di Marco Ricci
La Commissione Ambiente e Territorio si è riunita oggi pomeriggio – parallelamente alla Commissione Cultura e Servizi Sociali che era impegnata con l’audizione del Presidente della Croce Verde Stefano Monachesi – per visionare la prima parte del parere inviato al Comune di Macerata dalla Pcq, la società incaricata di validare il nuovo progetto delle piscine di Fontescodella. Seppur ancora parziale – mancano ancora le validazioni dell’impianto idrico e di quelli meccanici – il parere della società di consulenza sul nuovo progetto è stato in linea di massima sostanzialmente positivo. La Pcq ha riscontrato una fondamentale adeguatezza del progetto alla delibera del Consiglio Comunale di Macerata e la sostenibilità economica complessiva del piano finanziario.
Vasca interna più corta che passa da 25 a 33 metri, modifiche di forma e dimensione per la piscina esterna, costo invariato a circa 3,2 milioni di euro per il Comune di Macerata e l’Università, il prezzo finale dell’opera che sale dai 9,8 milioni di euro iniziali agli attuali 11,6 milioni con l’aggravio dei costi totalmente alle ditte appaltatrici, una diminuzione della superficie complessiva dell’impianto. Ad illustrare il nuovo progetto e la relazione della Pcq sono stati l’architetto Fornarelli e il Segretario Le Donne, alternatisi a seconda che si parlasse degli aspetti tecnici piuttosto che di quelli amministrativi. Proprio Fornarelli ha chiarito come secondo la Pcq il nuovo progetto risponda alle indicazioni espresse dalla delibera consiliare: nessun nuovo costo l’amministrazione, la rimodulazione delle superfici sportive e di quelle commerciali, il rispetto dei fini ludico, sociale e sportivo dell’opera, la presenza di diversi profili tariffari, un piano economico finanziario con un Tir – Tasso interno di rendimento – che passa dall’iniziale 6,83 al 6,77 in caso di aggiornamenti del prezzo di ingresso o al 6,71 senza tale aggravio per l’utenza. Infine migliori standard di sicurezza tra cui l’adeguamento alle norme antisismiche. Per questi ultimi interventi il costo complessivo sarà di circa 800.000 euro, cifra recuperata completamente dal ridimensionamento dell’impianto.
L’entità della variante – acquisito anche il parere degli organi di Vigilanza sugli appalti – è considerata dalla Pcq non “non sostanziale.” Ovvero siamo di fronte a una variazione “sostanziale” del disegno iniziale, una variazione che però – secondo quanto spiegato dal Segretario Comunale – non avviene in fase di corso d’opera. Fase questa che avrebbe dato un senso tecnico-legale più stringente all’indicazione di “variante sostanziale” e che avrebbe consentito la possibilità di un nuovo bando. Considerando invece questo come un momento di passaggio dal progetto definitivo a quello esecutivo – con un nuovo disegno che va ad adeguarsi ad un’indicazione del Consiglio Comunale – un annullamento dell’affidamento dei lavori potrebbe essere – sempre secondo Antonio Le Donne – lesivo di un diritto del concessionario. Dunque motivo di richiesta di risarcimento all’Amministrazione. Sempre secondo il Segretario Comunale tale parere è stato avvallato anche dall’organo di Vigilanza sugli appalti, il che spingerebbe ancor di più a pensare che una rescissione del contratto potrebbe creare problemi al Comune di Macerata.
Qualche effetto il nuovo progetto l’avrà in ogni caso sulla fruizione del servizio. Oltre alla scomparsa del centro benessere, con una piscina di soli venticinque metri non sarà possibile disputare nell’impianto di Fontescodella incontri di pallanuoto delle serie A1, A2 e B. E anche il costo degli ingressi rischia di essere maggiore di quanto immaginato nel vecchio piano finanziario. Oltre ad un adeguamento Istat del 4,9% sarà probabilmente necessario un ulteriore aumento del costo del biglietto di ingresso del 5%. Questo a causa dei circa 177.000 utenti annui ipotizzati dal nuovo piano finanziario a fronte dei 182.000 previsti dal contratto. Dei costi dunque in termini di superficie sportiva e di accesso al servizio da parte dei cittadini, ma un sostanziale via libera da parte della Pcq all’Amministrazione Comunale. Le parti del progetto ancora non visionate sono infatti, secondo l’architetto Fornarelli, “marginali” e non in grado di di compromettere la stabilità finanziaria dell’opera.
Sul tavolo sono comunque rimaste le critiche del Consigliere Michele Lattanzi che si è detto ancora una volta contrario all’adeguamento del progetto. “Si sarebbe dovuto sciogliere il contratto e procedere a una nuova gara”, ha ribadito al termine della Conferenza. Guido Garufi del Centro Democratico ha invece insistito nel mettere a verbale la richiesta alla Giunta di deliberare al più presto la validazione della nuovo disegno per sondare le effettive volontà delle ditte appaltatrici di procedere nei lavori. Sempre Garufi si è detto contrario a qualsiasi modalità di realizzazione modulare delle polo natatorio, sbarrando la strada a qualsiasi tipo di realizzazione a stralci dell’opera complessiva. In ultimo è stata Anna Menghi a interrogare il Sindaco Carancini in merito alle difficoltà della ditta Calamante, capofila dell’Ati che si è aggiudicata la realizzazione dell’impianto natatorio. Pur non nascondendo la criticità di un concordato preventivo in atto, il primo cittadino ha indicato la volontà dell’Amministrazione nel procedere nella validazione finale, non avendo avuto altre indicazioni se non quelle ufficiali sullo stato della ditta.
Volando da un stanza all’altra, sempre oggi pomeriggio la Commissione Cultura e Servizi Sociali – presieduta dalla Consigliera Gabriella Ciarlantini – ha ascoltato il Presidente della Croce Verde Onluss Stefano Monachesi, convocato in Comune dopo l’Ordine del Giorno presentato alcune settimane fa dalla Consigliera Anna Menghi. Un Odg poi non più votato avendo l’intero consiglio Comunale raccolto l’invito di Michele Lattanzi ad approfondimento della questione proprio in Commissione. Come ricorderete i punti di criticità espressi dalla Consigliera Menghi riguardavano non solo le vicende dei tre lavoratori recentemente licenziati quanto le presunte incompatibilità nei nomi presenti nelle liste che hanno portato il 3 di giugno alla nomina del nuovo Cda della onluss, oltre alla richiesta di chiarimento circa i rapporti esistenti tra la Croce Verde Onluss e la Srl incaricata dei servizi funebri.
Il Presidente Monachesi, invitato in audizione, ha illustrato il difficilissimo momento di incertezza che sta vivendo l’intero comparto dei trasporti sanitari a causa del recepimento delle direttive europee che vorrebbero mettere a gara il servizio. La Regione Marche, dopo una lunga trattativa, aveva tentato di tamponare questa situazione trovando con un accordo con le Onluss. Un’intesa che è stata però di fatto cancellato da una sentenza della Corte di Stato e che lascia per il momento aperto qualsiasi scenario. Anche che il servizio possa essere affidato a ditte private. Il che – secondo Monachesi – comporterebbe un costo cinque volte maggiore per l’Asur, passando dagli attuali 25 milioni di euro ai possibili 125. In questo scenario dunque – e per la difficoltà anche economiche di quasi tutte le associazioni di volontariato – il Presidente della Croce verde ha ribadito la necessità di accostare alla Onluss l’attività di Onoranze Funebri, ricordando oltretutto quanto il servizio offerto dalla stessa Croce Verde abbia inciso sulla diminuzione dei costi in un mercato sostanzialmente chiuso. Sempre Monachesi ha spiegato come sia necessario un adeguamento delle attività delle associazioni di volontariato, sia in termini di diversificazione di servizi offerti – come ad esempio l’assistenza ai disabili e agli anziani – sia per quanto riguarda l’integrazione e l’aggregazione delle diverse associazioni.
Risposte che in parte hanno convinto i presenti, in particolare il Consigliere Udc Ivano Tacconi e i due consiglieri del Partito Democratico Maurizio del Gobbo e Romeo Renis. Il primo ha anche duramente attaccato la Consigliera Anna Menghi proprio in merito al suo Ordine del Giorno. Del Gobbo parlerà infatti di un atteggiamento tra “l’accanimento e l’attività sobillatrice”, prendendosi immediatamente il rimbrotto di Marco Gasparrini, suo compagno di partito ma tra i firmatari dello stesso Ordine del Giorno. “Vedo solo un tentativo di vedere il male dove il male non c’è, il voler trovare un qualcosa di marcio in una Onluss che per necessità ha creato un’attività imprenditoriale. Bisogna”, ha concluso del Gobbo, “ammirare sia i sottoscrittori delle azioni della srl sia chi ha avuto l’idea, un’idea che ha sparigliato il mercato e abbassato i costi per la povera gente.”
Un’interpretazione dell’Odg e della seduta della Commissione – quella di Renis ma sopratutto quella di del Gobbo – che non è piaciuta né a Debora Pantana né a Francesca d’Alessandro che hanno ribadito il loro pieno appoggio alla Croce Verde e alla sua attività. “Ma appunto per questo, per l’importanza che la Croce Verde riveste è necessario fare chiarezza” – ha affermato la Consigliera del Pdl prima che la d’Alessandro rimarcasse l’invito di Anna Menghi a richiedere alla Onluss i documenti cartacei comprovanti quanto era stato esposto dal Presidente Monachesi. “Non dobbiamo fare chiacchiere da bar. I documenti hanno un senso, il resto sono chiacchiere.” Così la Commissione, dopo l’intervento dell’Assessore ai Servizi Sociali Narciso Ricotta – che esprimerà solidarietà per le minacce ricevute dal Consigliere Regionale Sciapichetti – ha rimandato i lavori all’ottenimento – previa richiesta della Commissione – dei documenti in oggetto dalla Croce Verde. Un avanti con cautela dunque senza la volontà di offuscare l’opera della Croce Verde ma allo stesso tempo con l’intenzione di far luce completa sulle ultime polemiche che hanno investito la Onluss maceratese.
(foto Cronache Maceratesi)
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Sembra che sulle piscine stiamo assistendo ad uno psicodramma, nella migliore tradizione di Hollywood…
Mancano ancora delle validazioni EPPURE il parere e sostanzialmente positivo, sebbene le dimensioni del polo natatorio diminuiscono… Sarà…
Nonostante in Consiglio Comunale è presente una schiera di “esperti del settore” (altresì detti avvocati) sembra che l’unico punto di vista sia quello del Segretario Comunale… Sarà…
Da un progetto inizialmente faraonico, alla stregua di una piramide, passiamo a quella che sembra una montagnetta di terra di riporto eppure ci assicurano che sarà un’opera che rimarrà nei secoli… Sarà…
Cavolo: dovevamo avere una Ferrari, sembra che ci consegneranno una Fiat 500, eppure qui sono ancora tutti convinti che riusciremo a vincere qualche Gran Premio… Sarà…
Ma dopo che probabilmente verrà realizzata la Piscina a Corridonia: siamo proprio sicuri sicuri, ma proprio sicuri che avremo i preventivati 177.000 utenti annui??
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Ma il Consigliere del Gobbo si è chiesto perchè le quote della srl non si è scelto di polverizzarle tra le migliaia di cittadini maceratesi, preferendo invece altre strade????
Così come tanti volontari, nel corso dei decenni e decenni, hanno dato vita e sostenuto la Croce Verde credo che altrettanti maceratesi avrebbero sostenuto la srl, acquistando delle quote popolari…
Il bello è che i costi sono a carico dei cittadini mentre i profitti a beneficio di privati !!!!……
Bello fare affari così !!!!!!…..soprattutto non ce magna nessuno vero ?!
Mi piace molto quello che ha scritto il Sig. DEL GOBBO, ovvero che ammira chi ha acquisito le quote della SRL, diventando a tutti gli effetti imprenditori che alla fine dell’anno devono far utili e in più ammira pure chi ha avuto l’idea di fondare la SRL, ammettendo così che con la ONLUS non si poteva fare commercio non marginale. Per poi non tralasciare il passo dove parla di prezzi; dicendo che “l’idea” ha sparigliato il mercato!!! Ma si è mai informato, fatture alla mano” quali sono i prezzi di un funerale medio a MC dal 2007 ad oggi, paragonando i servizi resi all’interno del servizio stesso, pagandoci le imposte dovute dal fisco?
Non ho ben capito se sono state mal riportate alcune questioni emerse nella discussione perchè all’inizio dell’articolo è detto: “vasca interna più corta che passa da 25 a 33 metri”???? ma 25 E’ inferiore a 33 (vedasi l’aritmetica) e quindi spero che anche il resto siano dei refusi dovuti alla fretta di scrivere l’articolo perchè se qualcuno non se ne fosse reso conto a quanto è dato leggere l’ing. (arch?.. boh..) Fornarelli avrebbe asserito che ci sono maggiori oneri “PER L’ADEGUAMENTO ANTISISMICO DELL’OPERA”; ci sono state, per caso, variazioni delle normative antisismiche negli ultimi 6 mesi, cioè da quando il progetto ridiscusso tra appaltatore e committente è stato affidato alla Pcq? Il summenzionato ing./arch. si lascia inoltre sfuggire un’altra perla: “Le parti del progetto ancora non visionate sono infatti, secondo lui, “marginali” e non in grado di compromettere la stabilità finanziaria dell’opera”: Perbacco! sarebbero marginali in un polo natatorio gli impianti idrici!!!! Quindi per non aggravare ulteriormente i costi dell’opera andrebbe bene che l’appaltatore invece di utilizzare un impianto di trigenerazione utilizzasse un bastone di legno con tanto di resistenza elettrica per scaldare l’acqua che verrebbe depurata tramite versamento di varechina comperata al supermercato (quello si che è importante annetterlo all’opera per comodità di acquisto dei materiali) !!! Da notare, inoltre, l’adeguamento del prezzo dell’ingresso già aumentato del 10% ancor prima di iniziare qualunque operazione. Bravi!!! continuate così.
La verità vera è quella che neanche molto “sotto sotto” ha detto il segretario comunale: chi tra appaltante ed appaltatore molla per primo l’osso (trad.: chiede la revoca del contratto) paga i danni con gli interessi all’altra parte e se per caso questo fosse il Comune li pagherebbe sia in termini economici all’appaltatore e all’Università (altro che richiederle interessi per il mutuo “già contratto”) ed in termini politici visto che il sig. Sindaco ci ha messo più volte la faccia sulla realizzazione di questo benedetto polo natatorio. C’è anche un’altra possibilità: che un Comitato di Cittadini citi il Comune ma a questo evidentemente non hanno pensato.
La soluzione al problema c’è ed è già conosciuta da chi di dovere ma la fedeltà a scelte dissennate evidentemente ne impedisce l’adozione.
Qualora a qualcuno interessasse potrebbe seguire una spiegazione del metodo “farlocco” di come sono stati effettuati i vari calcoli, ma già in precedenti occasioni ho notato che più che ai calcoli i commentatori di CM sono interessati alla questione politica e pertanto ve li risparmio.
A rileggerci tra qualche mese.
Ieri sera, di ritorno da una riunione (e successiva birretta), mi sono apprestato a lasciarmi cullare nelle braccia di Morfeo e, come già accaduto in passato, ho fatto uno di quei sogni strani (Garufi ricorda??) che, talvolta, sopraggiungono a seguito di interessamenti e discussioni….
Come in precedenza l’ambientazione scenico/sognante è del tutto casuale (ed ovviamente non ha -ne può avere nemmeno lontanamente- acun riferimento, diretto o indiretto, con accadimenti realmente successi in quanto la mia è solo la descrizione di un sogno) ma era un sogno così vivo che sembrava quasi reale….
Il Signorotto della Macina ebbe la brillante idea di voler costruire, ad ornamento pubblico, un meraviglioso castello…
Un’opera imponente: 3 grosse torri, una grande sala ricevimenti, una cucina con 1 enorme camino dove poter cuocere un bue intero, tanti locali di servizio, uno spogliatoio per i tornei cavallereschi, un sala acquatica dove trastullarsi, marmo pregiato alle pareti, bagni addirittura con cascate d’acqua per pulire (una chiccera per l’epoca) ecc. ecc….
Insomma questo castello doveva diventare, nell’idea originaria del Signorotto, un fulgido esempio di come, tassando i villici, era possibile cotruire un’opera di ingegno bellissima …
Quindi il Signorotto volle un progetto bellissimo da sottoporre ai più valenti costruttori dell’epoca: detto fatto venne realizzato un editto in cui, per filo e per segno, si spiegava come il Signorotto avrebbe voluto vedere realizzato il castello.
A questo editto risposero in tanti, perchè tanti avevano interesse a realizzare il castello…
Quando fu ora di cominciare a costruire il castello gli impresari, che avevano vinto l’editto, avvisarono il Signorotto che erano sorti alcuni problemi.
Le solite scuse per tirare sul prezzo….
Le fondamenta del casello avrebbero dovuto essre diverse, i marmi costavano tanto, il camino per cuocere un bue era troppo complicato (meglio uno più piccolo dove cuocere un pollo, anzi dove cuocere “il” pollo), tre torri erano troppe meglio due e più piccolline….
A questo punto alcuni membri del Gran Consiglio della città cominciarono a mormorare che il castello era una patacca, che i villici sarebero stati enormemente tassati per un castelletto, che il Signorotto spendeva e spandeva senza giudizio….
E questi membri esortarono il Signorotto a rifiutare le modifiche richiste in quanto, alla fine, si sarebbe costruito un castello diverso (e più brutto) da quanto richiesto dall’editto…
Ma il Signorotto non volle sentire ragioni….
Anzi riunì la sua Coorte e, ad una cena tra pochi intimi, fece lungamente spiegare perchè, nonostante le grosse modifiche apportate, l’editto rimaneva valido.
La Coorte (che poco ci capiva) ascoltò in silenzio, vide i progetti originali e modificati ed alla fine non ebbe molto da dire….
A nessuno della Coorte sembrò strano che, chi spiegava loro i progetti e assicurava che l’editto non era stato stravolto, non era la Bottega dei Tecnici del Signorotto, ma erano gli stessi scalpellini e gli architetti chiamati a fare il progetto…
…..Insomma chi diceva di fare un castello più costoso ma più piccolo, più spoglio e più brutto (ma che comunque era pertinente all’editto) non erano i mastri e gli ebanisti del Signorotto, ma erano gli stessi che poi lo avrebbero realizzato.
Che strani sogni si fanno la notte…
Per Cammellorob
Una spiegazione sui calcoli fatti dalla Fontescodella Piscine s.p.a. sarebbe estremamente interessante.