di Matteo Zallocco
A Macerata ci sono alcuni “intoccabili”. Due esempi: i commercianti del centro storico e Sua Eccellenza Monsignor Claudio Giuliodori. Ai primi ci rivolgiamo con provocazione e simpatia, con il Vescovo ci scusiamo per le “eresie” che stiamo per scrivere ma non possiamo fare a meno di rivolgergli una domanda: era proprio necessario quell’autografo che campeggia sulla facciata della chiesa di San Filippo? Dopo 15 anni Macerata si è di nuovo riappropriata di un suo gioiello e la riapertura di sabato scorso (leggi l’articolo) è stato un gran regalo di Natale per la città. Ma… c’è un ma. Un particolare che tutti hanno notato ma che nessuno ha scritto. Fatta eccezione per l’impeccabile Maurizio Verdenelli che raccontando per Cronache Maceratesi la cerimonia di riapertura non ha potuto non soffermarsi su quella scritta.
“A Dio ottimo massimo/tempio dedicato per primo nel mondo/a San Filippo Neri/danneggiato dal terremoto/con intervento pubblico restaurò/Claudio Giuliodori vescovo di Macerata/sotto il pontificato di Benedetto XVI papa/Anno del Signore 2012”.
Parole che in questi giorni hanno fatto discutere tutta la città. Quella lapide è diventata un’attrazione. La gente si ferma, legge e commenta. In molti sono rimasti attoniti. A cominciare da tutti coloro che hanno preso parte all’inaugurazione, durante la quale il Governatore Spacca ha rivendicato il “regalo di Natale fatto con i soldi dei cittadini marchigiani”.
Ma questi sono dettagli. Il nome del Vescovo Claudio Giuliodori resterà scolpito per sempre nella città di Macerata. A pochi metri da piazza Vittorio Veneto dove Sua Eccellenza, due anni fa, aveva deciso di costruire il monumento in onore di Padre Matteo Ricci. Aveva fatto tutto da solo, anche perché la politica gli aveva dato carta bianca: aveva scelto l’artista e la posizione, aveva concordato il prezzo (600 mila euro di soldi pubblici), aveva bocciato altre proposte per celebrare la figura di Padre Matteo Ricci e si era ferocemente scagliato contro chi aveva criticato l’operazione definendo
Macerata “una città miope ed autolesionista”. Forse, invece, quello è stato uno dei pochi casi in cui Macerata non è stata miope ed autolesionista. In quell’occasione la voce dell’opinione pubblica è stata più forte del prostrarsi della politica che ha bisogno del sostegno morale della Curia per mettersi l’anima in pace. Ma questo è passato, oggi i consiglieri comunali si inchinano al Vescovo per celebrare l’anniversario della Civitas Mariae (leggi l’articolo) e il presidente della Provincia non ci pensa due volte a donare 72mila euro ai Salesiani (leggi l’articolo) accogliendo subito la richiesta di Sua Eccellenza. “Dispiace dover constatare come ancora una volta non si perda occasione per riaffermare una distanza incolmabile con la nostra collettività, causata da un ideologismo frutto di un evidente retaggio del passato”, ha commentato il capogruppo di Sel Esildo Candria (leggi l’articolo).
Veniamo ai commercianti del centro storico. Abbiamo sempre ospitato le loro legittime lamentele. Ha suscitato però molte, vigorose critiche da parte dei negozianti il servizio di Cronache Maceratesi sui prezzi (leggi l’articolo). Un semplice giro tra le vetrine, come consigliato da diversi lettori in passato, senza inventarsi nulla e il nostro giornale è diventato il nemico dichiarato dei commercianti. Ci può stare. Ma tra una lamentala e l’altra per una volta abbiamo voluto metterci nei panni anche di chi va a fare acquisti in centro. E – specie per i negozi di abbigliamento maschile – Macerata è accessibile a pochi. Il paradosso è che gli stessi che vendono una camicia a 750 euro poi si lamentano per i 2 euro della Ztl per l’accesso al centro.
Probabilmente chi ha i soldi per fare acquisti in certi negozi (per carità, ce ne sono altri più accessibili) si può permettere quei due euro. Macerata non è off-limits per la Ztl. Ci sono diverse cause, che andrebbero analizzate bene: Macerata ha perso la grande distribuzione (un tempo c’era l’Upim) e nessuno ha mai pensato come “fronteggiare” l’avvento dei centri commerciali. Siamo sicuri che – in questo momento di crisi – puntare solo sulla qualità sia la soluzione giusta? Ce lo siamo chiesti, cercando di aprire un confronto. Ma di una cosa siamo certi: in questa città manca programmazione. L’Amministrazione comunale ancora una volta ha deciso di non decidere anticipando di un’ora l’accesso al centro dal lunedì al venerdì nel periodo natalizio. Le associazioni che hanno partecipato al tavolo tecnico per poi scagliarsi contro i commercianti (leggi l’articolo) chiedono a gran voce la pedonalizzazione ma nessuno ha mai pensato a un progetto serio che possa far diventare Macerata una piccola Firenze. Guarda caso, poi, alcune di queste associazioni che si definiscono ambientaliste non muovono un dito dinanzi agli scandali (ben documentati) dell’urbanistica maceratese. Ma questa è una città strana, dove gli imprenditori, tra le vittime dell’incompiuta di Valleverde, formano il “Comitato per il sì allo svincolo di San Claudio” assieme agli stessi politici che li hanno penalizzati. Macerata è una città strana, dove finiscono in Procura la Panda comunale utilizzata una volta dal sindaco, o qualche firma in più prima delle elezioni del 2010, e mai le vicende legate all’urbanistica.
Ma questa è anche una città dal cuore grande e per fortuna ci sono storie positive: le tagliatelle di Mirella (leggi l’articolo), la gara di solidarietà per Cristiana Di Stefano (leggi l’articolo) e il cane Rocco, che ha riscaldato il cuore di tutti (leggi l’articolo). Storie che hanno creato una vera, genuina atmosfera natalizia.
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L’unica possibile scientifica spiegazione è che l’altissimo sta mettendo alla dura prova la città di Macerata.
….Mille volte peggio delle 7 piaghe d’Egitto, mille volte peggio del diluvio universale, mille vole peggio della cavalcata dell’apocalisse: quando supereremo anche questo vescovo, e moltissimi in città (soprattutto molti cattolici praticanti -e politici-, che in privato dicono cose assai diverse di quelle positive che dicono in pubblico) si augurano presto , ai maceratesi non potranno che scardinarsi i cancelli del paradiso
🙂
Lei, Zallocco, è un giovane stupendo capace di dire verità scomode e oggettive al potere con un linguaggio civile e garbato sconosciuto ai più. Ma il potere, qualunque esso sia, sarà capace di far sua la critica con altrettanto stile e garbo o si arroccherà sempre più nella sua ottusità? Io ho qualche “carnevale” più di lei e non ho mai visto il potere ammettere i propri errori; contrariamente ho visto i “potentati” difendersi e coprirsi gli uni con gli altri con una obrobriosa trasversalità. Ciò non toglie che, in una società dove quasi tutti son pronti a prostrarsi, il suo modo di dire pane al pane e vino al vino, m’induce alla speranza.
Riposto il mio intervento dell’altro articolo sulla chiesa di San Filippo:
Se la spesa pubblica sostenuta era dovuta in quanto la chiesa di interesse culturale collettivo, mi domando allora che senso abbia la voce “Edilizia di culto”, presente nel rendiconto 2012 dell’8 x mille, pubblicato dalla stessa CEI, nel quale risulta che la Chiesa Cattolica abbia assegnato 190 milioni di euro alla suddetta funzione.
http://www.8xmille.it/rendiconti/ripartizione2012.pdf
Innanzi tutto complimenti all’autore di questo articolo, che spazia coraggiosamente tra le pieghe non di Macerata ma della sua cosiddetta “stranezza”; perché proprio tra le pieghe della città, che non starei ad esaltare come fossero drappi e broccati di pregio, si annidano le piaghe: gli accordi estemporanei, i rapidi cambi di guardia e di giacca, l’altalena dell’arbitrario “oggi ti includo e domani ti escludo”, l’arroganza del “chi giudica chi”, le facili conversioni, le verginità di ritorno e molto altro
Non ultima stranezza il fatto che non il signor vescovo Giuliodori ha fatto dono alla città dell’ottimo restauro, casomai è la città che, a sua insaputa, ha consegnato nelle di lui mani la possibilità di eternarsi.
E pensare che il nome Narciso apparteneva al buon Carboni!
M.O.T. (= Matteo ottimo massimo).
La questione del restauro di San Filippo è stata molto più complessa di quanto possa apparire (il N. di piano 1330, la Confraternita delle Stimmate, il Mons. Recanatini della Consulta regionale beni culturali ecclesiastici, un procedimento penale etc.). Il Progetto venne approvato dalla Conferenza dei servizi del 3 nov. 2005 (euro 1.400 ml). Stamani, entrando a San Filippo, ho pensando che dove ora è la lapide poteva esserci stato un rosone, probabilmente chiuso per far posto alla cantoria colorata. La sagrestia era chiusa e non ho trovato i Passionisti. Segnalo che una lapide simile è stata installata anche a San Flaviano, la concattedrale di Recanati.
Infine ricordo che Firenze è situata su un fondovalle mentre Macerata su un crinale. Comunque va bene così.
Questa e’ la risposta a chi magari sospetta che dietro a CM ci sia qualcuno o qualcosa e non si arrende all’evidenza del pensiero libero.
Il pensiero libero non e’ necessariamente giusto, equilibrato, inconfutabile; ma in questo caso e’ talmente libero che offre la possibilità a tutti di aggiungere o togliere, di smentire o rincarare.
Tra le tante osservazioni, personalmente, non ritengo una “donazione” quella fatta ai Salesiani, bensì un investimento per la formazione culturale e sociale dei giovani.
Bravo Direttore!
Soldoni dati alle chiese, e non c’è un dormitorio pubblico dove i senzatetto possano andare. Le si potrebbe lasciare aperte perchè i poveri vadano a ripararsi lì, ma no contengono tesori che si possono rubare, cosi sono inchiavardate come casseforti. Ma quale è la funzione delle chiese? Io non l’ho ancora capita
Che faccia da culto…
Ho appena visto in tv che un ospedale ha pagato 80mila euro di imu, e le signore chiese? No è? Brave brave complimenti a chi vi protegge ed esenta.shame!
Se la chiesa aveva voluto farci un regalo x Natale avrebbe pagato l’IMU perché della chiesa non …
Chi appare in foto ha messo i soldi per il restauro? No? E allora che stanno a fare? Ah si fà sempre così? E si è sempre fatto male.
Complimenti a Matteo Zallocco per l’articolo! L’iscrizione sulla facciata di San Filippo l’ho già commentata nell’articolo di Maurizio Verdenelli (complimenti davvero, l’unico che ha messo questa celebrazione nero su bianco)… che dire…si commenta da sola. Ha fatto bene Spacca a ricordare che l’hanno pagata i soldi dei contribuenti marchigiani, ma allora perche’ il vescovo ci ha messo il suo nome insieme a quello del papa a futura memoria? Dove stava lui nel 1998, anno del terremoto? Che meriti particolari ha? I papi quanto hanno tirato fuori di tasca loro per il restauro? Alla fine comunque sono riusciti a scriverci il loro marchio e va bene, se non altro e’ su una bellissima chiesa che e’ stata riaperta e no su una statua che piaceva solo al vescovo ma (pure quella) che veniva in grandissima parte pagata coi soldi nostri. Le reazioni dei commercianti fanno semplicemente ridere, come se la gente non sapeva leggere i prezzi esposti in vetrina!!! Anche in questo caso un segreto di pulcinella, le persone lo sanno che esistono gli outlet, che ci sono negozi meno cari e che i problemi veri non sono i due euro dell’ingresso in citta’, io suggerisco al comune di levare le telecamere, abbattere il municipio e farci un maxiparcheggio, chissa’ gli affari d’oro che faranno allora i negozi… ma vi ricordate l’UPIM… la STANDA… quante persone portavano a macerata e al suo centro??? adesso ci stanno tutte “boutiqs” e gioiellerie, qualcuno ha scambiato macerata con via condotti.. ah.. per informazione.. pure li’ci sta’ la ztl!!
Va bene così. Apprezzo il taglio dell’articolo.Ci si deve abituare ad un giornale che consente di interfacciarsi ( cosa che non può accadere col quotidiano di “carta”) a rischio, a volte, di ricevere critiche troppo colorate e anche gratuite. Resta un “valore” di fondo che è quello della democrazia “dal basso”, ovvero delle informazioni che possono giungere sia dall’articolista che dai commentatori. Informazioni ( e collegamenti fra informazioni) che, messe insieme, e magari approfondite, sono di ausilio a chi gestisce la cosa pubblica.
p.s.
A proposito della Chiesa. Ho notato, guardando la lapide, che la posizione non sembra baricentrica. Mi sembra piegata a destra. Illusione ottica?
Mi ripeto:
Sarebbe interessante sapere qual’è stato l’esborso personale del vescovo da consentire l’autocelebrazione sulla lapide
Sig. Zallocco, ho apprezzato moltissimo la sua analisi per niente buona ma molto molto realista…. La cosa che più sconvolgente di Macerata è questa distanza incolmabile tra le elite che seguono logiche tutte loro e i cittadini che, non so come, ma hanno davvero un’umanità e una civiltà che magari è rimasta nel loro dna dal passato,quando secoli fa Macerata era davvero una città speciale
sub excelsum regimen ecclesia et fratres massones
OTTIMO ARTICOLO.COMPLIMENTI.
Conosco Maurizio Verdenelli da circa quaranta anni, stimandolo fin dall’inizio, pure perchè credeva nelle sue battaglia e ne pagava il prezzo, colpito da una Classe politica, oggi Casta politica, scadente da sempre, e sempre serva da chi ne prendeva i consensi, scartando poi la Città dopo averla spremuta.
Senza Cronache Maceratesi non avremmo poi la dialettica che con i quotidiani non è possibile avere, proprio per i costi della carta.
La posizione di Matteo Zallocco è puntuale, sia sul Vescovo, sia sui commercianti. L’augurio è che il primo diventi il presidente della Cei, che è l’aspirazione carrieristica degli ecclesiastici, così che il suo nome sulla lapide abbia un domani il suo peso reale.
I commercianti hanno ciò che era prevedibile avere. Di ciò ne diano la responsabilita agli amministratori di tutte le epoche, poiché ne sono stati sempre i sostenitori.
Finalmente parole sensate ed equilibrate. Della lapide non voglio parlare. E’ Natale e dobbiamo tutti essere più buoni. Spero che una bella nuova scossa, mirata e concentrata su di essa, possa contribuire a cancellare quella vergogna .
Per il resto posso solo dire che da sempre ho sostenuto opinioni simili in merito allo spopolamento del centro, le difficoltà dei negozianti, la mentalità poco aperta e lungimirante degli amministratori
Ho passato parecchio tempo all’interno della Chiesa ed anche all’esterno.
Godere di un gioiello simile , tanto più al posto dell’impalcatura , ti dà un senso di piacere difficile da definire .
Ho incontrato almeno 40/50 conoscenti che commentavano i diversi aspetti dell’edificio , del restauro ed altri particolari a me sconosciuti o dimenticati .
Persone credenti , non credenti o di cui non sapevo le convinzioni civili , culturali , religiose ecc …
Tutti hanno espresso un parere di dissenso sulla lapide ; in diversi modi , con diverse argomentazioni .
Sono arrivato ad una conclusione : il Vescovo ha molta attenzione per ciò che è ” l’aldilà ” dovrebbe avere molto più rispetto per ” l’aldiquà ” .
Vivissime congratulazioni per l’estensore dell’articolo .
Ma perchè per parlare col padreterno bisogna passare dai preti? Hanno l’esclusiva?
o sono sensali?
Complimenti per l’articolo, veramente bello.
Per quanto riguarda il mio pensiero, non posso che indignarmi sull’atteggiamento della chiesa e su come i nostri politicanti (tutti) gli vadano dietro. Continuano ad essere Stato sovrano quando gli conviene, usare i nostri soldi per poi farsi belli di fronte ai fedeli, usufruiscono di tutti i tipi di agevolazioni e non cacciano una lira. L’Italia è messa come è messa soprattutto per la presenza del vaticano e delle sue continue ingerenze. Vedi in Germania se arriva il pinco pallino di prete che chiede soldi pubblici e vedi cosa gli rispondono.
Per Garufi: visto l’orario del suo intervento deduco che il problema baricentrico sia dovuto alla stanchezza.
Caro Cerasi, quello che ha detto lo condivido in tutto e per tutto. Mi sembra di essere tornato nel medioevo dove la chiesa la faceva da padrone e tutti i signorotti dietro. Se qualcuno osava ribellarsi un bel falò e problema risolto.
Caro Cerasi,anche il sottoscritto spera in un cambiamento e al vertice della chiesa maceratese e non per questo devo essere accusato di ……………..peccato mortale.
COSA SUCCEDE…
NON succede Nulla…
c’è confusione….SI
ma in fondo è sempre quella!!!
Non c’è più, NON C’E’ PIÙ…
…RELIGIONE!!!
Vasco Rossi, Cosa Succede in Città (1985)
A compendio della lieta notizia della riapertura della chiesa di San Filippo e della lapide relativa vorrei sommessamente ricordare che i vescovi Cassulo e Tarcisio Carboni sono scomparsi a causa di due tragici incidenti stradali. Ora, visto che il vescovo Silvio Casullo morì schiacciato da un autobus all’incrocio tra rampa Zara e via don Minzoni, visto che la nostra città si fregia comunemente del titolo “Civitas Mariae” e del blasone popolare “Città della Pace”, visto che per una strana coincidenza sono stati effettuati preziosi lavori di restauro di palazzo Buonaccorsi, perché non apporre sul palazzo teatro dell’incidente una piccola lapide in memoria dell’alto prelato e a testimonianza che nel ’68 si poteva morire in centro per motivi di traffico?
Due citazioni ( a braccio, forse non sono esattissime) e forse saranno anche a sproposito:
a) non sappia la destra ciò che fa la sinistra ( Vangelo)
b) ” Se il Signore non costruisce la città invano noi mettiamo pietra su pietra….” ( la cantavamo negli anni ’80-’90)
Poi tutto il resto è appunto…cronaca.
Caro Matteo,
nel complimentarmi con te per il taglio appassionato del tuo editoriale natalizio, e riflettendo sui due punti all’ordine del giorno nello stesso, penso che la lapide così concepita non sia una volontà del Vescovo ma un’infelice approssimazione traduttoria del copista, il quale anziché indicare che il restauro e la rimessa in funzione sono avvenuti durante l’episcopato di Mons. Giuliodori e il Papato di Benedetto XVI (il che avrebbe richiesto l’utilizzo di un ablativo assoluto), deve aver tagliato corto e risolto il complesso periodo con l’impiego di un perfetto.
Sulla pendenza della stessa lapide, notata con l’occhio di falco che lo contraddistingue dall’amico Guido Garufi, sì. l’ho notata anche io. Pare che in origine fosse stata concepita non come una lapide e nemmeno come un finestrone o un rosone, bensì come possibilità d’aggancio per l’apposizione di un lastrone scolpito raffigurante il Santo.
Ben altre povertà affliggono la città: povertà di tasche (gli impossibilitati a comprare in centro siamo molti, ma almeno per ora nessuno ci ha mai impedito di guardare le vetrine…), povertà di progettazioni (il brodo, su questo argomento, si allunga sempre di più e senza soluzione di continuità; ma noi corsivisti possiamo solo ringraziare per il cospicuo accumulo di materiale su cui discettare…), povertà anche di ironia (che era una delle priorità del santo dell’umorismo, ma anche una qualità dei maceratesi d’un tempo).
Speriamo che il 2013 porti un po’ più di ariosità.
Gentile Filippo,
quindi secondo lei, hanno fatto la lapide all’insaputa del vescovo?
Ed il vescovo, a sua insaputa, ha ricevuto per sempre una tale onorificenza? E, per non saper nè leggere, nè scrivere, ha accettato di buona lena, ciò che era, appunto, a sua insaputa?
Mah….
Bravissimo Zallocco, hai centrato due temi cruciali della nostra città dove persiste l’influenza papalina.Una soluzione urbanistica intelligente e razionale, fuori dagli storici conflitti di interesse può riparare i danni sino a qui commessi e prendere decisioni non più procrastinabili per un centro storico che langue moribondo.
non so se la Curia ha versato dei soldi per il restauro, ma credo che questa autocelebrazione faccia passare in secondo piano il momento davvero importante della riapertura della Chiesa. Aggiungo che la Curia stessa avrebbe di certo fatto un gesto molto più benevolo e vicino ai suoi dogmi facendo una donazione alla signora Di Stefano (di cui si legge su CM) piuttosto che spendere anche solo un centesimo in una lapide “pubblicitaria”.
Di una cosa sono sicuro, quando prossimamente nel 2013 Mons. Giuliodori lascerà Macerata per un altro alto incarico non si porterà dietro sicuramente un buon ricordo dei cittadini di Civitas Mariae. DIMENTICAVO DI CHIEDERE QUANTI DI VOI IERI GIORNO DI NATALE SONO ENTRATI E ANDATI ALLA MESSA A S. FILIPPO E NON SI SONO SOLAMENTE FERMATI ALL’INGRESSO? le manine rosse o verdi non m’interessano.
Trarremo vantaggio da tutto questo quando fra qualche tempo a Macerata, sentiremo dire dai turisti che la invaderanno
Appero’ – ma il Santo Padre e’ stato anche VESCOVO di Macerata ???
“A mia insaputa” è l’ultimo argomento dei malfattori. Siamo pieni di personaggi beneficiati “a loro insaputa” da denaro nostro. Non meraviglia che, secondo qualcuno, Giuliodori si aggreghi a questa schiera
Togliete quella targa! Lo dico per il Vescovo. Se se ne dovesse accorgere il Padreterno, quando ce lo manda in Paradiso!
B.g. ma chi ha permesso o permette certe pazzie..è al pari se non peggio…cmq una targa ..considerato che ha già impresso il nome…può essere facilmente riciclata…dove?…in quel luogo dove ogni mortale sarà tenuto ad andare per il grande riposo….quindi… anzi…per stare in tema..Ergo…abbiamo investito per il futuro….saluti
Restiamo ai fatti: risulta chiaramente dall’iscrizione che il vescovo ha restaurato la chiesa con il denaro pubblico (aere publ.).
Quindi il merito del restauro va a chi lo ha finanziato.
GRANDE !!!!!!!!!!! almeno Matteo potrà proseguire …. http://www.sanfilippomc.it
@ Renzo1953
Nella foto 18 si vede benissimo la cornice stuccata del finestrone tamponato che all’esterno corrisponde allo spazio dove è stata collocata la lapide.
@ Gabor
Allora rimettiamo il finestrone e trasliamo la lapide in Via Pancalducci….
Il giusto lemma:lapide.
Cronache Maceratesi è un pessimo esempio di giornalismo
filo-comunista e saciatamente fazzioso !!!!
a allora è proprio vero che siete tutti a libro o paga?????????
Mamma mia quanto sete brutti !!!!
Tra le stranezze e i paradossi della nostra cara città segnalo che nella stessa facciata principale del Comune di Macerata che porta l’immagine della Madonna con la scritta latina “Civitas Mariae” c’è anche la presenza di una lapide dedicata a Giordano Bruno che recita così:“LA CIECA IMMOBILITÀ DEL PAPATO CONTRO CUI RAGIONANDO INSORGESTI O FRATE GIORDANO BRUNO TE ANCORA PAVENTA DOPO TRE SECOLI CHE TI BRUCIO’ SUL ROGO MA ITALIA DA TE ANTICO RISCOSSA ALLA NOVA LIBERTA’ DEL PENSIERO CENTUPLICA PER LE SUE TERRE IL DEGNO MONUMENTO CHE INDARNO CONTESO TI STARA’ IN CAMPO DEI FIORI”