Piscine, quello che il sindaco non dice
L’Autorità di Vigilanza
contesta le modifiche

MACERATA/APPROFONDIMENTI - Carancini dovrebbe chiarire come mai ha omesso informazioni così delicate anche durante il direttivo Pd di lunedì sera. L'Autorità sui contratti pubblici, attivata tempo fa dal consigliere Carbonari, ha contestato al Comune diverse pesanti irregolarità nel rapporto con la Fontescodella Piscine s.p.a., in particolare per quanto riguarda la rideterminazione dell’equilibrio economico e finanziario ottenuto con un incremento tariffario a carico dei futuri utenti

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Piscine a Macerata (foto-ritocco di Filippo Davoli)

Piscine a Macerata (foto-ritocco di Filippo Davoli)

bommarito

Giuseppe Bommarito

di Giuseppe Bommarito

Resiste impavido il sindaco Carancini agli attacchi sempre più numerosi contro la sua gestione dell’affare infinito e sconcertante delle nuove piscine di Fontescodella, attese ormai inutilmente dai maceratesi da circa dodici anni, mentre per lui, come quando una nube scura annunzia tempesta e l’elettricità si diffonde per l’aria, prende a concretizzarsi un’altra grossa grana: l’omessa informazione alla città e agli operatori politici ed istituzionali in merito ai pesanti rilievi dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (in sigla AVCP) sulla vicenda dell’aggiudicazione in favore della Fontescodella Piscine s.p.a. della concessione per la realizzazione e la successiva gestione del nuovo polo natatorio, in particolare per quanto riguarda, negli sviluppi successivi, la rideterminazione dell’equilibrio economico e finanziario della concessione stessa.

Il sindaco Carancini durante la presentazione del progetto delle piscine

Il sindaco Carancini durante la presentazione del progetto delle piscine

Quella delle nuove agognate piscine non è – come ben sanno i lettori – una questione nuova: questo giornale ne ha infatti parlato più volte, sottolineando di volta in volta le tante assurdità della vicenda, emerse a getto continuo: e qui veramente è il caso di dire che la realtà ha sconfitto e sopravanzato la fantasia.
Basterà qui ricordare la mancata contestazione da parte del Comune dei pesanti ritardi nell’avvio dei lavori maturati dalla Fontescodella Piscine s.p.a., e, a seguire, le risoluzioni contrattuali non effettuate e le penali non richieste; gli ampliamenti della parte commerciale del progetto, nel frattempo consentiti, che di fatto hanno profondamente modificato il progetto originario sulla cui base si era svolta la gara pubblica per l’aggiudicazione; la bufala geologica alla quale l’Amministrazione ha fatto penosamente finta di credere; il regalo per circa un milione e mezzo di euro inspiegabilmente concesso alla Fontescodella Piscine s.p.a. sotto forma di ridimensionamento dell’impianto a parità di compenso; il mutuo da quattro milioni di euro pagato a vuoto ormai da diversi anni dal Comune (tra l’altro, anticipando dal 2010 anche la quota parte gravante sull’altro soggetto realizzatore, l’Università di Macerata); le notevoli spese ulteriori che il Comune di Macerata ha sostenuto per costosi ed inutili pareri legali, nonché per la verifica finale e la validazione del progetto, assegnata ad una società esterna di Ancona dopo che l’Ufficio Tecnico ha furbescamente evitato di provvedere direttamente; ed infine l’ulteriore gravissima bufala della presunta attività concorrenziale svolta da un’altra piscina nel frattempo sorta nel territorio di Macerata (addirittura tale, secondo la società aggiudicataria, da far abbattere di 5.000 unità annue le utenze previste nei nuovi impianti da realizzare e quindi idonea a “sballare” il piano economico e finanziario del nuovo megapolo natatorio di Fontescodella, nato e progettato con tanto di vasche di livello olimpionico), costituita in realtà solo da una piccolissima vasca coperta e seminterrata di forma quasi semicircolare, della dimensione di appena 70 metri quadrati, in cui per la configurazione e la ridottissima metratura nemmeno si può nuotare, ma solo fare tra pochi intimi un po’ di acquagym e di movimento in acqua.

Claudio Carbonari  (Fratelli d'Italia)

Claudio Carbonari (Fratelli d’Italia)

Da tutto ciò polemiche ed interrogazioni a non finire nel corso degli anni da parte dell’opposizione, soprattutto ad opera dei consiglieri Riccardo Sacchi (di Forza Italia, già del Pdl), più volte intervenuto sulla questione con ripetute e documentate interrogazioni, e Claudio Carbonari (oggi di Fratelli d’Italia, anche lui già del Pdl), autore nell’ottobre 2012 di un esposto all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, con il buon Carancini sempre e immancabilmente pronto a rassicurare, a tranquillizzare e ad ostentare la propria incrollabile fiducia nell’ormai imminente apertura del cantiere, addirittura prevista, secondo le ultimissime news, per la prossima primavera.
La grossa novità degli ultimi tempi è però un’altra: le polemiche sul polo natatorio che non c’è, gli avvertimenti, gli attacchi al Sindaco su questo vero e proprio tormentone, ormai stanno arrivando con cadenza quasi quotidiana dagli stessi esponenti della maggioranza di centrosinistra, stufa di essere attaccata da tutte le parti per i ritardi ingiustificabili dell’opera e per la procedura non certo cristallina seguita sino ad oggi, e, al contempo, di fatto relegata dal Sindaco al ruolo di spettatrice sostanzialmente ignara dei fatti.
Tralasciando gli interventi di singoli esponenti del PD, ed anche i pesantissimi e giusti rilievi della stessa Commissione Ambiente e Territorio risalenti all’ottobre 2012 (che avanzò dure critiche all’ultima delibera “di indirizzo” con la quale il Consiglio Comunale intervenne sulla vicenda, sia prima che dopo in effetti gestita “motu proprio” da Romano Carancini), ha suscitato un discreto scalpore la presa di posizione di pochi giorni fa dello stesso Comitato Direttivo del PD maceratese, in una riunione durante la quale il capogruppo consiliare Andrea Netti, senza tanti giri di parole, avrebbe sciorinato ulteriori forti perplessità sulla vicenda, in aggiunta a quelle sopra riportate.

Il capogruppo del Pd Andrea Netti

Il capogruppo del Pd Andrea Netti

E anche in tal caso non si tratta di bazzecole (leggi l’articolo): l’ingresso (tutto da verificare quanto alla regolarità, sulla base della normativa sugli appalti pubblici) nella Fontescodella Piscine s.p.a. di un socio ulteriore, una società con sede a Roma, peraltro con le mani bene in pasta nella realizzazione e nell’ampliamento di impianti natatori, già al centro di polemiche negli anni passati per anomale commistioni di interessi sportivi ed interessi affaristici; l’avvenuto fallimento della Sielpa s.r.l., la capofila del raggruppamento di imprese che ha dato vita alla Fontescodella Piscine s.p.a., l’unica dotata della necessaria attestazione SOA per opere pubbliche di quell’importo; le garanzie sull’effettivo completamento dei lavori, che a questo punto sarebbero palesemente insufficienti; lo sfilamento della Banca delle Marche dalla validazione del piano economico e finanziario dell’opera, anche in tal caso con un subentro non proprio tranquillizzante; l’assoluta incertezza circa l’indispensabile supporto bancario alla società concessionaria, che la Banca delle Marche non può più concedere in alcun modo; il silenzio del curatore fallimentare della Sielpa sulla possibile cessione delle quote della Fontescodella Piscine s.p.a..
Insomma, una spallata, quella di Netti, che avrebbe sbriciolato anche un muro maestro di un palazzo storico, uno di quei muri maestri larghi mezzo metro. Eppure il sindaco Carancini, “come torre ferma, che non crolla già mai per soffiar di venti” (Dante, Purgatorio, Canto V), ha ribattuto punto per punto, ha ancora una volta tranquillizzato, ha ostentato sicurezza, insomma ha cercato di zittire almeno per qualche tempo il fuoco amico sempre più intenso ed insistente.
Io sinceramente non so quanto sia stato convincente Romano Carancini con i membri del Comitato Direttivo del suo partito, il Pd. Ritengo poco, tanto che l’ex segretario cittadino Bruno Mandrelli, a scanso di equivoci e per prendere le dovute distanze, gli avrebbe detto in buona sostanza: “Le scelte burocratiche ed operative per realizzare le nuove piscine sono state esclusivamente del Sindaco e quindi solo lui ne risponderà in caso di fiasco davanti all’opinione pubblica!”.
Posso però immaginare con una ragionevole certezza – e qui torniamo alla notizia di apertura – che non farà per nulla piacere ai componenti del direttivo piddino il fatto di venire a sapere solo dalla stampa che il Sindaco, nel corso degli ultimi passaggi del dibattito sulle nuove piscine, ha deliberatamente omesso di riferire alla città, al Consiglio Comunale, al gruppo consiliare del PD, al suo stesso partito nella riunione in questione, una circostanza determinante ed importantissima, da lui conosciuta da oltre una settimana: l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP), quella attivata a suo tempo dal consigliere Carbonari, dopo una lunga istruttoria sul nuovo polo natatorio ha contestato proprio nei giorni scorsi al Comune di Macerata diverse pesanti irregolarità nel rapporto intrattenuto con la Fontescodella Piscine s.p.a., in particolare per quanto riguarda la rideterminazione dell’equilibrio economico e finanziario ottenuto con un incremento tariffario a carico dei futuri utenti. E ciò – almeno in base a quanto è dato di capire – senza che all’Autorità di Vigilanza siano state minimamente sottoposte le novità successive all’esposto, consistenti nel fallimento della Sielpa nel frattempo intervenuto e nell’accertato carattere di strumentale bugia, al limite della truffa, della presunta attività concorrenziale svolta nella cosiddetta nuova piscina di Piediripa, cioè in quella specie di vasca da bagno di cui abbiamo parlato sopra.
E’ bene qui precisare che il procedimento dinanzi alla Autorità di Vigilanza non è ancora chiuso: il Comune, così come l’esponente Carbonari, possono ancora fornire controdeduzioni e chiarimenti, e solo dopo questo ultimo iter ci sarà il pronunziamento finale.
Tuttavia l’omessa informazione di Carancini, addirittura anche nei confronti del suo stesso partito e della sua stessa maggioranza, appare già ora veramente clamorosa e si presta ad ogni genere di considerazioni, tutte spiacevoli, che, specie se sommate alle perplessità che questa storiaccia ha disseminato a piene mani sin dai suoi primi passi, portano ormai ad un paio di certezze.
La prima: nonostante sembri vicina l’ipocrita cerimonia di apertura del cantiere (che, se anche in effetti partisse, rimarrà poi largamente incompiuto, come ormai hanno capito anche i sassi), le nuove piscine sono destinate con ogni probabilità a rimanere ancora per lungo tempo nei sogni dei maceratesi, anche perché l’ininterrotta sostanziale copertura del Comune alle inaudite manovre della Fontescodella Piscine s.p.a. ha di fatto scoraggiato altri operatori, come la società Filarmonica, che pure sarebbero stati intenzionati ad intervenire per realizzare un nuovo polo natatorio in via Valenti, commisurato alle reali esigenze della città. E poi, ecco la seconda certezza, ultima ma non certo in ordine di rilevanza: a mio modesto avviso, Romano Carancini, in questa brutta storia delle nuove piscine, più volte da lui stesso definita come la priorità delle priorità, politicamente parlando ci lascerà le penne.

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