una vessazione assurda»

CASTELSANTANGELO - Claudio Maria Vitiello spiega da un anno alla Eni Gas e Luce che l'abitazione è in zona rossa e non ci abita più nessuno dal 30 ottobre. Tuttavia, continuano le ingiunzioni di pagamento: «Non va bene. Se succedesse a qualcuno più debole rischierebbe di tacere e subire»

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Claudio Maria Vitiello

 

di Federica Nardi

Ben 1.100 euro di fatture per l’energia elettrica. Ma la casa è inagibile e in zona rossa da ottobre del 2016. «Abbiamo inviato fax, fatto telefonate, messo di mezzo l’avvocato. Ma ogni volta ricominciano sempre da capo, una vera follia. Come se gli uffici non comunicassero tra di loro. Questa è una vessazione. Danno garanzie che poi smentiscono la volta dopo». A dirlo Claudio Maria Vitiello, cardiologo di 67 anni di Recanati che a Castelsantangelo aveva una casa e un pezzo di storia familiare che, come in tutto il centro storico del piccolo Comune, è stato spazzato via dal terremoto. Ma le bollette per quella casa, che ora è da demolire, continuano ad arrivare. La società che le manda è la Eni Gas e Luce. «Quella casa – spiega Vitiello – era di mia madre, che è morta nel 2012. La fattura che ci è arrivata in parte è stata scalata da un conto che ho con mio fratello. Quando me ne sono accorto ho inviato alla società tutta la documentazione necessaria per spiegare tra l’altro che l’abitazione è in zona rossa e che quindi non ci poteva andare nessuno e non c’era alcun consumo di elettricità. Ma niente. La richiesta di pagamento continuava ad arrivare identica. Quando l’ultima volta mi hanno detto che si erano persi i fax da noi inviati, ho chiamato l’avvocato. Non va bene una cosa del genere, un’altra persona magari più debole, rischia la disperazione oppure di tacere e subire ingiustamente».

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L’interno della casa inagibile a Castelsantangelo

L’avvocato che si occupa del caso, Claudio Margarucci di Macerata, ripercorre le comunicazioni fino all’ultima lettera, che è arrivata dopo tante rassicurazioni dall’ufficio recupero crediti di Firenze. «La società, dopo il mio intervento, aveva ammesso l’errore spiegandoci per corrispondenza che tutte le fatture sarebbero state riconteggiate. Ma il conguaglio non è mai arrivato e il primo settembre, invece, è arrivata un’altra diffida di pagamento di circa 800 euro. Allora li ho ricontattati per spiegare che c’era un reclamo aperto – continua il legale – tanto che loro hanno posticipato nuovamente il ricalcolo della fattura al 31 dicembre, per inserire tutte le agevolazioni previste dalla legge per le zone colpite dal sisma. Solo che pochi giorni dopo è arrivata la lettera dell’ufficio recupero crediti di Firenze che diffidava nuovamente i miei clienti a pagare. Insomma, una disorganizzazione totale. Eni Gas e luce di fronte a una corrispondenza scritta continua a chiedere soldi che non gli spettano – conclude Margarucci -. E’ un atteggiamento vessatorio».



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