di Gianluca Ginella
“La situazione creatasi pone l’esigenza di verificare la persistenza della possibilità per il procuratore di Macerata, indipendentemente da sua colpa, di svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità”. Questo un passaggio del documento dell’Unione camere penali italiane che interviene della disputa che si è accesa a Macerata tra il procuratore Giovanni Giorgio e Camera penale. L’Unione delle camere penali ha inviato il documento al Csm, al ministro della Giustizia e al procuratore generale di Ancona. “La pretesa delle pubbliche scuse a mezzo stampa – si legge nel documento –, ovviamente inaccettabile e da restituire al mittente, pregiudica i rapporti del magistrato con l’avvocatura, impedendogli di svolgere appieno, e comunque con serenità, la propria funzione di capo dell’ufficio di procura, che ricomprende in sé anche il dialogo con il Foro”. L’Unione si è espressa in merito sia al documento con cui Camera penale di Macerata definiva una “grave violazione del diritto di difesa” il sequestro della procura del memoriale che Guido Garufi scrisse per difendere il fratello. Sia in merito alle successive dichiarazioni con cui Giorgio diceva che non avrebbe accettato altri attacchi sulla stampa alla sua professionalità e che avrebbe querelato (leggi l’articolo). Per Unione camere penali le affermazioni del procuratore furono “irrispettose”. E definisce “ingiustificata la reazione del procuratore, sia per l’assenza di qualsivoglia elemento di autocritica, sia per la carica di aggressività espressa nei confronti del Foro”.
Fin qui a livello nazionale ma anche a Macerata ieri sera qualcosa si è mosso. La Camera penale si è riunita per discutere proprio delle affermazioni di Giorgio che chiedeva ai penalisti delle scuse a mezzo stampa per ricucire lo strappo con la procura. La Camera penale, al termine della riunione ha fatto un comunicato. In cui esprime “totale condivisione della posizione assunta dal Consiglio direttivo e manifesta piena solidarietà e appoggio nei confronti del medesimo”. Mentre sulla decisione di esprimere il proprio parere sul memoriale sequestrato “ritiene che il diritto di intervento dell’associazione, statutariamente previsto a tutela dei diritti di difesa, non possa arretrare di fronte a reprimende o inusitati attacchi”. Ma la Camera penale “si rammarica del fatto che il legittimo esercizio del diritto di critica sia stato confuso con una attenzione particolaristica a singole vicende processuali o, peggio ancora, con gli interessi di uno specifico indagato; auspica che i rapporti con la Procura tornino quanto prima nel solco della piena serenità e del rispetto dei ruoli che da sempre hanno contraddistinto le relazioni tra magistratura e foro locale, pur nel rispetto delle specifiche funzioni e prerogative”. Questa mattina il procuratore ha commentato in merito al comunicato che ieri aveva fatto l’ordine degli avvocati di Macerata, che esprimeva preoccupazione per la querelle tra procura e Camera penale, invitando ad un dialogo moderato (leggi l’articolo). “Prendo atto di quanto dichiarato dall’Ordine degli avvocati con il comunicato che mi era stato cortesemente preannunciato telefonicamente dal presidente Stefano Ghio e con email. Avrò modo di riflettere su quanto scritto” ha detto Giorgio.
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