Rompo gli indugi:
vi presento il mio candidato

DAVOLI A MERENDA - Costume e buon umore sulla politica maceratese

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davoli a merenda newdi Filippo Davoli

Basta, rompo gli indugi. Visto che ormai quella di presentare candidati sindaci è diventata la moda del momento, anche io voglio partecipare attivamente alla kermesse. Dormano sonni tranquilli i concittadini militanti nei partiti e nelle civiche: credo di avere ancora qualche chance professionale da mettere a frutto, prima di buttarmi in politica, ipotesi che continuo a ritenere l’ultima spiaggia. Però possibili nomi di nuovi sindaci di Macerata ce li ho pure io, e allora perché tenerli sotto coperta?

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Vi farò una rivelazione in anteprima: fingo di tenermi a bada da mesi, sfruttando anche la popolarità di questa rubrica, per calare il mio asso nella manica tra qualche settimana. In realtà ne ho più di uno, perché nel caso vi fosse incertezza intorno ci metto un secondo a cambiare cavallo. Tanto, in questo grande caravanserraglio pre-elettorale, non se ne accorgerà nessuno.

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Naturalmente, al mio candidato ho preparato anche un programma. Si sa bene che tutti evocano il programma e che, contemporaneamente, continuano a parlare soltanto di nomi e di politica; io invece, essendo avveduto, il programma l’ho già scritto (va bene per entrambi, sempre nel caso debba cambiare cavallo in corso d’opera). Ma sì, lo so benissimo che proprio non frega a nessuno mettersi a spulciare le proposte programmatiche, e che poi alla fine ognuno vota secondo appartenenza. Quelli che votano. Tanto, come disse Andreotti, “moriremo democristiani”. E almeno quella volta non sbagliò di una virgola.

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rompo gli indugi fotoritoccoPer mia sublime disgrazia, appartengo alla schiera di coloro che le cose, se le fanno, le fanno per bene. E così, nonostante il disinteresse reale, presenteremo il nostro programma alla città affiggendolo ai muri di tutti i quartieri; pochi punti ma molto molto concreti e risolutivi:

1. Serrata del territorio comunale dalle ingerenze dei paesi limitrofi (Tolentino, San Severino, Camerino, Ancona più che mai, ma anche Corridonia, Morrovalle e Civitanova), mediante l’innalzamento di muri di contenimento dei confini e oneroso balzello a chi si voglia nonostante tutto avventurare all’interno del nostro borgo; quivi, ladri e ladruncoli di ogni risma potranno agire indisturbati sui visitatori, purché debitamente registrati presso gli uffici territoriali, disposti a versare alle casse civiche congrua percentuale delle loro esercitazioni e dietro giuramento di non infastidire in nessuna maniera i loro concittadini residenti;

 2. Servizio navetta, per accompagnare tutti i bambini e gli adulti che davvero insistessero a voler imparare a nuotare, dalla città alle rive del Chienti e del Potenza: qui, con la naturale complicazione delle correnti, nonché l’attentato degli scarichi industriali, si potrà star certi che i sopravvissuti avranno imparato a nuotare anche nella vita quotidiana e non solo dentro l’acqua; anzi, grazie proprio alle correnti dei rispettivi fiumi, potranno anche agevolmente barcamenarsi tra i partiti politici di ieri, di oggi e di sempre;

3. Realizzazione di megaparcheggi dentro gli edifici scolastici: tanto sappiamo benissimo che la scuola in Italia è un equivoco e che ormai occorre la raccomandazione per farsi bocciare;

4. Gli edifici universitari saranno adibiti al ricovero di autobus, trattori ed altri mezzi pesanti (bisogna pur sempre rispettare le proporzioni…);

5. Basta con la cementificazione e con gli uffici (che tanto se ne vanno lo stesso): a tutti i residenti verrà regalata dal Comune una bella vanga nuova fiammante, invitando gli stessi a recarsi presso le campagne territoriali per coltivarle e vivere dei raccolti (sì: sappiamo anche che quando si parla di lavoro, tutti lo vogliono ma tutti ne scappano, però una noticina ci voleva e l’abbiamo inserita); crediamo convintamente che, dopo una giornata curva sui campi, non vi saranno più esigenze di divertimento, svago, cultura e spettacoli, ma soltanto una grande necessità di tornare a casa per dormire. E avremo così risolto alla radice anche il punto n.6 del programma.

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Chi, dunque, potrebbe incarnare questo meraviglioso progetto presentandosi solo contro tutti, che così si evitano gli intruppamenti, i “va e vieni”, gli stracciamenti delle vesti, i monologhi shakespeariani (magari…), le trattative, gli annacquamenti, i voltagabbana, i poltronifici, le camarille, le interviste, le indignazioni, le finte indignazioni, gli show (beh… gli show sarebbero divertenti, se però le condizioni economiche generali fossero eccellenti… quindi niente show fino al secondo mandato), gli incarichi, le sigle, i partiti, le liste civetta, le segreterie, le vecchie appartenenze, le nuove appartenenze, i giovani, i vecchi, i distinguo, le quote rosa – mentre il mondo è sempre più grigio e sempre meno blu – , i tavoli, le sedie, i banchi, etc.)? Ripeto: il nome ce l’ho. Anzi, ri-ripeto: ce ne ho due. Chi li indovina? Fatevi sotto, concittadini. O vi toccherà aspettare il mio prossimo corsivo…



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