di Filippo Ciccarelli
L’eco del fallimento della Sielpa (leggi l’articolo) arriva fino al Consiglio comunale di Macerata. Il 13 gennaio scorso il consigliere Sacchi (Forza Italia) aveva presentato un’interrogazione sulla realizzazione degli impianti natatori di Fontescodella: le famose piscine, realizzate da una spa di cui la Sielpa era capofila, detenendo il 20% delle azioni. Il primo punto dell’interpellanza del consigliere Sacchi, quando ancora la vicenda del fallimento della Sielpa non era nota, riguardava proprio l’azienda e se corrispondesse al vero che la stesse avesse “ceduto la propria quota di partecipazione in seno alla Fontescodella Spa di cui è (o era) capofila”. Tra gli altri quesiti posti all’Amministrazione, Sacchi ha chiesto conto delle garanzie presentate dalla società aggiudicataria e quelle poste in essere dal Comune nel caso di vicende avverse, come ad esempio la decozione di alcune azioniste della Fontescodella Spa. Il consigliere di FI ha anche chiesto lumi in merito al cronoprogramma e al pagamento, da parte dell’Università, della sua parte di mutuo «poiché mi risulta che debbano pagare 4 annualità, che sono poco meno di 400mila euro in totale».
Il sindaco ha risposto partendo da quella che è la questione più spinosa, ovvero il fallimento della Sielpa.
«La sentenza di fallimento non determina alcun impedimento al percorso amministrativo, che si è quasi ultimato con l’approvazione del progetto esecutivo lo scorso 28 dicembre e a cui manca solamente l’approvazione dell’Università e l’integrazione al contratto da sottoporre alla concessionaria» ha detto Carancini. Il sindaco ha ribadito questo punto: «Voglio essere chiaro, è fallito un componente della compagine sociale e non la società concessionaria. La concessionaria ha l’obbligo, nel caso venissero a mancare col fallimento della Sielpa alcuni o tutti i requisiti necessari per l’affidamento dei lavori, di ricostituirli e rispettare tutti gli adempimenti. In ogni caso ribadisco che il fallimento non fermerà la conclusione dell’iter amministrativo e dei lavori: sarei preoccupato se l’intero progetto fosse imperniato sulla presenza di un socio che ha il 20% della Spa» ha detto Carancini, rivolgendosi ad Andrea Netti, capogruppo del Pd (il partito del sindaco) che aveva espresso forti dubbi sulla sostenibilità economica e sulla fattibilità del progetto-piscine.
«Per quanto riguarda le garanzie, la Pcq, una società terza e indipendente ha approvato la validità del progetto, sostenendo che non c’erano state modifiche sostanziali dal punto di vista economico e finanziario. Il 6 settembre 2013 il dottor Marco Bassi ha certificato la coerenza del piano economico e finanziario presentato dalla Fontescodella Spa. E’ stata presentata una cauzione di 494.763 euro il primo giugno 2009, pari al 5% dell’importo dei lavori, e polizze per la responsabilità civile, cosiddette Construction All Risk, che hanno una copertura di 7.85 milioni di euro». Il sindaco ha poi spiegato che l’Università deve ancora pagare 383.314 euro della propria quota parte di mutuo, corrispondenti agli anni 2010, 2011, 2012 e 2013. «Ma ho ricevuto assicurazioni che, nei prossimi giorni, l’Università salderà le annualità non corrisposte» ha concluso Carancini. Sul cronoprogramma il primo cittadino ha ricordato che, dal momento della consegna delle aree (una volta firmato l’addendum con la Piscine Fontescodella spa), ci sono 576 giorni per completare i lavori. «Chiederò a Sacchi un’indennità di piscina» ha scherzato Carancini dopo aver risposto all’interrogazione del consigliere d’opposizione, che da parte sua ha detto: «Sarei felice di indennizzare il sindaco con buoni piscina, ma mi pare che queste non saranno realizzate prima della fine del suo mandato». Sacchi ha accusato il sindaco di «prendere in giro la cittadinanza. Il capogrupo del suo partito dice che il progetto è troppo ambizioso, non sostenibile. Lei sa che questa opera con la crisi che c’è e le condizioni che si sono venute a creare, difficilmente potrà vedere la luce. Ma si è giocato il tutto per tutto su queste piscine. Lei non lo dice, ma in realtà è molto preoccupato, anche perché da amministratore e da avvocato quale lei è, sa che per non rispettare un contratto ci sono mille modi possibili» ha osservato Sacchi «e conosce anche le difficoltà economiche che ci sono, ma rifiuta di prenderne atto. Se quelle garanzie che il Comune dovrà ricontrollare, come fatturato e capitale sociale, dovessero venire meno? Cosa succederebbe? Sarebbe da irresponsabili far partire i lavori di un’opera che affronterebbe grandissimi problemi».
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I lavori della piscina non subiranno impedimenti….
E’ lo spot della nuova fiction RAI della serie “Campa Cavallo Mio che l’erba cresce”???
Sinceramente mi rattrista leggere che per il comune di Macerata il problema sia quello della realizzazione delle piscine. Non sento e non vedo particolare interesse verso tutte quelle famiglie direttamente e/o indirettamente coinvolte in questa triste vicenda. Ricordiamoci anche dell’indotto che generava…
Ma forse mi sto sbagliando…. cosa volete di meglio per la realizzazione di una piscina se non un’azienda i cui conti fanno acqua da tutte le parti?
non subiranno impedimenti…..semplicemente perche’ non si faranno!!!
L’indennità di piscina bisognerebbe concederla ai cittadini maceratesi, i quali, grazie a questa Amministrazione, sono da anni privi di un dignitoso impianto natatorio. Impianto che, se fosse stato risolto a suo tempo il contratto con la Fontescodella s.p.a. per i palesi inadempimenti di quest’ultima e si fosse trovato un accordo con la Società Filarmonica, oggi sarebbe cosa fatta.
La città di Macerata, da molti anni ormai, vive una condizione acquatica che si chiama “a bagno Maria”; non per niente essa è anche “Città di Maria”.