Il tormentone delle piscine
nuove e vecchie

MACERATA - Nell’attesa di sapere chi finanzierà il nuovo impianto di Fontescodella e quando aprirà il cantiere, l’Università vorrebbe compensare quanto dovuto per il mutuo. Per la vecchia vasca di viale don Bosco altri problemi in arrivo. Intanto la società Filarmonica ha dato il via all'iter per la ristrutturazione del centro di via Valenti

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L’ANNUNCIO – 15 gennaio 2012, il sindaco Carancini: “Se non faremo le piscine mandateci a casa”. (Clicca sull’immagine per guardare il video)

L'avvocato Giuseppe Bommarito

L’avvocato Giuseppe Bommarito

 

di Giuseppe Bommarito

Un significativo passo in avanti o un quasi nulla di fatto rispetto ai nuovi impianti natatori di Fontescodella? Il sindaco Carancini naturalmente ha scelto la prima opzione e ha trasformato d’incanto quello che a tutti gli effetti è un mero passaggio burocratico in una promessa mantenuta, in un’opera già realizzata, in un portentoso risultato ascrivibile alla sua amministrazione, al punto che, indossando le penne del pavone e crescendo di una spanna in autostima, il primo cittadino si è persino permesso il lusso di dire, con una punta di falsa modestia, che la sua futura ricandidatura alle prossime elezioni comunali, da molti data per quasi sicura, non dipenderebbe certo da questa grande opera ormai pressochè portata a casa, ma da tutt’altri meriti (leggi l’articolo).
Nella realtà, anche se non si può escludere nulla, nemmeno il più positivo degli esiti possibili, le cose sembrano presentarsi in maniera meno trionfalistica da come ci sono state esposte in questi ultimissimi giorni, già rientranti – come è ovvio – in una fase politica ampiamente viziata da esigenze di tipo puramente elettoralistico. La Fontescodella Piscine s.p.a., con il cosiddetto atto di sottomissione sottoscritto venerdì 17 ottobre (ma non sarebbe stato meglio per tutti scegliere un altro giorno?), si è infatti semplicemente impegnata in via unilaterale ad accettare l’ultima variante effettuata rispetto al progetto originario del nuovo polo natatorio, peraltro a suo tempo ampiamente concordata con la stessa amministrazione. Nulla di più e nulla di diverso.

Fabio Paci dopo la firma dell'accordo di sottomissione

Fabio Paci dopo la firma dell’accordo di sottomissione

Per il resto in effetti è ancora tutto da vedere, tutto da definire, tutto in alto mare, talmente in alto mare che lo stesso presidente della Fontescodella Picine s.p.a., l’ingegnere Fabio Paci, ha candidamente e con scarso entusiasmo riferito che la società aggiudicatrice è ancora alla ricerca di un istituto di credito che finanzi l’opera per la parte su di essa gravante e che quindi non è possibile per il momento indicare alcuna data per l’effettiva apertura del cantiere, che in ogni caso a questo punto dovrebbe portare alla consegna dell’opera, chiavi in mano, entro il mese di giugno 2016 (teniamo sempre ben presente, a futura memoria, che, in base alla convenzione originaria firmata nel giugno 2009 dal Comune di Macerata e dalla Fontescodella Piscine s.p.a., le nuove piscine avrebbero dovuto essere inaugurate entro e non oltre il 13 giugno 2011).
Si direbbero quindi – viste le inequivocabili parole del presidente Fabio Paci – rimasti senza risultato, almeno allo stato, i tentativi, pure ampiamente sostenuti e sponsorizzati dallo stesso sindaco Carancini, finalizzati ad ottenere un mutuo milionario e portati avanti da diversi mesi a questa parte dalla Fontescodella Piscine s.p.a. presso il Credito Sportivo, considerato che i vertici della società concessionaria hanno parlato pubblicamente e senza mezzi termini di una ricerca a tutto campo di altri istituti di credito disposti ad erogare un qualche finanziamento che si dovrebbe aggirare, a occhio e croce, su una cifra non inferiore ai sei o sette milioni di euro.
Insomma, una caccia ai soldi piuttosto impegnativa, che per il momento – diciamo le cose come stanno – appare abbastanza proibitiva, e ciò non solo e non tanto per la difficilissima situazione economica generale e per l’ormai nota ritrosia delle banche a finanziare nel presente periodo storico qualsiasi cosa abbia a che fare con il mattone, quanto per il fatto che a questo punto, con un Piano Economico e Finanziario (in sigla PEF) dell’opera non più credibile e pertanto tutto evidentemente da rifare a livello sostanziale, le possibilità di una sana e corretta gestione dell’opera da realizzarsi, e quindi di un adeguato sostegno bancario, sembrano abbastanza compromesse.

Per rendere più chiaro ciò di cui stiamo parlando, bisogna precisare che, nel nostro caso, la Fontescodella Piscine s.p.a., vincendo nel 2008 la gara pubblica per le nuove piscine, si è addossata l’onere non solo della progettazione esecutiva e della realizzazione del costoso e complesso nuovo polo natatorio, ma anche della sua gestione per i successivi trenta anni. Ebbene, sia per gestire proficuamente i futuri impianti che per bussare a cassa presso gli istituti di credito con ragionevoli possibilità di trovare ascolto, il PEF dell’opera appare determinante. E il PEF, in parole semplici, consiste in un realistico e credibile piano di copertura, tramite il raffronto tra gli esborsi da effettuare ed i possibili ricavi futuri, sia dell’investimento iniziale per la realizzazione dell’opera che dei costi per la successiva gestione per il periodo contrattualmente stabilito (trentennale nel caso delle nuove piscine di Fontescodella): se la redditività della gestione emerge in maniera convincente le banche, fermo restando il discorso delle necessarie garanzie reali e personali, possono anche arrivare, dopo lunga e penosa malattia, a concedere il richiesto finanziamento; altrimenti è meglio girare al largo, perché non se ne farà nulla.
E qui, se ritorniamo per un attimo alla recente pronunzia dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, casca l’asino. Teniamo infatti presente che, proprio per raddrizzare un PEF che sin dall’inizio di questa avventura appariva molto astratto ed ipotetico (soprattutto a causa del peccato originale consistente in una voluta sopravalutazione originaria dei costi effettivi dell’opera), basato cioè su una previsione di affluenza piuttosto irreale frutto di una fantascientifica analisi di mercato effettuata dalla Bocconi di Milano, il Comune di Macerata, facendo finta di credere alla ridicola prospettazione avanzata dalla Fontescodella Piscine s.p.a. di un altro impianto sorto nel frattempo nel territorio comunale di Macerata e tale da causare addirittura un calo prevedibile di ben 5.000 utenti l’anno (trattasi – com’è noto – della famosa vaschetta da acquagym di Piediripa), e così avallando per motivi mai chiariti una condotta della società concessionaria che appare persino di rilevanza penale, nel 2013 aveva concesso a quest’ultima il diritto di aumentare sin dall’apertura le tariffe per gli utenti di un 5% in più rispetto all’incremento Istat nel frattempo determinatosi. Ma l’Autorità Nazionale Anticorruzione, ormai è storia nota, si è messa di traverso ed ha dichiarato illegittimo tale previsto aumento tariffario, sbacchettando il Comune anche per i profili di inefficienza evidenziati dal lungo tempo fatto trascorrere a vuoto dopo l’aggiudicazione della gara!

La piscina della Filarmonica in via Valenti

La piscina della Filarmonica in via Valenti

Come se non bastasse, ad affossare ancora di più il PEF dei nuovi futuri impianti e quindi a rendere ulteriormente problematica qualsiasi ipotesi di futura redditizia gestione degli stessi, ecco che nel frattempo la Società Filarmonica ha dato finalmente avvio all’iter per la sistemazione della vecchia piscina di via Valenti, forse anche per la realizzazione di una seconda vasca, con una fruibilità che, grazie ai dovuti accorgimenti tecnici, dovrebbe riguardare anche i mesi invernali. E – badate bene – in questo caso non si tratta di una concorrenza inventata di sana pianta a fini strumentali, come quella sopra ricordata della minuscola bagnarola di Piediripa, ma di una reale ed oggettiva competizione di tipo commerciale ad opera di una o due autentiche piscine, collocate nei pressi di Macerata in un sito tradizionalmente caro ai maceratesi e realizzate in tempi presumibilmente brevi ad opera di un’associazione ben conosciuta e molto stimata in città, con oltre duecento anni di storia sulle spalle.
Ecco quindi che, tra un aumento tariffario non consentito perché non legittimo ed una reale attività concorrenziale ormai in vista, il tentativo della Fontescodella Piscine s.p.a. di convincere qualche banca della credibilità del suo PEF, e di pervenire così ad un soddisfacente finanziamento dell’opera, appare tutto in salita. Tanto più che anche agli occhi degli istituti di credito non depone certo bene la già esistente e pesante posizione debitoria della Fontescodella Piscine s.p.a. verso il Comune di Macerata relativa alle utenze della vecchia piscina di viale don Bosco, questione anch’essa grossa come un macigno e rimasta, a quanto se ne sa, ancora irrisolta, nonostante le pressanti indicazioni in tal senso, oltre che dell’opposizione di centrodestra, anche dello stesso gruppo consiliare del Pd.

Il Rettore dell'Università di Macerata, Luigi Lacchè

Il Rettore dell’Università di Macerata, Luigi Lacchè

Nel frattempo, visto che piove spesso sul bagnato, per il nostro sindaco piscinauta un’altra bella grana sembra aprirsi rispetto all’ipotizzato polo natatorio di Fontescodella. Come si sa, l’Università, partner del Comune in questa disastrosa avventura delle nuove piscine, dal 2010 ha sospeso il rimborso della sua quota parte del mutuo a suo tempo acceso per i futuri impianti (un mutuo che assurdamente macina interessi a vuoto da quasi dieci anni), accumulando verso il Comune un debito che ormai supera i quattrocentomila euro: pagheremo – ha sempre detto l’ateneo maceratese – quando sarà chiaro e definito l’iter della pratica. Oggi, però, alla vigilia del rilascio di palazzo Conventati, ove dovrebbero rientrare diversi uffici comunali per adesso dislocati nell’ex distretto militare, l’Università vorrebbe compensare questa esposizione debitoria con i lavori e le migliorie effettuati appunto nel palazzone di proprietà comunale che sorge lungo la piaggia della Torre.
Insomma, problemi a non finire e dubbi grossi come una casa sul futuro iter delle piscine di Fontescodella. Intanto, però, in attesa di capire se il trionfale recente proclama del sindaco Carancini sul nuovo polo natatorio si esaurirà nel consueto effetto annuncio oppure approderà a qualcosa di più sostanzioso, abbiamo qualche certezza che riguarda, questa volta, la vecchia piscina comunale di viale Don Bosco, ora temporaneamente gestita, dopo il traumatico addio dell’ex gestore Alfredo Camilloni, dalla società sportiva dilettantistica Centro Nuoto Fiuggi e da questa, tramite una cessione di ramo d’azienda, affidata ad una nuova associazione sportiva dilettantistica, la Centro Nuoto Macerata (secondo i bene informati, di fatto colonizzata dalla società sportiva civitanovese Il Grillo e dalla sua emanazione agonistica, l’Ippocampo).

La piscina di viale Don Bosco

La piscina di viale Don Bosco

La certezza è che ben presto qui, come già avvenuto con la Fontescodella Piscine s.p.a., si ricreerà una pesantissima situazione di fatto relativamente alle utenze, ad oggi, chissà perché, nemmeno volturate e quindi sempre intestate al Comune di Macerata. A ciò inevitabilmente porterà il basso prezzo di aggiudicazione, unitamente ad un discreto calo delle frequenze probabilmente dovuto ad una fase di necessario assestamento, oppure alla non felice situazione degli arredi e della struttura ed al fatto che ancora non sono partiti alcuni aspetti del programma di gestione con il quale la società di Fiuggi ha vinto, tra mille polemiche, la gara per la gestione della vecchia piscina comunale maceratese (ad esempio, l’impegno ad aprire per due giorni alla settimana ininterrottamente dalle ore 6 alle 22).
In conclusione, qualora non si corresse velocemente ai necessari rimedi, vale anche per Carancini, e di conseguenza per tutti noi, il vecchio detto degli antichi romani: “mala tempora currunt, sed peiora parantur” (corrono tempi cattivi, ma se ne preparano di peggiori).

 

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