di Giuseppe Bommarito
Procede senza soste, sia pure senza ulteriori apparenti colpi di scena, l’inchiesta sulla presunta concussione da 35.000 euro riguardante una lottizzazione a Macerata di circa 50.000 metri cubi, ma nel frattempo è sempre più chiaro che questa vicenda, nella quale Guido Garufi è rimasto impigliato per alcune intercettazioni “ambientali”, sarebbe solo un tassello di un sistema di ben più ampie proporzioni, perdurante da anni, molto strutturato, portato avanti grazie ad una collaudata rete di amministratori venduti al demonio, di collusioni, di collegamenti, di professionisti disposti a fare da prestanome, di appoggi interni agli uffici.
D’altra parte, secondo quelle che sarebbero le ipotesi degli investigatori, non si dà fuoco agli archivi dell’Ufficio Urbanistica solo per una singola pratica (che potrebbe essere “depurata” in tanti altri modi meno spettacolari dell’incendio sicuramente doloso dell’11 agosto 2012), né, tanto meno, per le piccole somme aggiuntive che Giuseppe Garufi richiedeva (sempre secondo le indagini della procura) da diverso tempo a extracomunitari, senza che nessuno inspiegabilmente si sia mai preoccupato di fermarlo. La posta in gioco era quindi molto più consistente e tale da richiedere un intervento di radicale ripulitura, che – forse i maceratesi con qualche anno sulle spalle se lo ricorderanno – non è nemmeno una novità dalle nostre parti: qualche pratica custodita negli archivi dell’Ufficio Tecnico del Comune di Macerata andò infatti già parzialmente a fuoco circa quindici-venti anni or sono, credo nel 1995, quando l’Ufficio era ancora posizionato a palazzo Conventati, lungo Piaggia della Torre, dove attualmente ha sede l’Università. Un semplice principio di incendio, quella volta, che in ogni caso creò non poco scompiglio e la consueta scia di sospetti.
L’inchiesta della Procura è quindi destinata con ogni probabilità ad allargarsi, nell’ottica di una rivisitazione, anche sul piano tecnico, almeno delle vicende urbanistiche più clamorose degli ultimi quindici anni, nelle quali qualcuno ben presente nelle istituzioni, con incarichi pure di responsabilità, ha ritenuto di poter fare il bello e il cattivo tempo nel più totale spregio della legalità, a vantaggio di pochi e ai danni dell’intera collettività.
Tornando al caso specifico della strana storia dei 35.000 euro, il Comune, nei giorni scorsi, rispondendo ad un preciso quesito della Procura, ha chiarito che le lottizzazioni con quel livello di volumetria potrebbero essere l’insediamento abitativo sito in via Valenti, nelle terre ex Ircr, oppure la lottizzazione prevista a Collevario sud, nella zona alta di via Pirandello.
Della prima situazione si è già detto e scritto molto: un caso da manuale di spoliazione di un ente pubblico (l’Ircr, appunto), attuata negli anni scorsi grazie alla palese complicità dell’Amministrazione Comunale allora a guida Meschini e con qualche palese aiutino del centrodestra. Allora la formuletta magica della “riqualificazione” della zona consentì l’acquisto della terra ad un prezzo addirittura inferiore alla metà dei valori di mercato dell’epoca, con un risparmio per l’acquirente (e conseguente mancato guadagno per l’Ircr che vendeva) di circa dieci milioni di euro, tutto ai danni della fascia anziana della popolazione maceratese seguita dall’Ircr e tutto a favore di un gruppo edile di Porto San Giorgio. Lo stesso gruppo che poi, avendo trovato l’America tra Macerata e Villa Potenza, ritroveremo protagonista anche in altre grosse vicende urbanistiche cittadine (piazza Pizzarello e la megalottizzazione produttiva di Valleverde).
In effetti però questa lottizzazione “irceriana” era di molto superiore ai 50.000 metri cubi di cui si è parlato nelle intercettazioni, ed è anche più risalente nel tempo, per cui non resta che dare un’occhiata all’altra lottizzazione segnalata dal Comune, quella a destinazione abitativa prevista a Collevario sud, fermo restando che stiamo parlando (e questo vale certamente anche per la precisazione fatta dal Comune) di mere ipotesi, essendo ancora tutto da verificare e da dimostrare, a partire dalla effettiva sussistenza della presunta concussione. E se anche la concussione fosse dimostrata, essa ben potrebbe riferirsi ad altre lottizzazioni site in città.
In questo caso, comunque, la volumetria prevista è pari appunto a poco più di 50.000 metri cubi e di sicuro i lottizzanti in fase progettuale si sono trovati alle prese con qualche problemino non facile da risolvere.
Tralasciando questioni troppo tecniche, come la problematica riguardante una linea di elettrodotto che attraversa l’area interessata, con la conseguente esigenza di una fascia di rispetto di una certa importanza per il campo elettromagnetico che si forma nelle immediate vicinanze, c’è da dire che questa lottizzazione – ad oggi peraltro del tutto ferma, presumibilmente per la pessima situazione del mercato immobiliare – è stata già all’attenzione dell’opinione pubblica per la fragilità idrogeologica della zona più volte e da più parti segnalata, anche in tumultuose assemblee con i cittadini.
Una preoccupante instabilità dell’assetto idrogeologico della zona ampiamente certificata anche in diverse perizie geologiche commissionate negli anni passati dalla stessa Amministrazione comunale a geologi di propria fiducia, i quali avevano assolutamente sconsigliato ulteriori edificazioni: “Si ritiene esclusa categoricamente la costruzione di nuovi fabbricati nelle aree dove esistono faglie distensive e dove sono state realizzate le ultime opere di consolidamento”, è testualmente scritto in una specifica relazione del 1988. I consulenti del Comune, professionisti di Falconara, sempre negli anni ottanta arrivarono addirittura a paragonare l’area di Collevario, notoriamente franosa, alla zona anconetana di Posatora e Palombella dove nel 1982 si verificò la drammatica ed enorme frana che lasciò migliaia di cittadini senza casa (altro caso da manuale di malaurbanistica, ormai finito pure nei libri di storia).
E difatti, pur senza esiti così disastrosi, sia nel versante sud che in quello nord di Collevario si sono riscontrati già da tempo diversi problemi in edifici e strade, nonostante alcune opere di drenaggio e di consolidamento realizzate in quell’epoca. Basti pensare, ad esempio, alla frana che pochi anni fa sconquassò strada e infrastrutture in un tratto in curva di via Pavese, in linea d’aria vicinissima al nuovo previsto insediamento.
In seguito, tuttavia, in sede di approvazione di questa nuova lottizzazione di Collevario sud tutti i problemi sono stati apparentemente risolti, tanto che l’allora assessore Mauro Compagnucci, nel ribattere nel 2009 a qualche critica emersa in consiglio comunale, ebbe a dire con la massima sicurezza: “Riteniamo di agire sulla base di scrupolose verifiche tecniche e di analisi accurate dell’impatto geologico”.
Chissà, forse una maggiore cautela sarebbe stata opportuna, anche se va detto che nuove tecniche costruttive evidenziate dal progettista, e previste sulla base delle rilevazioni del geologo delle società proprietarie e titolari della lottizzazione, consentirebbero in effetti di ancorare più in profondità i fabbricati da realizzare e di garantire così una discreta sicurezza pure in terreni lievemente instabili. Rimarrebbe comunque, almeno a detta di molti tecnici, il problema (questo in prospettiva direttamente di competenza del Comune) dei possibili smottamenti delle opere di urbanizzazione, cioè strade e marciapiedi, che hanno degli ancoraggi abbastanza superficiali e che sarebbero le prime eventualmente a “muoversi”, con tutti i futuri costi di rifacimento a carico della pubblica amministrazione (situazione che sarebbe del tutto analoga a quella sopra citata emersa in via Pavese, sempre a Collevario, ove non sono mancate forti proteste dei residenti).
Insomma, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta della Procura, che certamente non è di facile gestione, se non altro per la complessità della materia e per il comune interesse a tacere sia del concusso che del concussore, non resta che augurarsi che gli accertamenti in corso, apprezzabili già solo per il fatto di aver mosso energicamente un’acqua da troppi anni stagnante, procedano e arrivino ad una qualche conclusione, possibilmente in un clima più disteso e lontano dalle ruvidezze che in questi giorni hanno caratterizzato i rapporti tra il procuratore Giorgio e gli avvocati penalisti. Si tratta, infatti, in un caso e nell’altro, di valenti uomini di legge che, sia pure su opposti versanti, hanno tutti a cuore le sorti della giustizia. L’auspicio – lo stesso formulato dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Macerata – è quindi che ognuno faccia sino in fondo la sua parte; che si sgombri il campo da ogni e qualsiasi, anche velata, velenosa attribuzione di responsabilità circa il terribile suicidio di Giuseppe Garufi; che si evitino drammatizzazioni eccessive e si torni all’ordinaria, anche se aspra, dialettica tra le parti del procedimento penale.
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Complimenti all Avv. BOMMARITO. Per l’ottimo articolo .
In uno dei citati tumultuosi incontri pubblici, l’Amministrazione prese l’impegno di ripristinare i vecchi punti di monitoraggio abbandonati e di posizionarne altri, per controllare le zone di Collevario più esposte al rischio di smottamenti. E’ stato fatto?
@ Avv. Bommarito
Ci vorrebbe anche una “sbirciatina ” alla lottizzazione di Piazza Pizzarello e via dei Velini.
ci sono altre zone caratterizzate da fragilità geologica su cui è stato costruito!
Con le strade ed i marciapiedi dolcemente mossi dall’onda della faglia distensiva, a Collevario il mondo sarà bello perché vario. Io metterei anche delle palme.
Per Massimo Giorgi
Quella zona si chiama ColleVARIO proprio perché storicamente ha subito frequenti modificazioni per frane e smottamenti.
C’avrei giurato Bommarito, la toponomastica è una gran cosa.
Così come ha fatto il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Macerata, mi dissocio energicamente dalle polemica e dalle accuse poste in essere da alcuni colleghi avvocati della Camera Penale di Macerata nei confronti del Procuratore della Repubblica il Dott. Giovanni Giorgio per aver questi autorizzato il sequestro di un carteggio o dei documenti rinvenuti nella abitazione di un indagato . Non si conoscono perfettamente i passaggi dell’azione investigativa ma sembrano essi del tutto legittimi e necessari per arrivare a formulare una ipotesi accusatoria . I fatti sopravvenuti , anche se incresciosi, nulla hanno a che vedere con il naturale sviluppo delle indagini e dell’azione penale che è perfettamente legittima ,dovuta ed è soprattutto necessaria, non solamente per il caso specifico e per le ipotesi accusatorie conseguenti ad essa stessa indagine, ma è necessaria soprattutto per fare luce su delle opacità sul piano edilizio ed urbanistico che da tanti anni dei cittadini e dei professionisti hanno evidenziato in ambienti politici ed istituzionali e che leggiamo anche , seppur nella loro genericità e nella loro libertà espressiva , nei commenti agli articoli apparsi nelle pubblicazioni on-line di tipo giornalistico .
Da lungo tempo è capitato di assistere supinamente a delle vicende urbanistiche( e non ..) sulle quali qualunque persona ,di buon senso e leggermente capace dall’esterno di leggervi dentro , ha trovato materia per stimolare il proprio l’intelletto; anche l’esito di alcune azioni giudiziarie del passato, le cui carte mi sono capitate tra le mani , mi ha lasciato con qualche sconcerto .
Quando si arriva a delle opacità che non voglio ulteriormente definire , è giocoforza dedurre ,senza andare a scomodare un sociologo, che esse non possono non essere la conseguenza di intrallazzi o di cerchi magici come è conseguenziale che alcuni fatti umani determinino ; per non parlare poi del danno per l’ammaloramento del tessuto sociale, istituzionale e democratico come da più parti politiche da molti anni ho visto sottolineato .
Quindi da quella indagine c’è ben altro e ci sono degli elementi per andare oltre: sono utilissimi per riportare in città e provincia una legalità superiore che sarebbe poi la garanzia per tutti ,imprenditori compresi ,di una maggiore libertà e di un corretto e superiore sviluppo economico , sociale e dei rapporti umani . Appare evidente – a mio modesto e forse neppure tanto erroneo modo di vedere – che quando il pentolone di fagioli inizia a borbottare trotto è meglio fermare , prima che sia troppo tardi, colui che da alimento alla fiamma . E guarda caso – mi domando- chissà perchè così avviene .
Chiedere ,infatti, addirittura il trasferimento del Procuratore della Repubblica il Dott. Giovanni Giorgio del quale ho solo sentito parlare bene negli ambienti delle Forze dell’Ordine, significa solamente – sempre a mio modesto avviso – che a Macerata le persone che dimostrano di avere la forza di andare dove la legge impone che si vada , debbono essere rimosse . E questo non va bene che avvenga proprio sotto la spinta addirittura dell’azione , tutta fuori programma ed estemporanea, di alcuni colleghi avvocati . E vorrei fermarmi qui perchè capite che si può andare ben oltre nel ragionamento .
Esprimo la mia solidarietà al Procuratore della Repubblica e se i colleghi permettono , io sono invece in fiduciosa attesa degli eventi giudiziari come è giusto che sia .
Avv. Giuseppe Pigliapoco
Complimenti agli avvocati
Bommarito , Pigliapoco e al Procuratore della Repubblica Giorgio.
Molto imbarazzo per tutti gli altri che in qualche modo
fanno capire che non ci e’ datio sapere se..
e’ ..
Autocombustione
Piromania
o peggio ancora ,,,, ALTRO..
Si anche perche’ molto probabilmente se venisse fuori
che il tutto dipende da ALTRO allora forse si
riuscirebbe una volta per tutte ad evitare il disboscamento dell Amazzonia ..
🙂
A proposito per chi non lo sapesse
Giovedi prox venturo grande inaugurazione del nuovo e tanto atteso da tutti
centro commerciale Conad in via dei “VELENI”
Era ora …… in quella zona gli abitanti non sapevano proprio
dove poter andare a fare la spesa…
Sig. Procuratore Giorgio … ( 🙂 )
Vent’anni fa tentai, con risultati esilaranti, il conteggio del numero degli sportelli bancari presenti in città.
Dieci anni fa, in ambito letterario, mi dilettai dell’esubero di antologie pubblicate una a ridosso dell’altra (anche lì risultati che, se non fossero stati veri, avrebbero invogliato ad una risata a crepapelle).
Oggi vien voglia di contare quanti supermercati si sono attivati in territorio comunale e immediatamente limitrofo negli ultimi anni. Qualcuno mi aiuta nella conta?
Io intanto comincio: Cityper e Centro commerciale di Casette Verdini (al cui piano superiore c’è la pizzeria), più il supermercato che gli sta pressoché di fronte; poi quello sulla strada di Tolentino (nato poco prima del Cityper). Piediripa-Corridonia, inoltre, registra: Penny, Eurospin, per un periodo il Lidol (ignoro come si scriva, ricordo solo la pronuncia) e il Corridomnia. Saliamo a Macerata: subito dopo il cimitero ce n’è uno (prima del distributore), anche se da un po’ sta sempre chiuso; al piano terra dell’ex-Mulino di Vignati ce n’è un altro; alla Pace, vicino al campetto di calcio, ce n’è un altro; sotto la Stazione ce n’è un altro; lungo la Strada Nuova c’è l’Oasi; a Collevario ci sono tanto l’Eurospin quanto lo Sma, di cui un altro Sma a pochissima distanza, in Via Silone. Ma anche all’angolo di Via Resse ce n’è un altro. Uno sta all’incrocio tra Via Mameli e Via Manzoni. Sotto l’ex-Oviesse c’è il Tigre. Sotto l’ex-Upim c’è invece un minimarket a gestione familiare. In Via de’ Velini ce n’erano due, ma col Conad di cui si parla nel commento precedente saliamo a tre. Per adesso quanti sono? Se non ho contato male, finora sono 23 (che nella cabala sarebbe anche un bel numero…). Mi aiutate, tuttavia, a individuarne eventuali altri? Vorrei sbancare il Lotto…
Caro Davoli…la Coop sotto la scuola salesiani,a colleverde sopra una palestra,un’altro a 500 mt sempre in zona santacroce…sicuramente ne mancano altri..eppure i consumi alimentari calano!
La foto di apertura dell articolo, a corredo dello stesso , l ho trovata azzeccatissima e inquietante. Pare una profonda ferita inferta al corpo della terra.
A proposito dell’intervento di Filippo Davoli
La questione dell’apertura di così tanti supermercati mi interessa particolarmente e vorrei suggerire materia per una inchiesta a qualche segugio di CM. Voglio avere un approccio il più laico possibile e quindi esulare da nostalgie pauperistiche tipo “il negoziante sotto casa”: ma… come sono i conti di questi punti vendita? Considerando l’investimento in acquisto o in affitto, i costi di gestione e gli incassi…. alla fine rimane qualcosa di utile? Non so… ci sono tante cose che a naso non mi quadrano.
Allora, grazie all’ottima memoria visiva di Gabriele, siamo a quota 26. Poi mi ricordo che ce n’è uno a Villa Potenza (e siamo a 27). Abbiamo fatto il pieno o ne manca all’appello qualcuno?
«Tu da che parte stai?
Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati?
O di chi li ha costruiti? Rubando?»
(Francesco De Gregori, Chi ruba nei supermercati, 1992, http://www.youtube.com/watch?v=gkb9oyVG2ZI )
Caro Avvocato, quando noi del Comitato CollevarioSicuro abbiamo lanciato l’allarme con motivazioni che oggi sostengono la Procura perchè non siano stati ascoltati? il comitato ha continuato a raccogliere documentazione e a monitorare i lavori ed è ancora in attese di risposte, e di altra documentazione che il Comune non ha dato adducendo che non era in loro possesso, peccato che noi abbiamo la documentazione a disposizione!
Oggi ho accompagnato mia figlia in palestra.
Di fianco alla Super Gym c’è un bello sbrego (con relativo affossamento) dell’asfalto.
Non sono un tecnico, ma non mi sembra dovuto al passaggio delle auto…
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Che forse che forse si è costruito, in luoghi sbagliati, spesso male???
rispondo al signor Fede, si ci sono altre zone a rischio e sono tutte quelle che i nostri amministratori hanno reso edificabili, non nell’interesse dei cittadini, ma nell’interesse dell’affarista di turno con ritorno in mazzette o favori.
Collevario…….Collevario…….Colleverde? E’ vero che si vuol costruire vicino alla scuola elementare a Colleverde?