di Alessandra Pierini
E’ stato accolto con un grande applauso l’annuncio di don Nazzareno Marconi, nuovo vescovo di Macerata, fatto alle 12 nella cattedrale di Macerata dall’amministratore apostolico, monsignor Claudio Giuliodori. Don Nazzareno Marconi, del clero della diocesi di Città di Castello, parroco della parrocchia “San Donato” in Trestina e docente di Esegesi dell’Antico Testamento all’Istituto Teologico di Assisi, sarà consacrato il 13 luglio a Città di Castello e il suo ingresso in diocesi è previsto per il 27 dello stesso mese. E’ stata dunque confermata l’ipotesi fatta già nel luglio 2013 da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo). Il nuovo vescovo era atteso da quando, a febbraio 2013, monsignor Giuliodori è stato trasferito a Milano come assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Timore e pace” sono le parole con le quali il nuovo vescovo ha deciso di presentarsi alla comunità nella lettera letta ai tanti presenti da monsignor Giuliodori: «Il timore arriva dalla coscienza dei miei limiti per cui chiedo perdono e la pace che viene dalla consapevolezza che quando il Signore affida compiti superiori alle forze non fa mancare il suo sostegno. In questa città ho un popolo numeroso e mi sento confortato dal dono dell’amicizia, anche con monsignor Giuliodori. Trovo una strada ben tracciata sulla quale voglio proseguire». Don Marconi, da oggi vescovo eletto, si propone con una metafora calcistica: «Un mio amico che ama usare le immagini mi ha detto che il pastore è come l’allenatore nel calcio, dà incarichi, progetta strategie, ordina sostituzioni. Io preferisco pensare ad una partita tra amici in cui nessuno sta in panchina, ognuno è in campo con gli altri, in cui il vescovo è il capitano, ha uno sguardo più ampio degli altri, spinge la squadra avanti quando si è troppo sicuri di vincere, corre per primo quando gli altri sbagliano o non ce la fanno. Non usa complesse strategie o schemi pronti ma consiglia e incoraggia, cerca di imparare, senza preoccuparsi di essere perfetto. Nessuno di voi deve restare in panchina». Poi, come Papa Francesco insegna, ha invitato i maceratesi ad iniziare, già da oggi a pregare per lui. «Vi chiedo di potermi firmare – ha concluso – almeno ancora per questa volta don Nazzareno Marconi».
«Siete quasi coetanei» ha esclamato don Gianluca Merlini rivolgendosi a monsignor Giuliodori, durante la lettura del curriculum di don Nazzareno, già noto a molti maceratesi per aver seguito il cammino con le famiglie.
E’ stato don Pietro Spernanzoni, vicario generale della Diocesi a salutare con il suo discorso Claudio Giuliodori: «Sono il vicario di tre vescovi – ha esordito – e mi piace questo titolo. Voglio ricordare l’impegno vissuto molto intensamente da monsignor Giuliodori. Non è intraprendente, ha fatto tantissime cose ma senza lasciare nulla all’improvvisazione, studiando tutto nel dettaglio e seguendo da vicino anche questioni non strettamente di competenza come la ristrutturazione delle chiese. Tante ne sono state riaperte e inaugurate, ultima in ordine di tempo quella dell’Immacolata». Alla fine del discorso un altro grande applauso, questa volta per salutare monsignor Giuliodori.
«Ho già detto quello che provavo – ha spiegato Giuliodori – Oggi dobbiamo gioire per il nuovo pastore. Lo Spirito Santo – ha detto scherzando – ha impiegato 15 mesi, si vede che il Papa ha voluto ben approfondire la questione. Molti maceratesi già lo conoscono, gli altri avranno modo di conoscerlo ma già si capisce tanto dal tono familiare e paterno della sua lettera. Io posso solo ringraziare per i doni immensi avuti da tutti. E’ un patrimonio enorme che mi accompagnerà per sempre».
Don Nazzareno Marconi, fino al 2013 è stato rettore del seminario regionale di Assisi. Nato a Città di Castello, 55 anni, apprezzato teologo, insegna Esegesi dell’Antico Testamento all’Istituto Teologico di Assisi ed è stato spesso invitato nelle Marche a convegni e letture. Attualmente risiede a Citerna, in provincia di Perugia.
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Sotto, la galleria fotografica a cura di Lucrezia Benfatto:
IL CURRICULUM – Dopo la maturità classica conseguita a Città di Castello nel 1977 è entrato come alunno nel Pontificio Seminario Romano Maggiore ed ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia presso la Pontificia Università Lateranense e la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Ordinato presbitero il 2 luglio 1983, incardinato nella Diocesi di Città di Castello, è rimasto come Assistente nel Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ha conseguito nel luglio 1985 presso il Pontificio Istituto Biblico la Licenza in Sacra Scrittura. Tornato in diocesi nel 1987 e nominato vice-Parroco di San Giustino (PG), ha iniziato a svolgere corsi opzionali e seminari presso l’Istituto Teologico di Assisi. Nell’ottobre 1989 ha conseguito la qualifica di Candidato al Dottorato in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico.
Dal 1987 al 2003 è stato anche insegnante di religione nella scuola statale media e superiore. Negli stessi anni ha insegnato anche nella scuola Diocesana di Teologia “Cesare Pagani” di Città di Castello ed in quella di Perugia “Leone XIII”. Dal 1990 al 2004 è stato Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Città di Castello.
Nel 1990 è stato nominato Docente Incaricato presso l’Istituto Teologico di Assisi. Nell’ottobre 1997 ha conseguito il Dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Urbaniana con la tesi: “Analisi narrativa delle storie di Giuseppe, Gn 37-50”. Nel 1998 è stato nominato parroco di Citerna (PG) e nel 2003 Docente Stabile Straordinario di Sacra Scrittura presso l’Istituto Teologico di Assisi. Dal 2004 al 2013 è stato Rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi. Dal 2005 è Cappellano di Sua Santità. Dal 2005 al 2011 è stato Direttore dell’Ufficio Catechistico Regionale dell’Umbria. Dal 1 settembre 2013 è Co-Parroco non Moderatore nella parrocchia di S.Donato in Trestina (Città di Castello).
Dal 1983 al 1987 mentre era Assistente nel Pontificio Seminario Romano Maggiore ha collaborato con l’ufficio di Pastorale Familiare della Diocesi di Roma e della CEI come estensore di sussidi per la preghiera e la catechesi e come relatore in alcuni convegni sull’utilizzo della Bibbia nella pastorale.
Dal 2000 al 2004 ha fatto parte della redazione della rivista: “Presbyteri” (QS editrice, Trento) alla quale ha collaborato periodicamente con articoli di spiritualità biblica. Negli stessi anni è stato membro del Centro Studi dell’Unione Apostolica del Clero.
Dal 2002 al 2004 è stato docente di Teologia presso l’Università LUMSA, Facoltà di Scienze dell’Educazione, sede di Gubbio.
Ha collaborato dal 1990 al 2001 al progetto “Bibbia” della LUX-VIDE per la RAI per i quali ha seguito come Consulente storico-esegetico la realizzazione di 13 FilmTV di argomento biblico e catechistico. Tra gli altri “Genesi”, “Abramo”, “Giuseppe”, “Mosè”, “Jesus”, “Apocalisse”.
Dal 1987 al presente ha pubblicato inoltre vari articoli di spiritualità biblica collaborando organicamente con varie riviste, tra cui: “Il Cursore” (Roma), “Famiglie a Roma” (Roma), “La Voce” (Perugia), “Il Portico” (Cagliari), “Culmine e fonte” (Roma).
Il suo ambito di ricerca esegetica e teologica si sta concentrando ormai da tempo sulle problematiche del rapporto tra l’immagine (dall’Arte, al Cinema alla TV) e la Parola di Dio. A questo argomento ha dedicato alcune pubblicazioni e molte conferenze i varie parti d’Italia. Ha in particolare collaborato organicamente a progetti pluriennali di formazione pastorale e biblica con le diocesi di Roma, Assisi, Perugia, Modena, Macerata, Cagliari.
Ha pubblicato i volumi:
– “In ascolto della Parola”, 2vl, ed. EDB, Bologna, 1996.
– “La tua legge Signore è la mia gioia”, ed. Paoline, Roma, 1997.
– “Verso la vetta, itinerario catechistico con S.Matteo”, ed. Paoline, Roma, 1999.
– “Dal silenzio al Dialogo, analisi narrativa di Gn 37-50”, ed. Laser Print, Città di Castello, 1999.
– “La Bibbia fa Audience”, Bibbia e Comunicazione, ed. Paoline, Roma, 2000.
– “Le mille immagini dell’Apocalisse”, Bibbia e Comunicazione, ed. Paoline, Roma, 2003.
– “L’albero di Zaccheo”, ed Tau, Roma, 2006.
– “Imita ciò che celebri”, Ed Cittadella, Assisi, 2009.
– “All’origine della relazione”, Ed Cittadella, Assisi, 2010.
– “La roccia e la sorgente”, Ed Cittadella, Assisi, 2011.
– “Il vino buono”, commento alle letture feriali, Hyperprism Edizioni, Perugia, 2012.
In stampa:
– “Accompagnare all’incontro con Dio”, Ed Cittadella, Assisi, Luglio 2014.
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Grandissimo Don Nazzareno…….
da quello che ho letto dovrebbe essere un vero pastore che odora di pecora come sostiene il grande Francesco. E’ quello che serve oggi alla nostra chiesa l’odore della modestia e no quello dell’autorità.
Fino a ieri si giocava la nomina con Mustafa Diop.
Ha vinto sul filo di lana.. “Baciamo le mani”
Le omelie di Mons Giuliodori sono insuperabili.
Di preti che puzzano di pecora ne abbiamo fin troppi, ma nessuno sa ispirare e fare una Lectio divina come Mons Giuliodori. Per noi è ‘ una grande perdita
Visto che ha usato una metafora calcistica ci dirà anche, dopo che ha conosciuto i giocatori a disposizione, se gioca con il 4-3-3 o con con il 3-5-2. Provenendo dalle terre del “Poverello” e chiamandosi “Nazzareno” possiamo ben sperare.
Me ne hanno parlato molto bene dopo che mi ero informato avendo visto l’articolo di cronache maceratesi lo scorso anno che ancora una volta ci ha preso dopo aver annunciato prima la partenza di Giuliodori. Quest’ultimo non mi mancherà. Se ne va un manager, benvenuto al nuovo vescovo!
sono contento per la diocesi di Macerata che ha un nuovo pastore, vorrei tanto che papa Francesco pensasse anche alla diocesi di Fermo ovvero la mia, per un cambio di vescovo, bisogna fare largo a vescovi giovani con idee giovani, mi dispiace dirlo rimpiango molto Franceschetti , papa Francesco ricordati anche della docesi di Fermo aria nuova…….!!!!!
Auguriamoci un buon pastore. Un pastore capace di grande umanità e di coraggio, di intelligenza della Scrittura e di carità. Sig.ra Moreno io non ho rimpianti per la partenza di Mons. Giuliodori. Nulla da ridire su una capacità accademica di spezzare la Parola ma non è stato un vescovo capace di creare una comunità, di lavorare senza voler primeggiare, di toccare i cuori dei lontani. Un uomo di grandi capacità ma non un vero pastore.
Di uomini che puzzano di pecora servono e come… mi creda. Il gregge, poi, spesso è molto più acuto di chi lo bacchetta.
Direi semplicemente: “BENVENUTO!”
E dopo la partita pizza?
Non conosco ne il Vescovo Nuovo, né quello Vecchio, ma da ciò che scrivete ergo che il cambio sia positivo. Sig.ra Carla e Sig. Moreno (nell’eventualità che ci sia anche un caso di doppia personalità) è evidente che siete rimasti indietro entrambi…….
Un grande acquisto per la vostra comunità. Nostro compaesano e amico di tutti.
A questo mondo nessuno è perfetto…..pero’ vi posso assicurare che si fa una grande fatica ad entrare nelle parrocchie ed ascoltare quasi sempre pastori che puzzeranno pure di pecora, ma sono di una banalita’ sconcertante. Io non parlo delle coerenze del comportamento perché per quelle ognuno di noi inclusi molti preti dovremmo solo tacere.
Però quando entravo in cattedrale o in qualsiasi altro luogo in cui Monsignor Giuliodori faceva una omelia , ne uscivo sempre felice di essere cattolica perché Lui ha sempre tenuto omelie di spessore e che elevano lo spirito.. Io ho bisogno di guardare il Cielo perché sulla terra c’e’ da diventare molto TRISTI . E Mons Giuliodori questo potere catartico CE L’HA. ………….sinceramente preferisco le sue omelie anche a quelle di Papa Francesco. E non mi sta neppure bene che da quando sono cominciate le critiche verso di lui….nessuno e’ stato più capace di valorizzare le sue doti.(che per certi versi SONO ECCELSE)……….neppure ora che se ne va. …una persona non puo’ essere solo negativa…………ALLORA LE PECORE SIAMO NOI….E IO CON LE PECORE NON CI VOGLIO STARE…………..
.GRAZIE MONS GIULIODORI DI AVERMI FATTO SEMPRE APPREZZARE LA BELLEZZA INFINITA E L’ESSENZIALITA’ DEL VANGELO…..CON LE SUE PAROLE CARICHE DI SAPIENZA E DI IMMAGINI CHE NUTRONO L’ANIMA , UN’ANIMA…LA NOSTRA TROPPO’ BISOGNOSA DI CIBO SPIRITUALE……
I commenti dei sindaci di Macerata, Treia e Tolentino e del presidente della Provincia. Di seguito il link con l’articolo e il video:
https://www.cronachemaceratesi.it/2014/06/03/nuovo-vescovo-carancini-saremo-i-due-capitani-della-squadra/536085/
cara signora oggi più che mai la chiesa ha bisogno di pastori con l’odore di pecora perché siamo stufi di quelli con la puzza nel naso.
Macerata ha avuto pastori come Tonini e Carboni.
Per quanto riguarda le omelie di Papa Francesco io che non sono un grande praticante mi entusiasmano e mi riportano vicino a quella vera chiesa di San Francesco di Teresa di Calcutta e di tutto quel clero che giorno per giorno sono impegnati in prima persona per amore del prossimo senza fare grosse omelie.
Signora Carla, ha proprio ragione, nessuno come lui è stato capace di elevare verso il cielo una pesante lapide da apporre sulla facciata della chiesa di San Filippo appropriandosi a suo nome quanto fatto con i NOSTRI SOLDI…… veramente sublime… ma puzza tanto di pecoriccio e di porchette
La distribbuzzion de li titoli
Li medichi se dicheno dottori:
li mozzini hanno er nome d’avocati:
li ricchi d’oggni razza sò ssiggnori:
li preti je va er titolo d’abbati:
l’arcivescovi, vescovi e pprelati
se chiameno eccellenze e monziggnori:
li cardinali poi sò intitolati
un po’ mminenze e un po’ ssagri lettori.
Perché llettori? Che ddimanda ssciapa!
Perché li cardinali hanno la lègge
de chiudese in concrave e llègge er Papa.
Lègge, ciovè ccreà: cché staría solo
chi lleggessi in ner Papa! E cche vvòi lègge?
Quarche ccojjoneria scritta in spagnolo?
Ha un viso simpatico e semplice al contrario del suo predecessore. Speriamo bene. Le premesse per ora appaiono buone! Se son rose fioriranno. Per ora in bocca al lupo e buon lavoro Sig. Vescovo.