Un grande computer per la scenografia dell’Aida
L’ABBRACCIO – Il presidente della Provincia Antonio Pettinari con il direttore artistico Francesco Micheli
di Erika Mariniello
(foto-servizio di Guido Picchio e Lucrezia Benfatto)
Sferisterio gremito per l’apertura della 50esima edizione della stagione lirica che inizia con l’Aida per la regia di Francesco Micheli, direttore artistico del Festival. “Questa sera è una grande emozione – ha commentato Micheli nel foyer dell’arena – Il risultato si vedrà dagli applausi finali, ma l’aver registrato il tutto esaurito mi sembra il miglior modo per celebrare questi 50 anni”. Sold out sottolineato anche dal sindaco Romano Carancini: “Sono emozionato e molto soddisfatto di questo risultato, siamo vicinissimi ai 100 mila euro di incasso solo nella serata di oggi, per lo spettacolo sono certo che sarà un successo”. Numeri in rialzo evidenziati anche dall’onorevole Irene Manzi e dal presidente della Provincia Antonio Pettinari. “Visti i dati del botteghino credo che non ci sia modo migliore per iniziare questa stagione, un bellissimo modo per spegnere le 50 candeline”, ha detto la Manzi. “Il crescendo dell’interesse che si sta riscontrando negli ultimi anni è di buonissimo auspicio”, ha commentato Pettinari.
Il sindaco Romano Carancini con la moglie Betty (a sinistra) e il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni (a destra)
LA STELLA – Il soprano Raina Kabaivanska
A varcare la soglia dello Sferisterio, accanto al sindaco Carancini, anche Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. “Intanto sono felicissima di essere qui oggi- ha commentato – noto con molto piacere che Macerata sta investendo molto nella cultura, un buon esempio per il Paese. Avendo a disposizioni beni così importanti come lo Sferisterio credo sia giusto puntare sulla valorizzazione di bellezze come queste”.
Grande emozione anche per il soprano Raina Kabaivanska, autrice di alcune delle più importanti pagine della storia dell’Arena di Macerata: “Allo Sferisterio mi legano profondi e significativi ricordi, mi aspetto di vivere una bella serata all’insegna dei vecchi tempi, a Macerata mi sento come a casa, sono tutti amici qui intorno”. Tra i presenti alla prima anche il prefetto reggente di Perugia, la maceratese Tiziana Tombesi e Lucia Annibali, entrata dal retro dopo aver inaugurato la stagione ieri sera al Lauro Rossi (leggi l’articolo), diversi esponenti dell’imprenditoria marchigiana tra cui gli sponsor Germano Ercoli, Giovanni Fabiani e Maurizio Mosca.
Dai primi dati del botteghino, già anticipati in mattinata dal sindaco e presidente dell’associazione Arena Sferisterio durante l’apertura degli aperitivi culturali (leggi l’articolo) emergono risultati importanti: per la prima volta il Festival si presenta all’inaugurazione avendo già coperto, tra biglietti e prenotazioni, più di metà della capienza complessiva dello Sferisterio per l’intero periodo. Dato importante per l’Aida con oltre cento mila euro di incassi, numeri che stanno raggiungendo anche le opere in scena domani, la Tosca che ha superato i 90 mila euro e la Traviata in programma il 26 luglio che ha già registrato gli oltre 85 mila euro.
(Domani la recensione dell’Aida a cura di Maria Stefania Gelsomini)
L’imprenditore Germano Ercoli con la moglie
L’imprenditore Enrico Bracalente (Nero Giardini)
L’assessore provinciale Giovanni Torresi
L’imprenditore Marcello Tombolini
Tiziana Tombesi, prefetto reggente di Perugia
Il patron di Musicultura Piero Cesanelli
La deputata Irene Manzi
Il presidente di Confindustria Macerata Giovanni Clementoni
Sandro Bertini (Confindustria)
i coniugi Silvio Calvigioni Tombolini e Giorgia Tombesi
L’imprenditore Giovanni Fabiani prima dell’opera
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ma avranno pagato proprio tutti ?
VIP……..Veri individui pietosi !
Gran bella serata….una città che vive solo 15 gg in un anno…
sempre molto istruttivo vedere le foto a volte patetiche di chi va alle prime…quasi tutti non sanno nulla di musica o lirica…ma ci vanno solo con l’intento di farsi vedere…farsi notare..tipica mentalità italiana andare dove va altra gente..lo status…il dire anche io c’ero…..
I commercianti stanno perdendo il proprio lavoro , la Monteverde non era presente nelle foto di rito , stava togliendo i panettoni con la Pallonari ??? Peccato che queste persone non abbiano potuto manifestare il loro dissenzo !!!
la maggior parte di loro sono veramente ridicoli con quei abiti non che siano brutti gli abiti ma non si addicono affatto a chi li indossa perchè bisogna avere stile per portarli !!
CREDO CHE IL GRANDE VERDI SI SIA RIVOLTATO SULLA TOMBA ,L’OPERA E’ STATA TRAVISATA, DETURPATA, OLTRAGGIATA..QUESTA NON E’ AIDA E’MAGA MAGO E I PERSONAGGI TUTTI PRESI DALLA FUMETTISTICA…
SI,MA L’OPERA COSI CONCIATA VI E’ PIACIUTA?
Io sono andato a vedere la prova generale, ma nessuno c’era a fare foto. Ma in fondo quella sera c’era solo gente normale e appassionata che non aveva bisogno di mettersi in mostra. E tutti avevano pagato il biglietto.
Tutto sui partecipanti, niente sul pietoso allestimento. Ai veri amanti della lirica non rimane altro che starsene a casa ed ascoltare un buon disco.
Spero che piazza Mazzini sia stata ripulita dalla “feccia” che ogni giorno bivacca. Non sarebbe stato opportuno far vedere a questo importante pubblico il degrado.
Capisco che vedere queste belle facce ripiene, dia fastidio soprattutto a chi come me, lotta sul serio ogni giorno, per sopravvivere. Ma la storia insegna che il mondo è stato sempre così, e così sempre sarà. Quindi prendiamola con filosofia, tanto alla fine la peggio l’ha sempre chi rosica.
Davvero, anche solo una foto in più e sarei andato in overdose di cultura.
ma mica è colpa loro…. è de chi gliele fa le foto! !
Ci sarebbe da pensare a qualcos’altro invece di andare all’opera. …questo è per qualcuno!!!!
Con la crisi che stiamo attraversando, che senso ha lo sfoggio opulento e sontuoso di questa gente.
Il momento esige SOBRIETA’!
Se penso che il nostro destino, come paese, è nelle mani di questi personaggi, rabbrividisco e vengo assalita dallo sconforto, ma come ho letto in un post di Bufalo : “Ma la storia insegna che il mondo è stato sempre così, e così sempre sarà. Quindi prendiamola con filosofia, tanto alla fine la peggio l’ha sempre chi rosica”, cercherò di farmene una ragione e di vivere senza lasciarmi avvilire da questa società “godona” e mediocre, sia culturalmente che politicamente !
L’ABBRACCIO sì …. e pensare che nella sostituzione con Pizzi l’avevano considerato allora troppo giovane e senza esperienza… GRANDE GRANDE FRANCESCO.
Bufalo…hai ragione. Ma la giustizia divina prima o poi arriva!!
La sola, ed unica, eleganza che scorgo, è quella della Signora Kabaivanska , e non solo per un fatto esteriore, d’abito.
Per rispondere a Mela Stella : NO.
No, e non perchè sia contraria ai linguaggi sperimentali , perché sia tra quanti amino soltanto gli allestimenti classici, ma perchè per me, o una cosa è artisticamente compiuta , quindi elevata, oppure non è un’opera d’arte ma è solo un’esecuzione artistica che non va oltre la sua rappresentazione scenica. L’Aida techno di Micheli è algida, puramente sensoriale, epidermica, perciò non arriva, non tocca le corde , non emoziona , non coinvolge, non lascia nulla spente le luci, finito lo spettacolo; perchè, è auotoreferenziale all’autore, al suo mondo interiore, può piacere ma non compiacere il pubblico, perchè si esaurisce nel linguaggio stesso della rappresentazione e nell’idea di regia che rimane tale, da inizio a fine, senza raggiungere un acme e un rapporto con lo spettatore che vede scorrere immagini per 3 ore di fila, che variano ma che non cambiano l’assetto della narrazione, quindi perchè tutto si appiattisce sullo stesso filo di racconto, e allora non stupisce: dopo un pò ,tu spettatore sai quello che vedrà da lì a poco. Perché manca un senso, in una parola, un guizzo finale , un raccordo conclusivo a ciò che è stato offerto visivamente. Almeno questo è stato per me, a cui non interessa andare all’Opera per vedere la messa in scena della soggettiva del regista , o in questo caso meglio dire la soggettività di Micheli regista, ma perchè mi aspetto che un artista attraverso la sua sensibilità personale porti in scena un’interpretazione nuova senza per forza decontestualizzare per arrivare ad un pubblico diverso da quello destinatario del libretto d’epoca.
E poi, va detto che l’allestimento con lo schermo di un computer non è che una diversa trasposizione dell’idea degli specchi di Svoboda, quindi di originale ha veramente poco, ma che soprattutto, mentre il Maestro Svoboda sublima la sua regia della Traviata con gli specchi che si abbassano sulla scena finale fino a portare il pubblico sulla scena dove si consuma il dramma della morte di Violetta così operando un transfert che coinvolge in senso psicologicamente attivo lo spettatore, Micheli ne imita il finale, ma senza raggiungere alcunchè di estetico, nel senso stretto della parola, di sensibilizzazione cioè.
Sintetizzo così la mia visione col fare ricorso a Umberto Eco, ” Interpretazione e sovranterpretazione” in quanto come Eco,penso che ci sia un limite all’interprezione, che un testo non possa sopportare ogni lettura, ogni significato possibile ,diversamente dai sostenitori dell’opera aperta, la reader oriented, i decostruzionisti e via dicendo a teorici del senso , ma che la maestria di rinnovamento del linguaggio artistico stia nel rompere le regole DENTRO e regole date, senza ricorrere al vezzo cioè della giustificazione della scelta di regia per offrire uno spettacolo di regia personalistica, distante anni luce da un’interpretazione sublime dell’Opera Lirica originale.
Il passo del libro di Eco , che riporto,però con lo sposare al contrario la tesi del filosofo pragmatista ,Richard Rorthy, è il seguente:
“Un cacciavite è un cacciavite è un cacciavite è un cacciavite. E se anche ci mangi il gelato sei te che hai problemi, non è il cacciavite a non avere una funzione specifica
[…]. Dal mio punto di vista, è come se mi si dicesse che l’uso che faccio del cacciavite per avvitare le viti è “imposto dal cacciavite stesso”, mentre l’uso che ne faccio per forzare dei pacchi di cartone è dovuto alla “caparbia imposizione della mia soggettività”.
Sig Bufalo, posso anche essere d’accordo con lei per non del tutto, , perché se è come dice lei allora significa che gli evasori continueranno a fare gli evasori, i furbetti a fare sempre i furbetti, i ladri (politici) continueranno a fare sempre i ladri, che i potenti continueranno a farlo ancora di più, .beh no non ci sto, voglio che queste cose migliorino proprio perché mi sono stufato che a rimetterci sono sempre le stesse persone. Circa l’opera, beh queste sfilate di VIP fanno parte dell’indotto e del contesto, come per la scala, e per altri teatri nobili. Poi se ci capiscono di opera o meno….è un altro discorso. E comunque bronx Mazzini…pardon, Piazza Mazzini sta a poche decine di metri..chi sa chi c’era sulle panchine a bivaccare!
Pubblicata la recensione a cura di Maria Stefania Gelsomini.
Leggi l’articolo:
https://www.cronachemaceratesi.it/2014/07/19/il-libro-dei-morti-si-legge-sulli-pad-laida-tecnologica-incanta-lo-sferisterio/552998/
la gran parte delle persone rappresentate nelle fotografie somigliano a dei piccioni ripieni, qualcuno anche imbalsamato.
A me dispiace di più leggere i soliti commenti di chi ama criticare per partito preso …. i Maceratesi buttano fango su ogni iniziativa e fanno una pessima pubblicità per la città. Il commento sui poveri commercianti poi è inaccettabile. Anche perché proprio loro, quelli che hanno il negozio in centro e sono proprietari di vari immobili, erano proprio lì a vedere la lirica ….
Massoni vestiti a festa!!! andate a lavorare!!
D’ACCORDO IN TUTTO CON SARI, HO GIA SCRITTO DELLA SERA DELLA PRIMA,INOLTRE PERCHÉ LE DIDASCALIE SONO COSI LONTANE DAL PUBBLICO? DA FAR VENIRE IL TORCICOLLO!!!! E TUTTE QUELLE CARNEVALATE NELLA TOSCA!!!!QUELL’ATMOSFERA DI REGIME,DI POLIZIA NELL’ABBAGLIARE RIPETUTAMENTE IL PUBBLICO COI RIFLETTORI!!!!!DA CAMPI DI CONCENTRAMENTO.LA TROVO DISGREGANTE
Una delle problematiche (per scenografi, registi, costumisti, esperti luci, ecc.) nell’allestire uno spettacolo, un’Opera, un concerto o qualsiasi altra manifestazione musicale/culturale è che in oltre 200 anni oramai tutto è già stato fatto, tutto già è stato visto, tutto già è stato sperimentato
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E Macerata NON fa eccezione.
Negli ultimi 30 anni, oltre gli Specchi di Svoboda, la Boheme di Ken Russell e la magnifica scenografia di Ferretti (fatta con niente, ma che “occupava” tutto il palco) tutto quanto passa il convento dello Sferisterio o del Lauro Rossi (o delle altre centinaia di spettacoli culturali maceratesi) è “già visto”, magari con piccoli cambiamenti ma è stato tutto “già visto”….
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Pertanto oggi è molto difficile (quasi impossibile) restare affascinati oppure inorriditi oppure sorpresi per un “nuovo” allestimento, una nuova regia, una nuova scenografia (negli anni passati ci ha provato a “scioccare” Latella, con i piselli e le patonze che svolazzavano, ma il risultato è stato veramente pietoso) in quanto TUTTO è stato già fatto/visto/sperimentato, se non a Macerata a Roma o a Londra o a New York o a Sidney…
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Pertanto (visti anche i limiti di budget) sarebbe meglio puntare sulle voci, sui maestri d’orchestra, sui corfi piuttosto che sugli allestimenti e le regie “ardite”, che poi di ardito hanno solo il fatto di essere presentati “in Provincia”…
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Una Callas sarebbe restata Callas anche in costume da bagno, un Pavarotti sarebbe restato un pavarotti anche in canotta e ciabatte.
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Forse Macerata dovrebbe puntare più sugli artisti (emergenti, nuovi) piuttosto che sule scenografie e le regie che, dopo aver fatto parlare per pochi giorni, in definitiva, lasciano il tempo che trovano