Visita pastorale in Argentina
per il vescovo Giuliodori

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Il vescovo Claudio Giuliodori

Sarà la prima visita pastorale ufficiale in Argentina quella che Monsignor Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia, compirà dal 7 al 19 febbraio a Puerto Madryn, con altri cinque sacerdoti e due laici, per incontrare i presbiteri ‘fidei donum’ don Alberico Capitani e don Jorge Trinidad e conoscere da vicino la missione che la Diocesi di Macerata ha riaperto lo scorso anno in Patagonia, nella Diocesi di Comodoro Rivadavia.

Puerto Madryn, situata sulle coste dell’oceano Atlantico con i suoi 90mila abitanti, è una città cresciuta rapidamente in questi ultimi anni, grazie ad una grande fabbrica di alluminio e al turismo. In questa zona desertica (che tuttavia presenta delle splendide bellezze naturali) sono in molti ad arrivare dalle altre regioni dell’Argentina e, in questi ultimi tempi, anche dalla Bolivia e dal Paraguay. «La maggior parte della gente si dichiara cristiana, ha ricevuto il battesimo, ma poi purtroppo non dimostra una partecipazione concreta alla vita della comunità cristiana, divenendo così vittima del materialismo e delle numerose sette: la nostra presenza pastorale, in una parrocchia di circa 30mila abitanti alla periferia della città, cerca dunque di garantire l’adeguato sostegno spirituale e materiale a quanti ne hanno bisogno», riferisce don Alberico Capitani dalla Patagonia.

«La Diocesi di Macerata è particolarmente legata all’Argentina, dove in passato hanno lavorato diversi dei nostri sacerdoti» aggiunge inoltre mons. Giuliodori, spiegando che «l’esperienza si era chiusa all’inizio del decennio scorso, ma per volontà di tutta la comunità ecclesiale diocesana e grazia alla disponibilità di due ‘fidei donum’ lo scorso anno abbiamo riaperto una missione nella Diocesi di Comodoro Rivadavia. Vado quindi con alcuni sacerdoti e laici della Diocesi per esprimere la nostra vicinanza e per condividere le fatiche e le gioie del loro impegno missionario in una terra ricca di fede, ma povera di preti. Riteniamo che la missione rappresenti uno scambio di doni tra Chiese “sorelle”, in cui condividere insieme l’esperienza ecclesiale che ha la sua ragion d’essere proprio nel portare a tutti, e soprattutto ai più lontani, la parola del Vangelo».



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