Il Vescovo Claudio Giuliodori durante la Messa per celebrare Matteo Ricci trasmessa in diretta su Rai Uno
Nel rispondere alla lettera di una famiglia che abbiamo pubblicato in mattinata, il Vescovo Claudio Giuliodori chiarisce dettagliatamente la sua posizione sulla realizzazione della statua a Matteo Ricci in piazza Vittorio Veneto.
Carissimi Miriam e Agostino,
ho letto la vostra lettera sui giornali e mi sembra difficile ritenere che, per la forma adottata e per lo stile che vi contraddistingue come in altre occasioni, non siate mossi dall’intento di alimentare ad arte una polemica che nel merito ritengo sterile e fuorviante. Vi ringrazio comunque perché mi offrite la possibilità di ribadire quanto già spiegato ampiamente nella conferenza stampa di venerdì scorso.
Le considerazioni che fate circa il costo del monumento a Padre Matteo Ricci sono più che legittime e non siete i primi a porre la questione. Ma non vorrei che come in altri casi si seguano logiche e si tirino conclusioni semplicistiche. Che siamo in tempo di crisi è evidente e tutti si stanno adoperando per alleviare le difficoltà e soprattutto per favorire la ripresa economica. La diocesi ogni anno destina oltre 300.000 Euro per gli interventi caritativi e di solidarietà e come ricordato anche nella vostra lettera ha lanciato in giugno un’iniziativa a favore delle persone in difficoltà destinando a questo scopo già 80.000 Euro e invitando le famiglie a collaborare con un piccolo contributo mensile.
È fuori discussione, quindi, che il primato debba essere dato alla carità e alle necessità determinate dall’attuale crisi economica. La Diocesi e tutti gli altri Enti non si sono sottratti a questo compito primario e doveroso per cui si sta facendo ogni sforzo per affrontare le difficoltà economiche del momento presente. Ma non per questo, e a mio avviso giustamente, si è smesso di investire anche in cultura. Seguendo la pericolosa logica che siccome siamo in tempo di crisi non dobbiamo investire in cultura e sul futuro, non si sarebbero dovuti spendere diversi milioni di Euro per lo Sferisterio Opera Festival o per le mostre in Cina su P. Matteo Ricci o per le tante iniziative culturali che si svolgono sul nostro territorio. Una simile logica sarebbe frutto di un visione falsamente solidaristica e pericolosamente riduttiva rispetto alla realtà presente e, soprattutto, rispetto al futuro.
Cecco Bonanotte, l'artista che ha ideato l'opera dedicata a Matteo Ricci
È evidente che il futuro del nostro territorio dipende dalla capacità di creare relazioni culturali e commerciali, a partire dal turismo, che permettano di affrontare le sfide della globalizzazione. La nostra principale risorsa, come le celebrazioni di questo anno ricciano hanno ampiamente dimostrato, è costituita oggi da Padre Matteo Ricci, un gigante della fede, della cultura e dell’incontro tra popoli e civiltà. Che Macerata non abbia un monumento degno del suo più illustre concittadino e non consacri questo IV centenario con un’opera all’altezza di questa straordinaria figura che tutto il mondo ammira, è una responsabilità che io come pastore di questa comunità non intendo assumermi. Per questo rimanendo fedele agli impegni deliberati in sede di Comitato Promotore delle celebrazioni, tenendo ovviamente conto delle difficoltà presenti, non mi sono sottratto al compito che mi era stato assegnato di verificare la possibilità di realizzare un’opera significativa che possa rimanere nella storia e rendere visibile che Macerata è realmente, e non solo anagraficamente, la terra di P. Matteo Ricci. L’iter e le ragioni che ci spingono a perseguire questo obiettivo, avendo anche ridotto e rateizzato la spesa in considerazioni della situazione di crisi economica, sono espresse ampiamente anche nella lettera (che allego) inviata agli Enti preposti al finanziamento del progetto, che posso solo ringraziare per la collaborazione e augurarmi che non vengano meno all’impegno assunto anche dalle precedenti amministrazioni. Solo nel caso in cui per la gravità della situazione, e mi auguro che questo non accada, si dovesse decidere di non fare più alcun investimento per la cultura e per il futuro del nostro territorio e quindi si abolissero Musicultura, lo Sferisterio Opera Festival e tutte le altre attività culturali, si potrebbe rinunciare ad un investimento come questo, ma se solo un euro sarà investito in cultura e in sviluppo credo, francamente, che questo progetto meriti di essere al primo posto.
Cari Miriam e Agostino, ci sono cose che la fede stessa ci chiede di guardare con lungimiranza e senza sterili e improprie contrapposizioni veteropauperistiche. Non dobbiamo mai dimenticare le parole di Gesù sul primato dei poveri, ma neanche quelle sulla necessità di onorare adeguatamente il Signore Gesù e i suoi testimoni, tra i quali mi sembra che P. Matteo Ricci meriti una considerazione ben più grande di quella che gli stiamo riservando (cfr Gv 12, 1-8). Rispetto e apprezzo ogni considerazione e ogni saggio contributo al dibattito che si è aperto ma certamente non mi associo ad una visione miope e autolesionista che sembra permeare inesorabilmente il nostro territorio. Credo che dobbiamo fare ogni sforzo per essere vicini a chi è provato dalla crisi, e onestamente lo stiamo facendo con ogni mezzo, ma dobbiamo anche fare ogni sforzo per valorizzare progetti e realizzazioni che, forse più di ogni altra cosa, possono fare da volano alla speranza e dare la possibilità di sviluppo al nostro territorio per l’oggi e per il domani.
Con la stima di sempre e con lo stile di franchezza che ci deriva dal servizio al Vangelo, vi saluto cordialmente vi assicuro il ricordo nella preghiera.
***
LA LETTERA INVIATA DAL VESCOVO AGLI ENTI PREPOSTI A FINANZIARE IL PROGETTO:
Le celebrazioni per il IV Centenario della morte del gesuita maceratese P. Matteo Ricci (Macerata 1552 – Pechino 1610) stanno registrando un notevole successo e hanno permesso di riscoprire la grandezza e la straordinaria attualità di un uomo che è giustamente considerato tra i più grandi della storia dell’umanità.
Le numerose iniziative realizzate con l’impegno di tutti gli Enti che hanno dato vita al Comitato promotore e da altre istituzioni hanno suscitato un interesse che è andato ben oltre le aspettative, a conferma di quanto sia importante per il mondo intero al vicenda umana, spirituale e culturale di P. Matteo Ricci.
Abbiamo vissuto un anno ricchissimo di eventi che si sono svolti a Macerata, nelle Marche, in Italia, in Cina e nel mondo intero. Mostre, convegni, concorsi, filmati, incontri, pubblicazioni, conferenze, pellegrinaggi, celebrazioni religiose, hanno reso omaggio e hanno fatto ancor più conoscere P. Matteo Ricci agli uomini del nostro tempo.
Nonostante il mancato riconoscimento del Comitato Nazionale con il venir meno di alcune risorse finanziarie, quasi tutto ciò che era stato programmato dal Comitato Promotore è stato realizzato. Manca però un segno da tutti auspicato e atteso: un monumento che ricordi in modo solenne e duraturo la figura di P. Matteo Ricci nella sua citta natale. Tutti si meravigliano arrivando a Macerata che non ci sia nessun luogo e nessun monumento che ricordi in modo adeguato il suo più illustre concittadino. In Cina quest’anno sono state sono state inaugurate diverse statue a lui dedicate. Nella speranza che possa essere realizzato anche un museo, appare non più rinviabile la realizzazione di un monumento a Macerata come era previsto nel programma delle celebrazioni.
In questi due anni di eventi più volte e in diverse occasioni abbiamo avuto modo di parlare sia in sede di Comitato Promotore sia in altre circostanze della opportunità di procedere alla realizzazione di un opera di grande valore artistico. Come mi era stato chiesto mi sono interessato di verificare la disponibilità di alcuni grandi artisti trovando nel maestro Cecco Bonanotte la figura più qualificata per realizzare un’opera di grande prestigio.
Il Maestro che vive in Giappone e che ha realizzato opere in tutto il mondo, nei luoghi più prestigiosi, è originario di Porto Recanati. In virtù di questo legame con la nostra terra e con l’Oriente ha accolto il mio invito proponendo un’opera di grande fascino di cui allego la presentazione e il bozzetto. Una fusione di piccole dimensioni della statua di P. Matteo Ricci è stata donata al Santo Padre anche in occasione dell’Udienza speciale concessa per ricordare P. Matteo Ricci il 29 maggio 2010.
Il Comitato Promotore aveva previsto un budget di Euro 700.000 per la realizzazione del Monumento. L’artista, da una inziale richiesta di Euro 750.000, anche in considerazione dell’attuale frangente economico, è poi sceso a 600.000. Per la copertura di tale cifra la Fondazione Carima si è detta disponibile a contribuire con Euro 300.000 mentre il Comune di Macerata, la Provincia di Macerata e la Regione Marche hanno manifestato la determinazione sia nelle amministrazioni precedenti che nelle attuali, di contribuire con Euro 100.000 per ciascun Ente. Viste le difficoltà di bilancio degli Enti il pagamento potrà essere rateizzato su due o tre anni, anche a partire dal 2012.
Pur tenendo presente il momento che stiamo attraversando, appare fondamentale non privare Macerata e le Marche di un’ opera che riveste un’importanza decisiva per consolidare il prestigio che deriva alla nostra terra per aver dato i natali a P. Matteo Ricci. Tutti i turisti chiedono di vedere i luoghi di P. Matteo Ricci e se, nella Piazza dove si trovano l’antico Collegio (oggi Biblioteca Comunale) e la Chiesa di San Giovanni che costituirono la residenza dei Gesuiti, si potrà realizzare l’opera proposta certamente ne deriverebbe un rafforzamento e la definitiva consacrazione di Macerata e delle Marche come terra di P. Matteo Ricci da conoscere e visitare. Un’opera così importante costituirebbe anche un indubbio richiamo turistico e nel contesto del sistema museale diffuso contribuirebbe a dare ancora più lustro a Macerata, città della cultura.
È davvero un grande onore per i maceratesi e per tutti i marchigiani avere un concittadino così insigne come P. Matteo Ricci, ma è anche una responsabilità e abbiamo il dovere di rendergli, con ogni mezzo e facendo ogni sforzo, il tributo che merita. Con la presente pertanto invito i diversi Enti a confermare e a deliberare con appositi atti nelle previsioni di Bilancio per il prossimo anno la volontà di contribuire, come già espresso, ciascuno per la sua parte, alla realizzazione di questo progetto che ci auguriamo, nel corso del prossimo anno, possa sigillare la conclusione delle Celebrazioni per il IV Centenario.
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una priorità solo per chi vuole far apparire Matteo Ricci grande come San Francesco cosi da ingraziarsi i turisti cinesi..
Forse è proprio il vescovo a volerci miopi…
Che pena.. Orgoglioso di non avere niente a che fare con tutte queste istituzioni che si spacciano per “Chiesa”, la spiritualità si vive anche da soli, senza l’aiuto di persone che predicano bene e razzolano male..
Che tristezza. L’ipocrisia, la doppiezza nel linguaggio di questo vescovo rendono veramente chiaro perchè la chiesa non rappresenti più un’autorità morale che meriti rispetto. Ormai penso che per essere cristiani si debba essere anticlericali.
Sembra che parli il sindaco, non il vescovo; ha ragione Liuti.
Dice ‘dobbiamo’, ma sarebbe meglio dire ‘DOVETE, coi soldi vostri…’
Io credo che un sindaco coi cosiddetti debba ribellarsi a cotanta e continua arroganza, ma, purtroppo, ‘forse’ deve sdebitarsi dei voti apportati dal vescovo e dai suoi fedelissimi.
La nuova storia ha fatto mezzo passo avanti con la Giorgini, due indietro con la minitematica e altri 10 più indietro con questa storia…
Sindaco, almeno non venirci mai più a raccontare che non ci sono i soldi, che il comune è alle strette.
Sindaco (Carancini, eh? non Giuliodori): se fai fare questa statua, ti giochi tutta la credibilità!
Oltretutto ci sarebbe molto da dire sul gusto e sulla ‘bellezza’ delle opere del sig. Bonanotte:
http://www.galleriatondinelli.it/artisti.php#BONANOTTE
siete ancora provinciali…..le cose si misurano per valore assoluto e non per confronto…..
credo che questi enti possano spendere questi soldi in maniera diversa e sicuramente più proficua. quando se avverrà, questa crisi sarà superata, si potranno fare discorsi su statue, momumenti ecc. e vi posso assicurare che non è una presa di posizione contro la chiesa ma una semplice mia valutazione sui tempi che stiamo vivendo. buona serata a tutti.
Quindi Sua Eminenza legge i nostri commenti? Pardòn, i nostri contributi?
Ecco, benissimo. Allora vista la dovizia di cui ci ha reso partecipi sui particolari di budget, preventivo di spesa, piano di pagamento per l’artista, chissà se vorrà graziarci anche di sapere una cosa per noi importante e non trascurabile, ovvero: rispetto ai 300.000 euro elargiti in opere caritative e di solidarietà , quanto, la stessa diocesi ha incamerato col versamento dell’8 x mille da parte dei contribuenti italiani? Non per venire a farvi in conti in tasca, per carità, ma vista la pretesa avanzata sulla realizzazione della statua, d’oro, mi pare lecito chiedere.
Grazie.
Che poi, arrivando a Macerata ” tutti si meraviglino, che non ci sia nessun luogo e nessun monumento che ricordi in modo adeguato il suo più illustre concittadino” lo scopro ora: pensavo che tutti si lamentassero della mancanza di soste e parcheggi adeguati ( non svenanti, s’intende) o delle facili contravvenzioni con la telecamera, per gli sprovveduti turisti.
Terza e ultima ” considerazione”. Quel tono Eminenza, che adopra quando parla di investimenti che la città vorrà impegnare prossimamente sulla cultura, per cui la statua sarebbe dovuta se solo si investisse un euro in altre allocazioni finanziarie culturali, non è bello: al limite … al limite proprio.
Tutto questo perchè Sa, non vorrei che ” A Maggior Gloria di Dio” si trasformi in ” Maggior buco di bilancio” per gli Enti che sollecita a rispettare l’impegno pattuito, nonostante i sopravvenuti tagli di Governo.
E infine, che per ” onorare Gesù e i suoi testimoni” come è stato Padre Matteo Ricci, si debba passare per una statua ambiziosa, la Fondazione Carima, la Regione, la Provincia e il Comune, ma dov’è scritto Eminenza ? In quale Vangelo? Forse in un apocrifo?
Ci sarebbe a lungo da replicare alla lettera, ma non credo ne valga la pena.
Non servirebbe a nulla fare dei distinguo tra la Cultura e una inutile statua.
Non servirebbe a nulla cercare di spiegare a Giuliodori che le priorità sono altre o far notare il peloso ipocrita messaggio (la diocesi fa la sua parte nell’aiutare finanziariamente i bisognosi) che egli vittimisticamente cerca di far passare.
Ci sarebbe a lungo da replicare a questo signor nessuno, ma non credo che ne valga asslutamente la pena.
Non ne vale la pena perchè, chiunque abbia un minimo di senso critico e non sia così ridicolmente baciapile, ha già capito di che povera pasta è fatto l’uomo.
Chiunque ha già capito che una persona così arrogante è meglio perderla che trovarla.
Chiunque ha già ampiamente capito che sta cercando in tutti i modi di riguadagnare le luci della ribalta e la benevolenza di OltreTevere con atteggiamenti, uscite, discorsi che, francamente, dire che sono patetici è fargli un complimento.
Quando se ne andrà (speriamo presto) non potrà lasciare alcun rimpianto e alcun vuoto (poichè egli stesso è un vuoto, pieno di nulla, che cammina).
La maggior parte dei contribuenti italiani non conosce il meccanismo di ripartizione dei fondi dell’8×1000, che la stessa ADUC (Associazione per i diritti di utenti e consumatori) non esita a definire “perverso”.
In Italia soltanto il 35% circa dei contribuenti firma per destinare esplicitamente l’8% o ad una delle confessioni religiose che hanno stipulato accordi con lo Stato (Chiesa Cattolica,Valdesi, Comunità Ebraiche, Luterani, Avventisti del 7° giorno, Assemblee di Dio) oppure per destinare quei fondi allo Stato stesso.
MA il resto delle preferenze inespresse NON viene destinato allo Stato, come molti pensano… viene ripartito in proporzione!
Poiché quindi circa l’88% di chi firma lo fa a favore della Chiesa Cattolica, automaticamente quest’ ultima si becca l’88% anche di tutto il resto della torta anche se nessuno ha firmato per destinarle quei soldi!!!
Molti pensano che NON firmando per nessuno, l’8% o vada allo Stato MA si sbagliano..si sbagliano di grosso!
Ti sei mai chiesto perchè lo Stato NON ha una convenzione simile anche con i Testimoni di Geova? O con gli islamici? O con gli induisti? O magari coi buddisti?
Semplice… La Chiesa dovrebbe spartire la torta con soggetti che ( al contrario dei cattolici che firmano quando si ricordano, o perchè glielo dice il commercialista ) firmerebbero TUTTI fino all’ultimo…
Per questo le richieste giacciono da anni insabbiate in qualche cassetto del politico di turno.
Mentre invece, guarda caso, sono convenzionate confessioni cristiane di estrema minoranza… e naturalmente gli ebrei, che come si sa NON fanno proselitismo e quindi NON aumentano significativamente di numero.
Che furbizia!!
Domanda : Ammesso che tutto ciò fosse…. perché non dovrei comunque desiderare che i soldi dell’ 8×1000 vadano alla Chiesa Cattolica?
Fa così tanto del bene in tutto il mondo… vero?
Ripartizione delle somme derivanti dall’8×1000 dell’IRPEF alla Chiesa Cattolica
per l’anno 2008 pari a EUR 1.002.513.715,31
approvata dalla 58a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana
marzo 2008
EUR
373.000.000,00 per il sostentamento del clero
EUR
424.513.715,31 per le esigenze di culto e pastorale:
160 milioni alle diocesi
110 milioni per costruzione di nuove chiese
7 milioni per costruzione di case canoniche nel Sud d’Italia
68 milioni per tutela e restauro dei beni ecclesiastici
EUR
38.000.000,00 per le esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale
EUR
32.513.715,31 per la catechesi e l’educazione cristiana
EUR
9.000.000,00 ai Tribunali Ecclesiastici Regionali
EUR 205.000.000,00 per gli interventi caritativi , dei quali 90 milioni alle diocesi
30 milioni per esigenze caritative di rilievo nazionale
85 milioni per gli interventi nei paesi del Terzo mondo
Mettono su spot che costano centinaia di migliaia di euro e ti propinano le facce sorridenti o lacrimose dei poveri di tutto il mondo, con i giovani ed aitanti preti che dicono “facciamo tanto per molti” e nel frattempo si beccano 1 miliardo di EURO all’anno…
PERO’ ai poveri del terzo mondo danno le briciole…
85 milioni su 1mld è circa l’8,5% !!!!!!!!!!!
e il resto dei soldi dove va a finire?
Certo, dirai “restano sempre 120 milioni di euro destinati ai poveri italiani”MA non esiste resoconto dettagliato su CHI spende COSA per CHI, perchè il Vaticano è uno stato sovrano che NON deve rendere conto all’Italia…questo dice il Concordato.
Ma io mi domando e ti chiedo:
Se tutti questi soldi, cioè più di 1 MILIARDO di EURO all’anno fossero destinati direttamente al Welfare, piuttosto che in opere assistenziali basate- come TUTTI sanno – essenzialmente sulla forza lavoro di VOLONTARI, NON SAREBBE MEGLIO?
Altra domanda ti sta frullando in testa…
“Sì vabbe’ ma comunque la Chiesa usa 68 milioni di euro per restaurare chiese che comunque attirano il turismo… bla bla bla”
Davvero?!
allora… ti farà piacere sapere che
Lo stato Italia paga al Vaticano le spese di:
– Acqua (la bolletta annuale è di circa 25mln di euro)
– Corrente elettrica
– Gas e carburanti
– Smaltimento acque reflue ( chi abita a Roma lo sa… eccome se lo sa, visto che pagano loro )
Trasporti
..
Inoltre si addossa il fondo pensione del clero, gli stipendi degli insegnanti di religione cattolica ( dipendenti del vescovo MA pagati dallo Stato… avviati nella corsia preferenziale dei docenti di ruolo grazie ad una delle leggi vergogna del governo Berlusconi ), le spese di manifestazioni e altri giri turistici del papa in Italia e all’estero (parliamo di cifre dell’ordine di centinaia di milioni di euro)… senza contare tutti i soldi che la Chiesa NON paga di tasse, a cominciare dall’ICI, perchè…
“Il Vaticano è uno stato sovrano e NON paga tasse ad altri stati”
In totale, compreso l’8×1000, la voragine del Vaticano ingoia annualmente più di 9 miliardi di EURO !!!
E nel passaggio di mano a noi restituiscono 120 mln in opere di carità.
Non c’è nient’altro da dire
cara eccellenza…si guardi il “piccolo” sondaggio che c.m. ha messo in atto sulla sua e solo sua bella statua.l’80%che gia’dice di no!bravi miei concittadini,non me l’aspettavo sinceramente.forza gente continuiamo cosi perche’ stavolta la “balla” e’proprio grossa e grave per farla passare impunemente!che se la costruissero coi loro soldi e lontano dalle nostre viste.e care curie varie non vi lamentate se poi la gente non vi segue piu’.
Va bene, facciamo una statua, un monumento, quello che volete per onorare questo illustre Figlio di Macerata, ma spendere 600 mila euro (circa unmiliardoemezzo di lire, mica bruscolini)non sono un po’ troppi? Se sua eccellenza pensa che sia necessario spendere tanto, li tiri fuori lui.
caro vescovo ti sarei grato se ti impegnassi in egual modo e con la stessa tenacia per far riaprire la chiesa in fondo al corso chiusa ormai da 15 anni
…esiste una X che avete usato per il voto….
…questo e’ un valore assoluto…
…ma continuate a giudicare per confronto…
il Comune di Macerata, la Provincia di Macerata e la Regione Marche hanno manifestato la determinazione sia nelle amministrazioni precedenti che nelle attuali, di contribuire con Euro 100.000 per ciascun Ente…..
memoria alla prossima X….
…a dimenticavo quella X e’ di voi che ora giudicate per confronto e non per valore assoluto..
….ecco perche siete provinciali…..
le priorità sono ben altre. o no?
Il vescovo continua a trattare i pacifici maceratesi da ignoranti, come si diceva una volta “da padrò a contadì”. Egli è sicuramente un gran comunicatore ma sembra confondere la cultura con lo spettacolo. Comunque la responsabilità di tutto ciò è da attribuirsi solo ed esclusivamente ai dirigenti della Fondazione Carima e degli altri enti ed associazioni che riescono solo a giocare a monopoli.
sarebbe già una bella cosa se la chiesa dicesse: forse con li budget abbiamo esagerato, un passo indietro dimostra spesso e volentieri intelligenza.
Ma questi soldi perchè non li impiegano in maniera intelligente, per le persone che ne hanno bisogno, non so…..Sinceramente non capisco l’intervento del Vescovo……La crisi non è un pretesto, c’è, quindi si pensasse alle cose importanti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Un consiglio appassionato al vescovo Giuliodori: continui a giocare a calcetto che gli riesce forse meglio ed auspichi che a Macerata venga nominato un nuovo vescovo. Credo proprio che non ci sentiamo assolutamente il suo….GREGGE e tantomeno le sue….PECORE.
Quando andavo a dottrina ,tantissimi anni fa, il buon don Galizio mi insegnava che Gesu’ aveva cacciato i mercanti dal tempio…..come sarebbe bello se fisicamente tornasse|||||||
L’intervento di sua eccellenza, evidentemente ragionato e tale da far comprendere come la prima uscita sia stata quindi espressione di un vero e proprio consolidato modo di pensare, conferma che santa romana chiesa si preoccupa di tutto fuorchè della sua stessa missione.
Il codex juris canonici, norma che disciplina l’agire della chiesa (e quindi anche di sua eccellenza) possiede una norma “di chiusura”, cioè il canone n. 1752, secondo la quale la “legge suprema” ed il fine ultimo, per la chiesa, sono sempre “la salvezza delle anime” (salus animarum).
Orbene, chiedo a sua eccellenza: cosa cavolo c’entra una statua (cioè un “idolo”, cioè un simulacro, cioè una delle cose più terrene che più terrene non si può) con la “salus animae” di sua eccellenza e del gregge di cui suppongo sua eccellenza si preoccupi più di ogni altra sua questione?
Forse che la statua in questione aiuterà i maceratesi a raggiungere l’agognata “salutem animarum”?
E perchè discriminare, allora, i cittadini di Corridonia?
No, eccellenza, non ci siamo proprio: fino a quando a guidare i greggi ci saranno pastori come lei, che evidentemente privilegiano pompa e immagine alla sostanza ed al duro silenzioso lavoro nella carità, santa romana chiesa sbaglierà completamente la sua missione che – parola di c.j.c. – non è l’erezione di idoli ma, appunto, la salvezza delle anime, compresa la sua che – evidentemente – è ben lontana dalla “salus”.
Rifletta, preghi, si dedichi possibilmente in silenzio ad opere di vera carità e si ritiri da questa che è una iniziativa totalmente sbagliata soprattutto secondo le leggi di santa romana chiesa.
E’già stato detto tanto, ora vedetevi questo:
http://www.youtube.com/watch?v=RfspfHwV7eA
solito provincialsimo basso maceratese, che città decadente! qualsiasi altro paesino marchigiano avrebbe fatto di tutto e di più per celebrare un suo conterraneo: musei, convegni, statue ecc. ma i maceratesi no, ai maceratesi glè poi promette la piscina e non falla non importa, gliè poi fa le supercincovallazioni che finisce sui muri de casa ma va bè; poi esse la città con l’aria più inquinata delle marche, tu pensa in collina!!! e va bè; poi perde 20 posizioni sulla classifica di legambiente e va bè; poi esse ultima in provincia per raccolta differenziata, vabenissimo; je poi tenè aperto 12 giorni l’anno il monumento più bello che c’è, e va bè; poi non fa un palazzetto dello sport promesso da decenni, passa pure quello, je poi fa usà i tergicristalli in galleria, non importa, non me ne va de continuà rischierei di intasare il forum tante ce ne sarebbereo.
Però la statua no, questa proprio no è una questione di principio!
Idea!!!
Facciamo la statua con i soldi dell’ICI degli immobili della chiesa cattolica!!
che ne dice il vescovo?
a già la chiesa è esentata
Ero già abbastanza stranito da tutta questa vicenda e dalla vergognosa posizione che ha assunto il vescovo. Eppure è riuscito a sorprendermi di nuovo.
E’ riuscito a fare come i peggiori politicanti che fanno il gioco delle tre carte per imbrogliare il comune cittadino.
Non volete la statua, allora non volete la cultura, allora non finanziate lo Sferisterio.
Solo che lo Sferisterio produce cultura, la statua no. Questo tentativo di confondere le acque è semplicemente ignobile.
Quanto poi alla “grandezza” dell’opera, vorrei sapere se l’eminentissimo ha mai letto quel passe dell’esodo in cui si parla del vitello d’oro…
Mons. Giuliodori, gran comunicatore, anche arrampicandosi sugli specchi, stavolta non riesce a trovare una motivazione valida per la SUA statua (pagata con i NOSTRI soldi). Non voglio portarla alla lunga e concordo con molto di quel che si è detto sopra. Dico soltanto che anche la Chiesa, come tutte le grandi dittature (dai fasci del ventennio alle statue di Saddam) ha bisogno di vedere i suoi simboli bene in vista; alla faccia di un povero cristo capitato in terra circa 2000 anni fa….
Al “carissimo” sig. Giuliodori, maestro di retorica, e a tutti coloro che vogliono leggere un’analisi sommaria delle argomentazioni fallaci del sig.Giuliodori stesso.
Si comincia con la tecnica dell’avvelenamento del pozzo. L’acqua avvelenata significa che nessuno può più “bere” verità. Cioè Giuliodori insinua il dubbio che chi gli scrive (Miriam e Agostino) sia in malafede e non parli con onestà. In questo modo Miriam e Agostino sono screditati qualunque cosa dicano.
Ecco poi passare all’argomento ad misericordiam. Si cerca di suscitare la pietà di chi legge facendo vedere quante opere di carità fa la diocesi (associando la carità a quanti soldi spende). E’ una fallacia perché, anche fosse vero, questo non legittimerebbe la spesa per la statua. (E comunque i soldi non li spende la diocesi).
Ecco poi che, giocando sull’ambiguità del termine “cultura” (anche lo sport può essere definito cultura), Giuliodori fa un’inferenza indebita. Se anche fosse vero che è giusto investire in cultura, non sarebbe per questo altrettanto certo che una statua sia da considerarsi “investimento in cultura e sul futuro”.
Da smascherare quindi anche il ragionamento tendenzioso che lega arbitrariamente la futura realizzazione della statua alle iniziative culturali già realizzate.
Da notare l’uso di certi aggettivi e avverbi (“pericolosa logica” e “pericolosamente riduttiva”) che tendono a suscitare l’emotività del lettore.
E poi c’è l’implicito confronto scorretto tra la somma di molti eventi culturali (“diversi milioni di Euro”) e la cifra della statua. (Come se 600.000 Euro fossero pochi).
Poi c’è un sillogismo che comincia con “È evidente che il futuro del nostro territorio…”. Lo semplifico così:
Premessa 1: Il futuro dipende dal turismo
Premessa 2: Il turismo dipende da Matteo Ricci
Conclusione: Il futuro dipende da Matteo Ricci.
È un ragionamento valido da un punto di vista formale ma falso nelle premesse e quindi anche nella conclusione.
Eccoci poi alla fallacia detta ad baculum (bastone) che tende a esercitare una qualche forma di pressione sul lettore (vedi la frase: “è una responsabilità che io come pastore di questa comunità non intendo assumermi”, come dire: “se lo fate, saranno cavoli vostri”.
[Una parentesi sulla rateizzazione che, secondo me, potrebbe essere una soluzione della questione se però il “mutuo” fosse almeno almeno decennale].
Ritorniamo ai discorsi episcopali e andiamo a quello che comincia con “Solo nel caso in cui per la gravità della situazione…”. Sembra cominci un ragionamento di un rigore ineccepibile ma poi è lo stesso Giuliodori a smascherarne l’arbitrarietà alla fine, quando usa quel “credo” che sta a indicare che tutto quanto detto prima è solo opinione soggettiva. Dunque è non è oggettivamente vero che, se non si facesse la statua di Ricci, si dovrebbero abolire “Musicultura, lo Sferisterio Opera Festival e tutte le altre attività culturali”. Era solo una proiezione di Giuliodori
Ed ora comincia la fallacia ad auctoritatem, che cerca di convincere facendo appello a un’autorità, che in questo caso sono la fede e Gesù.
Prima mandiamo al diavolo il pauperismo che è “sterile e improprio” (in effetti pare che Giuliodori, coerentemente, viaggi su una bella Audi A6, ma accetto smentite). Poi difendiamo la ricchezza con il Vangelo di Giovanni (ecco l’autorità) che addirittura, secondo Giuliodori, ci porta a considerare necessario “onorare adeguatamente” Ricci con una statua.
Dunque: per prima cosa, il Vangelo non può essere in sé un argomento oggettivo per dimostrare la necessità della statua di Ricci e, secondariamente, (ma qui non vorrei peccare di presunzione) mi sembra che il Vangelo, nel passo citato da Giuliodori, faccia riferimento solo a onorare Gesù, non i suoi testimoni.
Sulla frase “visione miope e autolesionista che sembra permeare inesorabilmente il nostro territorio” non mi dilungo perché credo abbia già dato fastidio a molti. Chi decide cosa è miope e cosa no? (E soprattutto chi decide l’artista che, per quanto famoso in Vaticano e in Giappone, risulta essere imposto dall’alto?)
Aggiungo solo che anche qua c’è una specie di ad baculum che si traduce con “attenti che, se non fate la statua, vi fate tanto male”, oppure, se vi piace di più, c’è la fallacia della brutta china (o del pendio scivoloso) che suppone come inevitabili delle conseguenze negative future per una scelta nel presente.
E per finire di nuovo frasi ad misericordiam, facendo appello ai buoni sentimenti (“essere vicini a chi è provato dalla crisi”, “volano alla speranza”, “possibilità di sviluppo al nostro territorio per l’oggi e per il domani”, “servizio al Vangelo”, “ricordo nella preghiera”).
The end (si accettano correzioni sulla mia analisi)
Giuliodori tu le priorità di una città come Macerata nemmeno te le immagini. In un periodo come questo buttare 600.000 euro per una statua che non serve a una cippa di niente, significa sputare in faccia alla crisi e ai contribuenti che tra parcheggi apm, tasse, benzina e cavoli vari, a mala pena possono permettersi un paio di statuette nuove per il presepe. Per cui se ci tieni proprio tanto a questa statua vai di persona a chiedere i fondi necessari allo stato più ricco del mondo al quale appartieni (che tra l’altro non paga le tasse italiane) che di sicuro ne ha tanto da investire in amenità simili.
Ma caru vescuvu de Macerata va vojardri preti non caccete na lira per lu monumento a Ricci! Non ve pare che saria meglio fa alltre cose, e poi se la volete fà ve la peghete!
voglio proprio vedere quanti l’anno prossimo se ne ricorderanno quando ci sarà da fare la dichiarazione dei redditi…
HA GIA’ ESPRESSO QUELLO CHE PENSO DI QUESTO VESCOVO CERASI, QUINDI PASSO OLTRE. VOGLIO INVECE CONTRIBUIRE AD AUMENTARE LE CONOSCENZE DI CHERUBINI SULL’8 PER MILLE.
SETTE ANNI FA ALCUNI NEGOZI DEL CENTRO COMMERCIALE VAL DI CHIENTI (4 PER LA PRECISIONE), SONO STATI VENDUTI DALLA PROPRIETA’ COSTRUTTRICE DEL CENTRO (PROMOTERZIARIO SI CHIAMAVA) ALL’ISTITUTO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO DI CERVIA-RAVENNA. IO HO ASSISTITO ALLE TRATTATIVE PERCHE’ ERO LA CONSULENTE DI UNO DEGLI AFFITTUARI E SICCOME HO ANCORA UN PO’ DI FEDE CRISTIANA MA GIA’ ALL’EPOCA ERO PIUTTOSTO ANTICLERICALE, CHIESI AL VESCOVO CHE ERA DELEGATO ALL'”AFFARE” (UN PIGNOLO GRETTO TERRIBILE), COME MAI FOSSERO IN GRADO DI FARE UN ACQUISTO COSI’ CONSISTENTE. LUI MI RISPOSE CHE INVESTIVANO I SOLDI DELL’OTTO PER MILLE. AL CHE IO GLI DISSI CHE ERO CONVINTA CHE QUESTI SOLDI DOVESSERO ANDARE IN OPERE DI BENE, E LA SUA RISPOSTA CHE A DISTANZA DI ANNI ANCORA MI SCONCERTA FU: I POVERI PRENDONO I FRUTTI, INTANTO CAPITALIZZIAMO.
QUINDI GIULIODORI SI FACCIA I FATTI DI CASA SUA, SE HA SOLDI FA LA STATUA, IL COMUNE CI SCRIVERA’ SOTTO “GENTILMENTE DONATA DALLA DIOCESI A DILETTO DELLA CITTA’ DI MACERATA” COSI’ CI FA PURE BELLA FIGURA.
E SI VADA A RIGUARDARE UN ATTIMO IL CONCETTO DI CULTURA.
1) sono totalmente d’accordo con tutti quelli hanno scritto un messaggio CONTRO l’inutile statua da 600.000€.
2) S.E. dice: “Macerata non sia miope e autolesionista”; appunto, se Macerata volesse la statua da 600.000€ sarebbe miope ed autolesionista, dato che le esigenze reali sono ben altre.
3) @jack rayan mc
ti contraddici da solo…il maceratase sarà pure come lo descrivi tu (je sta vè tutto), ma in questo caso si sta ribellando. Poi sarà pure una questione di principio e un altro esempio del “solito provincialsimo basso maceratese”, ma che la statua se la facciano con i soldi del Vaticano, punto!
4) e poi tralasciamo il discorso di dove vanno a finire i soldi della Curia Vescovile di Macerata, Tolentino, Cingoli, etc. …ci sarebbe da parlare una settimana di cose FUTILI!!!
5) una proposta a tutti i lettori di C. M. …perchè ognuno di noi non scrive due righe direttamente al Vescovo, forse si convincerà che la statua la vuole Lui e pochi altri!!!
@Michele
Ovvio è scontato che i soldi del Vaticano (e di tutte le loro attività collaterali) vanno sempre e comunque “a maggior gloria di Dio”.
Peccato che Dio non veda mai il becco di un quattrino…
Riusciremo mai a scindere la fede religiosa da quella che invece è una mera società di capitali (il Vaticano) che da 2.000 anni fa i suoi esclusivi interessi e non quelli del prossimo???
Non vedo la priorità.Che fretta c’è.Serve lungimiranza.Ma per il centenario,il bicentenario e il trecentenario cosa si fece? Festeggiamo i 500 anni dalla morte con la statua, così nel 2110 Giuliodori avrà 152 anni e Bonanotte 166.
Ricordare una figura importante come P.M.R. è importante,ma credo che ci siano molte opzioni(targhe commemorative,dedica di piazze o importanti luoghi pubblici di MC,cambiando il nome che già possono avere …)e comunque il tutto va riportato alle risorse disponibili ed al complesso di voci che il budget disponibile deve coprire.Se i soldi vengono da privati invece non c’èproblema.
Nessuno (non io almeno) mette in dubbio la grandezza di Padre Matteo Ricci e nemmeno la necessità che a Macerata venga eretta una statua che lo rappresenti degnamente.
Quello che mi chiedo è invece se possa essere chiamato a rendergli omaggio con una sua opera uno scultore che chiede 600.000 euro per la sua realizzazione. Come può questa persona rendere la grandezza di un missionario che indichi la via ai suoi conterranei?
Come dice S.E. parlando dei concerti tenutisi in questo periodo: «Questi eventi sono un dono e sono stati gli stessi artisti a cercarci per esibirsi a Macerata in onore di Padre Matteo Ricci» Questo appunto dovrebbe essere lo spirito di chi aspira a rappresentare il sacro in un’opera d’arte: ricevere l’incarico come un onore che, essendo pure un lavoro, deve essere equamente compensato. Ma come si fa a chiedere 600.000 euro ad una diocesi di poche decine di migliaia di “fedeli”.
Certo “la Fondazione Carima si è detta disponibile a contribuire con Euro 300.000 mentre il Comune di Macerata, la Provincia di Macerata e la Regione Marche hanno manifestato la determinazione sia nelle amministrazioni precedenti che nelle attuali, di contribuire con Euro 100.000 per ciascun Ente.”
Ma non sarebbe meglio che gli enti pubblici facciano gli enti pubblici e la Chiesa faccia la Chiesa? Mi spiego meglio: perché la Chiesa attraverso molte diocesi deve creare dei fondi di solidarietà a favore di chi perde il lavoro? Questo è un compito dello Stato, almeno in un paese dell’occidente industrializzato. Compito della Chiesa è semmai pungolare le Istituzioni affinchè tutelino le famiglie in difficoltà. La Chiesa ha altro a cui pensare, dagli ultimi tra i poveri di tutto il mondo alla nuova evangelizzazione dei popoli neopagani come il nostro, alla stessa statua di Matteo Ricci.
Di contro perché Comune, Provincie e Regione devono preoccuparsi di costruire una statua in onore di un grande religioso? Per il turismo, per il rientro economico? Per migliorare il rapporto Italia Cina? Sarebbe ben poca cosa.
Non so come sia stato scelto e contattato l’artista ma ricordo che ci sono strumenti alternativi: concorsi di idee, bandi ecc.
Siamo sicuri che non ci sia un mezzo diverso rispetto a pagare 30 anni di stipendio di un operaio/impiegato ad un tizio che, sarà pure nostro conterraneo ma è vissuto a Roma ed ora soggiorna in Giappone?
A questo punto mi pare chiaro…. fatela pure questa cavolo di statua, ed avrete una sommossa popolare.
Perchè non si bandisce un concorso nell’ambito dell’Accademia, riconoscendo una borsa di studio/premio all’autore del progetto vincitore? La scelta la faranno i cittadini: si avrebbe una idea nata nella città, coinvolgente per la cittadinanza che vivrebbe un momento (ormai raro) di democrazia partecipata e di sicuro risparmio sotto il profilo economico. Allora si potrà dire che i Maceratesi hanno eretto il monumento in memoria di P.M.R. e non i soliti 4 che decidono il buono ed il cattivo tempo.
Mi è stato fatto notare in privato, e ringrazio, che mentre io chiudevo il mio intervento, chiedendo dove fosse scritto il riferimento al Vangelo sulla stringente necessità di spendere per quella statua, quale supporto dell’argomentazione del Vescovo ……
“Cari Miriam e Agostino, ci sono cose che la fede stessa ci chiede di guardare con lungimiranza e senza sterili e improprie contrapposizioni veteropauperistiche. Non dobbiamo mai dimenticare le parole di Gesù sul primato dei poveri, ma neanche quelle sulla necessità di onorare adeguatamente il Signore Gesù e i suoi testimoni, tra i quali mi sembra che P. Matteo Ricci meriti una considerazione ben più grande di quella che gli stiamo riservando (cfr Gv 12, 1-8).
che ho fatto una domanda oziosa, perché appunto il Vescovo cita il passo evangelico di cui sopra.
http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Mar+14,3-9.Gv+12,1-8&formato_rif=vp
Perciò è da qui, da queste per me toccanti parole di Gesù a Giuda Iscariota, che il Vescovo ne avrebbe tratto una portata tale, da arrivare a perorare la faccenda che gli è a cuore della statua così dispendiosa. Ora, senza invischiarmi troppo in questioni non alla mia altezza, nella mia pochezza, valuto tale interpretazione ” un po’ troppo estensiva” e di parte.
Direi infatti, che il contesto della causa di discussione per cui si pronuncia il Vescovo nella risposta a Miriam ed Agostino , non si adatti minimamente al fatto evangelico citato, poiché pur col mio lumicino di Fede Cristiana, io penso che Gesù era, è, Gesù, e certo in quel frangente, sottrarre a Lui quell’unguento prezioso per venderlo e del ricavato farne dono ai poveri, sarebbe stato un atto irriverente, imperdonabile, benché avesse avuto come fine un’intenzione altrettanto nobile e misericordioso.
Volendo fare una riflessione tutta terrena sull’esegesi di testi sacri, come anche si è fatto per il Cantico dei Cantici ad es., e la loro “sopportabilità di senso” , cito Umberto Eco ( inviso alla Chiesa, lo so, ma è altro ramo del sapere): “I limiti dell’interpretazione ” o anche ” Interpretazione e sovrainterpretazione”.
Comunque, per tagliar corto sugli argomenti, direi che bastino questi due fondamentali della nostra Fede, che ci riguardano tutti:
1) è indubbio che i 600.000 euro richiesti da Cecco Bonanotte, gli produrrebbero al di là della sua valenza artistica e del valore immateriale dell’opera, un arricchimento non di poco e a meno che – nel qual caso potrebbe farla con un compenso minimo- non voglia poi darne il ricavato in beneficenza, questo contrasta con un precetto cristiano mai messo in discussione ” E’ più facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno dei Cieli” e che dunque Sua Eminenza con tale commissione, potrebbe creargli uno scivoloso viatico verso la direzione opposta.
2) Molto modestamente, riporto all’attenzione di Sua Eminenza, Matteo Cap. 10, in particolare i versetti:
5 Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: « NON ANDATE FRA I PAGANI e non entrate nelle città dei Samaritani;
6 Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della Casa d’israele.
E qui mi fermo, altrimenti si apre un discorso controverso, non solo sul costo della statua, ma persino sulla figura di Padre Ricci evangelizzatore, stante il precetto di Gesù ai Suoi.
Una statua non migliora la viabilità, una statua non mi permette di fare un tuffo in piscina, di giocare a rugby, a hockey, una statua non mi permette di costruire un palazzetto per la nostra migliore squadra sportiva, una statua non revitalizza il centro storico, non risolve i problemi della nettezza urbana, non paga la rotonda in via pancalducci e non mi serve.
Da cattolica non posso non provare dispiacere per le dure parole che la questione ha suscitato nei confronti della gerarchia in questi giorni. La Chiesa che ho conosciuto, infatti, è qualcosa di molto diverso da una Spa, come è stata definita. Ma, in tutta onestà, non posso liquidare la questione dicendo che tante critiche sono mosse solo da un cieco anticlericalismo e mi trovo costretta a chiedermi il motivo di tanto astio. Penso che dietro alle parole di molti ci sia una delusione, una sfiducia, un senso di lontananza che chi della Chiesa si sente parte deve sentirsi in dovere di valutare. Mi sembra un paradosso che la figura di Matteo Ricci, che è stato un ponte tra due civiltà, diventi motivo di divisione per una piccola città. Forse sarebbe da cercare, prima che un monumento, un legame più vero tra la la Chiesa e i cittadini e magari ipotizzare un progetto più condiviso, che non venga sentito come un’imposizione dall’alto, ma come espressione di una spiritualità vissuta. Auspico che questo, da scontro iniziale, possa trasformarsi in un motivo di dialogo sincero tra il Vescovo e la cittadinanza.
Meno male che a fronte delle sconcertanti dichiarazioni del vescovo leggo anche molti commenti che sottoscrivo in pieno come quelli di Cerasi, Moroni e Cherubini del 7 novembre.
Questa statua è una spesa totalmente inutile e non ha nulla a che vedere con la cultura.
W l’anticlericalismo
W lo stato laico
Vorrei segnalare, tra i tanti commenti, quelli di umbertoro e di Laura Crucianelli. Si tratta di interventi che, a mio avviso, affrontano la questione senza pregiudizi e con l’intento di unire la comunità maceratese piuttosto che dividerla ulteriormente. Li esorto a completare i loro suggerimenti ed inoltrarli al Vescovo ed alle altre istituzioni. Potrebbero essere utili.
@ Tamara: Il Vescovo di Macerata – che non è nemmeno arcidiocesi, ma semplicemente diocesi, non va chiamato con l’appellativo Eminenza, bensì semplicemente Eccellenza. Solo i Cardinali possono fregiarsi del titolo di Eminenza. Santo Padre è per il Papa (per completezza…). Il tuo era forse un augurio (tralascio il detto latino sulla promozione)?
Fabrizio, hai ragione e chiedo scusa. In realtà non ci ho nemmeno riflettuto e sai perchè? Quando mi sono messa a scrivere, mi veniva da dire ” Eminenz” …..poi per ragioni anch’io di opportunismo comunicativo, ho aggiunto la A finale e ho proseguito su quella scia.
L’importante è che non l’ho sminuito: giusto?
In genere sono un’imbranata comunque, coi titoli, gli uffici e gli apparati, specie ecclesiastici. E questi giorni poi, non mi ricordo manco come mi chiamo io…NO, che tralasci? dì questo detto latino…non lo so, qual’è?
promoveatur ut amoveatur (sia promosso affinche venga rimosso)
GV 12, 1-8. Accolgo l’invito alla riflessione su questi versetti. In un esercizio di trasfigurazione, Maria di Betania è l’intera popolazione delle Marche, l’olio di nardo puro è la statua, i contrari alla statua è Giuda, e Gesù è Matteo Ricci. Ma secondo me non si può:
1)Marche – Maria di Betania. Sorella di Lazzaro e Marta. Spero che qui il vescovo non la identifichi con la prostituta, qualcuno lo fa’. Compie un gesto di grande amore personale, non chiede l’aiuto di nessuno. Come nel caso di Caiafa (11:49-52) compie un gesto che inconsapevolmente era la prefigurazione di una realtà ben più importante, il sacrificio di Gesù.
2)Statua – olio di nardo puro. Circa 325 grammi di olio per un valore pari alla paga annua di un manovale del tempo, attualizzando direi 10-12 mila euro. Durante il primo secolo dopo Cristo grandi somme venivano spese per i funerali e per comprare costosi profumi che avevano la funzione di coprire il cattivo odore della decomposizione.
3)Contrari alla statua – Giuda. E’ il tesoriere degli Apostoli, il suo altruismo nasconde la propria avidità. Egli infatti distoglie del denaro per se.
4)Matteo Ricci – Gesù. Non riesco a fare alcun commento.