Una nuova udienza sul sequestro del tesoretto di Giuseppe Garufi: questa mattina la vicenda è tornata al tribunale del Riesame. Questo dopo che la Corte di cassazione nel novembre scorso aveva dato ragione alla procura di Macerata annullando una prima decisione del tribunale del Riesame che aveva disposto il dissequestro del denaro (79mila euro) trovato in una cassetta di sicurezza nell’ambito di indagini che riguardavano il dipendente comunale scomparso tragicamente nell’ottobre del 2013. La procura aveva fatto ricorso e la vicenda era finita a Roma. E la Cassazione aveva dato ragione alla procura di Macerata. Ora la nuova udienza del Riesame, i giudici si sono riservati sulla decisione. Il tesoretto di Giuseppe Garufi viene ritenuto dalla procura di provenienza illecita: sarebbe provento di piccole richieste di denaro fatte da Giuseppe Garufi a stranieri in cambio di agevolazioni sulle loro pratiche da svolgere in Comune. Per quel denaro è indagato il consigliere comunale Guido Garufi, fratello di Giuseppe, perché, secondo gli investigatori, sarebbe entrato in possesso di parte di quelle somme, e una amica, Luisa Mirella Bruni (difesa dall’avvocato Gabriele Cofanelli), intestataria della cassetta di sicurezza. I legali di Garufi, gli avvocati Federico Valori e Oberdan Pantana, sostengono che non vi sia alcuna provenienza illecita del denaro.
(Gian. Gin.)
Commenti disabilitati per questo articolo