di Marco Ricci
Di nuovo fuoco alle polveri dopo la comunicazione con cui il consigliere del Partito Democratico, Luigi Carelli, ha ripreso il suo posto come presidente della commissione ambiente e territorio (leggi l’articolo). La vicenda, nata dal sequestro da parte della magistratura di alcuni manufatti edificati da Carelli in prossimità della sua abitazione senza autorizzazione paesaggistica, ha poi avuto un seguito molto polemico. Le successive dichiarazioni del consigliere, che aveva parlato di prassi consueta quella di chiedere una sanatoria ex-post, avevano suscitato fortissime reazioni sia all’interno del Pd che da parte del sindaco Carancini il quale aveva chiesto le dimissioni di Carelli da presidente della III commissione. Ne era seguito un lungo dibattito all’interno del Partito Democratico senza che si arrivasse però a una decisione chiara sul da farsi, con Carelli che si era nel frattempo autosospeso. Le acque si erano comunque calmate ma la decisione del presidente della III commissione di riprendere il suo posto, con una lettera al presidente del Consiglio Romano Mari dopo aver sanato la questione dal punto di vista amministrativo, ha riportato la vicenda al centro dell’agone politico.
Se il sindaco di Macerata, Romano Carancini, preferisce per il momento evitare ogni commento accompagnando il diniego con un gesto che domanda al cronista di non fargli dire per il momento ciò che pensa, piuttosto dure sono le dichiarazioni arrivate oggi dal renziano Nicola Perfetti e da Romeo Renis. “Ho sempre pensato che Carelli avesse commesso un errore e le sue dichiarazioni non mi erano piaciute fin dall’inizio – ha esordito il coordinatore dei renziani – Non si può sostenere che ciò che è corretto da un punto di vista giudiziario lo sia poi necessariamente dal punto di vista politico. Continuo a pensare che il comportamento del Consigliere Carelli sia stato non conforme all’etica politica. Chiedevamo le dimissioni già da prima e penso che ci siano ancora gli estremi per chiederle, perché una sanatoria non sana la valenza politica della questione e respingo l’equazione non punibilità uguale correttezza di comportamento”. Per quanto riguarda le dichiarazioni contenute nella lettera inviata a Mari in cui Carelli si dice “ben disponibile, a rivolgere le critiche puntuali, se necessario, a ben altri fatti nonché a soggetti potenzialmente in conflitto di interesse”, Nicola Perfetti è altrettanto netto. “Non conosco le situazioni di cui parla, ma se dice cosa del genere e si hanno informazioni, ci sono gli organi preposti a cui rivolgersi. Adesso – ha concluso Perfetti – Dovremmo al più presto fare un passaggio in direttivo dove il dibattito è rimasto sospeso. Il Pd deve prendere, magari dopo una discussione chiara, una posizione unitaria su una storia che va avanti da sei mesi. Ma la decisione va presa. Noi comunque restiamo per le dimissioni”.
In termini non molto diversi si è espresso anche Romeo Renis, coordinatore del Pd nuovo corso. “Sul piano giuridico è giusto che la vicenda faccia tranquillamente il suo corso, ma è sul piano dell’opportunità che ritengo che Carelli si sarebbe dovuto dimettere. Le sue prime dichiarazioni sono state deleterie e io rimango alla decisione che gli era stata chiesta di assumere attraverso un documento ufficiale del Pd, ovvero le dimissioni da presidente della commissione. Resto a quella decisione perché non è cambiato niente da allora. Chi rappresenta i cittadini deve dare massima trasparenza e avere maggior rispetto delle regole rispetto agli altri. Per quanto riguarda quella frase un po’ sibillina della sua lettera – ha concluso Renis – resto fermo ad un detto: ciò di cui si può parlare va detto in modo chiaro, ciò di cui non si può parlare si taccia. Se il consigliere Carelli ha elementi, allora ha l’obbligo morale di denunciare sul piano politico o alla magistratura comportamenti anomali. Il rischio, al contrario, è di gettare confusione su confusione. Conoscendo Luigi Carelli – ha concluso Renis in tono un poco più conciliante – mi auguro che prenda atto che sul piano politico c’è necessità di dare un segnale ai cittadini.”
Se il consigliere Michele Lattanzi dei Comunisti Italiani non ha dubbi nel difendere Carelli, non vedendo più alcun presupposto né amministrativo né politico che impedisca al presidente della III commissione di riprendere il suo posto, a gettare acqua sul fuoco ha pensato il capogruppo Pd in Consiglio Comunale, Andrea Netti. “Il mio compito è quello di gestire un gruppo consiliare ed una maggioranza che arriva a brandelli a fine mandato – ha spiegato Netti – E queste fibrillazioni sono come gettare un fiammifero in una Santa Barbara. Mi sembra che la vicenda del consigliere Carelli sia stata totalmente risolta. Rispetto alle accuse che gli vengono mosse – ha proseguito – credo che debba essere messo sull’altro piatto della bilancio il servizio che egli ha reso in otto anni come presidente. Sicuramente – Netti è passato ai difficili rapporti con la Giunta – in quest’ultimo periodo ci sono state forti tensioni con l’amministrazione ma l’apporto del consigliere Carelli è sempre stato di grande professionalità e terzietà e in più occasioni le delibere proposte dalla Giunta sono state modificate sulla base di indicazioni puntuali pervenute dallo stesso Carelli. Credo che in un’ottica di interessi generali e guardando alla necessità di arrivare a fine mandato concentrandoci sui problemi più importanti e irrisolti dalla città – ha concluso con una battuta scherzosa – la questione deve essere tolta dal tavolo al più con un cartellino giallo.”
Anche il segretario del Partito Democratico maceratese, Paolo Micozzi, si è reso molto disponibile ad intervenire sulla questione e ad illustrare il suo punto di vista, non condividendo il tono di qualche passaggio espresso dal consigliere Carelli e stigmatizzando il ritorno a posizioni intransigenti quando una soluzione – anche se di compromesso – si era trovata con l’autosospensione del presidente della commissione. Le valutazioni del segretario, però, appaiono diverse da quella del capogruppo Netti. “La posizione del partito è chiara – ha esordito Micozzi – quando ha chiesto sei mesi fa a Luigi Carelli di fare un passo indietro, ovviamente ben distinguendo tra l’aspetto processuale e l’aspetto politico. Carelli ha posto in essere solo in parte ciò il Pd aveva proposto ma almeno con la sua parziale disponibilità la situazione si era placata. Sulla lettera di qualche settimana fa – è arrivato al punto l’avvocato maceratese – è chiaro che il Pd ne ha preso atto e, seppure la decisione spetta in qualche modo alla commissione, le nostre indicazioni già ci sono. E’ chiaro che adesso il partito dovrà arrivare ad una decisione con un unità di intenti che deve interessare non solo il direttivo ma anche il gruppo”.
Micozzi – al termine della sue dichiarazioni – ha stigmatizzato come Renis e Netti il passaggio della lettera in cui Luigi Carelli ha ipotizzato altri fatti gravi e conflitti di interesse. “In queste situazioni delicate bisognerebbe riflettere prima di dire certe cose perché le parole sono pietre. Queste affermazioni a livello generico suscitano solo ambiguità e sembrano essere lanciate solo per chi vuole capire. Se vi sono conflitti di interesse – ha concluso il segretario Pd – vengano detti chiaramente e portati all’attenzione del partito che poi si esprimerà di conseguenza”. Il Pd non sembra dunque voler far sponda al suo consigliere comunale valutando la questione politica e di immagine della vicenda in un momento oltretutto – come ha sottolineato Paolo Micozzi – in cui il Partito Democratico ha ripreso a salire nel consenso degli italiani.
Molto dure e nette le parole del consigliere Pierpaolo Tartabini di Sinistra per Macerata: “Trovo devastante questa vicenda, a partire dalle dichiarazioni di Carelli quando affermò che così fan tutti e per finire con la circostanza che è stato proprio lui a inserire nella minitematica quegli emendamenti che hanno permesso la lottizzazione, proprio lui che poi ha avuto in comodato d’uso dal proprietario il terreno sul quale ha costruito il muretto incriminato. Questo da adito a tutti quei sospetti dei cittadini che pensano che l’interesse pubblico sia spesso sopravanzato dall’interesse personale. Un amministratore, oltretutto, deve dare esempio di maggior trasparenza e rispetto delle regole rispetto ad ogni altro cittadino.” Tartabini, prima di ribadire la sua richiesta di dimissioni, lancia qualche accusa anche al Partito Democratico. “Gravi responsabilità in questa vicenda le ha anche il Pd che non ha mai assunto una netta posizione. Per quanto riguarda Carelli – ha concluso – distingendo il piano giudiziario da quello etico e politico è ovvio che dovrebbe dimettersi dalla presidenza della terza commissione, così come abbiamo sempre detto».
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Ma scusate, cosa occorre sindacare? Quanti pensieri e “prese di partito” occorrono per cacciare questo individuo? Uno che ha un ruolo come il suo e che si permette di contravvenire alle leggi che regolamentano il suo lavoro. È come se il Capo dei Vigili Urbani andasse in giro per Macerata contro senso perchè potrebbero farlo tutti!! Chissà poi, uno che ragiona così ed in un ambito così delicato, quante ne avrà combinate nel suo “ufficio”…… a casa (finchè ce l’ha)!
Tutto è bene ciò che finisce bene….
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Quindi, a questo punto, abbiamo risolto anche l’altro spinoso problema della assemblea/conferenza che DA MESI il Pd doveva convocare sull’urbanistica: che la facciamo a fare se poi tutto finisce a tarallucci e vino???
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Ma la maggioranza resta maggioranza, per dovere di partito inghiottendo pirofile intere di me.., anche dopo simili accadimenti???
Signor Netti, siamo seri. Siete arrivati a brandelli a fine mandato, ma è già tanto che ci arrivate. Difendere politicamente uno che ha fatto quello che ha fatto e che minaccia di rivelare cose che potrebbero compromettere altri e soprattutto lui (sia che ne sia a conoscenza, sia perchè ha partecipato), tutto questo allontana la possibilità di riottenere un altro mandato (a questo punto direi, meglio così), ma soprattutto allontana gli uomini e donne di buona volontà.
…e come in tutte le favole vissero tutti felici e contenti.
Forse qui, più che un cartellino giallo per Carelli, ci vorrebbe un cartellino rosso per l’intero PD, per come, sin dall’inizio, ha gestito l’intera faccenda.
tutta la sx prende posizione ( per la verità ognuno la sua) e nessuno prende un provvedimento che sia uno …. tutto va bene madama la marchesa diceva quello servo al padrone mentre gli andava a fuoco la casa
Non voglio e non posso entrare nel merito della questione non avendo gli elementi per giudicare. Una considerazione pero’, da cittadino, sento di farla. Micozzi ” ha stigmatizzato il passaggio in cui Carelli ha ipotizzato altri fatti gravi e conflitti di interesse”. Allora Micozzi, a tutela di quanti altri impegnati in amministrazione e nell’interesse dei cittadini , qualora Carelli non voglia dare le dimissioni richieste dal partito, riunisca il direttivo del PD per sospendere o annullare l’iscrizione di Carelli al partito.
In questo modo forse spinge ad un chiarimento sulle “ambiguità” cui Micozzi stesso accenna.
Per il segretario del Pd, sulla vicenda un cartellio giallo……………………
Per il capogruppo del Pd bisogna lasciarsi la storia alle spalle e lasciar cadere nel dimenticatoio……….
Il consigliere dei Comunisti Italiani non vede più i famosi “presupposti”
Ma , è questa l’immagine che si vuol far passare della sinistra o centrosinistra, qual si voglia chiamare, alternativa alle cene di “Arcore”?
Solo qualche voce di dissenso da quel lato, e che tale rimane, dove invece, oggettivamente si restaura ciò che è stato prima dell’intervento della Magistratura e che tanto a fatto indignare gran parte della popolazione, sibilando frasi di difficile comprensione e che sembrano messe apposta per far finalmente tacere i vari attori.
Caro PD cara sinistra , se nei tempi passati si dimenticavano queste vicende (a livello di opportunità politica ) e ci si ritrovava a votare compatti sui dettami di partito finalmente nel firmamento altre stelle stanno brillando e chissà che, con le nuove elezioni, soggetti diversi riescano a spiegare le tante cose che oggi noi non riusciamo a capire.
di cosa vogliamo parlare parlano parlano per salvarsi il sedere ma non sono capaci di prendere nessuna decisione che ci vele va riunire la direzione del PD e mandarlo a casa al Sig Carelli no che prima si fa i suoi c..zii poi chiede il condono tanto nessuno le dica nulla auguri PD
Trovo quanto meno bizzarra la dichiarazione di Paolo Micozzi che afferma che, se vi sono conflitti d’interesse, vengano detti in sede di partito e sarà poi il partito ad agire di conseguenza.
Il partito è, appunto, un partito e non un’istituzione. Nel momento in cui vi sono consiglieri e un’amministrazione, questi rappresentanti sono figure istituzionali che rispondono in primis ai cittadini, non alle segreterie dei partiti.
E speriamo quindi che il consigliere Carelli voglia e sappia rispondere alle curiosità che ha alimentato nei cittadini con le sue dichiarazioni, producendo documenti a riguardo e non solo “ventilazioni”.
Nel caso maceratese le due code dei Comunisti Italiani e di SEL applicate al rollante e beccheggiante aquilone del PD sono particolarmente coreografiche, perché nel loro tirare una in un senso ed una in quello opposto garantiscono l’aggiunta dell’avvitamento all’imminente spettacolo della caduta di punta.