La patata bollente delle piscine

MACERATA - Cresce l'attesa per la verifica e la validazione dell'ultimo progetto definitivo relativo al Polo Natatorio di Fontescodella. Una società di Ancona tra poco dirà se nell’ultimo progetto ci sono o no modifiche sostanziali rispetto a quello posto a base di gara

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bommarito di Giuseppe Bommarito

E’ comprensibile, politicamente ed anche umanamente, che un Sindaco desideri completare nel corso del suo mandato un’opera pubblica o di interesse collettivo di notevole rilevanza, a testimonianza e ricordo del suo passaggio sullo scranno più alto della città e – perché no? – anche come arma vincente da utilizzare in vista di un’eventuale ricandidatura.

Ebbene, la “grande” opera sulla quale Romano Carancini ha deciso di puntare buona parte delle sue carte è ormai evidente a tutti: la realizzazione del polo natatorio a Fontescodella. In tempi di vacche magre, di liti furibonde e continue all’interno della stessa maggioranza di centrosinistra, di verifiche da barzelletta e di risultati abbastanza deludenti persino nell’ordinaria amministrazione, il nostro Sindaco ha scommesso in maniera sempre più decisa sulle nuove piscine – una vicenda che si trascina incredibilmente sin dal 2002 tra ritardi esasperanti e colpi di scena poco edificanti (e qui il pensiero corre alla ormai nota bufala geologica) – per cercare di portare a casa qualcosa di importante, di concreto, di cui fregiarsi in maniera imperitura.

A dire il vero, io, da dilettante allo sbaraglio, mi sarei indirizzato ventre a terra sul collegamento veloce tra Macerata e la superstrada con la bretella via Mattei-Pieve, oppure avrei cercato di inventarmi qualcosa di serio per rivitalizzare il nostro centro storico sempre più in difficoltà. Ma ognuno ha la sua personale scala delle priorità e, del resto, a Macerata senza ombra di dubbio c’è bisogno di qualche piscina decente per mandare così finalmente in pensione la vecchia bagnarola di viale don Bosco che, pur avendo sino ad oggi fatto i miracoli (grazie anche ad uno staff di prim’ordine), ormai proprio non ne può più. Tra l’altro, dotare Macerata di un efficiente impianto sportivo avrebbe forse consentito al centrosinistra da molto tempo al potere in città di far scordare ai cittadini maceratesi un’altra grossa magagna nel campo dell’impiantistica sportiva, a sua volta fonte di innumerevoli guai con la Lube e con i tifosi del volley: la mancata realizzazione a Villa Potenza, davanti al Centro Fiere, a costo zero per le casse comunali, di un palazzetto dello sport da settemila posti, che, come è ormai noto, venne brutalmente stoppato dalla potente componente affaristica del PD meschiniano nel tentativo, poi comunque naufragato in un clamoroso nulla di fatto che Macerata sta ancora pagando, di favorire la cordata politicamente più vicina a quell’Amministrazione Comunale.

Ad ogni buon conto, e rispettando comunque le scelte del nostro Sindaco, bisogna riconoscere che il buon Romano sin qui ce l’ha messa proprio tutta per riuscire ad inaugurare le nuove piscine di Fontescodella prima della scadenza nel 2015 del suo mandato. Secondo me, ha pure un tantino esagerato: si è dimenticato per anni di mettere in mora la Fontescodella Piscine s.p.a., che sin dall’inizio ha furbescamente traccheggiato nell’intento di far meglio fruttare, ovviamente ai danni della collettività, la gara vinta nel 2009; ha cercato di inserire quasi di soppiatto, in fase di approvazione del bilancio preventivo del 2011, un milione e mezzo di euro destinato alla Fontescodella Piscine s.p.a. prima ancora che il contenzioso con questa fosse in qualche modo emerso; ha preso per buona una “sorpresa” geologica del tutto inesistente, contraddetta anche dalle risultanze del piano di assetto idrogeologico e dalle stesse relazioni geologiche allegate al bando di gara, cercando di coprirsi le spalle con un costoso parere legale, peraltro completamente inutile in considerazione del quesito formulato; ha consentito tutte le modifiche progettuali proposte dalla società aggiudicataria finalizzate ad ampliare alla grande la superficie commerciale e a ridurre quella specificamente destinata alla pratica sportiva, così permettendo uno stravolgimento del progetto originario che non può certo dirsi a favore della collettività maceratese; ha anticipato per anni anche la quota parte gravante sull’Università del mutuo inutilmente acceso ormai da quasi un decennio; di fatto ha riconosciuto alla società aggiudicataria, a seguito della inesistente sorpresa geologica, un “bonus” aggiuntivo di un milione e mezzo di euro, sia pure sotto forma di modifiche progettuali tali da ridurre per un pari importo il costo dell’edificazione; ha portato avanti con la società concessionaria una trattativa del tutto riservata, senza coinvolgere, sino a cose fatte, né la sua maggioranza né, tanto meno, l’opposizione; si è poi inventato nell’ottobre dell’anno scorso una recita degna del Teatro Lauro Rossi, cioè un fantasioso atto di indirizzo del Consiglio Comunale sul nuovo polo natatorio allorchè da indirizzare non c’era ormai più nulla, in quanto lui stesso aveva già deciso tutto con la società aggiudicataria.

Insomma, storie dell’altro mondo, in qualche modo coperte, sia pure con diversi nasi tappati in sede di assise comunale, dai sempre più perplessi gruppi consiliari della maggioranza, sulla base dell’esigenza di arrivare comunque, e possibilmente in fretta, ad un qualche risultato concreto: in fin dei conti, passano i secoli, ma il fine giustifica ancora i mezzi!

Ma siamo proprio sicuri che le cose, a questo punto, andranno veramente e velocemente verso l’agognata apertura del cantiere di Fontescodella? Circolano, in verità, diverse voci contrarie, delle quali si è fatto prontamente interprete il consigliere di opposizione Riccardo Sacchi con una recente interrogazione destinata ad essere discussa nella prossima riunione del Consiglio Comunale, nei primi giorni di marzo. Il punto cruciale è sempre lo stesso: le modifiche apportate, strada facendo e con pretesti vari, al progetto posto a base di gara sono o no sostanziali? Si potrà infatti procedere nella realizzazione dell’impianto solo se le variazioni progettuali non fossero sostanziali, mentre invece, in caso contrario, occorrerebbe procedere per obbligo di legge ad un nuovo bando di gara, con una tempistica destinata ad allungarsi sino alla notte dei tempi e con buona pace sia della sospirata inaugurazione caranciniana che – cosa ben più grave – delle aspirazioni e delle più che legittime esigenze dei cittadini maceratesi.

Attenzione, perché  qui non stiamo parlando di quisquilie, di spostamenti e modifiche di poco conto. Tutt’altro: la superficie commerciale della struttura è infatti passata da 500 a 2.400 metri quadrati; le fondazioni, inizialmente previste di una profondità di 3 metri, arrivano ora, per consentire la realizzazione di un piano interrato, ad una profondità di metri 6,50; le due piscine interne, quelle destinate ad essere usate tutto l’anno anche a fini agonistici, vengono drasticamente ridimensionate nella superficie (una è passata da 34 metri x 21 metri a 25 metri x 16,5 metri, mentre l’altra si è ridotta da 16,5 metri x 12 metri a 16,5 metri x 8 metri); quella esterna, destinata quasi esclusivamente a fini ludici estivi (qualche buontempone di consigliere comunale l’ha definita nei mesi scorsi come “il futuro mare di Macerata”), è stata anch’essa discretamente ampliata ed estrosamente modificata nella forma.

In verità, nello scorso mese di ottobre, quando si discusse in Consiglio Comunale il famoso atto di indirizzo, tale problema, pure più volte sollevato anche su questo giornale, venne frettolosamente liquidato come inesistente dai sostenitori più o meno convinti del polo natatorio di Fontescodella, i quali sbandieravano, come se fosse il quinto vangelo, un parere del Segretario Comunale, il quale, nonostante gli oggettivi cambiamenti intervenuti, escludeva l’esistenza di modifiche sostanziali del progetto originario.

Subito dopo però  la patata bollente del nuovo progetto definitivo presentato dalla Fontescodella Piscine s.p.a. è arrivata presso l’Ufficio Tecnico al Responsabile Unico del Procedimento, il quale avrebbe dovuto verificare e validare definitivamente tale progetto, cioè mettere nero su bianco, assumendosi ogni responsabilità di legge, che le modifiche apportate dall’aggiudicazione della gara in poi – e che modifiche! – non erano sostanziali. A questo punto non si sa come siano andate effettivamente le faccende, ma qualcosa deve essersi inceppato, tanto che il Responsabile del Procedimento nello scorso mese di novembre ebbe prudentemente a decidere che, essendo la questione tecnicamente complessa ed avendo l’Ufficio poche risorse qualificate disponibili, sarebbe stato bene rivolgersi per la verifica finale e la validazione ad una società esterna, individuata a tamburo battente nella società anconetana Progetto Costruzione Qualità PCQ s.r.l., chiamata ad esprimersi al riguardo nel giro di qualche mese al modico costo per le casse comunali di circa quarantamila euro.

Sicchè a breve dovrebbe arrivare il responso della PCQ s.r.l., ovviamente molto atteso sia dal Sindaco Carancini che dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione. Data per scontata la professionalità della società anconetana, alla fin fine credo che sarà veramente difficile sostenere che l’ultimo progetto presentato dalla Fontescodella Piscine s.p.a. non integri modifiche sostanziali rispetto al progetto posto a suo tempo a base di gara, posto che esso è il frutto di un consistente aggiustamento progettuale, per di più finalizzato – a seguito dell’inesistente, ma riconosciuta, “sorpresa” geologica e dei conseguenti maggiori oneri che ne sarebbero scaturiti – a far recuperare per altra via a quest’ultima la bella cifra di un milione e mezzo di euro, quindi con una significativa revisione dell’equilibrio economico del contratto a tutto favore dell’aggiudicatario.

Mah, vedremo, in Italia – come si sa – tutto è possibile, anche sostenere senza vergognarsi che Ruby è la nipote di Mubarak o che il PD non ha niente a che spartire con il Monte dei Paschi di Siena, e quindi la mia previsione alla fine potrà pure rivelarsi errata. In ogni caso, se anche la PCQ s.r.l. dovesse concludere che non sono riscontrabili modifiche sostanziali, è giocoforza però prevedere tempi non facili per il polo natatorio di Fontescodella: c’è in aria la minaccia di una impugnativa da parte del raggruppamento di imprese che arrivò secondo nella gara a suo tempo bandita e che qualche mese fa inviò una lettera pesantissima all’Amministrazione Comunale; esiste già un esposto sull’intera vicenda all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici presentato da taluni consiglieri dell’opposizione; alcune delle imprese che sono confluite nella Fontescodella Piscine s.p.a. hanno attualmente gravissime difficoltà economiche e le banche stanno sempre più restringendo l’accesso al credito (indispensabile per un’opera del genere) per le aziende che operano nel settore dell’edilizia.

Insomma, grosse nubi nere all’orizzonte e nel complesso un bel guazzabuglio, tanto che viene da chiedersi per l’ennesima volta per quale motivo l’Amministrazione Comunale, proprio nella logica di arrivare in fretta ad un qualche risultato concreto, non abbia scelto a suo tempo di risolvere il contratto con la Fontescodella Piscine s.p.a., decisamente inadempiente su diversi aspetti contrattuali, al fine di puntare a gran velocità, insieme al partner Università di Macerata, su un accordo con la Società Filarmonica di Macerata per ristrutturare la piscina già esistente nel centro estivo sito nella “lunga” per Villa Potenza e per costruirne lì accanto un’altra, con circa un terzo della spesa oggi preventivata e con una tempistica estremamente ridotta. Chissà, forse era tutto troppo semplice e a portata di mano!

 



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