Il premier Conte a San Severino
Depennato l’articolo del nuovo decreto emergenze che prevedeva priorità alla ricostruzione per i Comuni più danneggiati. Nell’ultima bozza in circolazione del provvedimento che ancora deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non si fa più riferimento ai criteri che dovevano consentire una rapida ricostruzione nei territori più colpiti dalle scosse sismiche del 2016 e 2017. Un passo indietro che, se confermato dagli atti ufficiali, suonerebbe come un vero e proprio bluff rispetto alle aspettative create in campagna elettorale dalla coalizione Lega-M5s.
Tra le critiche mosse all’impostazione dei governi Renzi e poi Gentiloni c’era infatti la mancata differenziazione tra i Comuni più devastati e gli altri. Danneggiati ma con meno problematiche da affrontare. Tanto che i criteri riportati nella precedente bozza di decreto, e ora scomparsi, sembravano studiati proprio per individuare gli enti più colpiti. Si trattava infatti di un combinato tra: totale edifici inagibili rispetto a quelli del cratere, tasso di inutilizzabilità degli edifici nel territorio comunale, numero delle vittime causate dal sisma e presenza di dissesti idrogeologici. Nel testo non si fa nemmeno riferimento alla struttura commissariale, mentre viene prorogata solo la figura del commissario alla Ricostruzione fino al 2020 (ancora da nominare con Paola De Micheli in proroga per 45 giorni). La struttura, cioè tutto l’apparato di uffici che fa capo al commissario, dovrebbe quindi diventare un tema della Legge di bilancio. Così come la proroga dei contratti dei 700 tecnici assunti a tempo determinato nei Comuni terremotati.
(Fe. Nar.)
Nuovo decreto emergenza: priorità ai comuni più danneggiati, proroga per la figura del commissario
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