Antonio Pettinari, Romano Carancini, Francesco Micheli e Luciano Messi durante la conferenza stampa in Municipio
di Maria Stefania Gelsomini
Svelato il cartellone completo del Macerata Opera festival 2015. Dopo le anticipazioni in esclusiva di ieri a Cronache Maceratesi (leggi l’intervista a Francesco Micheli) di due dei tre titoli della prossima stagione lirica, Rigoletto e La Bohème, si è aggiunto oggi anche il terzo: il dittico Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, che mancava in arena dal 2003. Ancora però non si è stabilito quale delle tre opere inaugurerà la stagione, che si aprirà il 17 luglio e si concluderà il 9 agosto 2015. La motivazione è legata alla composizione dei cast e alla scelta di registi e direttori d’orchestra, non ancora fissate. Perciò nessun nome è trapelato, ma nessuna sorpresa nemmeno dai titoli. Spiega il direttore artistico Francesco Micheli: “I titoli del 2015 sono meno roboanti magari di quelli di due anni fa, la presentazione di una stagione non deve essere un coup de téâthre ma l’effetto di un pensiero culturale e legato a un progetto produttivo”. Al Rigoletto, già annunciato due anni fa quando si programmò la trilogia popolare verdiana per il triennio 2013-2015 (Trovatore, Traviata e Rigoletto appunto), si aggiunge la ripresa della Bohème del 2012, nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse. Facendo di necessità virtù, e avendo a disposizione uno spettacolo che ha vinto lo scorso anno il premio Abbiati della critica, si ripropone un allestimento di qualità e a costo ridotto (che in verità si sarebbe voluto replicare già nel 2013, ma non fu possibile). Anche il dittico indissolubile Cavalleria-Pagliacci rientra, ha spiegato Micheli “nell’ottica del repertorio popolare italiano ma anche maceratese”, nel senso che certi titoli, in un teatro come lo Sferisterio, possono essere valorizzati più di altri, e le due opere di Mascagni e Leoncavallo con la loro mediterraneità e sicilianità sono perfette per il palcoscenico della nostra arena posto fra cielo e terra, fra la brezza del mare Adriatico e le incombenti cime dei Sibillini.
Antonio Pettinari e Romano Carancini, vice presidente e presidente dell’Associazione Sferisterio
“Non sempre è stato così” ha esordito il sindaco di Macerata Romano Carancini nella conferenza stampa odierna, riferendosi ai tempi di presentazione dei cartelloni passati. E in effetti, per molti anni, la stagione lirica successiva ripartiva ben oltre la fine della stagione in corso, ma “con l’arrivo del direttore artistico Francesco Micheli l’impegno è stato quello di provare a programmare il futuro, e la presentazione della prossima stagione durante la stagione in corso fa parte di quell’impegno. Non è una scelta fine a se stessa ma una volontà precisa, che tende a fidelizzare il pubblico e a creare su di esso effetti positivi”.
Grande entusiasmo anche nelle parole del presidente della Provincia Antonio Pettinari: “il cambiamento che Comune e Provincia hanno voluto, insieme a tutto il CdA, si basava su tanti elementi, il rigore del bilancio anzitutto, chiuso addirittura in positivo anche se per pochi euro, il mantenimento della qualità, riportare tantissime persone in arena, il coinvolgimento di tutto il territorio, anche regionale, e infine la programmazione e la presentazione anticipata che avvantaggia gruppi e tour operator.” Pettinari ha voluto esprimere anche parole di apprezzamento per l’evento di domenica scorsa dedicato alle Nozze d’Oro dello Sferisterio: “Una serata splendida, in cui ho sentito l’orgoglio del territorio. Ascoltare 1500 coristi cantare insieme il “Va pensiero” ci ha fatti sentire una comunità che partecipava a una festa, a un’emozione durata cinquant’anni, grazie alle idee di Micheli e allo straordinario talento del direttore d’orchestra David Crescenzi, una risorsa del nostro territorio che spetta a noi valorizzare.”
Il direttore artistico Francesco Micheli con Luciano Messi, direttore tecnico
Il titolo della prossima stagione “Nutrire l’anima” si ispira al tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta”. L’obiettivo al quale si sta lavorando è ambizioso, un appuntamento da non fallire: portare le produzioni del Mof all’Expo per poi portare i visitatori dell’Expo, provenienti da tutto il mondo, al Mof e nel nostro territorio. Come nelle esposizioni universali di fine Ottocento, di cui l’Expo è erede, i paesi più progrediti mettevano in mostra le novità tecnologiche che avrebbero cambiato il mondo e migliorato le condizioni di vita dell’uomo, oggi l’Expo punta sull’alimentazione, tema nodale nel crocevia del terzo millennio per la sopravvivenza del pianeta e dell’umanità. “Mi auguro che anche questo tema diventi motivo di discussione – ha detto Micheli – perché i tre titoli intendono mostrare tre diversi modi in cui l’umanità si ritrova a tavola: il banchetto-baccanale alla corte del Duca di Mantova in Rigoletto, il brindisi in piazza e la cerimonia pasquale in Cavalleria, il povero desco vuoto dei giovani squattrinati ma ricchi di fantasia di Bohème. Se la dieta mediterranea, il bel vivere del Bel Paese sono presi a esempio e imitati da tutto il mondo, allora questa sarà l’occasione per mostrare che la cultura italiana è un modello esistenziale a 360 gradi. Anche lo Sferisterio ha proposto, sin dalla sua edificazione grazie all’unione dei cento consorti, un modello completo unico e all’avanguardia, un luogo dove ritrovarsi, dove creare varie attività, e una volta perse quelle funzioni originarie, col tempo e grazie alla sua versatilità ne ha recuperate altre, come la lirica, richiamando pubblico non più solo locale ma da fuori”. Il modello MOF viene proposto ormai come un modello di cultura stratificata e multiforme, ad alta fruibilità di tutte le frange di popolazione.
Grazie al massiccio lavoro di internazionalizzazione della Regione Marche, su esplicito invito dell’Expo saranno quindi presenti a Milano alcuni eventi prodotti dal MOF, in via di definizione. Nell’incontro fra Paolo Verri, coordinatore eventi del Padiglione Italia, e Francesco Micheli, si è già parlato di alcuni progetti, fra i quali il concerto in onore di Gigli o il concerto lirico-sinfonico delle Nozze d’Oro: “Sogno una Notte dell’Opera al Padiglione Italia, o l’esportazione di un nostro titolo operistico negli spazi teatrali che vi saranno allestiti”. Insomma l’Expo dovrà essere, per i visitatori italiani e stranieri, come l’inizio di un Grand Tour, un colossale portale che mostrerà al mondo cos’è l’Italia. Lo Sferisterio sarà presente con le sue iniziative per portare qui quei visitatori. E sull’Expo ha puntualizzato Pettinari: “La Provincia, il Comune, le associazioni agricole, la Camera di Commercio, i sindaci, tutti abbiamo cercato in questi anni di rilanciare la produzione agricola che è la nostra identità e la nostra forza produttiva, quindi è naturale e coerente il collegamento con Expo 2015, che intende promuovere un’alimentazione sana e corretta. Ma dovrà essere Expo a visitare il nostro territorio e non il contrario, dovremo trasferire i visitatori qui, perciò è utile e giusto farlo conoscere”. “È l’Expo che ha manifestato grande interesse per il MOF – ha ribadito Carancini – , e sceglierà da ogni territorio varie espressioni oltre alle iniziative che ogni Regione presenterà, per cui il MOF può proporre le sue.”
Il direttore artistico Micheli ha colto anche l’occasione per cercare di estinguere quella che ha definito “la piccola ma strisciante e fastidiosa polemica” di quanti affermano che lo Sferisterio non è più quello di una volta: “Non abbiamo più Pavarotti, Pavarotti è morto e con lui è morto quel mondo e quel tipo di opera lì, è un passato che è finito, anche alla Scala. Non giudico quel tempo ma non rimpiango quelle stagioni, oggi l’opera è un dialogo complesso fra tutti gli elementi che la compongono, dal direttore d’orchestra ai macchinisti. E se avessimo avuto dei cantanti scadenti e le nostre iniziative fossero state così scadenti negli anni scorsi, quest’anno tanti spettatori non sarebbero tornati”. Dunque meno divismo e più coralità per l’opera del terzo millennio.
Col cartellone 2015 si conclude anche il primo triennio della direzione Micheli. Una programmazione, quella triennale, che si rivela fondamentale. Infatti i prossimi decreti ministeriali (in imminente uscita, forse già a fine luglio) la prevedono e anzi la incoraggiano, per cui quei teatri che dimostreranno di riuscire a organizzarla riceveranno un trattamento diverso e fondi più cospicui. Inoltre, la programmazione anticipata permette a tutti lavoratori del Mof (oltre 500 persone), di proiettare la propria professionalità nel futuro e creare una continuità che permette di non disperdere tante energie produttive.
(foto di Lucrezia Benfatto)
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Come ogni anno se la cantano e se la suonano da soli….
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Silenzio, non sentire?
sguisshhh, sguishhh… E’ l’overture dell’arrampicata sugli specchi
L’opera non è più quella di Pavarotti? Per forza conviene costa di meno certe voci non ci vengono per due soldi si devono pagare, ma le voci sono uniche peccato che non c’è più. ( Credo che come artista non doveva neanche essere tirato in ballo una voce unica che ha fatto grande L’Italia ne mondo ) Se l’opera è cambiata perché ancora andate dietro ai grandi compositori del passato potete inventarvi qualcosa di nuovo e diverso… ma per farlo si deve essere geni e artisti anzi ARTISTI!
Che l’opera non è più quella di Pavarotti allo Sferisterio lo sappiamo, purtroppo, bene. Per la stagione 2015 ottima la scelta di mettere in cartellone opere conosciutissime, ma possiamo sperare di avere un allestimento tradizionale? almeno uno. Oppure siete capaci di offrirci pseudo registi come quello della pietosa Tosca di quest’anno? Badate bene non è segno modernità certi stravolgimenti ma piuttosto prova di ignoranza lirica. Provate il contrario se ne siete capaci, accettate la sfida se ne siete in grado, ma ne dubito alquanto.
Caro dott. Micheli, “non rimpiangere quelle stagioni” come da lei affermato, significa una sola cosa: NON AVERLE CONOSCIUTE VISSUTE E GODUTE. Sono stati anni magnifici, lo Sferisterio si era trasformato in un Tempio della lirica invidiato a livello europeo, meravigliose voci (le migliori) dell’epoca, regie ed allestimenti che hanno strappato plausi dai critici più critici. Che peccato che lei, per dato anagrafico, non abbia avuto la fortuna di goderne l’effetto magico che da esse scaturivano, e forse avrebbe riconsiderato la scelta di “certi
registi, scenografi e costumisti. Credo nella buona fede, non riuscite ad apprezzare gli allestimenti originali come voluti da chi ha ideato, scritto e musicato le opere, solo perchè non le conoscete. I riscontri del botteghino non sono sempre indice di qualità, ma ANCHE al fatto che la lirica allo Sferisterio oggi è “di moda”. Infatti nelle cronache locali, intere colonne sono dedicate ai “VIP” che hanno avuto la bontà di onorarci della loro presenza, e scarsi giudizi sulla qualità dell’evento.
Pavarotti chi?
Adesso si, sono pienamente convinto!!!!!
Non sono più andato all’opera allo sferisterio per lo scandalo dei biglietti omaggio ( molti mi dicevano ” hai pagato ??? Me lo potevi dire, ti avrei rimediato il biglietto gratis” ) però avevo qualche rimpianto per non potere assistere agli spettacoli.
Adesso che si è proclamato che la lirica del terzo millennio non è più quella di Pavarotti non ho più dubbi e rimpianti.
Buon divertimento a tutti i portoghesi della lirica del terzo millennio
Dalle varie interviste mi è parso di capire che le critiche non tanto striscianti non sono state per i cantanti ma per una certa regia che deve stravolgere per forza “l’opera”. Quindi si dia alla tradizione quello che è della tradizione oppure se ne scrivano di nuove x faciliare “quel dialogo complesso” descritto nelll’articolo!
Ingrati, la rivoluzionaria rottamazione in scioltezza di Pavarotti resterà una gloriosa pietra miliare sulla via della lirica del terzo millennio!
Expo 2015 Speriamo che su a Milano ci vadano tutte le maestranze (coro & orchestra) e non solo pochi amici …