Pd Macerata, c’è un problema di comunicazione

IL PUNTO - Divieto di accesso alla città nella sede di via Spalato. Dall'urbanistica alle piscine, cambiano i problemi ma non il modo di affrontarli

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di Matteo Zallocco

 Il Pd e la comunicazione: un compromesso necessario. E’ ora che il Partito Democratico di Macerata inizi a considerare la comunicazione non come un accessorio che si utilizza perché è obbligatorio farlo bensì come uno strumento fondamentale per coinvolgere la città. Invece con la città si continua a giocare a nascondino. E per chi, come Cronache Maceratesi, ha il dovere di informare i cittadini, alcune volte non è affatto facile farlo. Un esempio lampante sono i direttivi Pd: quello che accade nella sede di via Spalato è tabù. Alcuni membri del direttivo, interpellati da Cronache Maceratesi, rispondono a chiare lettere: “Hanno detto di non parlare”. Altri rispondono, chiedendo di rimanere anonimi, ma non è facile ricostruire la verità dei fatti attraverso le versioni discordanti di soggetti appartenenti a diversi schieramenti interni. Spesso si cerca di dare una versione strumentale, in alcuni casi anche per attaccare il sindaco che a sua volta cerca di portare acqua al suo mulino. E’ successo anche dopo la riunione di lunedì sera: le fonti all’interno del Pd hanno sviscerato i problemi legati alle delicate questioni tecnico-giuridiche riguardanti le piscine di Fontescodella (leggi l’articolo) ma hanno accuratamente evitato di riferire in merito alle contestazioni arrivate dall’Autorità di vigilanza sul piano economico e finanziario del progetto. Già il giorno dopo altri componenti del direttivo si sono premurati di farci arrivare il documento sottolineando come quest’ultimo non sia stato illustrato dal sindaco. Oggi Carancini dice che questo non è assolutamente vero e che tutti sono stati informati (leggi l’intervista), fatto confermato da altri presenti tra cui il segretario Paolo Micozzi. Altri continuano invece a sostenere che se ne è parlato solo con qualche accenno, in maniera veloce e riduttiva e senza dare lettura del documento, dopo che il sindaco era stato sollecitato a farlo dal capogruppo Andrea Netti. Insomma, ci sono solo verità di parte.

I fatti sono due. Primo: il documento sviscerato dall’avvocato Bommarito su Cronache Maceratesi c’è (leggi l’articolo) anche se per molti non doveva diventare subito di dominio pubblico.  Secondo:  il Pd non vuole comunicare e spesso cerca di minimizzare e sgonfiare i problemi come nel recente caso che ha riguardato l’inchiesta aperta per violazione del vincolo paesaggistico a carico del consigliere Luigi Carelli. Dopo due riunioni il Pd se l’è cavata con un breve comunicato stampa (e che venga scritto un comunicato stampa è un fatto più unico che raro) per dire che era insufficiente l’autosospensione dalla presidenza della Commisisone III da parte di Carelli per poi annunciare un’assemblea pubblica sull’urbanistica (leggi l’articolo) che sarebbe stata convocata nel giro di pochi giorni. Era il 28 dicembre e a quasi due mesi di distanza non se ne è saputo più nulla. Il segretario cittadino Paolo Micozzi, che appare persona competente e preparata, non sembra però avere il controllo della situazione, è evidentemente soggetto a pressioni altrui e di sicuro la comunicazione è l’ultima delle sue preoccupazioni. Riuscire a parlare con lui è quasi impossibile e a quasi due mesi di distanza non siamo riusciti ad avere risposte sulle 10 domande poste al Pd da Carlo Cambi (leggi l’articolo), nonostante le nostre sollecitazioni. “Aspettiamo l’assemblea pubblica per rispondere anche a queste domande” è stata l’unica risposta che abbiamo avuto dopo diversi tentativi. Ma si farà mai questo benedetto incontro pubblico sull’urbanistica? E se si farà le cose si diranno o si continueranno a nascondere? In tutto questo silenzio ovattato dei poteri locali la gente è stanca di annunci, vuole una politica senza divieti di accesso per un confronto libero e democratico. Ultimamente nel Pd ci sono anche buoni esempi: basti vedere la segretaria provinciale Teresa Lambertucci che sin dal suo insediamento ha attuato una politica aperta, trasparente e attenta alla comunicazione. Aspetti che il Pd di Macerata non tiene neanche in considerazione. Quello che avviene nelle segrete stanze deve restare top secret. Ma nell’era della comunicazione questi giochetti non funzionano più. Al Pd di Macerata non si chiede di fare le dirette streaming della direzione come fa Renzi, anche perchè stiamo parlando di un coordinamento cittadino che ha un sito internet non aggiornato da diversi anni (guarda qui). Perchè, però, non pensare di delegare un membro del direttivo ai rapporti con la stampa? Oppure designare un portavoce dopo ogni riunione? Evidentemente non sono questi i problemi per il Pd che, lo ricordiamo, è il primo partito della città che sostiene il sindaco Carancini. Una città – ricordiamo anche questo – che secondo il capogruppo Andrea Netti ha come punto di forza “l’urbanistica innovativa” come ha scritto nel suo surreale intervento di fine anno (leggi l’articolo). E poi ci si lamenta dell’antipolitica. 



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