Caso Garufi, la procura
chiederà una consulenza sull’urbanistica

MACERATA - Un esperto sarà nominato per esaminare la documentazione relativa a lottizzazioni in città

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Il procuratore Giovanni Giorgio

Il procuratore Giovanni Giorgio

di Gianluca Ginella

Un esperto per fare chiarezza sull’indagine sull’urbanistica. Il procuratore Giovanni Giorgio, che coordina l’inchiesta che riguarda Guido Garufi, ha infatti deciso di far esaminare la documentazione urbanistica che potrebbe essere legata ai 35mila euro che il consigliere comunale avrebbe preso, secondo gli investigatori, insieme ad altre persone, per agevolare una pratica. La procura ha dunque deciso di fare chiarezza per capire se vi sia qualcosa che non va nella documentazione. Due le aree che potrebbero finire al vaglio del consulente (che al momento non è stato ancora nominato). Si tratta delle lottizzazioni che il Comune ha indicato, tra quelle recenti, in base alla volumetria prevista per l’edificazione che, secondo quanto emerso dall’intercettazione che ha portato alla nascita dell’indagine, sarebbe di 52mila metri cubi. Le aree indicate sono quella di via Valenti, nei terreni dell’ex Ircr e di Collevario sud. Ma al momento, comunque, non è emerso quali siano le lottizzazioni che la procura chiederà al perito di esaminare. Potrebbe trattarsi di aree risalenti ad anni precedenti. La decisione di nominare un perito potrebbe inoltre significare un allargamento delle indagini, che dal caso di Garufi e dei 35mila euro, potrebbero portare ad una disamina di altre situazioni urbanistiche in città. Ma la procura starebbe anche cercando di capire chi sia il “Lorenzo” cui accenna Garufi nell’intercettazione che ha fatto partire le indagini in cui al consigliere comunale vengono contestati i reati di concussione o concussione impropria. In sostanza, il consigliere, rivolgendosi al fratello Giuseppe, tragicamente scomparso lo scorso 18 ottobre, diceva: “Qualcosa Lorenzo ha grattato, ma una sua percentuale di m…”. E poi, rispondendo alla domanda del fratello che gli chiedeva “Ma voi quanto vi intascavate?”, aveva replicato: “Trentacinquemila euro, ma erano per 52mila metri cubi”. Per l’accusa, Garufi avrebbe preso quei 35mila euro in concorso con altre persone, che comunque non sarebbero state individuate. Il consigliere comunale, comunque, si è sempre difeso respingendo le accuse e sostenendo di non aver intascato denaro per agevolare una pratica. Garufi è assistito dagli avvocati Federico Valori e Oberdan Pantana.



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