di Alessandra Pierini
Solo venti giorni fa era stata ventilata la possibilità, categoricamente esclusa dal sindaco Romano Carancini (leggi l’articolo), che il direttore artistico del Macerata opera festival Francesco Micheli stesse per prendere altri lidi. Lo stesso Micheli aveva escluso con forza una sua partenza da Macerata. Oggi però a riaccendere i campanelli d’allarme è una vicenda che sta interessando il teatro Regio di Torino dove il direttore musicale Gianandrea Noseda ha appena dato le dimissioni in forte polemica con il sovrintendente Walter Vergnano e il sindaco Piero Fassino sta trattando per ricucire la situazione. Secondo i bene informati, Noseda aveva posto come condizione per rimanere che venisse scelto un direttore artistico di suo gradimento. E tra i papabili c’era anche il “nostro” Francesco Micheli che era stato già contattato dal Regio per un incontro esplorativo i primi di luglio. Ma il sindaco Carancini, CdA permettendo, è pronto a giocare d’anticipo e a rinnovare il contratto anche per il 2016 al giovane direttore artistico.
Francesco Micheli non è in Italia nonostante questa sera la sua “Romeo e Juliette” in versione punk debutterà all’Arena di Verona. E’ però il sindaco Carancini a ripercorrere i contatti col Regio: «Due mesi fa – spiega – sulla base dell’esperienza del Macerata Opera Festival, molti teatri hanno volto lo sguardo verso Macerata e soprattutto verso Micheli. Era successo in passato col Maggio Fiorentino, è accaduto di nuovo col teatro Regio. Micheli è stato contattato i primi di luglio e ce lo ha subito comunicato. Essendo il Regio uno dei più importanti di Europa, mi sono sentito di dire che faceva bene ad andare ad incontrare il sindaco Fassino e che era giusto che rispondesse a questa chiamata».
Nel 2010 Piero Fassino, attuale sindaco di Torino, aveva sostenuto la campagna elettorale dell’attuale sindaco di Macerata, Romano Carancinii
L’incontro c’è stato ed è stato positivo. «Ne ho parlato direttamente a Roma con Piero Fassino – racconta il sindaco – durante un convegno dell’Anpi. Il sindaco di Torino mi aveva confermato la grande impressione che gli aveva fatto Francesco. Ad una precisa domanda sulla sua disponibilità, Francesco ha detto che per il 2015 è comunque a Macerata per contratto e che avrebbe gradito non lasciarla, magari lavorando con un doppio incarico posta la compatibilità delle due stagioni. Fassino mi ha rassicurato anche su questo punto. Tutto questo è una parte di sondaggio e approfondimento. Al momento non c’è nulla salvo il fatto che a Torino la situazione è precipitata e non sappiamo cosa può succedere nei prossimi giorni».
Carancini, comunque, non ha dubbi sulla presenza di Micheli e sulla sua volontà di continuare a lavorare per il Macerata Opera Festival: «E’ un dato di fatto che Francesco rimarrà a Macerata nel 2015, ha tutta la motivazione e la volontà e la determinazione di proseguire un impegno di Macerata allungando persino il contratto. Proporrò al CdA di prorogare il contratto già per il 2016».
Il sindaco valuta positivamente anche la possibilità del doppio incarico a Macerata e Torino: «Questa possibilità, tutta eventuale, potrebbe generare una sinergia artistica e progettuale di un teatro all’aperto e un teatro chiuso che svolge la sua attività invernale. Quello che resta fermo è che noi vogliamo che Francesco continui ad avere motivazioni e progetti nuovi per Macerata. Vogliamo continuare ad essere un punto di riferimento».
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Quindi, visto che si prospetta una (con)divisione tra Macerata e Torino, ed se questo matrimonio si farà avrà ovviamente meno tempo da dedicare solo a Macerata (perchè occupato anche a Torino) c’è da augurarsi che il compenso maceratese sia, almeno in parte decurtato…
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Perchè il Sindaco uscente ha intenzione di chiedere al CdA il PROLUNGAMENTO del contratto OLTE la fine del proprio Mandato di Sindaco?
Non sarrebbe più corretto che sia il NUOVO (tra pochi mesi) Sindaco che possa scegliere in piena libertà e NON trovarsi vincolato??
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Lo avevo già chiesto, ma la domanda sembrerebbe caduta nel vuoto:
Gli sponsor hanno contribuito, all’ultima Stagione, girando dei soldi all’Associazione…
Oppure hanno contribuito acquistando i biglietti??
Perchè è una differenza NON da poco…
Contrariamente a quanto sembra che l’articolo voglia far capire, secondo altre fonti Noseda non voleva affatto Micheli. Le dimissioni di Noseda sarebbero anzi conseguenza dell’intestardirsi di Vergnano sul nome di Micheli (a cui si sarebbe affiancato, per simulare una qualche forma di competizione, l’ottantaduenne Mario Messinis).
Una cosa che non si riesce a capire da nessuna biografia è se questo Francesco Micheli, regista che si ritrova, con in curriculum poco più di un saggio scolastico, direttore artistico dei più importanti teatri di tradizione, sia parente del Francesco Micheli di Banca Intesa. Quello stesso Micheli che fu presidente del Conservatorio di Milano, e compagno della renziana Francesca Colombo, segretaria del festival MiTo di Milano e Torino, e poi alla guida di quel Maggio Musicale che, apprendiamo da questo articolo, si era interessato proprio al nostro Francesco Micheli Jr.
Saperlo ci aiuterebbe a capire meglio le dinamiche con cui è amministrato il nostro maggior teatro, e in generale tutti i teatri d’opera italiani. Considerato che Banca Intesa è stato anche il maggior azionista privato di Banca Marche, può darsi che ci sia materiale interessante non solo per le indagini dei cronisti della pagina locale, ma anche per altri tipi di indagine.
@ paolo tramannoni: caro Paolo lucidissima e veritiera analisi , non credo che possano essere parenti ma credo sicuro che Micheli e’ appoggiato dal PD che sta cercando di costruirgli la carriera proprio come si fece con la colombo che in una notte si trasformò da stagista a sovrintendente e dopo che fece fallire il maggio come premio la si ripiazzo’ al miTo. E per costruire la carriera a qualcuno c’è’ bisogno di tanto marcheting
@Lorenzo: su La Stampa di oggi appare un’intervista a Vergnano, a cui viene chiesto se con Micheli si volesse il “finanziere di MiTo o il regista”. Credo che abbiamo la risposta alla mia domanda.
Chiedo scusa a lor signori, ma da quando si va a curiosare di chi è figlio e qual è il curriculum di un soggetto che ha già dimostrato di:
– riuscire a rinverdire l’interesse dei maceratesi per Macerata
– saper gestire lo Sferisterio con un consenso di pubblico straordinario
– fare quanto è scritto sopra riuscendo anche a farci guadagnare soldi agli Enti preposti.
Perché?
L’intervento di Furio mi fa ricordare che un tempo esisteva lo jus primae noctis, e ai più sembrava naturale che il signorotto potesse infilarsi nel letto di una contadina verginella. Del resto, questi signori erano persone così simpatiche, distinte e a modino!
In quanto al successo, Cerasi pone una domanda alla cui risposta si dovrebbe aver diritto: i biglietti sono stati comprati in massa da qualche sponsor (come si usa fare in altre occasioni), o da veri spettatori? Le immagini dalla platea non sembrano confermare un successo clamoroso. Successo al botteghino che non potrebbe comunque ridurre il pesante insuccesso di critica riscosso dagli spettacoli di nuova produzione.
Se poi i maceratesi si accontentano del buon esito della festa in maschera inserita nel programma delle manifestazioni della stagione lirica, direi che è affare loro. A ciascuno il suo. I bilanci sono invece affare dei marchigiani e degli italiani, che vi contribuiscono. Ed è affare di chi ama l’opera sapere se il direttore artistico (e autoconvocato regista) sia stato nominato per titoli o per ragioni che hanno poco a che vedere con questioni culturali.
@FURIO guardi che al di la’ di macerata non c’e’stato neanche consenso di critica. A parte Repubblica e sole 24 ore ( i suddetti giornalisti sono venuti a tenere conferenze e non mi risulta gratis…ma questa e’altra storia e non ci pensiamo) avvenire, corriere e l’opera hanno stroncato l’aida ( un’Aida senz’anima la definisce il corretto Gherardo ) e non voglio infierire su Tosca. Non riesco a capire perché gridare miracolo a tutti i costi: si può dire che è’ andata bene, che si è’ soddisfatti ( vedasi Mariotti StyleWriter) ma addirittura il miracolo! Lo si urlava anche per pizzi e avete visto come e’ andata a finire..il record di presenze poi riferito a quale periodo? Non si è’ visto un pullman, non si è’ visto il mare di stranieri di una volta, era tutto pubblico locale e regionale. Rimediato con operazioni di svendita e marketing. Nessuno c’è l’ha con Micheli e sono contento che gli stiano costruendo una carriera ma non con le fandonie o sul buon nome di un teatro
Tramannoni probabilmente ha ragione, il mio è un intervento da rugby in un contesto calcistico (scomodare antichi e beceri rituali e darmi del signorotto, lo trovo un po’…..decadente), ma tant’è….
Non sono un amante della Lirica (anche se la mia famiglia, oltre ad avere specifiche competenze musicali, era molto legata allo Sferisterio) e quindi posso parlare, a livello musicale, a sproposito. Però, mi par di capire, che il contesto della Vostra critica, non sia più tanto riferito all’Opera, o almeno non verte totalmente sulla stessa, ma sembra un “j’accuse” che viene diretto al Micheli e, in seconda battuta, all’Amministrazione Comunale Maceratese che lo ha scelto e lo sta coccolando per farlo rimanere. Quindi, sembra che il discorso sia più politico e sociale, rispetto ai valori culturale ed economico che debbono muovere un così grande interesse. Ecco, è proprio questo che mi da fastidio; che si cerchi di screditare Micheli perché è un artista rivoluzionario (l’arte ha bisogno di rivoluzioni, altrimenti ora ancora staremmo a suonare ossa di animali attorno al fuoco appena scoperto) e Carancini che. ad onor del vero, sta cercando di trattenere Micheli perché è stata una delle poche luci del suo governo cittadino. Ecco, tutto questo mi sembra strumentale (si parla di musica no?) e controproducente per la Città di Macerata che, sembra, avere riscoperto un’anima più scanzonata, frivola e futurista, in un contesto culturale ed artistico di sempre grande livello rispetto ai competitor locali e no.
Montagnosi, parto dalla fine, dal “buon nome di un teatro”. Io, ho la fortuna di interloquire con persone dalle diverse provenienze e dalle differenti estrazioni socio-economico-culturali e le posso assicurare che se parlo dello Sferisterio, quasi nessuno comprende di cosa effettivamente io stia parlando. E’ chiaro che noi maceratesi abbiamo diverse aspettative a riguardo, ma le assicuro che, al di fuori di un ristretto ambito territoriale e di un ristrettissimo ambito “passionale”, non c’è grande conoscenza dell’arena del gioco al bracciale votata alla musica (parlo di musica in generale, perché molti stanno conoscendo lo Sferisterio per Musicultura, che non è neanche nata a Macerata). Quindi, di cosa stiamo parlando?? Della critica di testate giornalistiche? Dei biglietti venduti o ceduti o regalati? Del conteggio dei pulmann arrivati????? Ma dobbiamo accontentarci che ci sia un forte interesse dei maceratesi (in primis) e di altri, per le iniziative del poliedrico Micheli, che ci sia un ritorno economico importante che possa mantenere ed incrementare le iniziative medesime, che la critica sia spietata per alcuni versi ed esprimi consensi per altri, perché si parli dello Sferisterio anche al di fuori dei confini provinciali e teniamoci le persone giovani e valide che sono il futuro luminoso in questo presente, fatto di solo retorico passato e di cupo pessimismo strumentale.
Signor Furio con quello che ha scritto sembra avercela più Lei con Micheli che gli altri non è che gli da un gran ruolo. Comunque volevo solo dirle che lo Sferisterio ha sempre avuto un buon nome nei grandi circuiti nazionali e internazionali dell’opera, insieme al Rof era la vetrina culturale delle Marche. Adesso interessa solo i maceratesi, come dice Lei e questo dal suo punto di vista e’ sufficiente .Mariotti può dormire sonni tranquilli. E anche Macerata
Signora Sagripanti, mi fa piacere che lei abbia interpretato bene il mio pensiero su Micheli. In effetti, io vorrei dare un giudizio del suo operato e mi vorrei basare su quello che fa e come lo fa, senza ESSERE DI PARTE e senza sostenere alcuno “a prescindere”. Sapevo che mi sarei andato a cacciare nei guai, in questo contesto, ma l’ho fatto proprio perchè ho notato che ci sono (a mio avviso) delle prese di posizione negative e strumentali sulla vicenda.
Per quanto riguarda lo Sferisterio, i fasti di un passato glorioso, oggi e per il futuro (secondo me), devono essere sostenuti da una regia lungimirante ed audace, perchè negli anni ed in questi ultimi specialmente, gli interessi, la comunicazione e gli strumenti sono stati rivoluzionati.
Non deve mancare la tradizione (mi sembra che l’ultima Traviata, abbia rispettato abbastanza il concetto) e l’originalità non deve essere fine a se stessa, ma i numeri ci devono essere e l’interesse deve essere maggiormente diffuso (quindi anche ai non “super esperti” di cui leggo commenti densi di citazioni e di cui apprezzo competenza e dedizione), per sostenere ed incentivare la cultura musicale maceratese.
Nessuno ha preconcetti verso Micheli caro furio e anche io mi baso su ciò che fa e sul come lo fa e se a te va bene che si urli al miracolo perché si riempie la platea con biglietti comprati con le sponsorizzazioni,, si indica una notte bianca a tema come atto rivoluzionario, si spenda e spanda per operazioni pseudo culturali investendo su personaggi come Moccia, si usi lo sferisterio come calderone dove buttarci di tutto, dalla violenza sulle donne alle donne d’Africa, alla raccolta differenziata, all’enogastronomia,etc etc e alla fine di tutto questo non ti rimane nulla perchè lo hai già masticato e digerito anzi no una cosa ti rimane, lo specchio di Traviata in cui ti rifletti- quello si vero atto eterno e rivoluzionario- allora sono felice per te e va bene così. Ma se una cosa non corrisponde a verità un giornale deve prenderne atto e qualcuno non esserne d’accordo
Montagnosi, ognuno ha diritto di non essere d’accordo e di esplicitare il suo pensiero. Lo faccio io e lo fa lei (tra l’altro in questo suo ultimo commento, in maniera quasi poetica e con dei riferimenti suggestivi). Ora che il “dibattito” va scemando, pollici versi o verdi che sia, devo tirare una conclusione che riflette l’indifferenza collettiva quando si parla di questi argomenti. La Lube, la Maceratese, le vicende civitanovesi ed il gossip attirano sempre di più, mentre l’arte e la cultura, vedono sempre meno persone interessate, c’è lei (cultore raffinato), c’è Tramannoni (storico e attualista allo stesso tempo), c’è Cerasi (sempre una buona parola per tutti), c’è Maria (nostalgica e sognatrice) e qualcun altro che va e viene a seconda delle maree. Ad Majora.
@ FURIO credo di doverti dare ragione e nel farlo mi sento ancor più decrepito perché devo constatare che sono passati mille secoli , tutto è’ cambiato e la cultura non è’ che uno slogan e il teatro un’ara sacrificale. che serve a ricostruire la credibilità di qualche Carancini di passaggio. Ecco perché siamo il paese che siamo e come ho già avuto modo di scrivere se la lube invece di dare i soldi a zucchero e alla ferilli avesse messo a posto una scuola, regalato mille computer, donato un asilo nido ci avrebbe chiuso la bocca per sempre ma ci avrebbe dato una speranza. Se la Tardella lasciasse fare i concerti sinfonici a chi di dovere e investisse nel regalare una palestra a dei ragazzi, uno spazio per giocare, cantare, ballare allora ci sarebbe una speranza. Invece no, si intestardiscono a lasciare andare via i soldi da Macerata ( non credo che zucchero sia passato al salesi dopo!) invadendo campi professionali altrui. Hai ragione Furio ma questa non è’ solo cultura, e’ POLITICA termine nobile sporcato da individui che non la sanno più fare. Un caro saluto ,
ragazzo