La lunga marcia di Deborah Pantana,
tra liti e polemiche

IL COMMENTO - Come trasformare un’occasione d’oro per il centrodestra maceratese nell’ennesimo incubo. Mosse sbagliate e passi troppo affrettati con la stessa tigna e testardaggine di Romano Carancini. In molti hanno cercato l'alternativa in Maurizio Mosca, cosa farà?

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L'avvocato Giuseppe Bommarito

L’avvocato Giuseppe Bommarito

di Giuseppe Bommarito

Se Atene, intesa come centrosinistra, piange, squassato com’è dalle polemiche interne e dalla pervicace volontà di Romano Carancini di non prendere atto, costi quel che costi, dei cortesi e ripetuti inviti a farsi da parte provenienti da gran parte del suo partito e della sua maggioranza, Sparta non ride, perché anche nel centrodestra la cocciutaggine, con le liti e le lacerazioni che inevitabilmente ne conseguono, sta causando guai a non finire. Provato da circa 20 anni di opposizione e di marginalità rispetto al potere cittadino, il centrodestra maceratese, questa volta con buone possibilità di vittoria se non altro per i gravi demeriti delle ultime giunte di Giorgio Meschini e di Romano Carancini e per un fisiologico desiderio di ricambio, in questi ultimi mesi di campagna elettorale, proprio quelli che avrebbero potuto portare al conseguimento del risultato tanto agognato, appare infatti sempre più come una navicella sballottata in mezzo al mare in tempesta, con l’equipaggio in fase di ammutinamento e con la bussola fuori uso: in pratica, una guerra feroce di tutti contro tutti, senza senso e senza remissione di colpi.

Deborah_Pantana

In Consiglio comunale con Riccardo Sacchi e Fabio Pistarelli

Tutto questo bel disastro inizia nel 2010, allorchè Deborah Pantana avvia la lunga marcia che avrebbe dovuto portarla, nelle sue intenzioni, a conseguire la propria candidatura a Sindaco per scalzare appunto il centrosinistra maceratese, da troppi anni malamente al potere e tuttora incapace, salvo i primi accenni in tal senso di Bruno Mandrelli, di quell’ampia autocritica che è dovuta alla città. Già consigliere comunale all’epoca della seconda giunta Meschini, Deborah subito dopo l’insediamento di Carancini inizia difatti a proporsi in maniera spesso autonoma rispetto al suo gruppo di appartenenza (allora era il Pdl, funestato di lì a poco da una serie di scissioni che portarono alla ricostituzione di Forza Italia) e a contestare la svogliata gestione dell’opposizione guidata da Fabio Pistarelli, che, non appena sconfitto da Romano Carancini, aveva promesso fuoco e fiamme per poi scivolare quasi subito nell’indolenza e nella routine politica, lasciando di fatto il ruolo dell’opposizione alle virulente fazioni anticaranciniane della stessa maggioranza e facendo sì che gradualmente andassero per la propria strada altri gruppi consiliari di centro che pure avevano o potevano avere un raccordo di sinergia con il centrodestra. Deborah – bisogna riconoscerlo – comincia invece a darsi molto da fare, in Consiglio presenta mozioni, interrogazioni, interpellanze, è protagonista di vivaci scontri dialettici con il sindaco (e a volte pure con lo stesso Pistarelli ed i consiglieri a lui più vicini), è presente e attiva in varie commissioni, a volte esce metaforicamente dall’aula consiliare (dove contano solo i numeri,che non lasciano reali spazi di incidenza alla minoranza) e cerca di coinvolgere i cittadini in alcune sue battaglie (ad esempio, quella sacrosanta sulla falsa pedonalizzazione del centro storico voluta a tutti i costi, contro logica e buon senso, dal sindaco uscente).

Con Enzo Marangoni e Remicio Ceroni

Con Enzo Marangoni e Remigio Ceroni

E così, a poco a poco Deborah costruisce la legittimità della sua possibile candidatura, di pari passo mettendo in piedi anche lo strumento per iniziare a concretizzarla e per potersi muovere in autonomia, l’associazione Idea Macerata, tramite la quale più volte interviene nel dibattito politico cittadino. Detta in breve, nell’area vasta e frammentata del centrodestra cittadino Deborah aveva da tempo tutte le carte in regola per proporsi, per confrontarsi con le varie anime dell’opposizione, per cercare di spuntarla con la propria candidatura grazie ad una larga condivisione, o in alternativa, per il tramite delle primarie, e partire così alla conquista del Palazzo di piazza Libertà, che finalmente appariva espugnabile. Qui però sono entrate in gioco la tigna e la testardaggine, quelle caratteristiche che in qualche modo la accomunano a Romano Carancini e che a volte conducono a passi troppo affrettati e poco meditati. Deborah, infatti, forse nel timore che nella sua area di riferimento spuntassero fuori altre candidature a sbarrarle la strada e diffidando in primo luogo proprio del suo partito, ad un certo punto ha accelerato bruscamente, ha messo a punto la propria immagine, ha intessuto rapporti con la dirigenza nazionale forzista (con i vertici regionali i suoi rapporti non sono mai stati buoni): in definitiva, cercando di bruciare i tempi e di mettere tutti dinanzi al fatto compiuto, è scesa di fatto in una anticipata campagna elettorale, si è messa a costituire liste civiche di appoggio e ha preso senza mezzi termini a presentarsi in città come l’unica vera alternativa al centrosinistra sinora regnante.

Deborah Pantana, consigliere comunale di Forza Italia

Mossa giusta e preveggente per guadagnare tempo prezioso sugli avversari esterni e interni o un passo falso che, se non farà precipitare tutta l’impalcatura del suo disegno politico, quanto meno complicherà di molto la vita all’impaziente Deborah? A me – e l’ho già scritto –sembra più vera la tesi di un passo troppo affrettato e foriero di grossi problemi, visto anche come poi sono andate le cose. In Forza Italia la sua autocandidatura è stata per molti mesi guardata con una certa sufficienza, forse nella convinzione che non sarebbe andata così avanti o più semplicemente perché è mancata la necessaria autorevolezza per bloccarla. Sicchè, mentre i forzisti locali avanzavano ecumenici e poco convinti appelli alle altre forze politiche del centro e del centrodestra per arrivare con un metodo condiviso ad una candidatura possibilmente unitaria, Deborah in buona sostanza è stata lasciata fare e nessuno nel suo partito, per mesi e mesi, è riuscito a dire con chiarezza se quella della bionda consigliera era o no la candidatura offerta alla valutazione delle altre forze politiche facenti parte dello schieramento di centrodestra.

Ovvio che a questo punto le altre liste centriste (Nuovo Centro Destra, Lista Menghi, Macerata è nel cuore, Lista Ballesi, Lista Conti), non avendo gradito la logica del fatto compiuto e intravedendo nell’ambiguità di Forza Italia sulla Pantana una tattica volta solo a scoraggiare o a ritardare diverse aggregazioni, nel caldo della scorsa estate hanno iniziato a muoversi per conto loro, cercando di arrivare ad una comune piattaforma programmatica e ad un candidato forte nell’area di centro che potesse pescare nella fascia moderata sia di destra che di sinistra, mettendo così nell’angolo, almeno nelle intenzioni, le incertezze di Forza Italia, nonché la Pantana e tutte le sue liste civiche (nel frattempo arrivate a sette, anzi, a otto considerando pure una strana riedizione maceratese della Democrazia Cristiana, anche se ad oggi, in mancanza di una presentazione ufficiale, non si è ancora capito se si tratta di liste genuinamente civiche o di liste civetta, costituite cioè strumentalmente da persone già appartenenti alla stessa forza politica che vanno ad appoggiare).

Maurizio Mosca, stimato ex presidente della Maceratese

Maurizio Mosca, stimato ex presidente della Maceratese

E c’è stato un momento in cui questo disegno centrista è stato realmente sul punto di decollare e di imporsi, cioè quando Maurizio Mosca, un personaggio molto popolare ed apprezzato a Macerata che avrebbe potuto veramente sparigliare i giochi in entrambi gli schieramenti, ha fatto intendere, rompendo un silenzio che durava da qualche anno e suscitando in città una notevole aspettativa, che sarebbe stato disponibile a scendere in campo e a lanciare il guanto di sfida a quel centrosinistra cittadino che egli tra il 2005 ed il 2010 aveva sostenuto con una sua lista, ma che poi aveva fortemente criticato e infine del tutto abbandonato.
Poi, però, Maurizio Mosca a poco a poco si è defilato, vuoi per l’ostilità di una parte di Forza Italia, dettasi comunque nei mesi passati indisponibile a convergere sul suo nominativo in un quadro di larga unità, vuoi perché anche nell’area centrista qualche perplessità su di lui residuava, di fatto rinunziando nello scorso autunno a presentare quella lista con il suo nome che molti davano già per certa e attendevano speranzosi. O forse si è trattato solo di uno slittamento, perché secondo alcuni Mosca, in una dinamica che salda la vicenda comunale con quella più vasta delle parallele elezioni regionali, avrebbe avuto bisogno di tempo per valutare i modi ed i termini di una sua possibile alleanza anche in chiave comunale con Spacca & Company, ed ora, grazie pure alle forti pressioni del Nuovo CentroDestra, sarebbe finalmente pronto a scendere in campo a Macerata, convergendo però su Marche 2020. Sta di fatto, tuttavia, che così facendo il buon Maurizio sembra, a detta di molti, aver perso il treno, cioè quel momento magico a lui favorevole che qualche mese fa si era delineato e che oggi appare invece molto sfumato, anche per le tante perplessità suscitate dalla sua possibile sinergia con lo spregiudicato gioco politico dell’ormai quasi ex (Deo gratias!) governatore regionale.
A questo punto nel centrodestra e nell’area di centro, illanguiditasi la possibilità di una candidatura forte ed aggregante e venuta meno – con un palleggiamento di responsabilità che Forza Italia imputa alle liste centriste e che queste invece rovesciano sui forzisti – la possibilità di andare a primarie che avrebbero potuto finalmente consentire ai cittadini maceratesi di scegliere in prima persona, è scoppiata la guerra atomica.

Deborah Pantana mostra il suo manifesto elettorale

Deborah Pantana mostra il suo manifesto elettorale

La Pantana, che nel frattempo pare abbia fatto qualche piccolo passettino in avanti nell’aggregazione di consensi sul suo nominativo, in particolare con Fratelli d’Italia (ma non con la Lega), sta comunque procedendo nonostante le polemiche crescenti ed alcuni vistosi passi falsi (il riferimento è principalmente all’inspiegabile alleanza con Casa Pound, ad un’incauta e sostanzialmente inutile promessa sul vecchio palestrone di Fontescodella e all’ostentata e controproducente presenza al suo fianco, anziché degli esponenti di quelle liste civiche di appoggio che dovrebbero essere la novità di questa campagna elettorale, di un vecchio personaggio forzista che bene farebbe se pensasse a casa sua), ormai con il forzato sostegno del comitato comunale di Forza Italia, privo di alternative e di fatto impossibilitato a stipulare alleanze più vaste. Le liste di centro stanno cercando disperatamente, dopo essere andate dietro a Mosca per mesi, di convincerlo a scendere comunque in campo oppure di trovare un altro nome da proporre all’elettorato, con il rischio concreto, nonostante l’apprezzabile attivismo dei mesi scorsi, di rimanere alla finestra e fuori dai giochi.

 Anna Menghi in Consiglio comunale

Anna Menghi in Consiglio comunale

Anna Menghi è intervenuta direttamente su Cronache Maceratesi per attaccare la Pantana e Forza Italia (quella di Macerata) che la sostiene, palesando, sia pure in maniera non del tutto chiara, una sua possibile ulteriore candidatura e ricevendo in risposta una veemente replica dei forzisti locali, con tanto di accusa (abbastanza ingiusta, in verità) di essere la principale responsabile delle ormai tante sconfitte del centrodestra maceratese. Infine, visto che il banco nel centrodestra sembra essere ormai saltato, sempre Forza Italia (quella provinciale, però, guidata da Lorena Polidori) è intervenuta in questi giorni, a tempo cioè ormai quasi scaduto, per dire – anch’essa ricevendo a titolo di risposta parecchi insulti a mezzo stampa e toni sprezzanti – che la Pantana, ritenuta priva di reali capacità di aggregazione dell’area moderata, doveva fare non uno, ma, a questo punto, almeno dieci passi indietro e che tutte le forze dell’opposizione dovrebbero cercare di trovare in breve tempo una candidatura unitaria: un impresa del tutto impraticabile, a meno che non si pensi ad un miracolo da ottenere con incessanti veglie di preghiera a Santa Rita, avvocata dei casi impossibili.
E così, tra liti e polemiche, quella che era un’occasione d’oro (considerando anche la quasi certa presentazione alle elezioni comunali del Movimento 5 Stelle, profondamente rinnovato e pronto a sottrarre voti soprattutto al centrosinistra) per l’ormai balcanizzato centrodestra maceratese, sta seriamente rischiando di trasformarsi a poco a poco nell’ennesimo incubo per tutti coloro che aspiravano ad un ricambio sostanziale nella guida della città.

La lettera aperta di Lorena Polidori a Deborah Pantana

La lettera aperta di Lorena Polidori a Deborah Pantana

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