Le coordinate del vescovo
e “il silenzio degli innocenti”

Sussurri e grida - di Maurizio Verdenelli -

- caricamento letture

giuliodori claudio_7987

di Maurizio Verdenelli

San Giuliano ha dettato una nuova “trigometria” per la poltica (attento proto: P maiuscola!) di Macerata. In tal modo le “coordinate” delineate la sera del 31 agosto in Cattedrale dal vescovo Giuliodori sono state raccolte e chiosate dai politici della città. Giorgio Meschini, sindaco “in scadenza” (come ossessivamente ricorda lui, in determinate occasioni); Massimiliano Bianchini, assessore con aspirazioni da primo cittadino; Anna Menghi, ex sindaco (e il modo con cui fu “licenziata” ancora l’offende); Fabio Pistarelli e l’onorevole Giulio Conti, entrambi in corsa per il Palazzo, hanno variamente commentato, tra gli altri, l’omelia di Monsignore nel giorno di San Giuliano. Tuttavia l’unico a non vederci “critiche” nei riferimenti alla città “sorniona e stanca, come attraversata da un malessere interiore e al suo diffuso assopimento”, è stato il sindaco. “Solo uno sprone, noi maceratesi siamo fatti così, che volete farci?” ha dichiarato  seppur non testualmente l’ingegner Meschini. E gli altri “commentatori” dell’omelia del vescovo che il giorno dopo ha voluto ancor di più chiarire non avere “alcuna connotazione politica”? Più o meno non si sono discostati dal refrain “Da quanto noi diciamo le stesse cose?!”

Insomma per queste voci nel deserto Monsignor Giuliodori avrebbe scoperto l’acqua calda. C’era forse bisogno che ci dicesse Lui sull’altar maggiore dell’uomo nella Santa ricorrenza del Patrono, vestito di tutti i sacri e solenne paramenti, chi siano i maceratesi? Sono un po’ intorpiditi, anzi proprio addormentati? Sapesse, Monsignore, che fatica è stataa per il potere – che muta solo per restare se stesso – mettere i maceratesi a dormire! E fare del capoluogo un dormitorio mescolando nell’acqua dell’alca seltzer (per favorire la digestione…) tanta tanta valeriana. Ed anche chi l’aveva detto prima e pure i poeti che chiedono altre parole alla città cosa hanno fatto in fondo per ridestare Macerata dalla sua epidemia letargica? E come hanno operato loro quando sono stati chiamati a condividere il potere? Penso all’opposizione di non molti anni fa: da sessantottini in “mandarini”. E parlo di “Beautiful Minds”, della meglio gioventù maceratese uscita dalla stoorica Contestazione, poi “digerita” dall’establischement che dicevano di voler abbattere.

Il vescovo ha bene individuato nell’associazionismo la parte anncora vitale del capoluogo. Questa, esiliata da poteri e sottopoteri, ha trovato infatti asilo nelle oltre duecento associazioni cittadine ed opera spesso a favore del prossimo. Occore ripartire da qui per il grande Risveglio. Tuttavia – Monsignor Giuliodori ci avrà fatto caso – dall’associazionismo non è venuta una sola parola a commento dell’omelia del 31 agosto. C’è da capire, però: non amano il dibattito, a loro non sono concessi tutti i giorni ospitali le colonne dei giornali. I protagonisti quotidiani sono altri. Preferiscono, le associazioni, lavorare in silenzio.

Intanto incombono le elezioni. “Ninte personalismi” ha raccomandato Monsignor Giuliodori. Sarà un caso ma fra i tanti candidati venuti allo scoperto non c’è per ora neppure un esponente del volontariato. Eppure la Politica dovrebbe essere tolta ai professionisti e data, in quanto servizio per il prossimo, proprio ai volontari. Se ritornasse per assurdo il Vescovo Conte (o dati tempi il Vescovo Sindaco), allora non avremmo più dubbi sulla figura della prossima guida di Macerata. Ma solo in quel caso.

Nella foto (di Pierpaolo Calavita): il vescovo Claudio Giuliodori durante la lettura dell’omelia di San Giuliano.



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page
Podcast
Vedi tutti gli eventi


Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Matteo Zallocco Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X