di Gianluca Ginella
Spunta un prestito di oltre 20mila euro nell’indagine che coinvolge il consigliere comunale Guido Garufi. E’ emerso nel corso dell’udienza di Riesame, che si è svolta oggi al tribunale di Macerata, e in cui i giudici dovevano decidere sul dissequestro di un computer, dell’hard disk di chiavette usb sequestrate a Garufi. I giudici hanno rinviato la decisione. Nel corso dell’udienza il procuratore Giovanni Giorgio ha presentato varia documentazione tra cui una richiesta di decreto ingiuntivo che è stata presentata da un consigliere comunale, Luigi Carelli, che fa parte della Commissione urbanistica del Comune. La richiesta fa riferimento ad un prestito per oltre 20mila euro che nel corso di alcuni anni Carelli ha fatto a Guido Garufi. Il consigliere comunale aveva però detto al collega di non essere in grado di restituire il prestito e per questo c’era stata la richiesta ingiuntiva. Che però in seguito Carelli avrebbe deciso di ritirare. Sulla presentazione del documento, l’avvocato Federico Valori (che assiste Guido Garufi, insieme al legale Oberdan Pantana), dice: “Non riusciamo a comprendere quale rilievo abbia, con riferimento alle contestazioni in atto, la questione del documento. Non riusciamo a capire cosa centri un prestito con l’accusa di ricettazione e di concussione contestate al nostro cliente. È fatto noto che Garufi abbia avuto bisogno di prestiti, risponde di ricettazione proprio per aver ricevuto un prestito dal fratello Giuseppe (che si è tolto tragicamente la vita lo scorso 18 ottobre, ndr). Per quanto ci riguarda la questione sollevata sul prestito è tamquam non esset (come se non esistesse, ndr)”. Garufi è indagato dalla procura di Macerata per l’ipotesi di reato di concussione o concussione impropria per i 35mila euro che, secondo gli inquirenti, in base ad una intercettazione ambientale tra Garufi e il fratello Giuseppe, il consigliere comunale avrebbe preso insieme ad altre persone, al momento sconosciute, per agevolare una pratica edilizia su di una edificazione di circa 50mila metri cubi. Garufi è inoltre indagato per ricettazione perché avrebbe ottenuto dal fratello 20mila euro che farebbero parte del famoso tesoretto che venne sequestrato a Giuseppe Garufi (vennero rinvenuti 80mila euro).
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