di Carmen Russo
Un accostamento azzardato, secondo alcuni, quello tra lo scrittore Federico Moccia e l’Opera. Invitato nel penultimo appuntamento agli Antichi Forni nella rassegna degli Aperitivi Culturali, a parlare de “La gelosia non passa mai di moda”, secondo il titolo dell’incontro. A qualcuno però, il tono dell’appuntamento presentato da Cinzia Maroni con lo scrittore romano non è piaciuto, in quanto in primis «non è possibile paragonare la gelosia delle tre opere, dalla Tosca alla Traviata all’Aida – ha detto lo scrittore Filippo Davoli in un intervento dal tono polemico – con quella più prettamente adolescenziale dei libri di Moccia». Il dissenso di Davoli è stato accompagnato da altre voci tra il pubblico che hanno contestato lo scrittore, tra cui un insegnante che senza diritto di replica ha detto «Non ho ancora capito la connessione con l’Opera. Mai farò leggere un libro di Federico Moccia ai miei alunni».
Un’aria frizzante ha caratterizzato soprattutto l’ultima parte dell’appuntamento, effettivamente, un po’ arrischiato. Nonostante la vicinanza dei temi dell’amore trovino spazio nella lirica, nel romanzo, nel cinema e nel racconto, dell’Opera in sé si è discusso poco, puntando più sulla vita artistica dell’autore e della gelosia sulla quale Moccia ha letto un suo trattato con spunti presi dalla letteratura e dai film. E protagonista inaspettato dell’aperitivo è stato anche Massimo Troisi, nel ventesimo anno dalla sua scomparsa, con una scena del memorabile film “Ricomincio da tre”, di quando allo specchio vengono esternati i sentimenti irrazionali propri della gelosia. E ancora spezzoni dei film tratti dai libri di Federico Moccia, dal più famoso esordio con “Tre metri sopra il cielo” a “Scusa se ti chiamo amore”, “Ho voglia di te” e “Scusa se ti voglio sposare”.
«L’Opera – ha detto lo scrittore – ha la capacità di farci migliorare. E’ come quando incontri una donna che tira fuori il meglio di te». Accennata da Moccia anche la contestazione avvenuta ieri sera durante la rappresentazione della Tosca: «E’ giusto esprimere il proprio dissenso, perché è fondamentale per la crescita, ma poi bisogna anche essere aperti al dialogo». Un discorso analogo è stato fatto anche dall’assessore regionale Pietro Marcolini, presente all’appuntamento culturale: «Citando l’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini “Libero fischio in libero Stato”. E’ una cosa positiva esprimere le proprie idee, ma bisogna anche farlo seguendo una lezione di civiltà».
Il prossimo e conclusivo rendez-vous sarà domani nella stessa location con il direttore artistico Francesco Micheli, che traccerà il consueto bilancio della stagione (ed anche degli aperitivi culturali) e darà l’appuntamento al prossimo anno con una riflessione sul futuro.
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Incatenatelo con i lucchetti.
Ma come? Contestano il sacro Moccia dei vari Pappy, Puzzy, Ric, Raff, Sput…? E chi so sti ignoranti?
ERA MATEMATICO 😀 (scusa ma ti voglio fischiare) 😀
Eh… Ma abbiate pazienza………
L’insegnante ovviamente ero io. Altrettanto ovviamente sono state distorte le mie parole, molto più circostanziate. Ad esempio, non ho mai detto che “mai farò leggere un libro di Moccia”, bensì ho affermato che preferisco consigliare ben altri autori e libri ai miei alunni per farli innamorare della lettura… e quello che non capivo non era l’accostamento con l’opera (su quello si era già espresso l’amico Filippo Davòli), ma, ironicamente (mica tanto), quello con l’aggettivo “culturali”.
Invece ho convenuto che l’attinenza agli “aperitivi” ci stava tutta, purché fortemente alcolici. 😀
Scusa se ti voglio fischiare….
Una volta tanto ci siamo ricordati di essere maceratesi e non civitanovesi.
beh …ma…insomma in questo e in mOlti altri casi analoghi non è più serio ed eloquente non partecipare ?
@ Letizia Perri
Non è detto. In alcuni casi sì, è più eloquente evitare tout court. Ma a volte è anche importante esserci e, se del caso, dissentire.
E comunque l’intervento è stato di una pochezza disarmante. Persona molto superficiale. Banale. Cinquantenne che più di qualche concetto adolescenziale non sa esprimere, forse per questo ha avuto successi con certi romanzetti.
@ letizia : la dignità deve essere sempre di chi invita a meno che…
In questo mondo dove tra qualche anno i ragazzi non sapranno nemmeno tenere una penna in mano, o scrivere 2 righe (abituati al mondo touch), sarebbe già un miracolo e un successo se i ragazzi leggessero qualcosa o che tengano un libro in mano anche di barzellette o di topoliono. Moccia può piacere o non piacere ( a me lascia indifferente) ma leggere qualsiasi cosa (in un era dove non si legge più, o di meno,) è sempre una cosa positiva.
Ridicolo Moccia con la profondità intellettuale di un ghiro in letargo… concetti banali neanche definibili pop ma assolutamente ovvi e privi di contenuti, la citazione dello jogurt Muller subito dopo Shakespeare è quanto di più disarmante.
Altrettanto ridicolo però è stato il modo in cui è stata espressa la critica, senza un briciolo di dialettica, monologhi sterili di personaggi in cerca di visibilità che lo hanno attaccato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa (pur con contenuti condivisibili). Se Moccia rappresenta la superficialità e l’ovvietà della modernità dall’altro lato abbiamo avuto i famosi 15 minuti di gloria.
@Letizia: è un evento pubblico, patrocinato dalla città e con la presenza di importanti autorità. La città ha, a nome nostro, messo sullo stesso piano la grande arte con un prodotto industriale di facile consumo e nessun contenuto. Impossibile fare finta di niente.
Premesso che neanche a me piaccia Moccia, però a me molti interventi sanno tanto di invidia, se lui vende e piace ai ragazzi e’ un fatto, saranno tutti “ingorganti ” ma lui vende e gli altri no
Scusate, ma Moccia di cos’altro dovrebbe parlare? Ad impossibilia nemo tenetur.
@ Yuri Paoletti
Davvero lei crede che la qualità stia dove c’è mercato? Moccia vende più di Magris, lo sa? Secondo lei c’è da stare allegri?
@ Marco Ribechi
Dimenticavo: grazie per la condivisibilità dei contenuti.
@Filippo Davoli
I contenuti erano assolutamente giusti, tra l’altro Moccia è stato addirittura peggio di come me l’aspettavo. La lettura del temino sulla gelosia sembrava quella di uno scolaretto di 4a elementare che non ha studiato e allora legge dal libro.
Guccini lo descrive in maniera abbastanza rappresentativa:
“Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura..”
Quindi non si capisce perchè una volta si esaltano i grandi contestatori popolari come Guccini e De Andrè, si invitano gli Area ecc. e poi dopo un mese si elogia un rappresentante di quella cultura che lascia gli italiani nella più totale banalità e ignoranza. Esistono altri rappresentanti di una cultura più facilmente attingibile senza per forza essere di qualità infima. Io ad esempio mi sono avvicinato alla lettura non con “3 metri sopra il cielo” ma con “1984”, “Il vecchio e il mare”, “Il gabbiano johnatan Livingston” e non li ho trovati per niente difficili… non avevo bisogno di un semianalfabeta che mi parla del primo amore che non si scorda mai e di come sia difficile un’interrogazone di latino quando non si è studiato. Pensare che 3 metri sopra il cielo abbia venduto più di un milione di opie spiega molto sul degrado del nostro paese
Detto questo ciò che critico sono i toni che hanno denotato più una rabbia repressa che una finezza critica che invece avrebbe colto molto di più nel segno, anche se la faccia inebetita di Moccia denotava un’assoluta abitudine a queste contestazioni e anche un’incapacità di comprenderle.