Inutile girarci intorno, il nocciolo della questione era ed è uno solo: nel caso del polo natatorio a Fontescodella, in base al buon senso, alla conoscenza dei luoghi, alla risultanze delle cartografie ed alle norme di diritto, si può parlare di sorpresa geologica, così come, al fine di chiedere un indennizzo aggiuntivo, ha fatto la Fontescodella Piscine s.p.a. nell’agosto 2010, dopo un anno dalla sottoscrizione della convenzione con il Comune e l’Università di Macerata e allorchè i lavori teoricamente dovevano essere già a buon punto?
Se la risposta a tale quesito fosse a suo tempo risultata positiva senza ombra di dubbio, allora la richiesta della società concessionaria Fontescodella Piscine s.p.a. di una somma in sovrappiù per i maggiori lavori da effettuare (inizialmente quantificata in due milioni e mezzo di euro, tenendo conto non solo della cosiddetta “sorpresa”, ma anche degli aggravi dovuti all’ultima normativa antisismica) avrebbe potuto avere un suo fondamento. E altrettanto potrebbe dirsi del parziale riconoscimento di tale indennizzo che, anche se a distanza di parecchio tempo dall’estate del 2010, l’Amministrazione Comunale ha effettuato nel mese di agosto 2012 per il minore importo di un milione e mezzo di euro (da non corrispondere materialmente, come ormai tutti sanno, ma comunque in via di fatto da concedere sotto forma di un ridimensionamento del progetto, e quindi delle opere da realizzare e dei costi conseguenti, a parità di compenso).
Altrimenti la richiesta della Fontescodella Piscine s.p.a. avrebbe meritato sin da subito di essere classificata come un’istanza inaccettabile, da rispedire immediatamente al mittente da parte del Comune insieme ad una bella diffida ad iniziare gli sbancamenti senza altri indugi e con l’applicazione delle sostanziose penali previste nella convenzione per il ritardato avvio dei lavori.
Tertium non datur, come dicono gli avvocati quando vogliono stupire i clienti utilizzando qualche latinetto dal significato più o meno misterioso.
Ma andiamo avanti. Per aiutare i lettori a districarsi in questa vicenda della sorpresa geologica, e quindi a capire se il Comune di Macerata abbia fatto bene o male ad andare dietro alle aspettative e alle richieste della Fontescodella Piscine s.p.a., prima di ogni altra cosa occorre tenere ben presente un punto di partenza indefettibile e insuperabile: si può parlare di sorpresa geologica solo quando la fragilità geologica della zona dove va ad insistere una determinata opera non è prevedibile, emerge cioè a lavori in corso come un accidente non previsto e non ipotizzabile. Cioè, detta in parole povere e accessibili a tutti, una sorpresa geologica deve essere veramente tale, altrimenti più che di sorpresa dovrebbe parlarsi di bufala geologica, cioè di una vera e propria presa in giro!
Ecco, da questo punto fermo, da questo necessario riscontro certo e definitivo circa la non prevedibilità della sorpresa geologica nella ormai annosa vicenda del polo natatorio maceratese, non poteva e non può quindi assolutamente prescindersi, a maggior ragione da parte di una pubblica amministrazione. E questo riscontro poteva essere effettuato in base a nozioni di comune esperienza o in forza di dati tecnici già acquisiti (ove ciò fosse stato possibile per le caratteristiche del sito, magari già ben note agli operatori e agli esperti del settore) oppure, nei casi più dubbi e controversi, per il tramite di rigorose indagini specialistiche.
Nel nostro caso – come è ormai noto – il Comune di Macerata ha deciso di “ratificare” la sorpresa geologica prospettata nel 2010 dalla società concessionaria senza utilizzare precise competenze specialistiche, e cio mi è sembrato e mi sembra francamente del tutto incomprensibile.
Poniamo infatti il caso che in questa storiaccia l’Amministrazione Comunale per suoi indecifrabili motivi abbia voluto trascurare le nozioni di comune esperienza geologica riferite alla zona in questione, notoriamente fragile e tendente a “muoversi” (valga il banale esempio della massicciata della sovrastante linea ferroviaria, che più volte ha creato problemi); che abbia inteso ignorare le risultanze di verifiche e sondaggi geologici fatti per altre più o meno recenti opere pubbliche e private realizzate in quella zona (ad esempio, tutte le villette dalle parti dell’ex clinica Villalba o la scuola superiore dell’ITAS, che sono situate proprio immediatamente a monte della linea ferroviaria); che abbia potuto dimenticarsi del fatto che sarebbe stato onere delle società partecipanti alla gara, nel momento della formulazione e della quantificazione dell’offerta, tenere conto anche del dato geologico dell’intera zona e del sito specifico e quindi procedere esse stesse preventivamente ad un minimo di riscontro tecnico in tal senso. Poniamo anche il caso che il Comune abbia scelto di non andare a rileggersi le indicazioni del Piano di Assetto Idrogeologico delle Marche che in stralcio pubblichiamo qui accanto e che da anni classificano quella zona di Fontescodella come area a medio rischio frana, e quindi evidentemente fragile a livello geologico.
Poniamo tutte queste cose, passiamo pure sopra a tutte queste inspiegabili e gravi trascuratezze, però, la conseguenza di questo eccesso di disinteresse verso troppe cose a quel punto doveva assolutamente essere la richiesta già nell’estate del 2010 di uno specifico parere tecnico, sul punto nodale della vicenda, ad un geologo, ad un professionista esterno di provata competenza e professionalità, e non la richiesta ad un avvocato di un parere legale sulle conseguenze giuridiche della sorpresa geologica, dando così per scontato che la sorpresa geologica esistesse e fosse stata già riscontrata al di là di ogni ragionevole dubbio.
Insomma, voglio dire che in questa storia del polo natatorio (più vecchia storia che nuova storia) l’Amministrazione Carancini ha dato per certo ed acclarato ciò che certo non era affatto, potendosi semmai, in prima battuta e salvo migliori accertamenti, pensare che la sorpresa geologica fosse proprio da escludere o quanto meno tutta da dimostrare sul piano tecnico.
Detto questo, rimane da comprendere per quale motivo Romano Carancini abbia deciso sin dalla sua nomina a Sindaco di puntare ad ogni costo sul polo natatorio, in totale isolamento e mettendosi tutti contro, arrivando a sorvolare un aspetto tecnicamente così decisivo, qual è appunto la reale sussistenza nel caso specifico della sorpresa geologica; arrivando a cercare di inserire all’ultimo minuto nel bilancio preventivo del 2011 (peraltro senza riuscirci) la somma di un milione e mezzo di euro per l’indennizzo aggiuntivo in favore della società concessionaria che in quel momento era lungi dall’essere stato definito e concordato; arrivando imprudentemente ad impegnarsi con la Fontescodella Piscine s.p.a. con una delibera di giunta di fine agosto 2012 adottata senza il minimo coinvolgimento della sua maggioranza e con il pesante prezzo politico della prima spaccatura in due anni e qualche mese della sua Giunta; arrivando ad obbligarsi per questo indennizzo senza aver prima acquisito la copertura del partner Università di Macerata; arrivando a consentire una modifica progettuale che può tranquillamente integrare un significativo stravolgimento tale da legittimare future impugnazioni della società seconda classificata.
Insomma, qui è tutto un mistero doloroso, ed anche io, che più volte ho sostenuto e difeso Romano Carancini da tanti pesanti e ingiustificati attacchi, molti dei quali provenienti dal fuoco “amico” (cioè da quel comitato politico-affaristico, altrimenti detto sinistra pidiellina del mattone, che negli ultimi 15 anni ha letteralmente messo in ginocchio Macerata), questa volta, ad essere sincero, non ho capito e continuo a non capire questo atteggiamento del nostro Sindaco.
Così come, per dirla tutta, restano da capire anche i motivi per i quali l’opposizione, salvo una recentissima interrogazione di “Macerata è nel cuore”, abbia sempre incalzato l’Amministrazione sui tempi smisurati delle piscine in gestazione, sui continui rinvii della svolta decisiva, sugli annunci caranciniani rimasti campati per aria, sulle ruspe mai in azione, sugli interessi pagati a vuoto per il mutuo contratto diversi anni fa, e non abbia invece mai puntato il dito sulla questione di fondo: ma chi cavolo l’ha detto che alle imprese che hanno dato vita alla Fontescodella Piscine s.p.a. questo milione e mezzo di euro debba essere comunque e in ogni caso riconosciuto? Ciò è forse dipeso dal fatto che alcune delle imprese che poi hanno costituito la Fontescodella Piscine s.p.a. fanno riferimento o hanno comunque forti agganci nel centrodestra?
Speriamo che a questi nodi il Consiglio Comunale straordinario convocato per il prossimo 18 ottobre dia una qualche risposta, anche se ormai mi sono convinto che la trasparenza tanto sbandierata da Romano in campagna elettorale è solo una amena favoletta da raccontare ai bambini, ma solo a notte fonda, quando si sono già addormentati, per non metterli precocemente sulla cattiva strada.
Comunque, una volta effettuato il Consiglio Comunale sulle piscine, a fine mese sarà l’Università, dopo anni di ostinato silenzio sul punto, a dover dire la sua su questo nodo ormai scottante. A questo proposito, devo qui correggere un’imprecisione contenuta nel mio ultimo articolo su queste benedette piscine. Non è vero infatti che sino ad oggi l’ateneo maceratese abbia regolarmente e disciplinatamente pagato le rate del mutuo venute nel frattempo a maturazione. In realtà l’Università ha smesso di pagare le rate semestrali del mutuo sin da quando i tecnici ed i responsabili della Fontescodella Piscine s.p.a., trovando in qualche modo ascolto e sponda in Amministrazione, invece di aprire il cantiere e di cominciare a lavorare hanno iniziato a bussare a cassa presentandosi in Comune con il cappello in mano e con gli occhietti pieni di stupore e di meraviglia per la – secondo loro – totalmente inaspettata sorpresa geologica (e qui sarebbe interessante sapere se nel frattempo il Comune abbia pagato o no anche la quota parte gravante sull’ateneo maceratese delle rate del mutuo intanto venute a scadenza).
Difficile interpretare questo stop ai pagamenti da parte dell’Università, però secondo me esso dimostra in maniera abbastanza eloquente che il nostro ateneo non ha affatto gradito la politica comunale di accondiscendenza verso le richieste di maggior compenso da tempo avanzate dalla Fontescodella Piscine s.p.a..
E ora cosa succederà? Mah, la palla di vetro qui non ce l’ha nessuno, però di sicuro il prossimo consiglio comunale e il prossimo consiglio di amministrazione dell’Università saranno piuttosto accesi.
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Sorpresa geologica?
Sorpresa geologica??
Sorpresa geologica?!?
Sorpresa geologica?!?!
SORPRESA GEOLOGICA?!?!?!?!?!?!
(ho reso bene lo stupefacente stupore, di chi si ritrova improvvisamente a bocca aperta per la meraviglia?)
Ma per favore: diciamo le cose come stanno
Ce la vogliono vendere come sorpesa gelologica ma questa è una bella presa per il culatello…
Se non sbaglio, i maggiori oneri dovuti ad imprevisti per le fondazioni danno diritto ad un equo compenso mentre la “perizia di variante”, consentita al limite anche per le sorprese geologiche, secondo parte della giurisprudenza amministrativa, da diritto ad una revisione prezzi contrattuali.
Ammesso che si tratti di sorpresa scaturita un minuto dopo la redazione del progetto e la firma del contratto, sorpresa scoperta in ufficio e non in sede di sbancamento (come dici tu Giuseppe, ammesso ammesso ammesso …), ma, tenuto conto che non e’ stata fatta la perizia di variante, il milione e mezzo e’ un equo indennizzo o una revisione prezzi su tariffe contrattuali?
Caro Peppe,
sei poi riuscito a scoprire come mai quell’avvocato che ha dato il parere giuridico sul dissesto geologico è stato cercato (e trovato) a Cingoli?
Caro Filippo, in un precedente articolo Gianfranco Cerasi ha scritto che l’avv. Emanuela Branchesi in passato ha avuto una qualche forma di collaborazione professionale con lo Studio Carancini. In effetti questo dovrebbe essere vero, però tieni presenti due cose: la prima è che il parere è del tutto irrilevante rispetto al problema di fondo (l’esistenza o meno di una reale “sorpresa geologica”), che avrebbe richiesto, più che un parere legale, un parere specificamente geologico;; la seconda è che il parere in questione, avendo descritto quali possono essere le conseguenze giuridiche di una sorpresa geologica (non ponendosi, e non potendosi porre il problema circa la reale sussistenza di questa sorpresa geologica), è a mio avviso giuridicamente ineccepibile.
….Visto l’art 7, comma 6 del Dlgs 165/2001 in forza del quale le amministrazioni pubbliche per esigenze non
fronteggiabili con personale in servizio possono conferire incarichi individuali ad esperti di riprovata
competenza professionale;
Considerato che
– all’interno dell’ente non esiste un ufficio legale, per cui non è rinvenibile figura professionale che
possa effettuare tale prestazione specialistica;
– l’oggetto della prestazione è funzionale al raggiungimento degli obiettivi programmatori dell’Ente;
– sono stati individuati durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione, cosi come specificati
nello schema di convenzione che, allegata alla presente determinazione, ne costituisce parte
integrante e sostanziale;
…Visto in particolare l’art 18 dello stesso che consente l’affidamento diretto dell’incarico il cui importo sia
inferiore ad € 20.000,00 al netto dell’Iva…
http://www.comune.macerata.it/Engine/RAServeFile.php/f/dd110125.pdf
La cosa interessante, per essere andati a respirare l’aria buona di Cingoli, è che sembrerebbe che in zona non ci siano altri avvocati altrettanto preparati (sebbene, mi è stato riferito ma non ho controllato, che dovremmo avere ancora il Difensiore Civico, che è anche avvocato)
Ma come: a Macerata ci sono più studi di avvocati (molti dei quali riconosciuti a livello italico per competenza e professionalità) che vie cittadine e si deve arrivare fino a Cingoli?!?
Sarà…
Mi sembra che pure l’Università abbia interpellato un avvocato per un parere, ma nulla trapela da quelle parti…
Senza conoscere la specifica sorpresa geologica denunciata dalla ditta appaltatrice non vi sono sufficienti elementi per esprimere un giudizio.
Giuseppe Bommarito
Posto che non dispongo di altre fonti d’informazione sulla questione, salvo i tuoi articoli e quanto di documentazione reperebile on line, riprendo il tuo commento in risposta a Davoli e concludo che::
– per quanto riguarda la tua prima osservazione, ovvero che il Sindaco prima di chiedere il parere a un legale di comprovata profssionalità e competenza in diritto amministrativo, avrebbe dovuto più pertinentemente chiedere il parere tecnico di un geologo è assolutamente sensato, ma non dimentichiamoci che quell’area Fontescodella è entrata con una variante nel Piano Regolatore Generale ( nel 1995 se ricordo bene l’anno dalla tua inchiesta sulla Cittadella dello Sport) e che dunque per legge, ci deve essere una perizia frmata da un qualche geologo che accompagni tale modifica al PRG.,Intanto andiamo a vedere che è scrittto in quella e chi l’ha redatta.
Da questo punto di partenza non si può prescindere, dal momento che la P.A. nell’individuare un’area da inserire con variante al PRG dove progettare e costruire un bene di pubblica utilità è tenuta a considerare la idoneità del sito in termini di sicurezza , in assenza della quale si va inevitabilmente incontro a costi di idoneizzazione che la P.A., in quanto gestisce denaro pubblico, deve diligentemente evitare. per non far ricadere tali costi prevedbili sulla collettività.A questo perciò serve l’indagine geologica preliminare alla varante al PRG..
A LIVELLO PIANIFICAZIONE URBANISTICA QUINDI, NON ESISTONO, SORPRESE GEOLOGICHE.
.- tu dici, e non dubito, che il parere rilasciato dal legale interpellato dal Comune di Macerata, per come impostato il quesito che le è stato rivolto sia giuridicamente ineccepibile , ma trovo che sia stato un po’ come andare a farsi visitare da uno specialista di chiara fama dicendogli ho l’ulcera, e il medico senza visitarlo, senza fare ulteriori accertamenti, gli prospetta quali possono essere le conseguenze sula sua salute e gli prescrive una cura. Ma chi ha fatto la diagnosi? E se fosse sbagliata la prima diagnosi?
E adesso una domanda ,Giuseppe.
Trovo col motore di ricerca questo incarico allo Sudio SGA – Studio Geologico Associato- con sede a San Severino Marche, che
risale al maggio 2009, ovvero poco prima di quel giugno 2009, data in cui venne stipulato il contratto con la Fontescodella Piscine S.p.A
ID Lavoro 688
Responsabile del progetto:
Geol. MACCARI Marcello
Committente:
Consorzio Stabile Maceratese
Mese e anno incarico:
mag-09
Tipologia dell‘incarico:
Costruzione del CENTRO SPORTIVO UNIVERSITARIO -COMPLESSO NATATORIO DI FONTESCODELLA a Macerata
Importo dei lavori:
€ 7,000,000
http://www.sgageo.com/SGA/CURRICULUM.pdf
E’ forse da questa perizia che emersa la sorpresa geologica per la ditta costruttrice? Alla data del contratto, lo Studio Geologico in questione, che tu sappia, si era già espresso con una sua relazione? E che risulta da questa indagine tecnica? E, se non si era ancora espresso tra maggio e giugno 2009, tra l’incarico assegnato allo SGA e la firma del contratto , perchè da parte dell’impresa non aspettare l’esito delle sue indagini?
Ultima riflessione. E poi c’è la perizia UTE, di cui non s’è più parlato in proposito, ma che anche quella pochi mesi fa ha concorso con la sua stima di un milione e mezzo di euro come valore destinato al commerciale:, ad aggiungere sostanza alla richesta dell’impresa costruttrice.
Capisco che sono più le domande che ci facciamo, che le risposte che riusciamo a darci.. Possiamo solo ragionarci coi mezzi di cui si dispone, in attesa di chiarimenti istituzionali, da Comune ed Università.
..ma non c’è più la possibilità di correggere prima di pubblicare ?
Pazienza. E’ venuto fuori così. Si legge male, ma non posso farci niente.
Per Quaquaraqua
Certo, potrebbe aver ragione. Allora però, per consentire ai cittadini maceratesi di esprimere un giudizio più preciso e per elementari regole di trasparenza, sarebbe proprio il caso che la Fontescodella Piscine s.p.a. e l’Amm.ne Comunale ci dicessero qual’è questa sorpresa geologica così inaspettata che è spuntata fuori al’improvviso a cantiere fermo, senza aver mai iniziato i lavori e senza aver effettuato il minimo sbancamento.
Tenga presente che più volte la società e la Giunta sono state invitate a fare chiarezza sul punto, ma non sono mai riuscite a spiaccicare nemmeno mezza parola. Il che è la negazione totale del principio di partecipazione dei cittadini che Romano Carancini ha sbandierato in lungo e in largo durante la campagna elettorale, negazione ancora più grave nel caso specifico, trattandosi di una vicenda molto importante per la città e tale da richiedere in via di fatto un maggior compenso in favore della ditta appaltatrice di notevolissimo importo
Sulla richiesta di trasparenza non posso che concordare.
Per Tamara
Bravissima! Hai fatto una scopera veramente molto importante!!!
Non aggiungo nulla alle tue prime osservazioni, che sostanzialmente coincidono con i rilievi che io pure ho avanzato. In quella zona, infatti, sia il PRG che il Piano Reg.le di Assetto Idrogeologico consentivano di escludere la possibilità di sorprese geologiche, essendo state già scandagliate a livello tecnico le caratteristiche del sito.
Il parere chiesto dalla società appaltatrice ad uno studio geologico nel maggio 2009, appena un mese prima della firma della convenzione con il Comune di Macerata, invece costringe a porsi le seguenti domande (alle quali oggi nè tu nè io siamo in grado di rispondere, per cui la speranza è che le risposte vengano da chi può darle, cioè, appunto Comune di MC e Fontescodella Piscine s.p.a.):
– perchè la società appaltatrice, ben conoscendo in partenza per documenti ufficiali la caratteristiche geologiche della zona, ha ritenuto di chiedere uno specifico parere geologico solo ad aggiudicazione avvenuta della gara, e non in epoca antecedente, cioè quando ha formulato e quantificato la propria offerta?
– perchè sino ad oggi nè la società nè il Sindaco Carancini hanno fatto conoscere alla cittadinanza ed alle varie forze politiche presenti in Consiglio Comunale (sia di maggioranza che di opposizione) l’esistenza ed il contenuto di tale parere?
– perchè, dopo aver conosciuto tale parere (ammesso che proprio esso abbia evidenziato questa benedetta o maledetta sorpresa geologica), il Sindaco non ha ritenuto di richiedere a sua volta, a tutela della pubblica aministrazione da lui presieduta e quindi per un indispensabile riscontro, un approfondito e rigoroso parere professionale ad un geologo di comprovata competenza?
Voglio apportare un piccolo contributo alla questione delle piscine per evitare che la vicenda si trasferisca su altri tavoli dove il dibattito non sarà più possibile.
Si parla di sorpresa geologica ma trattasi veramente di bufala geologica come dice Bommarito, oppure c’è qualcos’altro che magari sfugge ai più?
Normalmente in quest’annosa questione si chiama in causa il primo cittadino, il Sindaco Carancini e la sua Giunta che ovviamente hanno le loro responsabilità sulle scelte ma nulla hanno a che fare con le procedure tecniche dove il dominus è, oramai da anni su tutte le opere pubbliche, il RUP (il Responsabile Unico del procedimento) questo personaggio oscuro ai più, mai chiamato in causa, a cui è affidata la totale responsabilità tecnica della procedura, aldilà dei luoghi comuni sulla cattiva politica e sul ruolo di amministratori preda delle lobby affaristiche locali.
Per capire questo è sufficiente fare una rilettura veloce della vicenda tenendo a mente le quattro norme fondamentali del codice dei contratti che regolano la realizzazione di opere pubbliche:
Non ci interessa in quest’analisi, quanto è successo prima del 2007 anno del bando perché attiene alla sfera politica, ci interessa quanto successo dopo: Approvazione progetto definitivo e Bando di gara nel 2007, Gara nel 2008, Contratto nel 2009.
Siamo nel campo dei Contratti di concessione di un lavoro pubblico che prevede la costruzione e la successiva gestione dell’opera per un periodo sufficiente al rientro del capitale privato investito nella realizzazione.
Il responsabile del procedimento aveva due livelli di controllo per evitare l’eventuale “sorpresa geologica”
Il primo livello nel Progetto preliminare attraverso la verifica dei documenti necessari per gli accertamenti e le indagini preliminari geologiche, idrologiche, idrauliche, geotecniche atte a pervenire ad una completa caratterizzazione del territorio ed in particolare delle aree impegnate.
Il secondo livello, in sede di verifica del progetto definitivo, approvato dal comune e oggetto di valutazione per partecipare alla gara, che doveva contenere le relazioni geologiche e geotecniche sviluppate con un livello di definizione tale da assicurare che, nella successiva progettazione esecutiva non ci fossero state significative differenze tecniche e soprattutto di costo.
Ora, tenuto conto che la fase successiva del progetto esecutivo sarebbe stata a carico del soggetto aggiudicatario, la sorpresa geologica, se reale, potrebbe essere attribuita ad una scarsa attenzione prestata al problema in fase di approvazione del progetto definitivo che inevitabilmente porta dentro la vicenda il RUP che doveva verificare attraverso una procedura specifica la completezza e corrispondenza del progetto, procedura che sicuramente non avrebbe lasciato spazio a sorprese sulla condizione della geologia dei luoghi scelti per il progetto.
Quindi, senza ombra di dubbio, i casi sono due:
-o il progetto non era approvabile per carenza di indagini e quindi la gara doveva essere annullata
-o la sorpresa geologica non esiste e quindi i maggiori oneri devono essere comunque a carico dell’impresa che ha stipulato il contratto.
Per finire l’Amministrazione comunale, aldilà dell’accordo, sottoscritto da cinque dirigenti e non dal sindaco, approvato in giunta lo scorso 29 agosto, in merito al quale sarebbe opportuno un ripensamento, non deve approvare nessun nuovo progetto diverso da quello oggetto del contratto che rimane comunque quello da realizzare per effetto della gara.
Se non erro, ma qui gli esimi esperti potrebbero venirmi in aiuto, se l’afidamento dell’incarico del Comune è sotto i € 20.000,00 la procedura dovrebbe essere più diretta e semplice e ci sono meno passaggi burocratici e soprattutto, mi sembra, che tali incarichi vengano dati saltanto completamente un eventuale controllo preventivo del Consiglio Comunale.
Un altra cosa che mi lascia basito e stupefatto (ma io non sono un legale e chiedo pertanto aiuto agli esperti) è che sia il Sindaco sia alcuni membri del Consiglio Comunale facciano di professione gli avvocati: prima di chiedere un “parere” (esterno ed a pagamento) possibile mai che nessuno vedendo le carte si sia fatto un’opinione professionale (sempre che queste carte si siano viste)
Cioè prima di ricorrere ad un incarico “esterno” non era possibile cercare di capire se la richiesta per la sorpresa geologica aveva un qualche fondamento??
Perchè, se chi aveva avanzato la richieta aveva pienamente ragione, non avrebbe avuto senso ricorrrere ad un parere.
Se invece, studiando le carte, chi avanzava la richiesta non aveva pienamente ragione, avrebbe allora avuto senso che, il parere legale, fosse pro Comune (e non certo pro chi chiedeva più soldi).
Insomma nel primo caso sembrerebbe che non sarebbe affatto servito, il parere.
Nella seconda ipotesi ci si sarebbe aspettato che (visto che la vicenda era complessa e la ragione sembrava non essere tutta dalla parte di chi chiedeva più soldi) questo parere legale fosse utile al Comune che, eventualmente, lo avrebbe potuto utilizzare (per rescindere il contreratto, epr ricorrrere in giudizio, ecc.).
Invece qui sembrerebbe, se non ho capito male, che si è pagato per un parere che dava ragione ai richiedenti, cioè indirettamente dava torto al Comune
Nella nebbia che parzialmente avvolge tutta la vicenda pare invece che questo parere legale, richiesto ad un avvocato, si sia trasformato in una sorta di giudizio arbitrale (hanno ragione a chiedere di più, quindi c’è da pagare): sicuramente non dovrebbe essere così, ma qualcuno sa spiegarmi meglio tecnicamente??
Per ultimo mi è stato fatto notare che eventuali “nuove” normative non dovrebbero essere estese per progetti già arrivati in dirittura di ufficio (in quanto la legge -dovrebbe- non essere retroattiva): anche qui chiedo lumi agli esperti….
CAPITE QUANTO SONO UTILI LE LOTTE ANTIFASCISTE A ANTIRAZZISTE?
Insomma, ancora una volta, ragionando su un problema (in questo caso, sugli ultimi sviluppi della vicenda del polo natatorio), sono emersi, un poco alla volta, importanti elementi nuovi di valutazione e di riflessione. Interessantissimi tutti gli interventi, ma una segnalazione particolare meritano quelli di Tamara e di Afrodite79, la prima perchè ha segnalato un particolare non conosciuto, la seconda perchè ha inquadrato perfettamente la questione nei suoi passaggi giuridico-amministrativi e operativi.
Ora è pienamente evidente che tutto porta a ritenere che qui non ci sia (e nemmeno poteva esserci) alcuna sorpresa geologica e che pertanto il compenso aggiuntivo di un milione e mezzo di euro fatto all’impresa aggiudicataria e lo stravolgimento del progetto sono decisioni palesemente ingiustificate ed illegittime (e fonte anche di possibili guai giudiziari e di eventuali responsabilità contabili).
Di ciò dovrà tenere bene conto il prossimo Consiglio Comunale, spostato dal 18 al 22 ottobre prossimo (e successivamente l’Università). E di ciò dovranno tenere conto anche tutte le forze politiche presenti in Consiglio, specialmente quelle di maggioranza, che a questo punto, per non legittimare una situazione che evidentemente non sta nè in cielo nè in terra, dovranno assolutamente evitare di fare buon viso a cattiva sorte, oppure di ragionare secondo la logica del meno peggio, del male minore (quella che porta a ragionare nel seguente modo: ormai, per come stanno le cose, non si può fare a meno di procedere nella linea segnata nelle ultime settimane da Romano Carancini).
In realtà, ben altro i cittadini si aspettano, per questa come per tutte le altre vicende che concernono opere pubbliche o di interesse pubblico, cioè il rispetto pieno della legalità e della trasparenza, e non trattative solitarie e sotterranee dagli esiti sconcertanti, alla fine fatte accettare alla maggioranza per andare in qualche modo avanti e poter concludere la consigliatura. Queste sono logiche di bassa politica, ormai non più accettabili.
adesso potete ben capire perché il prof. Munafò non era per niente amato dai nostri politici, perché ha le competenze e l’onesta’ per “leggere” le questioni tecniche dei lavori pubblici! non a caso e’ stato perito procure procure di tutta Italia per i grossi scandali di opere pubbliche!
Fontescodella è proprio una zona maledetta!! Anche nel 2006 nel corso dei lavori per la realizzazione della Galleria passante Fontescodella sono intervenute “obiettive esigenze, derivanti da imprevedibili cause geologiche” che hanno comportato una maggiore spesa di ben 4.000.000 di euro. (Delibera di Giunta n. 19 del 25 Gennaio 2006 REP. N. 360)
L’articolo di Giuseppe Bommarito e quasi tutti i commenti che ne sono seguiti hanno inquadrato molto bene la situazione del polo natatorio di Fontescodella ed hanno messo in luce tutte le opacità politiche, della ditta vincitrice il bando e tecnico-amministrative del Comune.
Ma a questo punto credo che questo progetto si debba fare perché ritengo che ci siano ragioni sufficienti per motivare questa mia convinzione:
dal punto di vista progettuale nessuno inizialmente si era accorto che la grandezza della piscina coperta che doveva essere adatta a gare olimpiche internazionali di pallanuoto e nuoto sincronizzato avevano soltanto una capienza di pubblico di 500 persone, per cui non abilitate dalla federazione;
la gestione per come era stato proposto l’impianto, nonostante lo studio fatto fare, presentava grosse carenze di sostenibilità;
la rimodulazione così fatta non stravolge il progetto nel costo del bando;
il privato a parità dell’impegno economico pubblico (Comune ed Università) aumenta il suo impegno economico, passando il costo del progetto da circa 9 milioni di euro a 12 milioni di euro, tutti a carico dell’impresa;
la rimodulazione delle vasche interne vanno a beneficio della vasca esterna dandone una fruizione estiva molto migliore in quanto se ne raddoppia circa la sua superficie;
questa rimodulazione consente una gestione sicuramente più sostenibile della struttura, evitando problemi nel futuro con costi per gli utenti in linea o addirittura migliorativi di quelli attuali della piscina di viale don Bosco;
la riduzione della vasca interna grande passata da mt. 34 a mt. 25 consente un uso più che adatto alle esigenze sportive che vi si possono praticare per gare nazionali;
da un punto di vista del bando non c’è uno stravolgimento sostanziale e questo ce lo assicura il parere positivo del segretario comunale;
rinunciare a questo progetto si può incorrere ad una richiesta di risarcimento danni da parte dell’impresa a discapito dell’amministrazione, per cui non ne vedo i motivi;
finalmente Macerata si doterebbe di una delle migliori strutture natatorie del centro Italia in una posizione strategica della città.
A questo punto ritengo che chiudere la vicenda con questa soluzione sia la migliore sotto tutti i punti di vista, in cui la maggioranza nel suo insieme ha contribuito e che tutti i cittadini di Macerata possono finalmente vederne la realizzazione con soddisfazione. Mettere in discussione questa opera pubblica credo che sia un atto di irresponsabilità grave da parte di chiunque.
@ Consigiere Meschini,
Poichè lo dice un segretario comunale, che non c’è uno stravolgimento, allora dobbiamo desumere che non servono più pareri, consulenze legali, magristratura, tribunali, processi, giudici… visto che c’è un’autorità che, sembra, derivare direttamente da dio (o forse anche da più in alto)????
Quindi lei afferma che il segretrio non possa sbagliare, che è immune da errori, che quanto asserisce deve, per forza, trovarsi scritto nella bibbia???
Cavolo, allora cambiamo immediatamente l’effige sul frontone del Comune: via la madonna e al suo posto l’effige del segretario, ma subito!!!
A parte gli scherzi credo che tutta la vicenda del polo natatorio NON possa essere smplicemente liquidata con un arrivati a questo punto, sebbene con troppe ombre e poche luci, facciamola ‘sta benedetta piscina….
Questo perchè inanzitutto si finge che, con questo fantastico polo natatorio, Macerata potrà esere interessata da gare importanti (nazionali/internazionali).
Si finge perchè, oltre che le piscine (e spalti adeguati e strutture di supporto per telecamere e giornalisti) servirebbero molte infrastrutture collaterali (strade, alberghi, ecc.) che NON abbiamo e pertanto qusto NON averle ridurrà di molto la possibilità di avere gare “importanti.
Secondariamente il polo natatorio era stato pensato quando, intorno a Macerata, di piscine ce ne erano poche ed erano tutte pescolle: quindi si immaginava (almeno sulla carta) che il polo maceratese avrebbe potuto calamitare e catturare anche gli abitanti di parte della provincia.
Ora la situazione è profondamente mutata e le piscine sono sorte (ben prima delle nostre) in molte città: quindi questa IMPONENTE realizzazione sarà poco utilizzata dagli abitanti extra maceratesi.
Ma anche tralasciando quanto detto sopra ritengo comunque che sia illogico chiudere ogni discussione con arrivati a questo punto, sebbene con troppe ombre e poche luci, facciamola ‘sta benedetta piscina….
Questo perchè, come anche lei accennava, sembrerebbe che le ombre sono così spesse che il voler “fare ad ogni costo il polo natatorio” getta ulteriore nebbia a tutta la situazione.
Visto che si sono persi 12 anni NON credo sia una grossa perdita se si perde un mese di tempo per dipanare tutta la matassa e fare luce su ogni aspetto di questa intricata vicenda
@Giuliano Meschini
Se effettivamente si corre il rischio che l’impresa chieda al Comune un risarcimento del danno smettiamola di interessarci dell’affare con faziose congetture.
Chiedo anzi a CM di cancellare tutti i miei interventi sull’argomento anche se, purtroppo, rimarranno quelli di Giuseppe che, ostinatamente, ritengo continuerà invece a mantenere la lente sulla questione.
Guardi, però, Sig. Meschini che “dal punto di vista progettuale”, come dice Lei, il problema non è tanto che “nessuno si era accorto che la grandezza della piscina …”, piuttosto che sotto la piscina, olimpionica o meno, vi era un problema geologico che ha determinato un aumento del costo. Però, ripeto, se c’è il rischio di un risarcimento a carico del Comune, beh allora facciamo finta di niente!.
@Meschini,
nessuno sta mettendo in discussione questa opera pubblica, si sta mettendo in discussione la procedura….o forse non si era capito?
Passi per il povero Meschini che, dopo mesi di dichiarazioni e lettere contro gli impuri di tutto l’orbe politico locale e nazionale, sposa una linea superpolitichese e democristiana, e volta pagina; ma Marchiori, tu?
Possiamo pure fare finta di niente sulla piscina, come suggerisci; ma come faremo a fare finta di niente a proposito di quanto hai scritto, la prossima volta che scriverai??
Caro Giuliano,
intanto grazie per essere intervenuto sulla questione piscine, mettendoci la faccia e le tue argomentazioni. Sei uno dei pochi consiglieri di maggioranza che con onestà concettuale si relaziona con i lettori ed i cittadini anche per il tramite di questo giornale on line, e di ciò ti va dato sicuramente atto.
Per il merito della vicenda, però, come ben sai, non sono e non posso essere d’accordo con te.
Tu parli di rimodulazione, ma una rimodulazione del genere, qualsiasi cosa possa dire il Segretario Comunale, a mio avviso non è in alcun modo consentita, tanto meno una rimodulazione fatta a partire dalla segnalazione da parte dell’impresa aggiudicataria, a gara ormai aggiudicata, di una sorpresa geologica la cui esistenza si è a questo punto rivelata con chiarezza come non veritiera (e tecnicamente impossibile).
Ancora una volta la maggioranza di centrosinistra che governa il Comune, questa volta con il Sindaco bene in testa, ha consentito a soggetti privati di fare il bello e il cattivo di tempo ai danni della città e delle sue vere esigenze, di fare e disfare progetti, di ritardare l’avvio dei lavori per oltre 3 anni senza che venisse richiesta l’applicazione delle penali contrattualmente previste.
Tutto questo NON SI PUO’ FARE!!!
E non si può fare nemmeno per salvare il salvabile, come scrivi nel tuo commento. E nemmeno per evitare una crisi senza ritorno in Amministrazione.
C’è una linea rossa della legalità e della decenza che non si può oltrepassare, anche se a Macerata ormai siamo abituati a tutto e di più.
L’Amministrazione riprenda la strada maestra della convenzione sottoscritta con la società aggiudicataria e richiami quest’ultima al rispetto degli impegni presi in sede contrattuale. Oppure risolva il contratto per colpa dell’impresa aggiudicataria, che è inadempiente da oltre tre anni, ed è essa per questo motivo tenuta a risarcire il Comune, e cerchi poi di risolvere diversamente il problema piscine (ad esempio, trovando un accordo con la Filarmonica per l’impianto sito in via Valenti, che potrebbe essere ampliato, ristrutturato e dotato anche di un’altra vasca, o anche di due vasche: il tutto costerebbe dieci volte di meno e arriverebbe in porto in minor tempo). In ogni caso – ricordiamocelo sempre – non sono le piscine il problema principale di Macerata.
Un’ultima cosa. Irresponsabile non è chi, per quanto concerne il polo natatorio, si sta opponendo ad uno scempio della legalità e ad una presa in giro ai danni della città legalizzata ed avallata dalla maggioranza di centrosinistra. Irresponsabile è chi si ostina a voler portare avanti una soluzione giuridicamente e politicamente assurda, come quella che sarà portata tra qualche giorno all’attenzione del Consiglio Comunale.
In questa sede speriamo anche che qualcuno spieghi alla cittadinanza come e perchè, e per colpa di chi, il Comune di Macerata, soggetto penalizzato da un ritardo inaccettabile nell’avvio dei lavori motivato con una sorpresa geologica che sta facendo ridere l’intera provincia, potrebbe in ipotesi essere riuscito addirittura a mettersi nela posizione di chi è tenuto a risarcire i danni alla società aggiudicataria.
Giuro non ho capito neanche io l’intervento del Consigliere Meschini dell’IDV.
O meglio, non ho capito dove sta il valore dei suoi argomenti, pur riconoscendo egli stesso che la vicenda delle piscine è tutto un percorso incrostato di cattiva gestione politico-amministrativa.
L’unico valore che riesco a individuare dal suo ragionamento è quello economico, in cui però come la metti la metti, a perderci sono pur sempre le tasche dei cittadini, sia che si tiri fuori un milione e mezzo di euro , tutti da dimostrare centesimo su centesimo se effettivamente dovuti, per avere le piscine, sia che si vada incontro ad una possibile richiesta di risarcimento ai danni del Comune, senza avere le piscine.
C’è però una differenza sostanziale tra i due atteggiamenti di pensiero, ed è che nel primo caso si è disposti a passare sopra tutto quanto di proceduralmente scorretto si sia verificato da qualsiasi parte, pur di realizzare un’opera in cantiere che da troppi anni i cittadini aspettano da un’amministrazione ultradecennale, in cui a cambiargli di facciata è solo il volto del primo cittadino eletto nel 2010.
Ma per chiudere sull’argomento sorpresa geologica , lasciando tutto a chi spetta occuparsene, il prossimo Consiglio Comunale , io penso che ogni oltre aspetto tecnico, legale, giuridico, contrattuale, procedurale, ogni oltre precedente allarmante come la Galleria delle Fonti ( DELLE FONTI, nota bene ) in cui piove per infiltrazione , parlare di sorpresa geologica per Fontescodella, se l’etimo dei nomi porta con sè significati precisi e non trascurabili, è come sorprendersi per la caduta della diga del Vajont costruita a ridosso del monte Toc:
L’origine del nome proviene dalla parlata locale: la radice “Toc” in gran parte del triveneto significa “pezzo”, ma in lingua friulana indica anche qualcosa di “guasto”, “avariato”, “sfatto”, condividendo lo stesso etimo dell’aggettivo “Patoc” che peraltro significa “zuppo” o “marcio”. Probabilmente pertanto venne così chiamato per la sua nota franosità, poiché tutto il versante sovrastante era di natura calanchiva.
Ma anche allora, con conseguenze disastrose , ci fu a livello di politici ed esperti, chi legittimò comunque la realizzazione della diga per ragioni sovrordinate rispetto al buon senso che suggeriva di non andarci a realizzare quell’opera.
Qui, più modestamente rispetto all’esempio riportato solo a livello d’importanza semantica dei nomi con cui chiamiamo le cose, si tratta di non farsi prendere in giro con pretese economiche dalla ditta appaltatrice , che s’appiglia a sorprese inesistenti anche agli occhi di un bambino e da un’amministrazione che agisce senza alcuna trasparenza ,ma con tanta propaganda, schierandosi – per quanto è possibile interpretare dagli elementi fattuali che è dato conoscere- dalla parte opposta agli interessi dei suoi cittadini.
Pronta sempre a ricredermi, qualora il Sindaco Carancini voglia finalmente spiegare a tutti come stiano realmente le cose e perchè stia da tempo a rincorrere la ditta appaltatrice nonostante per le ragioni espresse dall’avvocato Bommarito, avrebbe avuto il coltello contrattuale dalla parte del manico.
Visto che non dovrebbero essere documenti coperti dal Segreto di Stato e visto che sicuramente, nel’interesse nazionale, non dovrebbero essere stati sequestrati dala CIA o dal FBI
Si potrebbe avere copia dell’eventuale parere legale richiesto dell’Università????
Ma l’università sta continuando oppure no a pagare il mutuo??
E se NON lo paga, il mutuo: chi è che lo paga per loro??
Scusate se intervengo, ma lo faccio semplicemente perché in passato ho rivestito la carica di consigliere. Tutta questa storia delle piscine , oggi in sintesi, si traduce nel fatto che con la stessa spesa prevista in origine, si realizza un’opera ridimensionata rispetto a quella originaria, andata in gara per l’assegnazione in concessione. Chi ha voglia può anche leggersi sul sito del Comune la pregiudiziale di illegittimità che ho posto a suo tempo alla delibera del CC n.60/2007, perché la radice del problema può essre ricondotta formalmente proprio lì.